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roberto

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  1. Questa esperienza, mi ha insegnato molte cose. Queste sono alcune ma non le uniche. Le escursioni devono prima essere organizzate a tavolino al meglio possibile. Tutti i partecipanti devono avere l'adeguata preparazione fisica e attrezzatura tecnica. Se poi, per qualsiasi imprevisto, nascono dei problemi, si rinuncia. Questa volta ci è andata bene. Quella mattina cercando la chiave, dicevamo "purtroppo" si farà tardi . . . Alla luce delle mancanze che poi si sono rivelate, mi sento di dire PER FORTUNA abbiamo fatto tardi ! La chiave introvabile e questi quattro km di sterrato, ci hanno probabilmente salvato la vita.
  2. Quando il sole sta tramontando, abbiamo percorso appena una metà strada. Ci sono circa trenta cm. di neve dove a volte si sprofonda, a volte si scivola e la e la. Comincio a buttarla li che secondo me è meglio rinunciare e tornare indietro . . . Ma Massimo non sente ragioni . . . SI CONTINUA ! Arriviamo alla fine dello sterrato, dove c'è una "cappellina" dedicata ai partigiani, che metto qui in versione No Snow E' buio pesto ! A questo punto mi impunto e facciamo il punto della situazione: Ramponi: solo io Torcia: solo io Sacco a pelo: io e Roberto, e qui si scopre che Massimo voleva proseguire per usare le coperte del rifugio. Raggiungiamo un compromesso proviamo a dormire nella marginetta poi al mattino si vedrà. Io e Roberto ci infiliamo nei sacchi e Massimo si scalda col fuocherello di vecchie corone di fiori secche e qualche rametto raccolto dai faggi cercandolo con la frontale . . . . . poi faremo a turno . . . Mi giro e rigiro per il freddo e per il duro, poi mi appisolo . . . mi risveglio di soprassalto al chiarore della neve. Massimo è ancora seduto davanti al fuoco . . . spento . . . chiamo : Massimo? Massimo ! MASSIMO !!! dopo un po' . . .risposta: ohhh . . . Ci alziamo e riprendiamo la strada del ritorno . . . le prime luci dell'alba ci ritrovano quasi alla macchina
  3. . . . a veh, se volete ve lo do. parafrasando uno dei miei cantautori preferiti, Francesco Guccini . . . Questa storia nasce, per rompere la monotonia, in un giorno di Primavera del 1975, al tavolino del bar . . . Quella sera, quando arrivo io, Massimo e Roberto stanno confabulando qualcosa . . . e mi lanciano subito la proposta: sabato e domenica, se vuoi unirti a noi, abbiamo già chiesto la chiave al rifugista del CAI e andiamo al Rossi ! Come si fa a dire di no ? Sabato mattina partiamo, bardati di tutto punto (?) con la mia A112 . . . mi avranno aggregato per la macchina o per l'esperienza ? Bisogna passare a Gallicano a prendere la chiave, ma perdiamo tutta la mattina per trovare il rifugista. Quando dobbiamo lasciare la macchina e metterci gli zaini in spalla, . . . è già pomeriggio inoltrato. Questa è la Pania Secca, vista dalla macchina, il rifugio rimane sul versante opposto, sotto al "naso" dell'Omo morto. In questa foto Roberto, da poco Dott. Pierini Ing. da notare l'alto contenuto tecnologico dell'attrezzatura. Prima di iniziare il sentiero vero e proprio, dovremo percorrere uno sterrato, che traversa tutta la sponda, si vede, in parte, la riga sulla sinistra.
  4. Stiamo aspettando le tue scansioni . . . eccoti allora un Passato Remoto e addirittura un Trapassato Remoto . . . . . . . . . . . . . .
  5. . . . non svegliate il lago che dorme . . . ma questo è la fotocopia del Lago Nero vicino all'Abetone ma poi . . . guarda la data 21 Agosto questi ce li ho anch'io
  6. Hai ragione Aldo, non ho messo la traduzione 1) Bozzone, da Bozzo, dal vocabolario Treccani_ s.m.[etimo incerto], tosc. - Buca larga e non molto profonda, piena d'acqua; pozzanghera. 2) Callare, dal latino calla, variante di callis ‘strada’, 'sentiero'. Nella toponomastica Apuana, indica una piccola foce, un piccolo valico. A grande richiesta Il Callare di Matanna, tra Nona e Matanna . . . isole in un mare in tempesta . . .
