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cortinario


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giusto per curiosita', i quattro cortinari che venivano dati per commestibili al corso di trento (nonostante ce ne fossero anche molti altri) erano: C. praestans, C. cumatilis, C. varius, C. claricolor). questo nel 2000-2002.

 

Non ho citato il claricolor, perché meno frequentedi quelli da me quotati: ma io sto a Trieste: aTrento è possibile siano pià comuni. Il varius (ed il varipoes) sono altettanto validi e non so perchè non abbianocitato iltriumphans ed il subvalidus (molto simili) perché sono venduti in alcuni mercati ed il secondo molto comune lelle aghifoglie.

Gaspy

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il corso di trento e' a livello nazionale ed e' organizzato in sessioni estive ad agosto e in sessioni di aggiornamento, sempre nello stesso mese.

 

io ritengo che possa al massimo dare un'impostazione generica per imparare ad effettuare una prima buona cernita sulle famiglie e sulle specie ed apprendere i funghi pericolosi ed i principali commestibili.

 

tutti gli altri (la maggioranza che si incontrano nei boschi in quel periodo) sono funghi tipicamente alpini, non molto utili per molti partecipanti da altre regioni d'italia.

 

pertanto a trento sono costretti a dare un limite alle specie da approfondire....

 

una volta rientrato in abruzzo, io, gran parte dei funghi visti a trento non li ho trovati e, chiaramente mi sono dovuto arrangiare....

 

visto, poi, che l'unica valida associazione micologica si trova a circa 100 km, le occasioni di confronto e crescita non sono poi molte....

 

infatti, imparo una nuova specie solo se la trovo in tutti i suoi stadi di crescita e riesco ocn certezza a determinarla da solo, oppure, sempre, con molti esemplari freschi, mi affido ad amici di forum...

 

negli altri casi, quelli piu' comuni, cioe' di reperimento di uno, due esemplari non perfetti, non posso spingermi oltre, perche' non ho uno o piu' esperti ai quali mostrarli la sera o il giorno dopo....

 

purtroppo devo arrangiarmi....

 

trieste e' riuscita quasi ad azzerare i casi di intossicazione da funghi, quindi non puo' essere nemmeno lontamente paragonta alla nostra realta'....

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il corso di trento e' a livello nazionale ed e' organizzato in sessioni estive ad agosto e in sessioni di aggiornamento, sempre nello stesso mese.

 

io ritengo che possa al massimo dare un'impostazione generica per imparare ad effettuare una prima buona cernita sulle famiglie e sulle specie ed apprendere i funghi pericolosi ed i principali commestibili.

 

tutti gli altri (la maggioranza che si incontrano nei boschi in quel periodo) sono funghi tipicamente alpini, non molto utili per molti partecipanti da altre regioni d'italia.

 

pertanto a trento sono costretti a dare un limite alle specie da approfondire....

 

una volta rientrato in abruzzo, io, gran parte dei funghi visti a trento non li ho trovati e, chiaramente mi sono dovuto arrangiare....

 

visto, poi, che l'unica valida associazione micologica si trova a circa 100 km, le occasioni di confronto e crescita non sono poi molte....

 

infatti, imparo una nuova specie solo se la trovo in tutti i suoi stadi di crescita e riesco ocn certezza a determinarla da solo, oppure, sempre, con molti esemplari freschi, mi affido ad amici di forum...

 

negli altri casi, quelli piu' comuni, cioe' di reperimento di uno, due esemplari non perfetti, non posso spingermi oltre, perche' non ho uno o piu' esperti ai quali mostrarli la sera o il giorno dopo....

 

purtroppo devo arrangiarmi....

 

trieste e' riuscita quasi ad azzerare i casi di intossicazione da funghi, quindi non puo' essere nemmeno lontamente paragonta alla nostra realta'....

 

 

Credimi, hopartecipato attivamente alla vita di due gruppi,ma ho imparato molto di più dalla letteratura e dai convegni italiani ed internazionali.

