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Soppressione di 400 cervi nell'altipiano del Cansiglio


rossano

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Io trovo che questa decisione sia del tutto demenziale ma non essendo un esperto non sono la persona piu' adeguata a dare un giudizio qualificato. Voi che ne pensate? Non sarebbe molto più opportuno spostare i nobili ungulati in altre zone da ripopolare?

 

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/veneto/articoli/1105035/troppi-cervi-in-veneto-la-regione-abbatterli.shtml

Modificato da rossano
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ciao rossano, la tua osservazione è saggia

 

io penso che spostarli dove non ci sono potrebbe andare bene ma se non controllano la riproduzione a breve tempo si troverebbero in sovrapopolazione come accade ora in quelle zone dove sono presenti -

per tenere sotto controllo la situazione dovrebbero autorizzare l'abbattimento di determinati capi controllandone l'effettivo svolgersi regolare dei prelievi ed evitare abbattimenti a piacere -

in altre nazioni questo avviene e sia per la serietà dei selettori sia per un controllo generale ben fatto le cose vanno molto meglio -

in sostanza io non sarei tanto favorevole alla caccia di selezione ma favorevole a prelievi controllati

 

ciao

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Purtroppo un fondo di verità c'è. Il cervo in natura è raramente attaccato dal lupo e tende quindi ad espandersi formando gruppi sempre più numerosi. Lo dico con profondo dispiacere ma il contenimento va in qualche modo svolto perchè le attività agricole sono incompatibili con la sua presenza. Sui metodi di selezione ci sarebbe però molto da discutere, ma è un argomento contorto e preferisco fermarmi a questa semplice considerazione.

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l'alternativa citata, haimè, non è semplice come sembrerebbe: dove? con quali mezzi? chi paga? chi li vuole? siam sicuri che vada a buon fine? e altro; poi ci sono anche ulteriori motivazioni che io non sempre condivido ma rispetto quali la pressione dei cacciatori, le istanze di agricoltori e selvicotori che non hanno memoria storica ne 'pazienza' e cultura della convivenza, poco supporto economico/sociale;

in questo contesto la soluzione dell'abbattimento è senz'altro la più facile e quella che accontenta la maggior parte dei portatori di interesse.

 

Sapete bene che io sono un amante/sostenitore/compagnod'avventura/etcetc degli animali selvatici, però sono anche convinto che capire bene le motivazioni di vicende quali quella in discussione, possa aiutare ad evitare ulteriori errori e anche giudizi sommari.

 

p.s. l'articolo linkato è di un livello inqualificabile .....

