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cortinarius sanguineus???


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Miglior contributo in questa discussione

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Immagini Pubblicate

Per comprendere la mia esuberanza vi pregherei di riguardarvi i Documents Mycologiques

XX 80 Dec. 1900p.61

XX1 83 OCT 1991 P.15

Nel primo Melot aggredisce l’ Atlas des Cortinaires scagliandiosi contro i suoi principali artefici con offese pesanti anche a livello personale, oltre che professionale. Nel secondo la logica reazione da parte di Patrick Remaux con altrettanti epiteti poco edificanti.

E tutto ciò non certamente per una reciproca convinzione, ma per una semplice gelosia concorrenziale. erché ognuno da - e come Enzo dice, è da apprezzare - ciò che ha.

Ora, se questi “grandi” si sono permessi di pubblicare ciò che hanno pubblicato in una rivista internazionale, penso che il povero sottoscritto possa permettersi critiche anche pesanti in un forum non certamente internazionale. Oppure certe cose sono riservate soltanto ai “soliti noti”?

Ma prima di scrivere delle “cattiverie”, o che possono essere considerate tali, vorrei ricordarvi che la discussione non riguardava l’ argomento iniziale di Baldacci seguito da quello di Ennio, che essendo delle foto possono essere interpretate da chiunque in modo esatto o errato, ma dalle giustissime perplessità di Brisa che si è trovato gli stessi funghi posti in collocazioni tassonomiche diverse.

Ora se lo scopo delle opere da me criticate è quello di chiarire i problemi di chi i funghi non li ha studiati da decenni, il fallimento è evidente. E parliamo di Giorgio, la cui curiosità scientifica è di gran lunga superiore a quella della media.

Quindi la mia critica, ancorché, ripeto, pesante, non si è diretta nei confronti delle opere menzionate, ma di una parte di essi e cioè la scelte tassonomiche o - se preferite – la tassonomia gerarchica che peraltro non scindo dal giudizio complessivo, perché la tassonomia è tassonomia e non si può glorificare un aspetto e sindacare un altro!.

Esistono nella micologia lavori completi e completamente seri su tutti il Singer che però non è divulgativo. Nei Cortinarius esiste quell’ opera eccezionalmente completa che si intitola “Cortinarius und nahe verwandete Gattungen in Süd America”, Ma si possono citare lavori più o meno completi da Høiland, Kuyper, Nordeloos, ecc. Tutte opere in cui, con i limiti segnati dalle conoscenze del tempo, c’è rigore scientifico.Nelle opere divulgative ci sono il Cetto, il Philips, il Cortacuisse. il Marchand.

La sostanziale differenza è che mentre quest’ultimi si sono limitati a discutere delle specie, le tre opere che io critico hanno preteso di creare un lavoro che, oltre alla encomiabile descrizioni di specie, hanno preteso di creare delle tassonomie gerarchiche validando taxa sovraspecifici, con criteri che prescindevano dalla sistematica Moseriana, ma non giustificavano in alcun modo le scelte sopraspecifiche effettuate. Con ciò creando una confusione tassonomica sulla quale il buon Brisa si è espresso con perplessità.

Detto ciò ribadisco che le due opere straniere non sono tassonomicamente serie e che quella italiana ha preso un po’dall’ una e un po’ dall’ altra senza alcuna autonomia. Questo a prescindere se le foto siano buone o brutte, se i disegni siano validi o no, se le discussioni siano pertinenti o meno.

Circa le illustrazioni a me non piace lo stile di Flora Photographica (né l’ eguale del Soop), perché mi piacciono i carpofori in situ. Ma ciò non significa che non apprezzi il significato informativo e descrittivo delle immagini stesse.

Io sono sempre stato un pessimo fotografo, ma siccome in micologia non siamo in un concorso fotografico, purché una foto illustri ciò che deve illustrare, l’ accetto, fosse pure sfocata, mal piazzata, mossa o con illuminazione difettosa.

Se le discussioni sono – a mio avviso – incorrette, posso soltanto esprimere la mia opinione al riguardo, ma né io né nessun altro ha il diritto di sminuire la scelta altrui: cosa che è stato fatto nei miei riguardi.

Ho visto scelte pubblicate ed accettate da riviste internazionali condannabili non perché siano giuste o sbagliate, ma perché assolutamente non giustificate. Il C. ignipes è stato messo dal Moser nelle Leprocybe, il che significa che il celebre autore bavarese deve aver studiato e rilevata la fluorescenza. Bene. In dieci righe, senza dichiarare di aver esaminato il tipo; il Melot ha condannato a morte il taxon moseriano, dicendo che si trattava di una forma del C. olivaceofucus, senza spiegare nessun motivo di come egli fosse giunto a tale conclusione, con ciò chiaramente tacciando Moser di incompetenza. Lo stesso Melot ha sinonimizzato il C. elatior con il C. livido-ochraceus. Trent’anni prima il Moser aveva esaminato il C. livido-ochraceus a Kew e rilevato che era impossibile accertarne la determinazione in quanto l’ essiccata era un pessime condizioni ed i cistidi non erano rilevabili!. E potrei andare avanti per pagine, perché esempi ne ho a iosa.