  7. trascorriamo la giornata assieme, godendoci un po' di tranquillità . . . . . . quando all'improvviso si sente il frastuono di un cinquantino smarmittato . . . si avvicina, sembra un Oscar, . . . ma . . porc . . &@#£ . . . PPPPRRRRRPRPPRRRR, con la coda dell'occhio vediamo spiccare un volo sulla sponda del bozzone e subito dopo uno . .SPLASH SKIO' . . . . . . eh si, era proprio un Oscar . . . all'imbecillità questa volta gli accidenti hanno colpito e affondato !
  8. Mettevo queste foto e . . . . mi si è aperta una porticina sul passato . . . E allora salite sulla macchina del tempo, che vi riporto nell'82 Siamo a Matanna per il 1 Maggio 1982, mentre aspettavamo Francesco (il babbo di Noah) . . . Pensavamo di essere soli, cioè solo in tre, quando ci sentiamo chiamare . . . mio cugino Luca con Evelina, anche loro avevano avuto la stessa pensata quella di venire a Matanna eh, cosa pensavate, non erano ancora . . . sposati
  9. . . . è qui, ma non si vede qualcuno si è divertito con gli sci . . .
  10. Sono Lorenzo e Cristiano, facciamo du' passi assieme, verso il Bozzone
  11. arriviamo a tempi più recenti, con l'ambiente in veste "invernale" Siamo venuti a raccogliere due "pellegrini" che erano saliti dal versante opposto, quello di Stazzema.
  12. per inaugurare la nuova croce che va a sostituire la precedente, oramai vecchia fatiscente. Con tanto di benedizione, nella cerimonia religiosa di Don Luigi, e canti augurali del Coro Versilia. Foto ricordo con il Monte Nona a far da sfondo
  13. Nella ricerca di foto del Bozzone si passa al 2008, Quando si torna sul Callare, sempre con gli amici Uoeini,
  14. verso il Callare di Matanna Con il Cristo, opera originale in cemento, attribuita allo scultore Tommasi, restaurata e rifatta in bronzo ad opera della sezione U.O.E.I. di Pietrasanta
  15. e tornando indietro, con la vista sul gruppo delle Panie, (Pania della Croce, Omo Morto, Pania Secca) col verde Monte Croce alla loro destra e il versante del Monte Matanna alla nostra sinistra. ripassiamo accanto al Bozzone
  16. Qui siamo nel Maggio del 2006, con una gita di alunni e genitori della classe della Maestra Alfreda, che, per scaldare i muscoli, abbiamo fatto passeggiare fino alla Foce del Pallone poi siam tornati indietro,
  17. Questa storia dei laghi montani, mi ha fatto venire in mente che in Apuane, data la loro natura carsica e scoscesa, di laghi "naturali" non ce ne sono . . . In effetti, me ne viene in mente solo uno, ma che proprio lago non si può di certo chiamare. I più benevoli lo definiscono "laghetto", ma è universalmente conosciuto come il Bozzone di Matanna !
  18. Siamo a Campocatino, la conca glaciale sul versante Nord del Momte Tambura, uno dei tanti posti meravigliosi delle Apuane. Tra l'altro, Pieraccioni ci ambientò un suo film "western" Il "rifugetto", secondo Noah, ha anche degli ottimi gelati
  19. questa e fatta dalla cima, a destra i boschi di Careggine e a sinistra quelli di Roggio e Puglianella ma son zone che i fungi . . e 'un ci fanno!h mentre stava arrivando un bel temporale . . . che costrinse me e questo signore ad una precipitosa discesa . . .
  20. queste invece sono più recenti, del 2012 visto dall'alto, mentre salivamo verso La vetta del Monte Sumbra Il paesino è Vagli di Sotto
  21. Sembra quasi di visitare Pompei . . . la gran parte delle strutture e distrutta qua e la qualche particolare resiste Il campanile sembra integro, silenzioso testimone della vita che fù
  22. E dici niente E' il Lago artificiale di Vagli Periodicamente l'ENEL lo svuotava per manutenzione. E le rovine del paese Fabbriche di Careggine riemergono. Queste sono dell'estate del 1994
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