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Argomento come ha ben detto Marco di difficile soluzione................... Vediamo esprimo alcune considerazioni sulla esperienza di componente ambientalista (Legambiente ) nella gestione di un ATC della Toscana ................ Sicuramente dobbiamo considerare l' ambiente come uno spazio dove flora e fauna convivono con un legame unico la sopravvivenza della specie Vegetale o Animale che sia. Quando madre Natura nei suoi cicli stagionali influisce sulla vita dei suoi esseri viventi vediamo come una abbondante annata di castagne e ghiande o di pascoli aumentano le nascite quando il cibo scarseggia le nascite diminuiscono ma anche quando l'alto numero di animali determina un alta pressione sul territorio si ha un declino della specie. Esempio di alcuni anni fa sulla popolazione di camosci del Gran Paradiso raggiunse un alto numero di esemplari si scatenò una epidemia di una congiuntivite virale e quindi con alterazione del campo visivo determinando visto ambiente roccioso in cui vive il Camoscio la morte di diverse centinaia di esemplari sicuramente quella diminuzione permise una minore pressione sul territorio e quindi aumento del cibo disponibile e i sopravvissuti superarono l'epidemia anche la nostra salute è regolata dall'alimentazione . Gli ultimi studi hanno individuato sul rapporto flora e fauna la cosi detta pressione interspecifica cioè l' impatto che hanno i vari animali su un ambiente ad esempio sul bosco dobbiamo considerare tutti i suoi abitanti perché ognuno incide anche con sue caratteristiche etologiche e nutrizionali sull'ambiente stesso. Prendiamo il cinghiale animale onnivoro ha una dieta molto ampia rispetto al capriolo (vive insieme con pochi esemplari) che è un erbivoro pascolatore o rispetto ad un cervo che è invece brucatore infatti per la sua mole può raggiungere la vegetazione ad una maggiore altezza ma tutti insieme influiscono ognuno nella sua nicchia ambientale sul territorio stesso determinando una pressione maggiore insieme e quindi vi potete immaginare l'aumento di ciascuna popolazione animale che impatto si può avere. Tanti altri fattori che dobbiamo prendere in considerazione la scarsa attendibilità dei metodi di censimento abbiamo a che fare con animali selvatici in continuo movimento su un territorio non facile come le Alpi e gli Appennini gli errori umani introduzione di specie alloctone tipo il cinghiale dell' Europa dell'est (mole maggiore nella zona di Montespertoli è stato ucciso un cinghiale di 235 KG, numero di prole alto anche fino ad una diecina di nascituri ) fatta ad esempio dai cacciatori potrei ancora continuare con tante altre considerazioni ma la cosa ripeto come ha ben detto Marco in poche righe è molto complessa per l' ampio panorama di visione scientifico dei cacciatori e degli ambientalisti ma una cosa rimane per me chiara l' uomo specialmente in Italia ha consumato molto territorio urbanizzando vaste aeree e inoltre dobbiamo smettere di considerare la Terra a nostra completa disposizione per i nostri interessi egoistici se vogliamo ancora sopravvivere ma come stà andando il mondo la vedo molto dura per le future generazioni .

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........ ma una cosa rimane per me chiara l' uomo specialmente in Italia ha consumato molto territorio urbanizzando vaste aeree e inoltre dobbiamo smettere di considerare la Terra a nostra completa disposizione per i nostri interessi egoistici se vogliamo ancora sopravvivere ma come stà andando il mondo la vedo molto dura per le future generazioni .

 

da scolpire!

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La natura vive di equilibri, l'uomo moderno dell'aumento del PIL..... la scelta è facile, o così o pomì (diceva la vecchia pubblicità).... :biggrin:

 

Rientrando nello specifico, non sono esperto, ma allo stato delle cose credo sia l'unica soluzione fattibile. :chin:

Anche se credo che si potrebbero per il futuro pensare dei metodi di prelievo controllato per un utilizzo alimentare a filiera corta.

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nel parco della mandria di Venaria Reale fanno già gli abbattimenti controllati di tutti gli ungulati e poi chi si prenota va e si prende l'animale (ristoranti, macellerie e anche privati)

quoto l'intervento del Lupone, aggiungerei che la parte del consumo del territorio ha un nome ben preciso: affari tra politici e 'ndrangheta, mentre sul discorso "pena per l'abbattimento" penso che faccia ancor più rabbia il veder falciate le nidiate dai trattori che tagliiano il fieno a velocità supersoniche e senza barra d'involo.

l'altro giorno mio cognato che abita a circa 1 km da casa mia mi ha raccontato di aver falciato il fieno e il giorno dopo mentre imballava ha notato una fagiana femmina ormai morta a poca distanza dal nido. quando gli ho accennato della barra d'involo mi ha guardato come se fossi uno scemo, per una fagiana? questi senza volerlo fanno danni come i bracconieri (cosa ben diversa dai cacciatori) perché falciare una nidiata vuol dire compromettere la ripresa di una specie e qui da me nidiate non se ne vedevano più da anni.

tra l'altro per citare un altro punto, credo di Marco Funghimundi, vorrei portare all'attenzione che viaggiando all'estero (dove vige la selezione) agli orari giusti mi son sempre imbattuto in lepri, fagiani e ogni tipo di ungulati che pasturavano nei prati.

