Illecippo™ Inviato 27 Marzo 2010 Condividi Inviato 27 Marzo 2010 Spinaci di montagna dal sapore deciso, ottimi per frittate e per zuppe di legumi e cereali. I farinelli del buon-enrico sono una delizia del apprezzata in tutta la Penisola. Il botanico svedese Linneo assegnò il nome specifico di questa pianta per onorare Enrico IV di Navarra, chiamato appunto dai francesi “Le bon Henry”, che tra l’atro fu un protettore dei botanici. Diffusa in tutta la penisola italiana, il Chenopodium bonus-henricus è una pianta erbacea perenne ed edule della famiglia delle Chenopodiaceae, oggi assegnata in una più corretta posizione, secondo il moderno sistema di classificazione APG basato su dati molecolari, alla famiglia delle Amaranthaceae. Il nome comune è Farinello buon-enrico, mentre volgarmente prende il nome di Spinacio di montagna e, in particolare, nell’Appennino centrale è chiamato Orapo. E’ un’erba che cresce abbondante in montagna fino ai 2100 m. su terreno molto azotato, di frequente presso le malghe, nei luoghi incolti concimati di montagna e dove stazionano i pascoli. Gli orapi sono conosciutissimi come specie mangereccia, per il loro gusto affine agli spinaci, ma con in più una vena di sapore selvatico. Da giovane si colgono i germogli che vengono consumati cotti o fritti. Per non sbagliare pianta basta toccare la pagina inferiore delle foglie che al tatto sembra coperta di sabbia fine. Piede d’oca! E’ una pianta perenne di tipo erbaceo, ma a volte quasi arbustivo con portamento eretto-ascendente a forma vagamente piramidale. Ha un fusto ascendente, cilindrico e striato che le permette di crescere fino a 60 cm. di altezza. Le foglie verdi, con una forma simile al piede dell’oca (dal greco chen ossia oca e podion che significa piede), sono triangolari-astate, lunghe 5-10 cm, con due lobi acuti divergenti alla base, picciolate, con la pagina inferiore chiara e farinosa. L’infiorescenza si sviluppa in un racemo di spighe, con brevi rami all'ascella delle foglie superiori, con fiori rossiccio-bruni, ermafroditi, con perianzio con 5 segmenti sepaloidi, stami opposti ai segmenti e ovario supero. Il frutto è una capsula che alla maturità diventa carnosa e succosa. Ogni frutto contiene un solo seme bruno-lucente, punteggiato molto minutamente a forma ovoide o più semplicemente rotonda. Ferro e acido ossalico Gli orapi sono conosciuti sin dall'antichità e apprezzati per il loro valore nutritivo, spesso raccolti, lessati e consumati in varie forme nell'Italia centrale. Si cucinano come una comune verdura, lessa o soffritta in padella. Si preferiscono i germogli o le cime immature delle giovani piante. Per l'alto contenuto di ferro e altri sali e vitamine, questo spinacio di montagna è un ottimo demineralizzante ed è quindi un buon ricostituente, antianemico, lassativo e depurativo, però per il suo contenuto di acido ossalico ne è sconsigliato il consumo ai sofferenti di calcoli, artrite e reumatismi. Anticamente considerato un alimento povero, è oggi una spezia molto ricercata e pertanto è spesso oggetto di raccolte indiscriminate. Il Voccarusc m’panicc’ Ecco una curiosa ricetta abruzzese tipica della zona di Capracotta (IS). Ingredienti: 1 chilo e 200 grammi di orapi; 600 grammi di pane casereccio raffermo; 250 grammi di miscischia (o 350 grammi di pancetta di pecora o maiale); peperoncino piccante (se si usa la pancetta); aglio; olio extravergine di oliva; sale. La ricetta vede l'uso della miscischia, carne di pecora essiccata, messa in ammollo per 24 ore, cambiando l'acqua per dissalarla e ammorbidirla. Questa carne secca purtroppo, ormai, quasi introvabile quindi viene sostituita con pancetta di pecora o maiale, fresca o semistagionata. Dobbiamo cuocere gli orapi in acqua bollente, salare e scolarli ma non troppo, tenendo da parte l'acqua di cottura. Aggiungere alla verdura il pane raffermo, tagliato a pezzi, girando e lavorando bene con il cucchiaio di legno finché non diventerà un impasto morbido ed omogeneo; se necessario aggiungere un po' dell'acqua messa da parte. In una padella soffriggere l'aglio sminuzzato, la miscischia tagliata a pezzetti (o la pancetta con peperoncino e sale), versarla facendola incorporare bene al composto di pancotto e verdura. Carta d’identità Nome scientifico: Chenopodium bonus-henricus Sinonimi: Chenopodium spinaciifolium Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Sottoclasse: Caryophyllidae Ordine: Caryophyllales Famiglia: Chenopodiaceae Genere: Chenopodium Specie: bonus-henricus Descrizione generale: Pianta erbacea perenne alta da 30 a 80 cm dall'aspetto farinoso, villoso. Foglie: dotate di un lungo picciolo, cuneiformi con margine ondulato; di colore verde brillante nella pagina superiore e chiaro in quella inferiore. Fiori: piccole spighe senza foglie, formate da piccoli fiori bruno-verdastri a 5 sepali e stami. Semi: neri, lucidi. Habitat: Pianta diffusa in tutta l’ Europa; dalla collina all'alta montagna; fiorisce da fine aprile ad agosto. Commestibilità: le foglie sono utilizzate in cucina alla stregua delle migliori verdure. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Barzuacchio Inviato 30 Marzo 2010 Condividi Inviato 30 Marzo 2010 Grazie,io personalmente adoro tutti i tipi di verdure selvatiche sei stato molto preciso nelle descrizioni,la dovessi trovare e riconoscere è segnalata :biggrin: Giulio Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Illecippo™ Inviato 30 Marzo 2010 Autore Condividi Inviato 30 Marzo 2010 Grazie,io personalmente adoro tutti i tipi di verdure selvatiche sei stato molto preciso nelle descrizioni,la dovessi trovare e riconoscere è segnalata :biggrin: Giulio Prego, a mio parere è una delle più versatili in cucina, io ci faccio anche gli gnocchi tipo quelli "alle ortiche" con patate, uova, poca farina, un pizzico di sale e questi spinaci sbollentati e triturati. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
mare e monti Inviato 30 Marzo 2010 Condividi Inviato 30 Marzo 2010 Nicolò questa non la conoscevo neanch'io se la dovessi trovare è provata anche da me ,bel lavoro un'abbraccio Aldo . Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
carletto Inviato 24 Aprile 2010 Condividi Inviato 24 Aprile 2010 Hai fatto una bellissima descrizione. Proporrei di spostare il post nelle schede di piante. Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Aquila Inviato 27 Aprile 2010 Condividi Inviato 27 Aprile 2010 in Abruzzo chiamato Olacio,se ne parlò in una vecchia discussione in cui magnificavo la bontà di certi ravioli fatti appunto con ricotta e olacio ,che prepara un pastificio artigianale a L'Aquila...conosciuti tramite un utente del Forum conterraneo Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
cioffi Inviato 27 Aprile 2010 Condividi Inviato 27 Aprile 2010 (modificato) in Abruzzo chiamato Olacio,se ne parlò in una vecchia discussione in cui magnificavo la bontà di certi ravioli fatti appunto con ricotta e olacio ,che prepara un pastificio artigianale a L'Aquila...conosciuti tramite un utente del Forum conterraneo confermo tutto e sottoscrivo.......... che spettacolooooo!!!! Modificato 27 Aprile 2010 da cioffi Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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