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mario

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  1. Ne trovai una quindicina, poi il tempo strinse e dovetti andare via. Ero frastornato, felice e frastornato; ma soprattutto incredulo. Sabato 31, nel primissimo pomeriggio, appena dopo pranzo, tornai. Ormai conoscevo un po' la zona e decisi di esplorare la lecceta pura, quegli stessi sentieri che venivano spesso invasi dai lepidum... Se quel giovedì mattina precedente era stato una sorpresa, questo sabato pomeriggio sarebbe divenuto, da lì a breve, assolutamente memorabile... Immediatamente, appena entrato nella lecceta, ai margini di due sentieri che s'incrociano ne trovai due, grossi e molto più maturi di quelli trovati due giorni prima... il caldo umido intensissimo, l'assenza di vento insomma tutto aveva lavorato a dovere...
  2. Capii subito che non potevano essere soli; ne sapevo ormai abbastanza da fiutare la situazione con una certa consapevolezza, ma mai avrei creduto a quello che venne dopo...
  3. Ancora una volta non ci potevo credere... Se nella Valle era ormai acclarato che fosse più o meno normale ritrovarmici davanti, magari faticando un po', qui la dimensione dello stupore fu, se possibile, ancora più grande. Ero come un bambino davanti a un dono inatteso, sognato ma mai concretamente sperato: questa volta, e spesso nei giorni successivi, il pensiero ricorrente fu non solo e semplicemente "grazie" ma anche "non ci credo...". Ma dovetti crederci, eccome. Me li guardai un bel po'... scattai alcune foto (fortunatamente avevo con me la digitale, per lavoro...) e poi mi voltai attorno.
  4. L'ESPLOSIONE DELLA LECCETA Ricordo che al ritorno, tra una pescata e l'altra, le frequenti piogge di agosto e d'inizio settembre mi spinsero a monitorare la mia lecceta, nonostante il caldo intensissimo mi lasciasse un po' interdetto... certi meccanismi non mi erano del tutto chiari, ma lo sarebbero stati a breve, e con forza! Arrivò così anche il momento del mio boschetto mediterraneo che, quasi a volersi riscattare, mi stava preparando una sorpresona... Un giovedì mattina, precisamente il 28 settembre (benedetti exif...), riuscito a liberarmi rapidamente da un impegno professionale, andai a far visita al mio boschetto. Lo stato d'animo era leggero, qualsiasi cosa fosse venuta sarebbe stato solo un dono in più, i funghi, i boschi, erano quelli del Trentino, cosa avrebbe mai potuto esserci lì, a due passi dal mare, di paragonabile? Non volevo credere a tutti i segni premonitori dell'autunno precedente, durante il quale avevo solo sbagliato i tempi... Dopo una mezz'oretta passata a combattere con le zanzare notai uno strano cumulo di foglie in una zona di castagneto selvatico adiacente la lecceta...
  5. Il saluto ai Monti, la mattina della partenza...
  6. Armillaria rinvenute sempre il giorno prima della partenza
  7. La chiesetta di Paneveggio, con le Pale sullo sfondo...
  8. La Valle, la sera prima del ritorno
  9. Questi trovati il giorno prima d'andare via, poco al di sotto del sentiero scoperto durante la prima uscita...
  10. Devo dire che li trovai ottimi, e così anche mia moglie, perciò, nonostante la relativa abbondanza d'edulis, ci concedemmo qualche bis. Ma la vacanza fu magnifica anche per altri motivi, comunque legati alla natura e alla visitya di tanti posti nuovi: dopo un sentiero, dopo un paesino ce n'era sempre un altro da scoprire. E poi la fotografia, ai funghi certo, ma anche ai paesaggi e naturalmente alla famiglia. Era un vivere diverso dalla vacanza al mare: più quieto, riflessivo, meno condizionato da un clima, il caldo torrido dell'estate mediterranea, che inevitabilmente impone diverse scelte e io, l'ho già detto, non sono un tipo da spiaggia... ma da subacquea, attività meno condivisibile, se non a tavola, con la famiglia. Quelle passeggiate al fresco, invece, mi consentivano di essere più presente, di condividere con le mie bimbe un interesse che scoprii subito comune. Lentamente, a causa di condizioni climatiche differenti da quelle dell'anno precedente, i funghi cambiarono veste: ora screpolati dal freddo improvviso durato un paio di giorni, ora spaccati dalla mancanza d'acqua, ma sempre presenti per tutto il soggiorno. Eccone alcuni.