Nel torinese questa realtà è ormai ricordo del tempo che fu. troppo poco habitat, ma in compenso un mucchio di case nuove semi disabitate con buona pace degli animalisti che non hanno da piangere per abbattimenti.

se queste energie le impegnassero per influenzare politiche del territorio meno corrotte anzichè suscitare facile compassione nelle persone ....che rabbia..

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Come qualcuno ha giustamente osservato l'uomo si è espanso all'inverosimile andando ad occupare terreni per solo scopo speculativo, ma voglio parlarvi anche di quello che accade qui, nel territorio in cui abito.

 

Le "nostre" sono tutte case di poderi antichi costruite sui pochi sodi buoni di un terreno che è per natura ostile. I fattori che campano di agricoltura (povera) ed allevamento avranno forse un reddito decente, ma il pane se lo sudano, ve lo garantisco. Ora partendo da queste condizioni e ritrovarsi per esempio 85 daini nel campo (li ho visti e contati io) non dev'essere un gran piacere. Provate a spiegarglielo voi che devono mangiare i daini e non lui.

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........ Provate a spiegarglielo voi che devono mangiare i daini e non lui.

 

Questo è un argomento che può essere facilmente ribaltato: prova a spiegare tu che deve mangiare lui e non loro.

 

Io lo userei con molta cautela; anzi non lo userei affatto.

 

 

Ti assicuro senza alcuna vena polemica

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Questo è un argomento che può essere facilmente ribaltato: prova a spiegare tu che deve mangiare lui e non loro.

 

Io lo userei con molta cautela; anzi non lo userei affatto.

 

 

Ti assicuro senza alcuna vena polemica

Marco vedi se la politica dei "risarcimenti danni da fauna selvtica" funzionasse bene e se non ci fossero

i troppi furbacchioni, il tuo discorso "prova a spiegare tu che deve mangiare lui e non loro", potrebbe pure reggere.

L'uomo ha rotto da secoli ormai l'equilibrio che è alla base della convivenza di tutte le specie animali, da millenni si è eretto a specie dominante le altre,

per cui ..ubi maior minor cessat. Ma sappiamo benissimo che si puo' arrivare ad un compromesso, come fortunatamente avviene in alcune zone. Catturare cervi per reinserirli in altre zone, come dici giustamente tu ha costi elevati, oltre a tutto rischia di compromettere ulteriormente l'equilibrio precario di molte zone. Un esempio, oltre ai cinghiali, sono i caprioli che si stanno allargando a macchia d'olio.

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Questo è un argomento che può essere facilmente ribaltato: prova a spiegare tu che deve mangiare lui e non loro.

 

Io lo userei con molta cautela; anzi non lo userei affatto.

 

 

Ti assicuro senza alcuna vena polemica

 

 

Guarda Marco, nessun problema, tu non lo diresti ed invece io lo ribadisco. Le opininoni vanno espresse senza remore.

 

Vi parlo di persone sono nate in gran parte nei luoghi in cui abitano ora e gli ungulati sono arrivati solo da pochi anni. Convinc erli che devono lasciare anche solo il 20-30% del raccolto in pasto a loro è un'impresa impossibile nonostante i risarcimenti.

 

Provate a vangare e concimare l'orto per un anno intero e lasciare che vi buchi dentro in cinghiale. Provate.

 

L'ho già detto: gli ungulati sono animali splendidi e sono per conto mio anche una splendida passione, ma all'espansione ahimè va posto un limite. Nel migliore dei modi possibile, ma va posto.

 

Non limitiamo il ragionamento ai pochi sopravvissuti in montagna. Provate a farli pascolare fra i vigneti o i frutteti di pianura e succederà il finimondo!

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Se ci sono troppi cervi e ci son questi squilibri la colpa e' dell'uomo.

Non e' piacevole uccidere i cervi. Ma se va fatto, va fatto.

Magari se si riesce a vendere un po' di carne si potrebbe riversare l'introito sul corpo forestale o su servizi per il territorio.

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