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Parco Naturale Alpe Veglia ( e Devero)


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Scriveva nel 1892 D.Costantino Alvazzi :

 

Parmi d'avere dimostrato ,che la stazione di Varzo-Veglia ,pel doppio suo carattere idrologico e climatico alpino

 

dal lato medico ,possa giustamente aspirare a divenire un'importante stazione d'altezza.

 

L'esperienza di qualche anno conferma il giudizio emesso antecedentemente ,cioe' che l'acqua di Varzo sia ottima acqua acidulo-ferruginosa.

 

Il bacino di veglia ,in buona positura e protetto dai venti piu' forti da meravigliosa catena di monti, offreil vantaggio di una posizione richiesta dalla scienza

 

per una eccellente stazione alpina,di cui i deboli possano approfittare come stazione curativa per rinforzare la costituzione organica , mentre i robusti

 

possono ritenerla quale stazione di diporto per esercitare un gradevole alpinismo.

 

 

 

Imitiamo adunque i nostri vicini ( svizzeri) nell'attivita' e nella pratica costante del "volere é potere", per vieppiu' far conoscere la nostra importante stazione

 

ossolana di Veglia, fra le alte d'Europa, con acqua ferruginosa.

 

Ma comunque pero' la fortuna arridesse favorevole a Veglia,vorrei si conservasse l'ambiente di semplicita' e che questa fosse sempre la caratteristica di

 

quel soggiorno,perche' io penso che l'uomo,quanto piu' progredisce e lotta vittorioso nella battaglia della vita,altrettanto senta piu' forte il bisogno-colle

 

grandi risorse climatiche del mare e della montagna-di ritemprare largamente le forze esaurite; ma cio' nel modo piu' semplice ,che e' ben sovente il piu'

 

igienico ed il piu' economico

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L'Alpe Veglia, un anfiteatro glaciale stupendo in cui e' stato istituito il Parco Naturale del Veglia Devero; Il Devero e la sua valle, che scorre parallela al

 

Veglia,completa questo meraviglioso parco naturale di alcune migliaia di ettari.

 

Qui la natura e' rimasta quasi intatta con delle peculiarita' faunistiche quasi introvabili,con cime e ghiacciai imponenti e con una storia profonda che affonda

 

le sue radici allo sfruttamento agrosilvopastorale e alla lunghe vicende legate al passaggio dei contrabbandieri

 

La mia cara bisnonna che ha vissuto fino ai 99 anni ( 1889-1988) ha caricato gli alpeggi di Dreuza fino a quando non si e' trasferita in citta'

 

E quando oramai l'orientamento spazio temporale era segnato dall'eta', non mancavano fino alla fine dei suoi giorni le storie un po' confuse sulle sue

 

baite ,le sue mucche, i partigiani scampati al rastrellamento del 44.Un suo cugino mori' in russia la sua urna e' giunta in Italia a Torino solo nel 1995

 

Lo hanno seppellito i miei prozii al cimitero di Varzo.

 

Queste storie me le raccontava quando era in Ospizio mentre affondeva un pezzetto di pane in un dito di vino rosso....cara la mia nonnina :give_rose:

 

Ma questo racconto va anche in memoria dei miei nonni e del mio prozio Carlo ,recentemente scomparso che mi ha insegnato l'amore per montagna

.

Ricordo, caro zio, quando tornavamo dal sentiero di corsa e tu dicevi che in montagna non si parla e si cammina, ma io e tuo nipote Alessandro, mio cugino,

 

ciacolavamo in preda a 13 anni alle fantasie sui futuri trekking e arrampicate che avremmo fatto una volta piu' forti, saggi e virgulti.

 

Un grosso abbraccio nel cielo va a mia nonna Gina,di Villadossola, che ha vissuto a Varzo per tanti anni e che ha vissuto la vera montagna, quella senza

 

comodita', in cui si lottava contro il freddo tremendo, la fame.

 

Ora tutto e' cambiato, nelle viscere del Monte Teggiolo scorra il lungo tunnel ( 11 km) della galleria del Sempione, a San Domenico ci sono gli impianti di

 

risalita.

 

Ma una volta non esisteva neanche la ferrovia,fino a quando lo stato decise di far inghiottire vagoni nelle viscere delle montagne.

 

A casa conserviamo ancora gelosamente il documento del Governo Italiano che espropriava in modo coercitivo , previa pagamento, un terreno di mia nonna

 

per far passare la ferrovia costruita agli inizi del 1890.

 

Questa e' una gita per tutti, facile, non lunga.

 

Si parte da San Domenico ( Val Divedro) ,precisamente dal fondo della valle a Ponte Campo ( 1350 metri) e si arriva a passo deciso in 1 ora e 40 minuti al

 

rifugio Citta' di Arona a 1750 metri di altezza.

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Ma iniziamo dalla partenza. Sul lago la giornata e' splendida, ha appena piovuto e fatto la prima neve in alto, l'aria anche a Verbania e' frizzantina

 

L'isola madre ed il lago

 

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Arrivati a San Domenico l 'aria e' frizzante e ha fatto la prima neve sopra i 2100 metri

 

Ecco le torri di Veglia innevate

 

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Ecco qui le punte e le torri di Valgrande dove si trova una grande peculiarita' faunistica, la piu' grande concentrazione, insieme al Monte Corbenas sul Devero, di pernici

 

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Il freddo e' pungente, c'e' molto vento, l'effetto Windchill aumenta la sensazione di freddo,abbassando la temperatura percepita

 

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In fondo gli impianti di Ciamporino con la prima spolverata verso il Dosso

 

Quest'anno grandi investimenti di 40 milioni di Euro hanno modernato ed ampliato gli impianti

 

Tutti a provare le nuove piste il prossimo inverno, che emozione!!

 

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Il sentiero e' largo ,facile, ben atterzzato e percorso solo dalle Jeep degli alpigiani

 

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Arrivati ad inizio valle appare il mastodontico Monte Mottiscia con ai lati il piccolo , ormai semiscomparso ,ghiacciaio omonimo (3181 metri)

 

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Ma il re indiscusso e' lui il Monte Leone,la piu' alta cime delle Alpi Lepontine ( 3553 metri)

 

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