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Ricordi.......


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Bene, vedo con piacere che cominciano a proliferare i racconti delle varie uscite, conditi con dovizia di particolari dialettici alcuni e di immagini più o meno stupefacenti altri, ma tutti con un minimo comun denominatore (o massimo comun divisore? :scratch_one-s_head: ): lui, il porcino.

 

Io invece vorrei annoiarvi con le "uscite" ripescate tra i miei ricordi (qualche maligno dirà: "e te credo, ancora non ne hai trovato neanche 1....", c'avete ragione, eheheh). Sapete quei ricordi di quando siamo piccoli e che col passare degli anni non sbiadiscono mai, anzi diventano sempre più nitidi, nonostante l'età che avanza? bhè, proprio quei ricordi li.

 

Prendendo spunto dal topic di Gibbo, vi dico subito che il racconto non sarà condito da immagini, anche perchè sarebbe un po complicato, :wacko: .

 

Gli attori dei due atti, oltre a me, saranno nonno Mario (che sarebbe mio padre, ma ormai tutti lo chiamiamo così) e nonno Peppe. Oltre a noi, nei miei ricordi, vi parlerò di boschi, di cavalli, di more (quelle che se magnano, state calmi....) e ........perchè no, di funghi.

 

Chiudo gli occhi e ......volo indietro nel tempo, a quando avevo circa 10 anni.

 

 

Atto primo

Era settembre, ma non chiedetemi di che anno, ed era tempo di more, quindi un bel giorno nonna Fernanda (che sarebbe mia madre) incaricò, anzi sarebbe meglio dire ordinò, a me e nonno Mario di fare un'uscita a raccogliere more, le quali al nostro ritorno si sarebbero trasformate, in un batter d'occhio, in una gustosissima marmellata. Obbedimmo, nemmeno a dirlo.

Ci munimmo di busta di plastica (lo so, nun se fà, ma si parla di circa 35 anni or sono e dei cesti neanche conoscevamo

l'esistenza) e partimmo alla volta di una radura, denominata dai locali "colle mezzano", particolarmente ricca del ricercato frutto. Quando arrivammo era un proliferare di colori (sul violaceo scuro direi) e non ci mettemmo molto a fare il pieno.

Sulla strada del ritorno (in realtà anche all'andata, ma qui non ci accorgemmo di nulla, chissà dove guardavamo, per aria, bhooo :wink: ) si doveva transitare per un bosco di cerro, piuttosto ben assolato in quanto posto sul lato sud di una collinetta, e attraversato da un sentiero tracciato dalle vacche nel loro andi-rivieni quotidiano stalla/pascoli/stalla. Tra i cerri diverse ginestre e qualche felce ogni tanto.

Mentre si marciava fieri del nostro raccolto nonno Mario si fermò e mi disse :"vai un po' a vedè se quello la sopra è un

fungo". Quando arrivai a destinazione riconobbi il "soggetto" e dopo averlo raccolto cominciai a guardarmi intorno. Quasi dovevo rimanere fermo per non calpestarli, "papààààààààà, qui è pieno...." :1a: . Si precipitò e in pochi metri quadrati ne facemmo quasi due buste piene, si proprio quelle delle more. Arrivati a casa mostrammo fieri ed orgogliosi il nostro bottino; mia madre guardò le buste, poi guardinga e sospettosa guardò noi e tornando alle sue faccende esordì "embè? io ve manno pe moriche e voi me retornate co li funghi? e mo ce famo la marmellata?" :whistle: ma a nessuno sfuggì il suo sorriso di soddisfazione. A proposito, non chiedetemi che fine fecero le more, in quanto non l'ho mai ricordato.

 

 

Atto secondo.

Dovete sapere (ma molti di voi già lo sapranno) che nei paesini, durante il periodo estivo i cavalli vengono portati in alta

montagna per essere poi ripresi a settembre. Ci troviamo a giugno, o forse luglio, (anche qui non chiedetemi di quale anno, ve prego...) e una sera nonno Peppe disse a mia nonna "domà mmatina porte le cavalle de su, me porte pure Carlettino".

La notte non chiusi occhio e la mattina quando mio nonno mi venne a chiamare ero già praticamente pronto.

