Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Condividi Inviato 22 Agosto 2010 (modificato) Pomeriggio d'Agosto. Qualche giorno di ferie mi permettere di infilare di nuovo gli stivali da pesca e scendere sul fiume di casa. E' il piacere che danno quelle cose che aspetti da tempo, che pensi da tempo, uno dei tanti vorrei ma non posso che finalmente si realizza. Il caldo fuori è mitigato dalla sensazione di freschezza dei colori, dalla mano immersa fino al polso dentro quell'acqua limpida, dai chiaroscuri di tettoie di foglie che regalano riparo al fiume e ai suoi abitanti. Modificato 22 Agosto 2010 da Romanus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 Scorre tranquillo il Fiume, come il Tempo, sintonizzato sul ritmo lento di un afoso pomeriggio d'Agosto scandito da un concerto di cicale. Solo qualche tortora e cinque cavalli sono con me sul fiume. Sensazione di pace, mentre osservo il fiume e lo confronto col ricordo dell'ultima volta, per capire com'è cambiato. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 Sono qui per pescare.... ma c'è tempo. Entro nel suo letto e lo risalgo controcorrente per sentirlo vibrare vita contro gli stivali a coscia, pago una piccola moneta di fatica al suo inevitabile tentativo di respingere indietro il passo. Lo avverto come un gioco d'estate tra me e lui, non tiro fuori gli stivali dall'acqua per non fare rumore ad ogni passo, in senso di rispetto li lascio scorrrere di sasso in sasso calcolando l'insidia del suo velluto verde. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 Lo risalgo in cerca delle buche, là dove mi ricordo che il fiume, per una curva o per il furto di ghiaia da parte di un uomo, diventa più profondo di altezza e di colore. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 Lo immagino come sempre lì tranquillo ad aspettarmi, con quel sorriso accennato dell’amico che ti perdona tutto, anche un'assenza troppo lunga e non spiegatagli. Lo immagino lì, lui sempre uguale a se stesso immutabile e immutato nel suo corso, nei suoi riflessi. Diversa soltanto l’immagine riflessa di me che mi rimanda negli anni. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 (modificato) Ma sbaglio. Come prima di me hanno sbagliato tanti poeti e sognatori d’acqua dolce. Cambia il fiume come cambiamo noi, cambia il suo corso, combatte e si adegua controvoglia a nuovi giorni imposti, a tempi diversi. Se tra le tante verità trasportate dallo scorrere apparentemente pacifico delle acque, dall’apparente supino scorrere e trascorrere il Tempo, ti fermerai a guardare anche i suoi mille mulinelli nascosti, allora leggerai dei suoi dubbi. Modificato 22 Agosto 2010 da Romanus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 Di quando il fiume si volta indietro e come noi torna sui suoi passi per capire se sia possibile trovare una strada diversa al suo destino, prima di abbandonare una parte di se a ieri. Quello che resta di un dubbio, è quella foglia secca che contro ogni logica risale sott’acqua il vivo di corrente cavalcando quella vena pulsante di fiume che non scorre via, non passa, ma torna indietro per lavorare sul domani di un nuovo raschio, di un nuovo letto di frega, di una nuova vita, una nuova idea. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 (modificato) Mi piace pensare che per il Fiume sia questo "il senso dell'acqua", del suo passaggio mai rettilineo, delle sue risalite e delle sue cascate. Mai uguale a se stesso, mai scontato, mai placato o vinto, se non alla fine del suo corso, dove infine si calma ma soltanto per accettare di diventare parte di mare, di qualcosa di più grande. Modificato 22 Agosto 2010 da Romanus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 (modificato) Per noi pescatori invece "il senso dell'acqua" è qualcosa di meno romantico, meno filosofico. E' la capacità di leggere il fiume che si acquista con l'esperienza, somma di osservazione e risultati. Leggere il fiume e pensare da pesce, per capire quali siano i posti migliori dove lui si fermerebbe ad aspettare un insetto trasportato dalla corrente, o sotto quale ramo eleggerebbe la sua tana. E lì lasciar passare la nostra insidia, tenuta sospesa da un galleggiante fluorescente. Modificato 22 Agosto 2010 da Romanus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 Guidare il filo, puntare sull'intuito per giocare a indovinare dove quell'astina colorata andrà giù di colpo. E lasciare all'istinto il compito di far scattare il braccio a stabilire tensione di battaglia. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 (modificato) Lasciando all'anima di carbonio il compito di sfiancare una resistenza strenua, convinta fino alla fine di poter tornare libera al suo fiume. Modificato 22 Agosto 2010 da Romanus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 Saper gestire i tempi, dettare le regole del gioco sapendo di essere dalla parte del più forte, ma che è solo un filo invisibile, stirato da due parti e ancorato chissà dove, a decidere le sorti dello scontro. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 (modificato) Mantenere sangue freddo per non forzare troppo, o lasciare troppo filo al pesce per cercare incaglio, lasciargli sfruttare l'amica corrente sapendo però che questo ne triplicherà la forza di trazione. E aspettare di vederlo: primo segno di resa, battaglia quasi vinta. Modificato 22 Agosto 2010 da Romanus Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 Assecondare gli ultimi strattoni, sapendo bene che quella resa apparente è soltanto presa di forza per un ultimo tentativo disperato. Fino a portarlo a galla, settanta per cento della battaglia vinta. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Romanus Inviato 22 Agosto 2010 Autore Condividi Inviato 22 Agosto 2010 E risalire ancora il fiume, in cerca di nuove intuizioni, di nuove scommesse, di nuove battaglie, fortunatamente qualche volta perse, a volte vinte. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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