  11. Un'altra gradevolissima scoperta furono le foliota (Cortinarius caperatus) che vedete qui, dopo una piccola raccolta rivolta all'assaggio. In Fiemme era tutto più semplice: dopo la raccolta bastava rivolgersi al micologo per la certificazione di commestibilità, cosa che in questo caso non mancai di fare, poichè era la mia prima raccolta del genere...
  12. Chiarissimo Giuliano, non l'ho mai pensato :friends:
  13. Dicevamo... Qui ci siete, finalmente, anche Voi tutti. Nel senso che alcune di queste immagini potrei averle già postate, ma non vogliatemene perchè sono strumentali alla narrazione; e poi mi sono così care che mi fa piacere riproporle. In fin dei conti sono passati circa cinque anni... Dicevo che i funghi erano comunque ben presenti, ma non così tanti da non spingermi a cercare oltre i confini già noti. In particolare ricordo la prima uscita senza Serena, programmata perchè avevo deciso di esplorare più a fondo la zona già conosciuta e già visitata con la mia piccola. Si tratta di una costa ripida, difficile da percorrere in sicurezza con una bambina di nove anni al seguito, perciò quella mattina andai da solo. Questa volta mi spinsi molto in alto; la salita era dura, ma il mio allenamento in mare (ore e ore di pinneggiata...) mi consentiva di provarci in tutta tranquillità. Salivo e cercavo, cercavo e salivo, sempre dal basso in alto, con alcuni risultati positivi, ma con la netta sensazione che l'annata precedente fosse irripetibile; e quantitativamente così fu, ma qualitativamente certo no... Arrivato molto in alto scorsi nettamente un sentiero che correva lungo tutto il fianco della parete; ricordo che al di sotto di questo sentiero c'erano dei grossi massi ricoperti di muschio, quasi come quelli dell'anno precedente, ma molto più grandi e ai loro lati, favorito dalla visuale dal basso, alcuni gambi bianchi... erano ancora loro, le teste di moro. Ne trovai diversi, di cui alcuni scovati dopo aver raggiunto i più esposti. Credetemi, è un ricordo intensissimo: un luogo a me ignoto, solitario (non ci ho mai visto nessuno così in alto, forse per la difficoltà a salire lungo la parete...), il piacere della scoperta assolutamente personalissima, senza nessuno a guidarmi; e poi la bellezza selvaggia ed estrema di quei boschi così diversi dalla mia lecceta mediterranea, così lontani da casa eppure ormai così familiari... ora potrete capire perchè, pur avendo ormai raccolto e gustato tanti blasonatissimi aereus, per me quegli edulis alpini retsano comunque un'emozione fortissima: io sono nato lì come cercatore, loro mi hanno insegnato tutto... eccoli, nella stanza del residence, quella mattina.
  14. Grazie anche a te Stefano, resta sintonizzato... :biggrin:
  15. Sapevo che c'era il rischio di provocare questa reazione, ma va benissimo anche così... perdonatemi se la tiro per le lunghe, ma mi sto confessando e le confessioni devono essere complete. Per il farti vedere, in mettiamoci la faccia ci sono... Un abbraccione anche a te. :friends:
  16. Fu un'altra esperienza meravigliosa. I funghi erano comunque presenti, anche se meno abbondanti dell'anno precedente, ma vedemmo più luoghi perchè nel frattempo Aurora era cresciutella e ci consentiva più libertà di movimento, essendo sempre stata caratterialmente molto propensa alle passeggiate, anche impegnative, fin da subito. Eccola qui, aiutata dalla mamma...
