dati78 Inviato 30 Dicembre 2017 Condividi Inviato 30 Dicembre 2017 Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
dati78 Inviato 30 Dicembre 2017 Autore Condividi Inviato 30 Dicembre 2017 Alcuni amici trovano puntualmente degli edulis di colore verde grigio e si chiedono se sia una razza se stante naturalemnte come riportato nei testi per la il citrinum e albidum non viene riconosciuta come specie a se stante, resta il fatto che ci potrebbero essere delle teorie per dare una spiegazione. Savino il Maestro ha scritto: Invece per il grigio/verde sono due le fungaie dove lo abbiamo trovato , la prima nei pressi di un Ontano , la seconda vicino ad un Pungitopo , mai in castagneto o faggeta pura. Certo potrebbe essere, la teoria dell'assorbimento delle sostanze nutritive avrebbe in questo esempio un valido fondamento. Sappiamo tutti che per colorare le ortensie di azzurro ci vuole poco, con del fertilizzante a base di ferro si passa dal rosa al blu. Se ogni pianta ha dei fabbisogni differenti di minerali rispetto alle altre, logico pensare che l'ontano abbia dei requisiti nutrizionali differenti rispetto al castagno-faggio, così come sappiamo che le leguminose ( fagioli e piselli ) rilasciano azoto nel terreno, anche l'ontano se entra in simbiosi con l'edulis avrà uno scambio di nutrienti diverso rispetto alle fagacee. Ma come ci è arrivato il micelio dell'edulis a contatto delle radici dell'ontano ? Fantasticando posso formulare due ipotesi. 1) Il micelio primario si è sviluppato in castagno (faggio) nelle vicinanze, e alla morte di quest'ultimo essendo ancora giovane si è sposato con l'unica pianta a lui vicino che gli permetteva di vivere. 2) Il micelio primario è diventato bigamo e non gli bastava aver sposato una pianta sola è ha cercato nelle vicinanze un alternativa, ed ha partorito figli bastardi di una altro colore. Naturalmente questo è tutto da provare e ho cercato di spiegare in maniera allegorica il perché di questo cambiamento di colore, l'importante è porsi le domande e non tralasciare i particolari alla fine qualcosa di vero ci può anche scappare. e forse siamo riusciti a dare una soluzione al quesito di Paolo anche se questo è tutto da dimostrare è anche vero che non lo possiamo smentire..... uno stralcio di una discussione tra amici senza nessuna pretesa Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
dati78 Inviato 30 Dicembre 2017 Autore Condividi Inviato 30 Dicembre 2017 Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
funghimundi Inviato 30 Dicembre 2017 Condividi Inviato 30 Dicembre 2017 giuro che quando ho visto la prima foto ho pensato "che strana phalloides" circa la motivazione difficele da dire ma io penserei più a un effetto interno (mutazione? eterocariosi?); poi vattelappesca .... Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Ennio Inviato 30 Dicembre 2017 Condividi Inviato 30 Dicembre 2017 Ciao dati 78, la formazione e lo sviluppo dei carpofori è legata a diversi fattori ecologici tra cui le sostanze nutrienti presenti nel terreno di crescita e elaborate (nel caso di simbiosi) dalle diverse essenze botaniche e dal tipo di terreno, il che potrebbe portare (assieme alle condizioni meteo) alla formazione di carpofori con un habitus diverso dalla norma. Per cui niente di particolarmente "strano", nel corso della mia ormai quarantennale esperienza micologica ne ho viste veramente di "tutti i colori", ehh!. Un salutone, Ennio. 2 Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
lucio60 Inviato 31 Dicembre 2017 Condividi Inviato 31 Dicembre 2017 giuro che quando ho visto la prima foto ho pensato "che strana phalloides" circa la motivazione difficele da dire ma io penserei più a un effetto interno (mutazione? eterocariosi?); poi vattelappesca .... La stessa cosa è capitata anche a me,poi leggendo la motivazione mi sonoricreduto. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gibbo Inviato 2 Gennaio 2018 Condividi Inviato 2 Gennaio 2018 Ciao dati 78, la formazione e lo sviluppo dei carpofori è legata a diversi fattori ecologici tra cui le sostanze nutrienti presenti nel terreno di crescita e elaborate (nel caso di simbiosi) dalle diverse essenze botaniche e dal tipo di terreno, il che potrebbe portare (assieme alle condizioni meteo) alla formazione di carpofori con un habitus diverso dalla norma. Per cui niente di particolarmente "strano", nel corso della mia ormai quarantennale esperienza micologica ne ho viste veramente di "tutti i colori", ehh!. Un salutone, Ennio. Per completezza Ennio mi permetto di linkare a Dati una nostra vecchia discussione che può dare una risposta più completa, e non fermarsi alla sola variabile della pianta simbionte. Un saluto. Boletus venturii e Boletus personii Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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