mario Inviato 7 Ottobre 2013 Autore Condividi Inviato 7 Ottobre 2013 Condivido il dispiacere di ciò che è accaduto perchè è inammissibile,non condivido il "lutto nazionale" cosa non avvenuta per le 32 vittime della Concordia,le 39 vittime del pullman caduto dal viadotto,le 9 vittime della torre del molo di Giano (Ge) perchè anche nella morte un italiano vale meno di niente. Caro Aldo, come ti capisco... io ero nei pressi della Tangenziale di Napoli quando è passato il corteo funebre delle vittime del viadotto (io vivo a meno di 15 chilometri dal piccolo centro dove vivevano le vittime...) e non ho parole per misurare lo strazio di quella gente e, credimi, un po' anche mio. Però, condivido pienamente il lutto nazionale deciso in questa occasione, non è questa la scelta sbagliata, sbagliato è stato non decidere altrettanto nelle tragedie da te citate e anche in tante altre... Comunque, la tragedia di Lampedusa ha connotati etici, sociali e politici diversi dalle altre, che sono da annoverare come tragicissime disgrazie, mentre qui parlare di disgrazia/incidente è improprio: questo è un genocidio che si sta consumando sotto i nostri occhi. Dicono di circa 6200 vittime in totale da diversi anni a questa parte, io dico: ma sapete di quanti non si sa assolutamente nulla? 2 Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
mario Inviato 7 Ottobre 2013 Autore Condividi Inviato 7 Ottobre 2013 Disgustato dalla marea dell'ipocrisia che ci inonda fin nelle nostre case attraverso la tv, e che miete molte più vittime del mare siciliano dove giacciono vittime innocenti che come voi piango... Quotidianamente muoiono centinaia di bembini donne e uomini vittime del dio mercato che non ha lo sguardo cinico degli scafisti nè l'aspetto agghiacciante di quelle centinaia di bare che adesso tutti guardano sgomenti, facendo a gara a proporre soluzioni fasulle... Quel mercato vestito in doppio petto che governa le nostre vite ed elegantemente e con il consenso dell'opinione pubblica stermina popoli, territori, civiltà ambiente e vivere civile... fino a che non saremo capaci, io per primo, di dire basta a tutto ciò non saremo degni nemmeno di piangere quelle vite spezzate... Perdonami, da economista ti dico: non è il Dio mercato il problema, il problema sono i "fedeli uomini"! Il mercato non esiste come entità autonoma, le regole le facciamo, disfiamo e strumentalizziamo noi... Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
muflone Inviato 7 Ottobre 2013 Condividi Inviato 7 Ottobre 2013 ed è l'insieme di quelle regole che mi disgustano, fatte da chi mette in primo piano logiche che niente hanno di naturale e sostenibile in termini sia umani che di logica di continuazione della vita stessa, intesa come la più nobile entità del pianeta... io lo chiamo mercato, possiamo chiamarlo profitto, chiamiamolo pure Adalgiso, ma sono pienamente d'accordo con te nel non volere usare definizioni in terza persona che fanno sentire ciascuno di noi avulso da questo sistema e perciò a posto con la coscienza... ognuno nel proprio agire può trovare quel centro di gravità permanente capace di spostare, a partire dal quotidiano, montagne apparentemente invalicabili, ma non perdiamo di vista le responsabilità che il nostro sistema e chi lo governa (e non parlo certo di inetti omuncoli politici) ha nei confronti degli equilibri vitali oramai impazziti nella nostra società Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
mario Inviato 8 Ottobre 2013 Autore Condividi Inviato 8 Ottobre 2013 ed è l'insieme di quelle regole che mi disgustano, fatte da chi mette in primo piano logiche che niente hanno di naturale e sostenibile in termini sia umani che di logica di continuazione della vita stessa, intesa come la più nobile entità del pianeta... io lo chiamo mercato, possiamo chiamarlo profitto, chiamiamolo pure Adalgiso, ma sono pienamente d'accordo con te nel non volere usare definizioni in terza persona che fanno sentire ciascuno di noi avulso da questo sistema e perciò a posto con la coscienza... ognuno nel proprio agire può trovare quel centro di gravità permanente capace di spostare, a partire dal quotidiano, montagne apparentemente invalicabili, ma non perdiamo di vista le responsabilità che il nostro sistema e chi lo governa (e non parlo certo di inetti omuncoli politici) ha nei confronti degli equilibri vitali oramai impazziti nella nostra società :good: Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
'l bulaier Inviato 8 Ottobre 2013 Condividi Inviato 8 Ottobre 2013 certo, non esistesse il reato di immigrazione clandestina... Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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