-
SOLIDARIETÀ, IL CUORE DI APB
Solidarietà, il cuore di APB.
I dizionari danno come significato di solidarietà:
- legame che unisce più individui, in rapporto a una concordanza di idee, di aspirazioni e alla volontà di sostenerle in comune;
- senso di partecipazione alle difficoltà dalle sventure altrui;
- qualità, comportamento di chi è solidale con altri (solidale: che parteggia, che prende posizione in favore di qualcuno o qualcosa).
Tutto questo lo potrete trovare in APB. La spensieratezza, la gioia e lo stare insieme non fa dimenticare ai soci chi soffre e ha bisogno anche solo di un semplice contributo economico.
Fu a Terranuova Bracciolini (Arezzo), in occasione del primo ritrovo dei soci fondatori, che venne lanciata la proposta di rinunciare a qualcosa “in più” in favore di altri più bisognosi.Quella prima volta ha segnato come un marchio a fuoco l'anima dell'associazione, facendo sì che la solidarietà verso gli ultimi diventasse il cuore pulsante di APB. E' proprio da questa consapevolezza che la solidarietà per APB è diventata sempre più, col passare del tempo, non una realtà a margine cui destinare solo gli avanzi di gestione, ma una realtà posta di fatto tra i fini principali dell'associazione.
Tutto questo è reso ben evidente dalla visibilità data sul sito a questo aspetto della vita associativa, e dalla presenza costante di aggiornamenti dagli “ambasciatori”. A testimonianza poi di questa spontaneità generata dal clima associativo sono da ricordare le numerose iniziative personali o di gruppo allo scopo di raccogliere proventi per i fratelli d'Africa, che vanno ad aggiungersi alle iniziative programmatiche dell'associazione.
Ma in pratica per cosa pulsa il cuore di APB?
Di fatto APB è impegnata in due progetti di solidarietà in Africa.SCUOLA DI FETIGBE IN TOGO
DI PAOLO (UMLPRA)
AMSA (Associazione Missionaria di S.Agabio) è una associazione di volontariato che si è costituita oltre 23 anni fa, nel 1984, nell'ambito del gruppo giovanile della Parrocchia di S.Agabio, in Novara.
Nel 2004 l’Associazione ha fatto domanda di registrazione nell’Albo Regionale del Volontariato della Regione Piemonte, è stata approvata (Iscr. Reg. Prov. Volontariato di Novara al numero 5161 del 2004), ed è così diventata ONLUS di diritto, con tutti gli obblighi e le prerogative conseguenti.
Attualmente l'Associazione A.M.S.A. è costituita da 29 giovani e adulti di età compresa tra i 25 e i 65 anni, tutti volontari che dedicano gratuitamente tempo ed energie per realizzare gli scopi umanitari e di solidarietà sociale che l’associazione si prefigge.
Ci incontriamo tutti i mercoledì sera per un incontro formativo e organizzativo.Le nostre attività abbracciano molti campi di intervento:
- aiuto a progetti di sviluppo umano, sociale e sanitario nei Paesi in via di sviluppo;
- integrazione degli immigrati extra-comunitari nel nostro paese;
- attività di formazione e sensibilizzazione in vari ambienti e con varie modalità (mostre, dibattiti, proiezioni, momenti di aggregazione);
- informazione sulle realtà dei paesi in via di sviluppo, anche mediante pubblicazioni periodiche e incontri di formazione (il nostro organo di informazione è il giornalino “Vicino ai Lontani”);
- promozione del Commercio Equo e Solidale;sottoscrizione di Adozioni a distanza;
- raccolta fondi per il sostegno alle attività di solidarietà e sviluppo (mediante vendite, sottoscrizioni, ecc.);
- raccolta e invio di materiale sanitario, scolastico o di altro tipo a specifiche realtà sociali in paesi in via di sviluppo;
- esperienze dirette di volontariato in Paesi in via di sviluppo.La storia del nostro impegno
All'inizio del nostro cammino puntavamo specialmente sulla raccolta di aiuti economici per la promozione umana nelle missioni del Terzo Mondo.
Successivamente ci siamo resi consapevoli di come l’attività di sostegno economico alle missioni e alle popolazioni povere non poteva essere separato dalla formazione umana, culturale e cristiana e che queste, ancor prima di essere “esportate”, devono entrare permanentemente nelle nostre attività. Per questo l’AMSA è diventata anche luogo di aggregazione, e punto di riferimento per chi voglia condividere un cammino di vita basato su questi valori.
La sempre maggiore presenza di immigrati nel nostro quartiere e nella nostra città ha poi costituito un nuovo stimolo per le nostre attività, rivolte ora anche all’incontro, alla conoscenza, e alla crescita umana di tanti nuovi immigrati. Si è aperto così un fronte di iniziativa missionaria al quale ciascuno di noi si sente chiamato ad operare in prima persona.