Certo ci vuole tempo, ma con esso e con la paglia.....

In quanto a corsi, beh! chi ha frequentato quelli del computer sa che se non sei autodidatta come a Trieste si dice "Entri baule ed esci cassone "

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di gruppi ne abbiamo chiaramente anche qui, a pescara, chieti e dintorni, pero' non ho un referente al quale potermi rivolgere per chiarimenti seri.

 

anche presso l'ispettorato micologico delle asl, passo a salutare a volte, si discute, pero' gli unici seri referenti li trovo presso una sezione dell'universita' de l'aquila, distante circa 100 km da chieti....

 

sono d'accordo con te, si cresce molto con la letteratura, i convegni ed internet spesso aiuta...

 

io sono soddisfatto del livello raggiunto e mi vanno bene, tutto sommato, anche i tempi un po' a rilento nella crescita.... del resto e' una passione non una professione...

 

il mio iter personale nell'inserimento di una nuova specie tra le gastronomiche e' il seguente:

 

1- riconoscimento in habitat di una specie che ritengo tra le commestibili

2- studio approfondito in letteratura

3- confronto con chi e' "veramente" piu' esperto di me

4- certezza della determinazione

5- assaggio in "solitaria" ... :clapping:

6- degustazione "in compagnia" dopo una ventina di giorni..... non si sa mai .... :clapping:

 

cio' puo' comportare, ovviamente, anche piu' stagioni....

 

lo stesso feci a trento, dopo che alcune specie mi erano state confermate da hilde fiutem, riccardo mazza, roberto galli ed altri. nessun dubbio, ci sarebbe da dire, pero' io con i funghi non ci scherzo mai, nemmeno di fronte l'ovvio....

 

anche in occasione di un convegno dell'uni de l'aquila, chiesi consulenza a meinhardt moser e seguii lo stesso iter....

 

ritengo che la consapevolezza personale in micologia sia essenziale... perlomeno finche' non saro' micologo, oltre che sulla carta, anche di fatto.... :biggrin:

 

:biggrin:

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di gruppi ne abbiamo chiaramente anche qui, a pescara, chieti e dintorni, pero' non ho un referente al quale potermi rivolgere per chiarimenti seri.

 

anche presso l'ispettorato micologico delle asl, passo a salutare a volte, si discute, pero' gli unici seri referenti li trovo presso una sezione dell'universita' de l'aquila, distante circa 100 km da chieti....

 

sono d'accordo con te, si cresce molto con la letteratura, i convegni ed internet spesso aiuta...

 

io sono soddisfatto del livello raggiunto e mi vanno bene, tutto sommato, anche i tempi un po' a rilento nella crescita.... del resto e' una passione non una professione...

 

il mio iter personale nell'inserimento di una nuova specie tra le gastronomiche e' il seguente:

 

1- riconoscimento in habitat di una specie che ritengo tra le commestibili

2- studio approfondito in letteratura

3- confronto con chi e' "veramente" piu' esperto di me

4- certezza della determinazione

5- assaggio in "solitaria" ... :clapping:

6- degustazione "in compagnia" dopo una ventina di giorni..... non si sa mai .... :clapping:

 

cio' puo' comportare, ovviamente, anche piu' stagioni....

 

lo stesso feci a trento, dopo che alcune specie mi erano state confermate da hilde fiutem, riccardo mazza, roberto galli ed altri. nessun dubbio, ci sarebbe da dire, pero' io con i funghi non ci scherzo mai, nemmeno di fronte l'ovvio....

 

anche in occasione di un convegno dell'uni de l'aquila, chiesi consulenza a meinhardt moser e seguii lo stesso iter....

 

ritengo che la consapevolezza personale in micologia sia essenziale... perlomeno finche' non saro' micologo, oltre che sulla carta, anche di fatto.... :biggrin:

 

:biggrin:

 

 

Vaui avanti che va bene così,

Solo che dopo trentacinque anni di funghi, storco il naso quando si parla di commestinìilità!!!!

Gaspy

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