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mentre Voi morchellate, marzuolate, prugnolate io giro gironzolo e rigironzolo


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Il così detto "Navigliett" in dialetto si divide dal Naviglio grande ad Castelletto di Abbiategrasso e va fino a Pavia.

Ormai finisce con l'essere poco più di un fosso ma una volta veniva usato per trasportare merci che risalivano dal Po poi Ticino e raggiungevano Milano.

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Questa è la seconda conca del Navigliett, qui era il mio luogo di pesca preferito non soltanto quando vi era l'asciutta, si perchè due volte l'anno purtroppo i navigli vengono asciugati per le manutenzioni.

Dovrebbe in futuro non accadere più salvaguardando la fauna ittica con un livello minimo fino ad ora è rimasto sulla carta per cui, due volte l'anno in primavera e in autunno si consuma il massacro.

 

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Per noi bambini e ragazzi era una festa l'asciutta. si pescava soprattutto con le mani, l'uso delle reti non veniva tollerato si perchè l'assurdo è che per legge non si potrebbe pescare nemmeno con le mani ma cmq torniamo alla pesca.

nel giro di due o tre giorni il livello delle acqua scendeva un po' ovunque, per cui prima si andava nei fossi laterali i primi ad andare in secca poi nell'alveo del naviglio.

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Si cominciava dove c'erano delle erbe, con delicatezza si "tanava", termine dialettale per definire questo tipo di pesca, forse da tana da cui, si sentiva se vi erano pesci nascosti.

se vi erano con altrettanta malizia si cercava di bloccarli magari infilando il dito tra le branchie o per le anguille buttandole immediatamente in un secchio vicino.

questo avveniva per i pesci di taglia come tinche carpe cavedani lucci, le misure in quegli anni non erano fondamentali, purtroppo.

Per i pesci piccoli si usavano dei retini e li finiva tutto in frittura qualsiasi cosa c'era.

una pesca si faceva con la forchetta, si quella per mangiare era la pesca alla "butina" che comprendeva pesci quali la cagnetta il cobite il Ghiozzo.

L'abilità stava nel riuscìre a prenderle infilzandole altrimenti era davvero difficile stavano proprio nella conche dove il letto era fatto di sassi o cemento.

Sembra una cosa piuttosto grezza e sanguinolenta ma allora era davvero un momento di aggregazione tra le persone, bambini ragazzi adulti, insomma una festa.

 

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A volte sembra che i ricordi si perdono poi, basta andare a fare una passeggiata una domenica pomeriggio per far riemergere un'immagine ormai persa nella memoria così diversa dal modo di vivere di oggi ma così vera.

Non rimpiango nulla di quei tempi se non la semplicità, la trasparenza della mia anima, il calore del ricordo di mia nonna, colei che poverina puliva tutto quel pesce, che lo preparava, magari in carpione da mettere nei vasi per conservarlo.

Io e quell'odore di "acqua dulza" (acqua dolce) non certo gradevolissimo ma a cui sono indissolubilmente legato.

Ciao fungaioli io continuo a non trovare funghi ma a gironzolare sulla mia terra:

 

Questa terra è la mia terra.

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Perchè sei "anzianotto", :vekkio:

 

. . . . con un anno in più sulle (S)palle :D

 

:hug.

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Che bello tornare indietro, basta un angolo, un posto che per miracolo non è poi così cambiato negli ultimi 40/50 anni ( rassegniamoci Gio' , i tempi son questi ? ) e si scatenano i ricordi. Che in fondo sono la cosa più bella. Provate a pensarci un attimo , le nostre retrospettive sono al 99 per cento positive, e' un miracolo della nostra mente il fatto di cancellare il brutto e salvare ciò che riteniamo bello.

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mi è piaciuto fare questo giretto con te anche perchè il naviglietto io non l'ho mai visto ma soprattutto il tuo racconto dell'asciutta io lo vivevo nel "canale" e prima del canale il "casco" una cascatella dove a monte c'è (tuttora) una chiusa ed ogni volta che pulivano il canale chiudevano e dal casco per tutto il canale ci si tuffava per pescare a mani, stessa storia che oggi a ripensarci anche a me fa un gran bell'effetto

 

ricordo ancora che si tornava a casa tutti bagnati con qualche pesce soltanto perchè per non distruggere tutto non asciugavano completamente ed allora bello sguazzare in acqua come le anatre :P :wacko2:

 

:bye1: a presto

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E le bisce d'acqua non vi finivano mai in mano per sbaglio? ;)

 

Ricordi di gioventù....a inizio estate il Trebbia progressivamente abbassava la portata d'acqua, ed inevitabilmente rimanevano pozze destinate ad asciugarsi col passare dei giorni. quanti pomeriggi passavamo lì dentro, a manare stricci e cavedani per poi mollarli nell'acqua corrente! E quante bisce....

 

Bel racconto, grazie! :friends:

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mi piace, molto

 

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