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Che ne dite.....


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io lo vedo molto pulchro e anche molto tinctus ;)

 

Il pulchroecc. e' molto meno rosa viola sul cappello. Direi piu rosa pallido tendente al bianco come il satanas. Dalle foto visto da sopra questo somiglia al regius, sempre secondo me.

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:yes4: e caso mai ...Boletus pulchrotintus?

 

 

io lo vedo molto pulchro e anche molto tinctus ;)

Ecco, adesso mi fate sorgere un bel dubbio. In effetti può essere e non è una differenza da poco visto che il pseudoregius è commestibile e l'altro non proprio...... :biggrin:

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Boletus pulchrotinctus

 

› Ordine: Boletales

› Famiglia: Boletaceae

› Genere: Boletus

› Specie: pulchrotinctus

› Nome scientifico: Boletus pulchrotinctus

› Cappello: sino a 25 cm di diametro, piuttosto carnoso emisferico poi convesso/guancialiforme, di colore chiaro beige-biancastra al centro sfumato di rosa verso il bordo, cuticola eccedente al bordo, liscia.

› Tubuli e pori: gialli, talvolta e incostantemente sfumati di arancio ma soprattutto negli esemplari maturi, virano al blu alla pressione.

› Gambo: cilindraceo, slanciato e in genere clavato alla base, di colore giallo decorato da un reticolo concolore; al centro presenta specialmente nei soggetti maturi una fascia di colorito rosato

› Carne: gialla, sfumata di rosa sotto la cuticola vira all’azzurro maggiormente nel cappello, di odore lievemente acidulo e sapore dolciastro

› Habitat: in boschi termofili di latifoglia, estate-autunno

› Commestibilità: è a tossicità incostante, ma nei casi accertati è risultato essere tossico anche dopo prolungata cottura

 

Quando incontriamo questo fungo non possiamo che pensare che il nome che gli è stato dato è davvero azzeccato. Il cappello chiaro, quasi color crema, con il bordo soffuso di rosa negli esemplari giovani e poi interamente rosa ha davvero dei bei colori; anche il gambo presenta queste tonalità rosate che si ritrovano persino nella carne sotto la cuticola. Il suo nome è Boletus pulchrotinctus e deriva dal latino “pulchro”, cioè bello e “tinctus”, ovvero colorato.

 

Scoperto di recente

Ma proprio il suo aspetto lo ha portato a mimetizzarsi con numerosi boleti, tanto che gli è stato dato un nome solo nel 1985, in epoca abbastanza recente. Il grande micologo piemontese Carlo Luciano Alessio dopo lunghi anni di osservazione in campo è giunto alla conclusione che questo bel boleto, simile al Boletus fechtneri per la colorazione chiara del cappello e per la presenza sul gambo, reticolato, di una fascia rosata fosse una nuova specie. Stabilito che si trattasse di un nuovo boleto, Alessio doveva decidere in quale gruppo di questo vasto genere collocarlo: se per i colori del cappello e del gambo propendeva per la sezione degli Appendiculati, ma per l’odore dei carpofori maturi molto simile a quello di Boletus satanas e soprattutto per la tendenza dei pori ad arrossare decise che era più corretto inserirlo nel vasto gruppo della sezione dei Luridi. In comune con questa sezione vi era la tendenza al viraggio al blu sia dei pori pressati, che della carne del cappello se esposta all’aria.

 

Frequente in Spagna

Tutte le perplessità di Alessio rimasero per parecchio tempo oggetto di discussione fra i micologi poiché poche erano le segnalazione di ritrovamenti di questa specie, da lui raccolta e osservata a fine estate inizio autunno in zone calde mediterranee su terreno calcareo e associate a latifoglie. Galli parla di ritrovamenti prevalenti sotto querce in boschi caldi e asciutti dell’appennino settentrionale e della Sardegna, continuando a considerare questa specie come rara e confinandola ad un areale molto ridotto della nostra penisola. Lo spagnolo José Muñoz, segnalerà raccolte frequenti anche in Spagna e individuerà la sua preferenza per le lecceta condivisa da Boletus lupinus e B. satanas.

 

Un boleto discusso

La sua scarsa frequenza e la sua ampia variabilità ne hanno fatto una specie discussa: secondo alcuni le forme a pori e reticolo giallo, simili al Boletus fechtneri, sono da ritenersi indigeste ma commestibili, mentre le forme a pori aranciati e reticolo rosato più simili a Boletus satanas sono ritenute tossiche. La nostra personale esperienza ci porta a dire che per questa specie non è sufficiente una prolungata cottura, come per tutte le specie commestibili appartenenti alla sezione dei luridi, per eliminare le sostanze tossiche presenti che provocano una severa emesi che non risponde alla terapia con farmaci e che pertanto può portare ad un ricovero in ospedale . Attenzione allora a non farci attrarre dal bell’aspetto di questo boleto che cresce nelle leccete mediterranee in gruppi anche numerosi dopo le prime piogge di fine primavera!