Dopo le solite pratiche mattutine, mungere le vacche e pulire la stalla, nonno "incapezzo" due cavalle (gli mise le redini), una per me e una per lui, e facemmo uscire anche le vacche. Lui montò sopra a "Stella", la cavalla più anziana e più irrequieta, e io montai su "Bambola", più giovane ma soprattutto moooooolto più tranquilla. Dopo aver abbeverato vacche e cavalle alla fontana del paese ci si mosse. La carovana era così costituita: in testa le vacche (che tanto sapevano perfettamente la strada per il loro pascolo quotidiano), poi nonno con Stella, io con Bambola e, a seguire, altri cavalli che sinceramente ora non ricordo. Arrivati al pascolo le vacche entrarono, nonno scese, chiuse il cancello, risalì e proseguimmo la nostra (più che altro direi la mia) avventura.

Era una mattina spettacolare, il sole splendeva dopo una una notte nella quale la rugiada aveva ricoperto tutto con il suo abbraccio.

Dopo circa un'ora di tranquilla passeggiata arrivammo su un altipiano dove c'era un tipo del nostro paese (si chiamava Carlo ma tutti lo chiamavano "Caino" e non ho mai capito il motivo ne mai ho voluto chiederlo) che stava vicino ad un fuoco e io sorpreso e incuriosito dalla scena chiesi:"nonno, ma perchè avrà acceso il fuoco?"; la risposta di nonno (che si voltò senza fermare Stella) arrivò diritta al cuore "ma si cazzu mattone!!!!! pe sciugasse che s'era nfussu" (ma sei proprio sciocchino, per asiugarsi in quanto si era bagnato :chin: ).

Non parlai per un po.

Arrivammo a destinazione, "scapezzammo" (che traddoto vuol dire : togliemmo le redini) alle cavalle e cominciammo la discesa. Ci fermammo vicino ad una sorgente, nonno prese un involucro lo aprì e ne tirò fuori due fette di pane e due di formaggio, mi fece sdraiare accanto a lui e posò il pane in acqua, in un punto in cui si formava una sorta di "stagnetto" fermo prima che l'acqua iniziase la discesa e mi disse, lasciandomi di stucco, "mo acchiappimo lo pa' co la bocca senza bagnasse lu nasu. Vedimo se si capace". Non ricordo se il naso me lo bagnai o meno, ma il pane lo presi, ci misi sopra il formaggio e mangiai il panino più buono della mia vita, o almeno a me sembrò tale. Riscendendo verso il paese visitammo diversi "luoghi" che diedero i loro i frutti ma sinceramente non ne ricordo i particolari in quanto i motivi per cui porterò sempre con me quella giornata sono ben altri e vanno molto al di la di una semplice, pur se ricca, raccolta.

 

Storie semplici, fatte di parole che diventano frasi, di immagini che si susseguono, di quotidianeità, di un tutt'uno che si

imprime con forza nella nostra mente per rimanervi per sempre custodito. Così, domani o in qualche giorno lontano, quando ne avvertirò il bisogno, chiuderò gli occhi, aprirò il cassetto dei miei ricordi, e sorriderò.

 

Un abbraccio a tutti :wink:

 

Carlo

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Carlo....il tuo racconto è da paura!!!

 

Un vero e proprio romanzo. E' fantastico che in questo mondo così strano, caotico, indifferente.... ci siano persone che riescono così bene a trasmettere emozioni proprie agli altri, catturando la loro attenzione in maniera totale.

 

Un pezzo degno del miglior Gibbo. :scratch_one-s_head: :wacko: :chin:

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una narrazione di ricordi veramente coinvolgente Carlo

l'ho letta tutta d'un fiato davvero!

 

purtroppo non ho ricordi simili in quanto i miei nonni son tutti morti quando era piccolo

e sopratutto abitando in citta'

di storie ed esperienze di vita montana cmq non potrei averne potute vivere ahime'...

 

un po'di sana invidia e un grande applauso al bellissimo topic!!!

 

ah dimenticavo...sono porcinaro no???

