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Piciacchiu

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  1. Secondo me ve ce vole a voi lo specialista... ...ma uno de quelli bravi, pero!! :biggrin:
  2. Che spettacolo codesto animale, che spettacolo il suo ambiente naturale...
  3. A Toni', nun me di' che all'esame di botanica quando ti hanno chiesto di parlare del faggio gli hai risposto "e' quello dove sotto ce vengono i porcini!" :biggrin: :biggrin:
  4. Tra tante notizie negative, in campo ambientale, ogni tanto ce n'e' anche qualcuna positiva. Molti di voi, frequentatori delle montagne appenniniche, conoscono certamente questo splendido ungulato, specie endemica delle montagne abruzzesi, definito per la regalita' del suo portamento e lo splendido ornamento del suo mantello "il piu' bel camoscio del mondo". Anche il suo nome scientifico (rupicapra pyrenaica ornata). Altri suoi segni distintivi sono la tipica "mascherina" intorno agli occhi e le corna lunghe sino a 30 cm., molto piu' che nelle specie alpina e pirenaica. Nel massiccio del Gran Sasso (un tempo sua roccaforte, ma da cui era scomparso nei primi del '900 a causa dello spietato bracconaggio, degli abitanti di Assergi in particolare) e' stato reintrodotto agli inizi degli anni '90, con un nucleo di circa 20 individui (poi rafforzato con altri 10) proveniente dalla zona della Camosciara, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, istituito nel 1923, cui dobbiamo la salvezza di questo magnifico erbivoro. Reintrodotto in quello che era il suo habitat ideale (oggi divenuto Parco Nazionale, con le relative norme di tutela) il camoscio "ornato" si e' riprodotto magnificamente ed oggi conta, secondo le ultime stime, almeno 400 individui nel massiccio del Gran Sasso, 600 in quello della Majella (dove non si era mai del tutto estinto) ed un migliaio nell'area di sopravvivenza originaria (Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, secondo la nomenclatura odierna). Sul Gran Sasso il tasso di accrescimento annuo e' pari a circa il 20%, cio' che ha consentito, in tempi molto recenti, di utilizzare qualche coppia per re-introdurre la specie nel massiccio dei Monti Sibillini, splendida catena umbro-marchigiana, dove il camoscio potra' trovare ulteriori ambienti di alta montagna (i Sibillini sfiorano quota 2.500 slm) a lui del tutto congeniali. L'unico problema e' che potrebbero insidiare gli amati "urinascens" al povero Ennio... :biggrin: ...ma e' un rischio, credo, che correra' volentieri!
  5. No, per quelli serve l'argento. Tutto sommato e' piu' economico ammazza' i vampiri... Scherzi a parte, comunque, sul frassino non saprei proprio aiutarti. Gli amici padani dovrebbero saperne di piu' (ma te lo diranno certamente solo dopo che la stagione delle morchelle sara' esaurita...). :biggrin:
  6. Io so solo che servono ad ammazzare i vampiri... :biggrin:
  7. Trattandosi di Valnerina (li' trovasi Ferentillo, famosa per le sue "mummie") ipotizzo che il Monte C. sia con ogni probabilita' il Monte Coscerno (Cucerno, nel dialetto di Vallo di Nera e S. Anatolia di Narco) alto poco meno di 1.700 metri slm..
  8. Tutto vero quello che hai detto, Gianluca. Tranne un fatto: gli aquilari non catturavano gli aquilotti per mangiarseli, ma per rivenderli (vivi). Oggi, per fortuna, le condizioni di vita sono diverse e chi uccide un rapace e' giustamente considerato un delinquente. Ma in passato le cose erano differenti, stesso discorso fatto tante volte per i lupi.
  9. Loc'ammonde = ilamoun Loc'abballe = aval L'assonanza e' evidentissima, chissa' se esiste qualche ragione storica. Che cosa interessante sono le lingue e i dialetti, un giacimento culturale che non va disperso!
