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Al rientro dalle mie settimane di Agosto sulle Alpi, ritrovo branchi di cavalli che si godono le belle giornate tardo agostane. I puledri sono estremamente obbedienti alle gerarchie del branco; camminano rispettando la fila, nonostante l'evidente curiosità nei confronti della mia fotocamera. Per fortuna questi stavano messi bene a sale (gli allevatori ne avevano cosparso ovunque), quel giorno infatti, invece dei prugnoli, c'erano porcini tra l'erba dei prati: il rischio di chinarsi a raccogliere, e vedere mietuta la fungaia circostante dai loro zoccoli, era alto
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Rientrato "dall'Esodo del Monte Orsaro", si apre il periodo caldo per eccellenza: Luglio. L'acqua nel terreno inizia a scarseggiare; clima ideale per la fuoriuscita della Russula virescens. Fritte mi piacciono particolarmente: croccanti e dal sapore delicato. Mentre le fotografavo già le vedevo in padella: lo sò, sono un caso disperato....
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Dai miraggi, il passo alle visioni mistiche è molto breve Il crinale è una vaporiera in preda a forti correnti ascensionali. Accanto a questa Madonnina passerò parecchi minuti a rifiatare e a strizzare la maglietta. In pieno relax da appagamento, ecco che la mia solitudine viene interrotta bruscamente. In pochi secondi mi ritrovo nel bel mezzo di una gigantesca nube di insetti sospinti dalle forti correnti :hug2: : per rimanere in tema, e chiudere degnamente l'escursione, la piaga d'Egitto era d'obbligo.....
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Arriviamo alle soglie del solstizio estivo (19 Giugno): in questa giornata, toccherò uno dei picchi massimi della mia incoscienza. Decido di fare la mia prima ascesa annuale al Monte Orsaro. Parto tarduccio da casa. Intraprendo la salita per arrivare alla vetta giusto a cavallo di mezzogiorno, con sole a picco, e umidità mostruosamente alta Dato che mi piace fare le cose fatte bene fino in fondo, farò pure in modo di dimenticare l'acqua in auto al parcheggio di partenza... :hug2: Arrivato a questo punto della salita, verrò colto dai primi miraggi: in distanza, le acque fresche e limpide del Lago Santo (nome che si addiceva particolarmente alla situazione )....
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La cosa nuova da quando vi frequento, è l'interesse sempre crescente verso tutte le altre forme di vita che popolano i boschi. Fin da piccino, ho sempre ottimizzato il tempo per avere la maggior resa nel minor tempo possibile. Sgroppate per controllare più fungaie possibili nel minor tempo possibile. Se mi avessero detto che un giorno mi sarei coricato a terra per fotografare questi Boletus erythropus (che avevo da sempre definito come "patàn": termine dialettale usato in montagna per definire tutto ciò che le sembianze di un porcino, ma che in realtà non lo è), gli avrei risposto sicuramente: "Ma sei scemo?!" Vabbè, comunque sia, quel giorno mi ci sono coricato, ed ho immortalato questi due gioiellini con le scarpette rosse.
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Primi di Giugno. Nemmeno una settimana, ed è già ora di scendere tra i cerri per brindare all'estate in compagnia del fungo "estivo" per eccellenza. Se ci penso, ogni anno seguo sempre lo stesso iter di ricerca; mi piace seguire il corso delle nascite nei diversi tipi di ambiente. Facendo una media "spannometrica" della vita boschiva nella mia zona (praticamente da quando sono nato), mettendo in ordine la sequenza, mi esce grossomodo così: - rossi di castagno/faggio - estatini di cerro - estatini di castagno - neri di cerro - estatini di faggio - estatini/neri di cerro/castagno - edulis di faggio - edulis/rossi di castagno/faggio Poi ovviamente dipende dalle annate: quest'anno, la tappa estivo-nera autunnale , l'ho praticamente sorvolata a piè pari.... mannaggia!
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Oltre ad essere graditi, erano anche profumati! Prugnoli bellissimi e molto diffusi quest'anno. Questi li raccolsi mentre una cavalla con puledrino al seguito, mi incalzavano alla ricerca di sale.... Per chi non si ricorda il mio topic di quella giornata, posso solo dire che salvare gli altri prugnoli nei dintorni dagli zoccoli di questi due rompitori, è stata impresa ardua: grande sfida d'intelligenza uomo-animale (per poco non vinta dall'animale :hug2: )
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I punti meno assolati, lungo i torrenti, portano ancora evidenti i segni dell'inverno; ma l'acqua ha un suono più fragoroso, ed un incedere più impetuoso. Mi fermo spesso ad osservare i corsi d'acqua: fissandoli realizzo benissimo la fugacità del tempo; mi sento derubato di quegli istanti preziosi; la corrente li trascina via con prepotenza assieme ai miei pensieri.