 

e allora un 4 in pagella per lo 0 sul tabellino alla voce primo 2009 :scratch_one-s_head:

 

si scherza Carlooooooo :wacko:

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Bellissime , mi ricordano le tante che ho vissuto da ragazzino in terra toscana.........praticamente mio padre ha cominciato a portarmi nei boschi all'età di 6 anni...... pane e formaggio era all'ordine del giorno , le levatacce....in moto , un freddo cane !!!!!

Sono ricordi indelebili , spesso ci penso , mi piacerebbe farlo con i miei figli......pazienza , vivrò di ricordi !!

:scratch_one-s_head:

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Carlo, mamma mia quanti bei ricordi! E volevi ternerli tutti per te? :rofl: Sono questi che rendono diversa APB..

 

Continua, ti prego! :friends: :mosking:

 

Bellissime , mi ricordano le tante che ho vissuto da ragazzino in terra toscana.........praticamente mio padre ha cominciato a portarmi nei boschi all'età di 6 anni...... pane e formaggio era all'ordine del giorno , le levatacce....in moto , un freddo cane !!!!!

Sono ricordi indelebili , spesso ci penso , mi piacerebbe farlo con i miei figli......pazienza , vivrò di ricordi !!

 

Aldo, raccontaci! :yes4: :rofl:

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....Mamma mia ..............che m'hai fatto rivivere. :rofl:

Belli questi ricordi che afiorano. :friends: ...Sei stato bravo nel raccontarli.....

Ho ricordi simili quando passavo tre mesi estivi al lago scandarello (Amatrice)... con Zio pietro.

....ogni nipote aveva un compito.

portare al pascolo le vacche, mungere, pulire la stalla, dar da mangiare ai polli, ecc.

......era un'avventura continua.

...noi, nipoti cittadini ci facevamo tre mesi di vacanza, e Zio Pietro ne traeva aiuto per le faccende di campagna.

 

Ciao Carlo Grazie di avermi portato indietro di qualche anno. :mosking:

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Carlo....il tuo racconto è da paura!!!

 

Un vero e proprio romanzo. E' fantastico che in questo mondo così strano, caotico, indifferente.... ci siano persone che riescono così bene a trasmettere emozioni proprie agli altri, catturando la loro attenzione in maniera totale.

 

Un pezzo degno del miglior Gibbo. :rofl: :rofl: :yes4:

Grazie per i complimenti, c'ho provato e spero di esserci riuscito.

 

 

una narrazione di ricordi veramente coinvolgente Carlo

l'ho letta tutta d'un fiato davvero!

 

purtroppo non ho ricordi simili in quanto i miei nonni son tutti morti quando era piccolo

e sopratutto abitando in citta'

di storie ed esperienze di vita montana cmq non potrei averne potute vivere ahime'...

 

un po'di sana invidia e un grande applauso al bellissimo topic!!!

 

ah dimenticavo...sono porcinaro no???

 

e allora un 4 in pagella per lo 0 sul tabellino alla voce primo 2009 :friends:

 

si scherza Carlooooooo :mosking:

Me becco a capo chino il 4 in pagella, la prossima settimana vedrò di fare la mia prima uscita e festeggiarla col "primo del 2009".

 

 

 

bel racconto, carlo..... semplice e vero... proprio come piacciono a me ;).... complimenti!

Le cose semplici sono spesso le più vere.

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Bellissime , mi ricordano le tante che ho vissuto da ragazzino in terra toscana.........praticamente mio padre ha cominciato a portarmi nei boschi all'età di 6 anni...... pane e formaggio era all'ordine del giorno , le levatacce....in moto , un freddo cane !!!!!

Sono ricordi indelebili , spesso ci penso , mi piacerebbe farlo con i miei figli......pazienza , vivrò di ricordi !!

:rofl:

Come dice raffaela sotto: racconta anche tu, racconta....

 

 

Carlo, mamma mia quanti bei ricordi! E volevi ternerli tutti per te? :lol: Sono questi che rendono diversa APB..

 

Continua, ti prego! :mosking: :rofl:

 

 

 

Aldo, raccontaci! :yes4: :yes4:

Ci proveremo a continuare, ci proveremo.

Ma chissà se Aldo, ora che glielo abbiamo chiesto in 2, inizierà anche lui a raccontare qualcosa dei "tempi che furono"

 

 

....Mamma mia ..............che m'hai fatto rivivere. :wink:

Belli questi ricordi che afiorano. :friends: ...Sei stato bravo nel raccontarli.....