  10. Notavo una curiosa assonanza linguistica tra l'occitano ed i dialetti sabini (al cui gruppo appartengono anche l'aquilano ed il carseolano, unici dialetti parlati in Abruzzo che non fan parte del ceppo abruzzese propriamente detto). In aquilano (come pure nel dialetto parlato nel paese del Bove, assai simile al carseolano) per dire "lassu'" si usa l'espressione "loc'ammonde", del tutto simile come costruzione all'occitano "ilamoun". Sarebbe molto interessante sapere se anche per dire "laggiu'" in occitano si usi una costruzione analoga, come avviene nel sabino/aquilano con l'espressione "loc'abballe".
  11. A Campotosto ho la fortuna di vederla (o meglio di vederle, dato che e' una coppia) piuttosto spesso volteggiare proprio sopra casa. E' un animale magnifico, capace di salire altissimo in cielo senza un solo battito d'ala, solo sfruttando le correnti ascensionali. Per fortuna che oggi l'atteggiamento sociale nei suoi confronti e' profondamente mutato, anche se purtroppo resistono ancora alcune sacche di profonda ignoranza e ottusita'.
  12. Ma le fotografi solo o le raccogli e le mangi pure?
  13. Bravo France', ottimo giro e bellissime foto! Certo che ne hanno presa di neve, le gemelle! Anche Gran Sasso e Laga sembrano ben innevate.
  14. Bel lavoro, Bariga!! Pensa che in montagna da me (quota 1.300 e oltre) nascono verso la fine di aprile. Tra l'altro a me vengono nel giardino di casa (lo stesso degli spinaroli). Anni fa ne raccolsi una cestata, convinto che fossero morchelle. Poi pero' dovetti andare via d'improvviso e le lasciai a mio padre, che ci si fece una frittata (dopo averle bollite 20 minuti e ben scolate). Mi disse che erano ottime e non ebbe alcun disturbo. Poi pero' non le ho piu' raccolte, perche' i micologi apibbini me le hanno descritte come sospette di tossicita' anche dopo bollitura... Comunque sono molto belle e vado a guardarle comunque (vengono vicino alle albanelle) anche se non le colgo.
  15. Che meraviglia il provenzale, la lingua dei trovatori. Una delle tante cose preziose del passato che si vanno irrimediabilmente perdendo...
  16. Beh, qualcosina ne capiamo pure qui, nel nostro piccolo... In verita' di discussioni sulla meteo ne trovi diverse, anche perche' alcuni forumisti di APB frequentano anche vari forum meteorologici. Vista la natura del forum, qui si discute di meteo soprattutto in relazione alle condizioni per la crescita dei nostri amati carpofori, oppure quando si preannunciano eventi particolarmente significativi e/o pericolosi.
  17. Bella, Preside'!! :big boss: P.S.: foto da paura! Anche da voi, l'inverno si e' svegliato alla fine..."in cauda velenum" dicevano i nostri avi...
  18. Illustre, anche dalle mie parti la neve e' stata assai scarsa durante tutto il periodo invernale (quella di meta' dicembre se la mangio' un super-scirocco piovoso gia' prima di Natale) e l'unica fase con neve in buona quantita' e'stata quella che va dal 20 di febbraio ad oggi. Attualmente da me ci sono 80-100 cm. di neve ed e' giusta la tua notazione sul fatto che questo manto tardivo ha avuto se non altro il merito di preservare il terreno da alcuni forte gelate (-10 e oltre) che avrebbero colpito in profondita'. Questa e' una delle ragioni per cui, nel mondo contadino, si diceva che "sotto la neve c'e' il pane" (quest'anno, na cirioletta o poco piu' :biggrin:). Insomma, dopo la forte scaldata di fine gennaio-meta' febbraio (non inutile, a mio avviso) si puo' dire che la neve, almeno in appennino centrale, abbia fatto finalmente il suo dovere, sia pur in epocale ritardo. Ora pero' sembra destinata a cedere sotto la sferza delle forti piogge afro-atlantiche (indotte, cioe', dal solito atlantico innaturalmente caldo) che investiranno il centro-nord da domenica a mercoledi' prossimi, con quote-neve piuttosto elevate al nord e stellari al centro. Gran parte del manto esistente qui da noi verra' lavato via da piogge di tipo amazzonico, con stato di allerta per