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La Valle del Chiarino


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Graziano questa volta devi dare una tiratina d'orecchie a Alfonsino, si è dimenticato di chiamarti.

So che questi sono posti che frequenti spesso, e ti credo sono bellissimi, come detto è la prima volta che vengo lì ma stai sicuro che la prossima volta ti avviso io.

un :hug2:

Francesco

 

Potevate aprire un topic in forum "prima":

 

Magari chi era libero poteva condividere anche l'uscita! :wink:

Modificato da Romanus
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che bel posto, veramente non lo conoscevo e mi sono perso queste bellezze, vabbè, rimedierò nell'altra vità, ehh!

un salutone a tutti i partecipanti,

Ennio.

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salve a tutti,comincio con qualche cenno storico su questo paradiso naturale,note prese da internet e curate da Giustino Parisse

per un articolo su "Il Centro",sono i fatti che vi stavo spiegando,mentre salivamo

 

" C’è una valle incantata a nord dell’Aquila dove la statale 80 si inerpica verso il passo delle Capannelle per approdare nell’area del lago di Campotosto. È la Valle del Chiarino che oggi è ricompresa nel Parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga ed è meta di quello che solitamente viene definito turismo di qualità. In quello spazio che sembra fuori dal tempo - una sorta di paradiso terrestre dove si incontrano solo il silenzio e i colori multiformi dipinti dalle stagioni - la presenza dell’uomo è stata sempre discreta, quasi timorosa di non rovinare un tale spettacolo della natura. Si incontrano piccole costruzioni, rifugi che sembrano sorti per completare una scena composta da alberi secolari, rocce che si innalzano all’improvviso, boschi che degradano dolcemente verso conche verdi.

Eppure la Valle del Chiarino racchiude in sé una storia in cui gli uomini hanno avuto un ruolo importante ma questa volta non per dilaniare e distruggere ma per conservare e prendere dal bosco solo il legno necessario per gli usi domestici e per le creazioni degli abili artigiani locali (visibili in un museo del legno).

E questo lo si deve agli abitanti di un paese dalla storia orgogliosa e dalle forti tradizioni: Arischia. Sono stati loro - gli abitanti di un borgo che da sempre si sono confrontati con una natura amica e a volte matrigna - a tutelare quell’angolo degno di una favola d’altri tempi. Per Arischia la valle del Chiarino è stata per secoli fonte di sopravvivenza: per i pascoli, per la legna da ardere, per i frutti dei boschi. La storia del rapporto fra Chiarino e Arischia affonda nel XIII secolo quando, come dice una leggenda che si è fatta storia, l’imperatore Federico II decise di fondare L’Aquila, con il contributo dei castelli (i borghi di oggi) che circondavano la futura città. E fra quei castelli c’era anche Chiarino che fu gradualmente abbandonato e finì per sparire tanto che oggi se ne rintracciano solo pochi resti. Ma il legame con quella valle incantata non finì, anzi. Una parte degli abitanti di Chiarino si trasferì all’Aquila, una parte più piccola ad Arischia il castello che decise di non rispondere alle sirene della grande città e rimase a presidio di quelle terre “scavate” fra i monti. Per gli arischiesi fu “normale” continuare per secoli a utilizzare le risorse del Chiarino per sopravvivere in un ambiente che nei mesi invernali era freddo e ostile. Poi all’inizio del 1800, con le leggi napoleoniche che riformarono la gestione dei demani attribuendola agli «attuali godenti», il quadro mutò e di fatto la montagna del Chiarino diventò di proprietà privata e finì in mano alle potenti famiglie aquilane che nel XIX secolo dominavano la vita economica e politica del capoluogo.

Dopo le prime controversie fra chi voleva attribuirsi la proprietà, ci furono sentenze che disposero che il Chiarino era della famiglia dei marchesi Cappelli. Ma Arischia non si arrese: prima chiese di poter continuare a “godere” dell’uso civico poi quando prevalsero le pretese dei nuovi padroni decise di rispondere con fermezza. La storia è raccontata in un documentatissimo libro di Abramo Colageo e Giovanna Mastrangelo (Arischia, storia dell’amministrazione dei beni separati demaniali dei Naturali di Chiarino, One Group edizioni) che è stato voluto dai vertici dell’amministrazione separata oggi guidata da Elia Serpetti.

Nel volume si raccontano i fatti del 1901 (quando gli abitanti di Arischia occuparono il Chiarino e per sostenere le loro ragioni subirono un processo e le relative condanne) che portarono a una ordinanza del prefetto il quale dispose che il Comune di Arischia fosse reintegrato «nel possesso degli usi di seminare, legnare e pascere». Ma questa decisione fu successivamente annullata e allora riprese la battaglia degli arischiesi che si concluse nel 1922 quando i marchesi Cappelli si convinsero che non era più il caso di “schermeggiare” con la popolazione locale e si decisero a vendere tutta la valle al Comune di Arischia per 650.000 lire, soldi che furono raccolti fra i cittadini. Nel 1927 il regime fascista creò la “Grande Aquila”, il Comune di Arischia fu soppresso e la gestione del Chiarino passò al Comune dell’Aquila ma, subito dopo la seconda guerra mondiale gli arischiesi ottennero l’istituzione dell’Amministrazione dei beni separati per, come scrive Domenico Serpetti nella presentazione al libro «conservare un angolo di mondo regalato all’uomo per poter vivere un sogno»."