  17. CAPITOLO QUARTO: LE CONFERME E L'EVOLUZIONE Ed eccolo il 2006, dopo un breve periodo di gennaio, pochi giorni in fondo, in cui continuai a trovare quasi esclusivamente repandum e lepidum, l'inverno passò lentamente, tra uno sguardo ai forum e la lettura sempre più approfondita del mio unico testo, molto pratico ma aggiornatissimo e ben strutturato. Poi l'estate e il mare presero il sopravvento, ma solo fino all'ultima settimana di agosto allorchè, come programmato, arrivammo qui
  18. C'è un'ultima cosa che voglio dire di quell'anno in cui tutto è nato. Mentre certamente il primo impulso fu quello di trovare i porcini che avevo così abbondantemente conosciuto in Trentino, che capii quasi subito che sarebbe stato impossibile ritrovare perchè assenti, successivamente prese il sopravvento la ricchezza e la varietà che si offrivano alla mia esperienza, che mi conquistarono a tal punto da spingermi a saperne sempre di più... Ma il conto con gli aereus, che avevo capito esserci grazie a un ritrovamento estemporaneo di novembre, era solo rimandato... Il 2006 era in agguato.
  19. Ora è giusto che io precisi una cosa: tutti questi funghi che vedete sono stati identificati grazie alle fotografie, alla preicsa analisi delle schede del mio libro e ai forums... ma non sono stati assolutamente consumati tutti!! Assaggiai, quell'anno, solo i sicurissimi galletti, i lepidum e qualche mazza di tamburo dopo aver approfondito le conoscenze delle varie rhacodes, mastoidea, venenata e così via... La prudenza, ovviamente, sconsigliava altre iniziative... Furono comunque due mesi e mezzo intensissimi, favoriti dalla notevole abbondanza di funghi in generale, compresi i grandi setrminatori, di cui ho però foto solo dell'anno successivo. Ho chiarissimo, comunque, il ricordo di una spalletta umida che a novembre venne invasa, letteralmente, da phalloides di proporzioni spettacolari e identificabili in tutti gli stadi di crescita con chiarezza assoluta tanto erano in salute. Vidi anche le prime vaginate, soprattutto fulva e crocea, che mi affascinarono molto per il colore bianco del gambo e arancio del cappello... le chiamavo "le olandesine". Ripeto ancora, a scanso d'equivoci per chi legge non conoscendomi, che me le sono sempre e solo guardate, anche oggi... le emolisine, per quanto termolabili, non fanno proprio per me... ma sono comunque magnifiche, non credete?
  20. Non sono fotografie sempre leggibilissime e valide, ma io le custodisco gelosamente perchè rappresentano un momento fondamentale nella nascita di questa bella passione che poi mi ha condotto così lontano, almeno nello spirito (ma non solo: a ben vedere ho macinato, poi, anche un bel po' di chilometri...). Anche i famosissimi chiodini (certamente a parte i porcini sono i funghi più noti anche a chi non ne sa praticamente nulla, per tradizione popolare evidentemente...) entrarono a far parte dei miei ritrovamenti...
  21. Molti funghi attiravano la mia attenzione, ma essendo alle prime armi e non fidandomi assolutamente delle mie scarse risorse mi limitavo a cercare di prendere confidenza con i vari soggetti. Questi mi incuriosirono da subito, per il forte odore di pepe nero e perchè sul libro da me utilizzato era presente una breve ma efficacissima scheda che mi consentì di determinanrli con certezza, anche se sempre al solo scopo di conoscerli e mai di consumarli.
  22. Nella stessa giornata e poco distanti...
  23. Poi le mazze di tamburo, allora ancora molto presenti: qui siamo a dicembre avanzatissimo, poco prima di Natale...
  24. Cominciai, poi, a provare il desiderio di scattare anche agli altri funghi, sia per documentare adeguatamente e consentire una sicura (o quasi...) identificazione, sia perchè mi piacevano proprio come soggetti... nasceva, lentamente ma costantemente, la voglia di fotografare la natura. Con questi i repandum cessarono di essere un mistero...
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