le zone a maggior rischio idro-geologico, sommandosi acqua a catinelle e scioglimento del manto nevoso. Situazione buona per le zone costiere e sub-costiere, che riceveranno un bel carico di acqua temperata (e da ste parti Peppone iniziera' a marcare date e millimetri sul calendario... ) un po' meno per la montagna, che vedra' disperse in modo affrettato gran parte delle riserve nevose tardivamente accumulate, che avrebbe fatto comodo si sciogliessero con maggior gradualita', come avviene nell'attuale regime altopressorio in cui, a quota 1.500, si perdono pochissimi centimetri al giorno. Ecco, in prospettiva e' questo tipo di anticiclone che dobbiamo sperare di vedere spesso nei prossimi mesi: geopotenziali non troppo elevati, scarso o nullo contributo sub-tropicale in quota, niente eccessi termici, buona unidita' notturna. Sole si', riscaldamento si' (prezioso, come abbiamo sottolineato piu' volte, a bosco spoglio) ma aria sahariana e venti-killer (dei funghi ) no! Tra l'altro, questo tipo di anticiclone, per sua natura, consente (a differenza del famigerato "cammello") sia break atlantici che instabilita' termoconvettiva diurna montana, quest'ultima in periodo tardo-primaverile ed estivo. Insomma, ad oggi le prospettive sono a mio giudizio perlomeno discrete, anche se i giochi veri si faranno, ovviamente, piu' in la' e molto dipendera' come sempre dalla natura degli anticicloni che governeranno la fase primaverile ed estiva. Intanto pero', verso fine mese i prugnolari di bassa quota comincino a metter fuori il naso, specie se le piogge della settimana prossima saranno abbondanti come promettono...
  19. C'era un orso, a Opi, ghiotto di caciocavallo. Aveva scoperto una baracca (adiacente a una casa abitata) dove li mettevano a stagionare. Praticamente una sera si' e una no faceva irruzione nel deposito, sfondando la porta e fregandosi uno o piu' caciocavalli. Questo per dire che l'orso, per usare un termine romanesco, ciarioca... Se era lui (ma dai segni direi di no) e se in quegli alberi c'era qualcosa che gli garba, probabile che ci ritorna.
  20. Alessandro, circa l'albero scherzavo ovviamente (sul fatto che fosse stato un licantropo). Circa il fatto che la licantropia esista, invece, vedi quanto detto sopra da me, Mario e Guido. Ovviamente non è il lupo mannaro dei film, tutto peloso con le zanne lunghe e gli unghioni che mangia cristiani come fossero caramelle. :biggrin: Si tratta di una rara forma di schizofrenia, relativamente diffusa nel mondo agro-silvo-pastorale ed ormai in via die estinzione (in favore dei - ben più pericolosi - serial killer). E' un argomento interessante, se ne potrebbe discutere in un topic.
  21. No Mario, per via delle trasformazioni socio-culturali e del modus vivendi. La licantropia era una forma di schizofrenia tipica del mondo contadino, che ben poco si confa' agli standards di vita odierni (luce, automobili, rumori durante l'intera nottata). Se vuoi, era una malattia connotata da un profondo legame (non necessariamente positivo in tutti I suoi aspetti) tra l'uomo e la natura. Un rapporto ormai pressoche' dissolto.
  22. Di Guidonia non saprei dire. Posti dove ho raccolto (in epoche pero' non molto recenti) testimonianze dirette circa la presenza di un licantropo sono: - Civitavecchia; - Monteporzio Catone; - Torvajanica; - San Felice Circeo; - Ischia Monte Epomeo E' comunque un fenomeno che va sempre piu' rarefacendosi: dubito che attualmente ve ne siano ancora.
  23. Per Guiduccio Boletusfario: sui licantropi in generale non scherzavo affatto. Se apri un topic ad hoc, ne parliamo. Non e' pero' certo stato un licantropo a fare quello scempio sugli alberi, anche perche' non ne avrebbe avuto ragione. Il responsabile di quegli sfregi credo appartenga alla specie Homo Sapiens (str...us).
  24. Per fortuna le zone di "selvaticita'" ancora esistono. Resta il fatto che quelle unghiate non sono di un orso.
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