 

il libro che invece posseggo io è quest'altro

post-192-0-17354900-1376525571.jpg

Modificato da Aquila
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metto qualche foto fatta in precedenti occasioni

ero talmente felice di trovarmi in quel posto con tale compagnia,che la macchinetta fotografica è rimasta nello zaino

non volevo perdermi nessuno di quegli attimi

...in compenso ho tirato fuori il binocolo per osservare le aquile

questa è una veduta del lago di Campotosto dal Chiarino

post-192-0-14857400-1376526501.jpg

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Si belle immagini, aspettiamo il resto...

 

PS e io che mi ritenevo fortunato per averne viste due di aquile ,

battuto 4+1 a 2

 

:hug2:

questa volta per accoglierci si sono presentate in quattro,non è facile vederne quattro insieme

spettacolo superbo

comunque è un posto che regala spesso emozioni simili

una quindicina di giorni fà ero lì per i funghi,ho avuto una volpe ad una decina di metri che mi guardava

il tempo di tirare fuori la digitale dalla tasca e se ne è andata in tutta tranquillità

lo stesso giorno,più tardi,verso il tramonto,ho visto un cervo al limitare del bosco...anche in quel caso appena ho provato a tirare fuori la digitale,con due salti è rientrato tra i faggi

Bellissime foto e in gran compagnia, bello vedere Alfonso in tenuta bellica (ma nun fuma'..te fa' male)..vi siete divertiti senza ombra di dubbio, complimenti! :hug2:

hai ragionissima Geppo...poi in un posto simile

Bella escursione in un luogo che da molto vorrei visitare.

 

A saperlo prima...

 

 

Speriamo almeno che stavolta Alfonso abbia levato il tappo dalla digit... :biggrin:

quando ti fai sentire ci si può organizzare per tornarci...avverti due giorni prima però,che devo sentire le aquile se si fanno trovare

Modificato da Aquila
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Graziano questa volta devi dare una tiratina d'orecchie a Alfonsino, si è dimenticato di chiamarti.

So che questi sono posti che frequenti spesso, e ti credo sono bellissimi, come detto è la prima volta che vengo lì ma stai sicuro che la prossima volta ti avviso io.

un :hug2:

Francesco

scusami tanto Graziano,è colpa mia,appena ci siamo incamminati ti ho pensato e l'ho detto agli altri

il rincrescimento poi mi è aumentato quando sulla via del ritorno ho incontrato Gandalf

ci aveva anche invitato a berci qualcosa,solo che già ci eravamo sparsi per andare a pranzo

oggi volevo salire,ma da me è venuto giù il finimondo

...mi sa che pure una quindicina di giorni fà,ci siamo mancati di poco

che bel posto, veramente non lo conoscevo e mi sono perso queste bellezze, vabbè, rimedierò nell'altra vità, ehh!

un salutone a tutti i partecipanti,

Ennio.

Ennio quando vuoi sono a tua disposizione per tornarci

anche Cesarino è rimasto colpito dalla bellezza del luogo e ne sono immensamente felice

Che squadrone ragazzi e che posti d'incanto.

Al prossimo raduno voglio vederli.

A Cesarino avete chiesto com'era il primitivo.

Vi abbraccio tutti.

ci siamo rifatti con un Montepulciano D'Abruzzo

eravamo partiti per non "attripparci" troppo,si parlava di qualche arrosticino e un bicchiere di vino

è finita a tavola con,antipasto locale,coppia di primi,pecora alla cottora,arrosticini e pecora alla brace

patate al forno,insalata e assaggi misti di torte fatte in casa

...però questa volta io non centro per niente :-)))

io avevo proposto di pranzare al rifugio,avvertendo il gestore che è un amico di farci solo un pò di carne alla brace

ed alla fine,invece ci siamo ritrovati in un agriturismo di gente che conosco,davanti a quei piatti

e con davanti un panorama mozzafiato

ringrazio tutti i presenti per la bellissima giornata che mi hanno fatto trascorrere

ringrazio la natura di questi posti magici presenti in Abruzzo che ci ha accolto con la sua straripante bellezza,posti che meriterebbero di essere conosciuti e visitati da molti

...non solo quando sono presenti i funghi

che per qualcuno, troppo spesso,sono più importanti delle persone,e hanno il potere di far trasparire i loro lati peggiori, a volte sminuendo il vero significato della parola,amicizia,a scapito di altri sentimenti,quali l'ipocrisia o la falsità

...fortunatamente non in tutti:-)

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La prossima uscita e' programmata il Lago secco, anzi adesso ci apro un post con le varie adesioni.

Ok?

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