Da qui in poi mi sono abbassato ma era tardi e i funghi non avevano la stessa consistenza, mi sono sentito quasi a disagio a portare a casa funghi ciucciati o con gambi secchi.
Il faggio dopo tanti anni è diventata la mia dimensione e i funghi e le emozioni che mi ha saputo dare me li porterò dentro per tanto tempo.
Sono cresciuto molto come fungaiolo, ho fatto un lungo percorso e ho ancora voglia di imparare, ma mai come nel 2024 ho parlato con persone nel bosco.
Mi piace ascoltare gli anziani che parlano di funghi e di boschi, ma ancora di più mi ha scaldato il cuore che, per molti di loro, sono diventato uno di loro, non più il forestiero che si guarda con sospetto, perché molte volte, senza la passione e con così tanta fatica da fare la maggioranza rimane a casa e solo a vedermi lì ogni volta anche per pochi funghi riconoscono la spinta interiore che guida anche loro.
Ricordo una mattina alle 10, con pochi funghi nel cesto, ma fatti a fatica quando 3 gg prima era buttata piena, un ragazzo di 25-30 anni si lamentava che erano finiti e che tornava a casa. Io ho continuato, caparbio come un mulo e ho arrotondato da lì in poi, ma ho ripensato a quel ragazzo che ha mollato e che era lì perché qualcuno gli aveva dato una dritta in rete.
Vorrei dirgli di studiare e di finirsi le gambe perché i risultati si fanno in due condizioni: funghi difficili e funghi bacati. Quando i funghi sono ovunque arriva anche la massa e non ci si diverte più e solo i risultati molto sofferti sono quelli che ci ricordiamo e che ci fanno crescere anche come uomini.