Un’ascensione non difficile

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Agosto 2006. Mattina a funghi. Nel pomeriggio ci vuole una pausa, uno stacco deciso. Sono state infatti (e saranno) giornate intense e redditizie sotto il profilo della ricerca.

 

E’ presto per la Cima di Cece. Ho bisogno ancora d’un po’ d’allenamento. Opto così per un’ascensione meno impegnativa, al Corno Bianco (BZ); però per la via più accidentata, lunga e faticosa, cioè per la cresta NordOvest.

 

La cresta in questione è, tanto per intenderci, quella che si vede sulla sinistra della montagna che vi ho già mostrato in altro post.

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Avevo già percorso questa cresta qualcosa come 22 anni fa, in discesa. Ora m’è venuta voglia di superarla in salita.

 

Così oggi pomeriggio prendiamo l’auto e ci rechiamo al Passo degli Oclini. Saluto Maria e m’incammino per iniziare la salita che, per un primo tratto, è comune alla via normale, quella da Sud.

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Anche se ripida, la salita è resa invitante da un lastricato posto a consolidamento e a drenaggio del sentiero, che sale puntando deciso alla macchia di mughi posta sotto le rocce della vetta.

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Regolando il passo secondo una cadenza leggera, arrivo presso le avanguardie di pino mugo (in Veneto chiamato “barancio”). Lassù è la vetta.

 

La via di salita che percorrerò è nascosta dietro. E dovrò quindi compiere un lungo tratto di aggiramento della montagna da Est.

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Prima di tuffarmi fra i mughi, mi volgo ad osservare il Passo degli Oclini. Do un ultimo saluto col braccio a Maria.

 

Osservo le familiari vette di Fiemme sullo sfondo…e riparto.

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Incrocio pochi escursionisti. C’è ancora un bel sole, ma tira anche un forte vento…

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Comincia il lungo tratto in quota, e fra i mughi, con il quale si aggira il Corno Bianco. Lascio l’ultima radura e mi rituffo fra i mughi.

 

Laggiù, dagli arbusti resinosi affiora il Corno Nero.

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Ecco qua una boletacea, sicuramente un Suillus, assai presente fra questi mughi…

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La mia via…una traccia sassosa nel verde labirinto.

 

Il tempo s’incupisce e m’assale un po’ d’apprensione…

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Ammiro l’Altopiano delle Regole, il Regglberg, inondato dagli squarci di sole. A sinistra riconosco il lontano Santuario di Pietralba e sulla destra l’abitato di Nova Ponente.

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Finalmente arrivo sull’orlo della cresta NO. Sotto di me si apre un canyon, un profondo burrone, il cosiddetto Buco del Burro, facente parte della profonda gola del Bletterbach.

 

Tale gola costituisce un Parco Naturale. E Testa ve ne ha già descritti i caratteri salienti ed il percorso attrezzato che lo percorre.

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Incontro due ragazze che sono scese dal versante che salirò. L’attrezzatura di una di loro rientra nello scatto.

 

Laggiù le nuvole sembrano voler soffocare Latemar, Catinaccio e Sciliar...

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Il sentiero che vedete porterebbe al Santuario di Pietralba, visibile appena sfumato sulla destra. Qui corre proprio sull’orlo della forra.

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Mi giro. Qui inizia la vera e propria risalita della cresta. La cima è lassù, nascosta dalle nuvole.

 

Mi faccio coraggio, incrocio le dita sperando che non si metta a piovere e riparto…

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Un’ultima immagine del ciglio di questa specie di cratere.

 

Cammino sospeso su versanti scoscesi : ancora verde il primo, cariato e franoso il secondo…