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Nel Parco Nazionale d’Abruzzo


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Continuano le bianche escursioni invernali di montagna in attesa che arrivi la primavera e che le uscite cambino colori e temi.

 

Comincio a descrivere questa uscita riportando le parole di un escursionista anziano incontrato ad inizio percorso, mi perdoni il termine anziano che si riferisce alla sola età anagrafica e non a quella dello spirito che definirei in questo caso giovanissima:

"se fossi sicuro che il paradiso avesse questo aspetto andrei subito a confessarmi".

E capisco bene il senso della frase.

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Modificato da Fagus
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Tornando all’inizio, oggi si va nel Parco Nazionale d’Abruzzo e precisamente a Passo Godi sopra il paese di Scanno.

Già prima di arrivare gli scorci sono belli e particolari, aiutati anche dalla splendida giornata di sole. Qui siamo nelle Gole del Sagittario e questo è il piccolo laghetto di San Domenico.

 

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Inviato (modificato)

E sì, il simpatico signore che abbiamo incontrato ha ragione.

Ci ha anche detto che qui sarà venuto una cinquantina di volte e in tutte le stagioni e il suo cruccio è non aver mai incontrato l'orso.

 

Le macchie ocra che si vedono sulla neve su molte foto sono date dalle precipitazioni da scirocco di alcune settimane fa, contenenti sabbia del deserto.

 

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Modificato da Fagus
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Salendo il panorama si allarga e laggiù appare la catena del Gran Sasso quasi interamente; manca la porzione che va dal Corno Grande al Brancastello, Prena, Camicia fino poi al Piano del Voltigno che chiude ad est.

 

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Dalla cresta ci appare il sottostante Ferroio di Scanno. Da lì comincia la Riserva naturale Integrale del Parco che prosegue fin oltre il Monte Petroso; l’accesso è severamente vietato.

In questi posti la catena alimentare è completa di ogni singolo anello.

Il posto oltre ad essere frequentato da caprioli, camosci e cervi, è frequentato anche dai grandi carnivori come l’orso, il lupo e la lince.

 

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Dopo una meritata sosta rifocillatrice, decidiamo di proseguire verso il Monte Godi che dovrebbe avere un panorama mozzafiato a 360 gradi.

Sulla cresta spazzata dal vento (non oggi fortunatamente) incontriamo un cippo in memoria di una visita in incognita di Papa Giovanni Paolo II.

 

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