Enzo Inviato 2 Marzo 2006 Condividi Inviato 2 Marzo 2006 Ciao agli amici dei cortinari Ciao a tutti. Purtroppo per loro.......non ho ancora terminato con i cortinari della Valnerina , ma ne restano pochi. Per questo sono molto indeciso essendo stato ritrovato in quota sotto cerro e NON sotto leccio. Non so se mi sbaglio di poco o di tanto ma ero indeciso tra Cortinarius diosmus fo. araneosovolvatus e Cortinarius moserianus. Lascio a voi il compito di.......dirmene quattro. ciao, ecco l'immagine : enzo :biggrin: Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gaspy Inviato 2 Marzo 2006 Condividi Inviato 2 Marzo 2006 Belle foto del C. chevassutti Gaspy Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Enzo Inviato 3 Marzo 2006 Autore Condividi Inviato 3 Marzo 2006 Belle foto del C. chevassuttiGaspy <{POST_SNAPBACK}> Ciao ho letto che dovrebbe essere tipica del leccio e possedere un bulbo submarginato ed evidentissimo. Per questo l'ho escluso. Avevo pensato anche a Cortinarius turgidus. enzo. :smile: Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
scoiattolo Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 Ciao Enzo, anche secondo me assomiglia maggiormente a Cortinarius diosmus var. araneosovolvatus, anche se è la prima volta che lo vedo fuori delle querce verdi e la tua osservazione riguardo il bulbo di C. chevassutii mi sembra pertinente. Scoiattolo Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gaspy Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 (modificato) Potrebbe essere giusta la vostra osservazione,ma senza conoscere l' odore non mi pronuncio. IL C. chevassutti non è esclusivo del leccio, dato che io lo trovo in querco-carpineto. Vero che di solito ha il bulbo, ma non sempre. Ripeto sono tutto u8n gruppo di funghi difficilmente distinguibili dr non li si ha in mano e si possiede una dettagliata descrizione. Il C. moserianus (ammesso che sia una buona specie) ha un bulo molto più evidente e marginato del chevassutti. Io a forza di veder foto senza descrizioni, la butto abbastanza. Gaspy P.S. Questo è il C. areanosovolvatus (diosmus) fotografato in Sardegna da leccio o sughera l' anno scorso (2004). Si noti che esiste anche qui un bulbo (npn sempre) e che è poco fibrilloso. Modificato 3 Marzo 2006 da Gaspy Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
scoiattolo Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 Ciao Enzo, a proposito di foto di Cortinarius diosmus var. araneosovolvatus, penso che tu abbia visto anche quella del mio ultimo libro pag. 286, che sembra quasi una fotocopia della tua. Scoiattolo Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Enzo Inviato 3 Marzo 2006 Autore Condividi Inviato 3 Marzo 2006 Ciao Enzo,a proposito di foto di Cortinarius diosmus var. araneosovolvatus, penso che tu abbia visto anche quella del mio ultimo libro pag. 286, che sembra quasi una fotocopia della tua. Scoiattolo <{POST_SNAPBACK}> Ciao Antonio come avrai compreso , sto provando a recuperare un po' nel campo dei Cortinarius ( che avevo sempre rifiutato di vedere, raccogliere e fotografare ). Naturalmente se mi è presa questa voglia è proprio perchè ho molta letteratura a disposizione. Tra l'altro le tue immagini del " libretto rosso da 650 pagine !! " sono perfette ed aiutano moltissimo il primo contatto visivo. Leggevo però in basso l'habitat di quercus ilex.........per cui qualche dubbio mi è venuto. Ciao , un caro saluto Enzo :smile: Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gaspy Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 Caro Enzo, Gli habitat vanno presi sempre com le molle: se hai seguito su Myclogia Europea il dibattito su C. atrovirens e ionochlorus avrai visto le varie esperienze, compresa quella di Consiglio che ha trovato il C. atrovirens (simbionte esclusivo dell' Abies alba) sotto Q. cerri/pubescens. Io l' ho trovato in un bosco di Picea/Fagus dove non c'era un Abies manco a pagarlo!. Sia chiaro che se trovo e descrivo un fungo sotto carpino bianco nerlla mia descrizione scriverò in querco-carpineto, ma poi se lo trovano sotto faggio che fanno? gli cambiano nome? Nell' ultimo lavoro di Garnica sono emerse sorprese dal DNA ammazzando molte convinzioni. Non che tutti gli studi molecolari siano da prendere come Vangelo, ma quando la parte esaminata di due funghi ha una sequenza pari al 100% di identità ed esistono elementi morfo-chimici che suggeriscono quella linea, la cosa diviene convincente. La questione dell’ habitat suggerisce che cambiando habitat alcun funghi si modificano anche morfologicamente All' opposto quando l'esame molecolare mostra una distanza notevolissima, anche con il dovuto scettiicismo si deve ammettere che qualcosa di vero deve pur esistere.La sparata più grossa - secondo me - è che C.muliformis e C. allutus non hanno nulla a che fare reciprocamente ed anzi sono assieme polifiletici!. Tornando all' habitat, l'esperienza ha dimostrato che tutti i funghi micorrizici hanno la potenzialità di adattamento alle varie essenze, ma questo dipende dalla loro età e cioè funghi di formazione antica cambiano più facilmente partners (al contrario degli uomini!) ed habitat di quelli di comparsa più recente e ciò è anche un buon indizio sistematico. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Brisa Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 ....e cioè funghi di formazione antica cambiano più facilmente partners.... Quindi diciamo che si "adeguano" nel tempo. In poche righe hai saputo darmi risposte a domande che mi sono posto. ciao brisa Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gaspy Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 Grazie Brisa per il tuo costante sostegno. Io inviterei tutti a dare importaza, come faccio io più che a "cosa", al "perché". Gaspy Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Alfy Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 hanno una piccola porzione di genoma con alta percentuale di identità ed affinità di metaboliti.........potrebbe non essere sufficiente sempre dubitare, soprattutto con risultati incompleti e preliminari Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gaspy Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 hanno una piccola porzione di genoma con alta percentuale di identità ed affinità di metaboliti.........potrebbe non essere sufficiente sempre dubitare, soprattutto con risultati incompleti e preliminari <{POST_SNAPBACK}> L'ha già detto St. Agostino!!!!!! Gaspy Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Gaspy Inviato 3 Marzo 2006 Condividi Inviato 3 Marzo 2006 L'ultima considerazione che riceviamo da Garnica è che ci si può fidare se la percentuale va da 97 a 100%. Tuttavia, pur dandogli credito, ritengo che l' esame debba essere confermato da altri ricercatori che, agendo in concorrenza, danno una maggiore affidabilità nel confermare e ne aumentano il dubbio nel contraddire. Ad Alfredo dico che, dopo il lavoro pubblicato da Garnica, abbiamo ricevuto (Soop ed io) un lavoro in sequenza su circa 200 specie dell' emisfero meridionale: un bel lavoro ed è solo l' inizio. Comunque per l' emisfero sud è abbastanza facile l' identificazione, perche gli olotipi sono per lo più recenti, ma per l' Europa da un lato non si può essere certi dell' identificazione, dall' altro ci sono delle forti resistenza per cui, chi è qualificato al riconoscimento delle specie non trasmette materiale ai genetisti: non vogliono farsi rubare il mestiere!!! Aggiungo per quelli che sono nuovi alla ricerca genetica, che prcentuali basse (sotto il 90%) sono solo largamenbte indicative e permettono di fare delle considerazioni dall' osservazione macroscopica-microscopica- chimica-bioloigicas, ma non di considerare valido il risultato"de facie". Gaspy Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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