Io sto tuttora combattendo per dimostrare la sinonimia tra il C. walkeri e C. autrovenetus, con un articolo di una decina di pagine, con dimostrazioni effettuate sul campioni esaminati dall’ erbario di Kew, di Adelaide e dalla Tasmania. Ma io non mi chiamo Melot e non ho i suoi mezzi e quindi incontro tutte le difficoltà ed ostracismi possibili. L’ articolo sul sottogenere Orellani è stato approvato dalla Peinter che ne ha incoraggiato la pubblicazione e dal prof. Roy Watling che ha apprezzato particolarmente la mia dimostrazione per giungere all’ elevazione della sezione a sottogenere dicendo che era stata fatta con logica matematica. Ebbhne l’ articolo fu respinto tre volte prima di essere accettato dall’ Australasian Mycologist.

Bidaud e Remaux mi sono indubbiamente più simpatici anche perché non hanno la medesima prosopopea del dio Melot ed indubbiamente hanno avuto anche delle intuizioni tassonomiche. È la loro tassonomia gerarchica – salvo appunto alcune intuizioni – che è assolutamente incongruente e fuori dalla realtà. C’è indubbiamente una prolioferazione di specie (difetto ereditato da Henry), ma ciò aiuta a vedere le varie forme di quello che si può considerare forse la stessa specie.

Le loro illustrazioni – checché ne dica Melot – sono utili e la loro microscopia largamente studiata e particolareggiata.

Su Cortinari d’Italia non riesco a trovare altro che foto e descrizioni che hanno il merito di essere in italiano ma che nulla aggiungano a quanto scritto nelle due opere sopradette.

E se Ennio protesta reclamando un impegno solerte, l’ impegno non significa sempre il risultato. Forse Ennio non è sufficientemente dentro al campo per fornire una critica sostanziale.

Alfy, che sta vivacemente partecipando a questo dibattito mi conosce personalmente e sa che gli ho rifiutato una collaborazione perché tale collaborazione non era finalizzata a lui stesso, ma a chi ha il vizio di usare il lavoro altrui, facendosi bello con le penne del pavone. Criticata certa microscopia un noto micologo, mi disse “Ti assicuro che le spore sono quelle perché gliele ho disegnate io". Un micologo siciliano si è sentito amareggiato perché del materiale suo è stato utilizzato senza ringraziamenti e senza quotazione, ecc. Non dico di chi sto parlando, se lo intuite è affare vostro.

Esiste un’omertà incredibile nella micologia. In Nuova Zelanda un noto micologo europeo ha definito il gruppo che va per la maggiore “la mafia micologica".

Questi “Signori” godono di una competenza, che indubbiamente hanno ma che è esagerata dalla loro fama.

Vi porto ad esempio il rifiuto di un mio articolo recente da parte di una rivista italiana, senza che fossero rilevati errori ma, ignorando i miei studi presso laboratori chimici e collaborazione con Garnica dell’ università di Tübingen (evidenze ben presenti nell’ articolo) con le seguenti motivazioni

“l’autore si estende inopinatamente a conclusioni di tipo sistematico basate su risultati preliminari di altri autori appropriandosi delle eventuali conclusioni legittimamente appartenenti agli stessi. Se gli autori che hanno sottoposto a revisione molecolare alcuni gruppi di Cortinarius avessero raggiunto delle conclusioni avrebbero loro proposto le nuove combinazioni ed i nuovi status, non sono così ingenui e stupidi, evidentemente dai risultati non si è certi di quello che Gasparrini vorrebbe fare”.

E cioè posso leggere qualsiasi fesseria, ma non pubblicare le mie perché non ho gli amici adatti.

Indubbiamente il mio carattere mi porta ad esternare con grande foga: ma almeno con me si può essere certi della trasparenza, onestà, sincerità, e lealtà, qualità che evidentemente sono rare nella micologia, dove impera il pettegolezzo, dove le persone valgono per quello che sono chiaccherate, non per i loro meriti.

Dato che Russula si preoccupa degli effetti negativi che le mie critiche possono avere nei più giovani (micologicamente parlando) è meglio che gli stessi siano a conoscenza del mondo in cui operano, prima di sperimentarlo sulle loro spalle.

Non mi ritengo certamente un guru di nulla, ma originalmente ingenuo e trasparente, ho imparato soprattutto di non fidarmi di nulla e di nessuno e, se sbaglio, almeno potrò rimproverare soltanto me stesso.

Gaspy

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Ospite lozzi luigi

Giudizio da rileggere, da rivedere e , in parte, da apprezzare.

 

Non sempre il più appariscente corrisponde al più bravo.

 

Un apprezzamento da parte mia, di cuore.

Ciao.

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