La conoscenza poi con missionari e volontari che hanno vissuto e vivono esperienze dirette nei paesi poveri ci ha sempre di più stimolato a prendere a cuore realtà locali di sviluppo sociale e umano e a seguirle direttamente.Progetti specifici internazionali in corso di realizzazione
I più importanti progetti di solidarietà internazionale riguardano le attività che abbiamo iniziato circa due anni fa nello stato africano del Togo.
1. Scuola di Fetigbe
L’incontro fortuito con alcuni fotografi toscani ci ha permesso di impegnarci nello sviluppo di un grande progetto: lo sviluppo sociale e umano dei villaggi di una regione difficilmente accessibile nello stato del Togo, in Africa Occidentale.
Il primo obiettivo è stato quello di realizzare una scuola per i bambini del poverissimo villaggio di Fetigbe, nella zona di Atakpamé, perché pensiamo che non vi può essere vero sviluppo duraturo senza puntare sull’istruzione. I fondi raccolti grazie alla realizzazione di un Libro Fotografico e le attività di raccolta successive ci hanno permesso di cominciare i lavori di realizzazione della scuola due anni fa.Il libro fotografico non ha avuto lo scopo di presentare situazioni incresciose e terribili, bensì di presentare gli elementi positivi dell’infanzia anche se in situazioni di estrema povertà. Il contrasto forte, tra l’ambiente “poverissimo” e il “sorriso luminoso” dei bambini vuole comunicare una semplice cosa: non dobbiamo aiutare quei bambini perché sono dei “miserabili”, ma perché sono “persone” come noi, con la nostra stessa dignità umana. La scuola è stata ultimata a metà del 2007 e da allora funziona a pieno ritmo, dando la possibilità di studiare a circa un centinaio di bambini che altrimenti non avrebbero potuto accedere ad alcuna struttura scolastica.
Nel 2006 due nostre volontarie (Serena e Micheline) si sono recate di persona in Togo e hanno potuto verificare direttamente l’avanzamento dei lavori e la realizzazione del progetto.
Attualmente ci stiamo impegnando nel sostenere i tre insegnanti della scuola, pagando loro lo stipendio, almeno finché non partiranno i progetti che stiamo elaborando per rendere economicamente autonoma la struttura.
Il responsabile locale di questo progetto è Père Marc Koffi Agayi, una persona davvero incredibile per la dedizione che dimostra alle attività di aiuto sociale e umano della sua gente.2. Ciechi di Ayomé
Conoscendo direttamente la realtà del Togo, siamo venuti a contatto con diversi problemi sociali di quel paese. Uno di questi, una terribile piaga in varie parti del paese, è la diffusione della cecità. Molti sono gli adulti e i giovani affetti da cecità, in parte dovuta a cause non curabili, ma nella gran parte dei casi conseguente ad affezioni assolutamente curabili con farmaci o con semplici operazioni.
Abbiamo così iniziato ad occuparci dei numerosi ciechi di alcuni villaggi della zona di Ayomé. Dopo aver preso i contatti con l’ospedale oftalmico togolese di Glei, gestito da una società missionaria protestante, siamo già riusciti a far realizzare gli interventi chirurgici necessari in un primo gruppo di 19 ciechi, che ora hanno così recuperato la vista e stanno tutti bene.
Il progetto ora prevede l’estensione dell’attività di visite e monitoraggi (per valutare la gravità dei casi) ad una popolazione più estesa per costituire un nuovo elenco di ciechi che verranno poi operati.
I responsabili locali di questo progetto sono Père Albert Koudjo Tafou e Kodjo Outcha.
Per chi volesse saperne di più leggere: Resoconto solidarietàPROGETTO HIRUMU (GIOVENTÙ)
DI GIUSEPPE (CHICERCATROVA)
Dove
Nazione Tanzania
Regione di Morogoro
Cittadina di IfakaraDa dove nasce il Progetto
Dalla conoscenza diretta della realtà di Ifakara (3 viaggi nelle Estati 2005-2006-2007) e dal progressivo coagularsi attorno all’idea di Padre Salutaris Silvio Mpinge (parroco di Ifakara), degli sforzi di diverse associazioni:
-Associazione Onlus NADIR di Trento (Leader-Project)
-Associazione KUSAIDIA di Mori (Tn)
-Gruppo SIN FRONTERAS di Busto Arsizio (Va)
-Associazione Onlus F.A. (Famiglie Accoglienti) di Budrio (Bo)
-Museo Tridentino di Scienze Naturali
-A.P.B. A Passeggio nel Bosco - Associazione micologica e naturalistica.Che mettendo a disposizione o le competenze organizzative, o gli interventi a Ifakara, o la raccolta di fondi per la copertura finanziaria stanno collaborando all’avanzamento del progetto.