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Boletus pulchrotinctus

 

› Ordine: Boletales

› Famiglia: Boletaceae

› Genere: Boletus

› Specie: pulchrotinctus

› Nome scientifico: Boletus pulchrotinctus

› Cappello: sino a 25 cm di diametro, piuttosto carnoso emisferico poi convesso/guancialiforme, di colore chiaro beige-biancastra al centro sfumato di rosa verso il bordo, cuticola eccedente al bordo, liscia.

› Tubuli e pori: gialli, talvolta e incostantemente sfumati di arancio ma soprattutto negli esemplari maturi, virano al blu alla pressione.

› Gambo: cilindraceo, slanciato e in genere clavato alla base, di colore giallo decorato da un reticolo concolore; al centro presenta specialmente nei soggetti maturi una fascia di colorito rosato

› Carne: gialla, sfumata di rosa sotto la cuticola vira all’azzurro maggiormente nel cappello, di odore lievemente acidulo e sapore dolciastro

› Habitat: in boschi termofili di latifoglia, estate-autunno

› Commestibilità: è a tossicità incostante, ma nei casi accertati è risultato essere tossico anche dopo prolungata cottura

 

Quando incontriamo questo fungo non possiamo che pensare che il nome che gli è stato dato è davvero azzeccato. Il cappello chiaro, quasi color crema, con il bordo soffuso di rosa negli esemplari giovani e poi interamente rosa ha davvero dei bei colori; anche il gambo presenta queste tonalità rosate che si ritrovano persino nella carne sotto la cuticola. Il suo nome è Boletus pulchrotinctus e deriva dal latino “pulchro”, cioè bello e “tinctus”, ovvero colorato.

 

Scoperto di recente

Ma proprio il suo aspetto lo ha portato a mimetizzarsi con numerosi boleti, tanto che gli è stato dato un nome solo nel 1985, in epoca abbastanza recente. Il grande micologo piemontese Carlo Luciano Alessio dopo lunghi anni di osservazione in campo è giunto alla conclusione che questo bel boleto, simile al Boletus fechtneri per la colorazione chiara del cappello e per la presenza sul gambo, reticolato, di una fascia rosata fosse una nuova specie. Stabilito che si trattasse di un nuovo boleto, Alessio doveva decidere in quale gruppo di questo vasto genere collocarlo: se per i colori del cappello e del gambo propendeva per la sezione degli Appendiculati, ma per l’odore dei carpofori maturi molto simile a quello di Boletus satanas e soprattutto per la tendenza dei pori ad arrossare decise che era più corretto inserirlo nel vasto gruppo della sezione dei Luridi. In comune con questa sezione vi era la tendenza al viraggio al blu sia dei pori pressati, che della carne del cappello se esposta all’aria.

 

Frequente in Spagna

Tutte le perplessità di Alessio rimasero per parecchio tempo oggetto di discussione fra i micologi poiché poche erano le segnalazione di ritrovamenti di questa specie, da lui raccolta e osservata a fine estate inizio autunno in zone calde mediterranee su terreno calcareo e associate a latifoglie. Galli parla di ritrovamenti prevalenti sotto querce in boschi caldi e asciutti dell’appennino settentrionale e della Sardegna, continuando a considerare questa specie come rara e confinandola ad un areale molto ridotto della nostra penisola. Lo spagnolo José Muñoz, segnalerà raccolte frequenti anche in Spagna e individuerà la sua preferenza per le lecceta condivisa da Boletus lupinus e B. satanas.

 

Un boleto discusso

La sua scarsa frequenza e la sua ampia variabilità ne hanno fatto una specie discussa: secondo alcuni le forme a pori e reticolo giallo, simili al Boletus fechtneri, sono da ritenersi indigeste ma commestibili, mentre le forme a pori aranciati e reticolo rosato più simili a Boletus satanas sono ritenute tossiche. La nostra personale esperienza ci porta a dire che per questa specie non è sufficiente una prolungata cottura, come per tutte le specie commestibili appartenenti alla sezione dei luridi, per eliminare le sostanze tossiche presenti che provocano una severa emesi che non risponde alla terapia con farmaci e che pertanto può portare ad un ricovero in ospedale . Attenzione allora a non farci attrarre dal bell’aspetto di questo boleto che cresce nelle leccete mediterranee in gruppi anche numerosi dopo le prime piogge di fine primavera!

Grazie Nico, ne terrò conto :biggrin:

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Ciao a tutti

Ci sta.

B. pseudoregius

 

Carne che vira e reticolo concolore, la carne del gambo dovrebbe virare al rosa nella parte inferiore ma le sezioni fotografate, purtroppo, hanno il gambo tagliato.

:biggrin: :yes4:

Ciao Pino, ho provveduto a fotografare la base del gambo in sezione, eccolo:

post-5-1252432471.jpg

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ci vedo un netto reticolo concolore (giallo) e i pori sono (come giustamente dice Salvo) giallo aranciati

perciò le possibilità si riducono di molto :yes4: e poi quel bel colore!

Artù hai una vista eccellente allora, se è netto quello!! :bye1: ....e allora, qual'è la tua diagnosi? :biggrin:

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In definitiva mi sembra che ci sia una grande variabilità e un passaggio graduale fra specie vicine ma differenti, dal Boletus fechtneri al satanas e al rodhoxanthus.......

 

la mia conclusione, nel dubbio:

 

NON è un fungo da mangiare :biggrin:

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