Ho ricordi simili quando passavo tre mesi estivi al lago scandarello (Amatrice)... con Zio pietro.

....ogni nipote aveva un compito.

portare al pascolo le vacche, mungere, pulire la stalla, dar da mangiare ai polli, ecc.

......era un'avventura continua.

...noi, nipoti cittadini ci facevamo tre mesi di vacanza, e Zio Pietro ne traeva aiuto per le faccende di campagna.

 

Ciao Carlo Grazie di avermi portato indietro di qualche anno. :rofl:

Quel giorno, in sella a "Bambola", se avessi guardato verso il basso (non ricordo se lo feci o meno), avrei visto il lago Scandarello....

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Ciao Carlo il tuo racconto oltre ad essere appassionante denota anche quanto , purtroppo , velocemente cambiano i tempi e di conseguenza le generazioni.

Tutti noi conserviamo ricordi nei cassetti ed è bello sapere che quando vogliamo possiamo rivivere con la memoria emozioni di altri tempi.

Purtroppo mio nonno ci lascio' quando io avevo appena 7-8 anni , ma nonostante questo alcuni ricordi sono vivi come se il tempo non si fosse mai fermato.

Mio nonno era di Olevano Romano , si chiamava Otello , ed io l'estate trascorrevo le vacanze scolastiche proprio vicino a loro.

Un giorno tornando su ad Olevano incontrammo per la strada delle signore con enormi ceste piene di funghi.

Li vendevno al bordo della strada.

Parlimo di circa 35 anni fa'.

Naturalmente io non potevo nemmeno immagginare di cosa si trattasse.

Chiesi spiegazioni a mio nonno , mi disse che quei fungi arancioni l'avremmo trovati sicuramente nel suo boschetto.

Purtroppo non ci fu piu' la possibilita' che quella frase divenne realta', ma e' come se fosseaccaduto.

Un saluto e se ci fai partecipi dei ti racconti sara' sempre un piacere leggerli.

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Carlo è tanto semplice quanto stupendo il tuo racconto.

Mi fa vivere (e non rivivere) storie che anche io avrei voluto avere e che non ho avuto in quanto nato e cresciuto a Roma da genitori di Roma.

Certo ne ho avute anche io di altro genere e ricordarle è sempre un piacere.

 

Emozionante.

Complimenti.

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......

Chiesi spiegazioni a mio nonno , mi disse che quei fungi arancioni l'avremmo trovati sicuramente nel suo boschetto.

....

Credo che l'andare in quel boschetto insieme a nonno Otello ti avrebbe regalato emozioni uniche, ma è vero ciò che dici, in fondo, è come esserci andato.

 

Bellissimo racconto..........ha proprio il sapore del passato...... :friends:

 

Questi racconti mi piacciono un sacco, mi ricordano quelli della mia cara bisnonna.... :mosking:

 

Marco

Ciao Marco, è proprio per il "sapore del passato" che adoro questi ricordi, in quanto mi permettono di rivivere quei momenti.

 

 

Carlo è tanto semplice quanto stupendo il tuo racconto.

Mi fa vivere (e non rivivere) storie che anche io avrei voluto avere e che non ho avuto in quanto nato e cresciuto a Roma da genitori di Roma.

Certo ne ho avute anche io di altro genere e ricordarle è sempre un piacere.

 

Emozionante.

Complimenti.

 

Grazie. Ogni ricordo che portiamo con noi, di città, di mare o di campagna che sia, ha un sapore unico e inimitabile.

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Ciao Carlo, complimenti per le esperienze, anche io ho vissuto qualcosa di simile con i miei nonni materni , e anche se il

tempo e' passato (tanto) i ricordi ( splendidi) rimarranno impressi per sempre nella mia mente ...............................

Ti comprendo e capisco al 100%.............

A presto

walter

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:clapping: :friends:

 

Caro Carlo...

 

Letto e gustato...molto...

 

Ricordi preziosi di una vita che non è stata..da tutti noi..Grazie..

 

Un Abbraccio di cuore

 

Giuliano

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