Situazioni di bisogno che si intendono affrontare
1. Una cronica e grave carenza educativa/sanitaria: il 50 % della popolazione ha un’età inferiore ai 15-20 anni e di questa enorme massa di giovani (che rappresentano il futuro e quindi in potenza la ricchezza di un paese) solo il 2-5% prosegue gli studi dopo la scuola primaria. Quale futuro per loro, per le loro famiglie, per la loro società ?
2. Una crescita economica disordinata e la tendenza all’inurbamento provocano gravi problemi socioambientali. Inquinamento/deforestazione che solo poco tempo fa erano per lo più sconosciuti in gran parte della Tanzania sono un problema emergente e sempre più grave. Il semplice viaggiare sulle strade o passeggiare in città permette di ricostruire l’incessante flusso del combustibile che parte dalle carbonaie nei boschi, si concentra sui bordi delle strade principali in grandi sacchi pronti per il trasporto verso le città, per proseguire poi a bordo di biciclette verso i mercati cittadini dove si confezionano e vendono le piccole razioni giornaliere che la gente compera per potersi cucinare il pasto del giorno.
Destinatari del Progetto
I giovani nella fascia d’età compresa tra i 14 e i 21 anni con particolare attenzione al coinvolgimento della componente femminile.Obiettivo Generale del Progetto
Migliorare lo standard di vita dei giovani.
Favorirne l'inserimento nel mondo del lavoro.Occuparsi prioritariamente dei giovani di questa fascia di età significa:
• cogliere il momento in cui la persona è al meglio delle sue capacità di apprendimento
• avere maggiori garanzie di ricaduta delle attività educative
• porre le basi per il miglioramento della qualità di vita delle future famiglie
• facilitare il coinvolgimento delle famiglie di origine (che costituiscono il perno della comunità)
• impedire che le spinte distruttive sempre più forti in questi anni (guadagno facile, inurbamento disordinato, droga, prostituzione, depressione) mettano a repentaglio la parte più promettente della societàObiettivi Specifici del Progetto
Costruzione di un edificio, il Centro Giovanile,
luogo dove realizzare processi educativi/professionali (per i giovani ancora inseriti nel percorso scolastico ma anche e soprattutto per quelli che ne sono usciti), particolarmente qualificati e volti a realizzare percorsi di:
1. educazione sanitaria (prevenzione AIDS, problemi di dipendenza da droga/alcool, corretta alimentazione) per indurre miglioramento della qualità della vita, della salute e dell’alimentazione nelle famiglie;
2. integrazione scolastica per le fasce più deboli;
3. attività ricreative sportive e di aggregazione (teatro e musica);
4. sviluppo di tecnologie appropriate eco-sostenibili volte a ridurre l'uso e il consumo di combustibili tradizionali (legna e carbone di legna): in campo domestico stufe chiuse, cestini coimbentati, forni solari; e in campo edilizio costruzione dei mattoni non più secondo la tradizionale tecnica della produzione in argilla e successiva cottura in fornaci a grande
consumo di legno combustibile, ma secondo una metodologia messa a punto e promossa da un’agenzia governativa della Tanzania la National Housing And Building Research Agency per la produzione di mattoni a freddo ;
5. sviluppo di tecniche agronomiche appropriate (al fine di produrre legno combustibile fuori foresta (agroforestry) ;
6. creare nuove professionalità sfruttando l'introduzione di nuove tecniche di risparmio energetico.A che punto siamo .....
È previsto uno sviluppo graduale in 3 anni (Costruzione del Centro..... avvio dei programmi educativi e delle tecniche agroforestali).
Sono in corso i lavori per la costruzione del Centro Giovanile:
1. Nella Primavera 2007 è stata definitivamente resa disponibile e recintata l’area dove sorgeranno l’edificio e i campi sportivi
2. Nei mesi di Luglio-Agosto sono iniziati i lavori di scavo delle fondamenta e si è cominciato il training per la costruzione dei mattoni con le Brick Press.
3. Nel mese di Ottobre 2007 sotto la guida di un Ingegnere (volontario coinvolto dall’Ass. Nadir di Trento) è iniziata la costruzione delle fondamenta e sono state apportate modifiche alla costruzione dei mattoni per migliorarne le caratteristiche qualitative e ottimizzare la resa produttiva.
4. Sempre nel mese di Ottobre è stata identificata l’area che fungerà da campo sperimentale per le Tecniche di Agroforestry.
P.S. Se comunque volete saperne ancora di più leggete:
La mia Africa....,tracce di viaggio e non solo*************************************************
Per chi vuol sapere tutto sulla solidarietà in APB, può visitare la nostra sezione specifica:
la nostra solidarieta'
Per chi desiderasse portare il proprio aiuto ecco tutti i parametri necessari:
come contribuire