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cinzia

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  1. Ho fotografato questi fnghi in Val d'Ultimo, Alto Adige, a 2700 metri di quota in una zona umida, anche se non una vera e propria torbiera. Presentano due colori diversi ma la forma e le caratteristiche mi sembrano le stesse, cappelli max 2 cm, stavano tutti vicini, nel raggio di un metro. Cinzia Ps li ho conservati
  2. cinzia

    Querce

    Con le quercie non è sempre facile, esistono anche forme ibride che rendono difficile la classificazione Cinzia
  3. Ciao Silvio benvenuto in forum hai delle foto splendide Cinzia
  4. Magari potessi ma bisogna proprio che vada, sarò a scuola fino alle 7 di sera e l'aereo è alle 18.10 a Venezia Cinzia
  5. Anche a me non resta che piangere, già il marito non era tanto convinto, mi hanno pure emesso il Collegio Docenti venerdì 29, occupandomi quindi il pomeriggio Così io l'aereo quando lo prendo? Cinzia
  6. Nemmeno un albero nei dintorni? Se la trovassi io penserei ad un'Amanita muscaria forma aureola, caratterizzata da scarse o nulle verruche. Io però l'ho sempre trovata sotto gli alberi. Sentiamo anche i più esperti Cinzia
  7. Ciao ragazzi vi ringrazio tutti e vi :biggrin: Duo o tre notizie I Lagorai sono una lunga catena, oltre 50 km, che si insinua tra le Dolomiti, sono caratterizzati dalle rocce laviche, di colore rossastro o bruno, prevalentemente porfidi e ai margini della catena troviamo anche rocce metamorfiche. Si distinguono quindi nettamente dalle Dolomiti che hanno rocce carbonatiche chiare che si sgretolano in ghiaie, mentre qui troviamo soprattutto pietraie, il terreno è inoltre assai ricco di acqua e tutti i versanti dei Lagorai sono ammantati di splendidi boschi, non solamente in Val di Fiemme. Famosa, tra i fungaroli del Veneto è la Val Calamento che dalla Valsugana sale fino a Passo Manghen, anche la Valle dei Mocheni e la zona di Baselga di Pinè, bellissima ma fuori mano è la lunga Val Refavaie che separa Cima d'Asta dai i Lagorai e a cui si accede dalla Valle del Vanoi, ma la zona alta è chiusa al traffico ed è all'interno del Parco Naturale delle Pale e di Paneveggio. Tutti i loro boschi sono famosi per i funghi, anche se la zona + frequentata e il versante nord, quello della valle di Fiemme perchè più turistica e facilemente accessibile, frequentate anche Calamento e Baselga. Io a funghi in questa zona sono stata solamente in Panarotta, sopra Levico all'estremità occidentale dei Lagorai e in Val di Fiemme ma non molto spesso. In compenso i versanti meridionali dei Lagorai li ho girati ripetutamente in bicicletta e qualcosa ho fatto, sempre in mountain bike, anche dalla parte di Fiemme, alcuni anni fa, per esempio Passo Sadole. Cima Bocche e Alpe di Lusia, pur staccate dalla catena principale che termina a Passo Rolle, proseguono il filone di rocce laviche che spezzano la continuità geologica delle Dolomiti, così come fa il gruppo del Padon un po' più a nord, ma le rocce credo non siano più porfidi ma altri tipi di rocce vulcaniche. Altri gruppi vulcanici più piccoli si trovano anche altrove in Dolomiti, alcuni monti dell'alta Val Cordevole (esempio Cima Pape, Col di Lana) e Val di Fassa (esempio Monzoni). Cima d'Asta e il suo satellite Cimon Rava sono sempre formate da rocce di origine vulcanica ma in questto caso si ha la presenza di rocce intrusive, che appartengono, unico caso nelle Alpi meridionali orientali, ai graniti di colore grigio chiaro. Ma per i funghi sono buone lo stesso, per'altro la Val Malene, principale valle di accesso a Cima d'Asta è il posto più piovoso del Trentino. I Lagorai sono percorsi da una rete di sentieri lunga e disagevole a causa degli accessi spesso molto lunghi, e non ci sono molti rifugi gestiti, tranne lungo gli itinerari più facilmente accessibili non si trova quindi molto affollamento, sono ideali per la mb perchè ci sono molte strade forestali chiuse al traffico, soprattutto accessi alle numerosissime malghe e inoltre sono pieni di postazione italiane e austriache della prima guerra mondiale. A Caoria in Val Vanoi si trova anche il museo sul fronte dei Lagorai e in particolare sulle battaglie del Cauriol. Sono infine un paradiso per gli scialpinisti, vi si possono fare splendide traversate. Cinzia
  8. Ciao Giuseppe è proprio lei, in Italia si trova solamente in pochissimi posti, Lagorai e Lusia sono tra questi Cinzia
  9. Ne ho trovata ancora, questa volta in Lagorai, sotto il Sasso Rotto Cinzia
  10. Per il primo andrei anch'io su un cortinario, per la viscosità più che altro perchè dalla foto io non riesco a vedere traccia di cortina e le lamelle sono ancora piuttosto chiare, quindi mi restano dei dubbi ma senza ulteriori dati non riesco a spostarmi altrove Il secondo per i bulbo e il gambo zebrato sembra una Macrolepiota procera, certo che ha un colore leggermente violaceo, se non è una dominante della foto, allora ho cannato Il terzo ha lamelle da Tricholoma e sembra proprio leucosporeo, margine involuto e lanoso, gambo pure con fibrille, T. vaccinum Io ho sparato le mie cartucce, tanto non si ammazza nessuno, al più la mia reputazioen micologica diverrà un po' più scarsa, già non è granchè Cinzia
  11. E un suo gioiello dedicato a tutti Voi Cinzia
  12. Ormai il sentiero porta a scendere verso l'affollata conca del Lago Erdemolo, ma è quasi sera e le chiassose comitive sono già scese, e la mulattiera che mi riporterà a Palù del Fersina è abbastanza tranquilla. Bellissimo giro!!! Io adoro il Lagorai
  13. La lunga trincea che unisce il Passo del Lago ormai prossimo al Passo della Portella, ma io non continuerò in quella direzione
  14. Ciò che resta di una serie di baracche con il panorama della Valsugana
  15. e sono sempre presenti i manufatti della guerra, sono anche ben conservati, forse era una seconda linea
  16. Vero i Sette laghi, ormai non manca molto al Passo del Lago che mi permetterà di scendere sull'altro versante al lago Erdemolo
  17. Il sentiero è bellissimo e poco frequentato in questo tratto, a guardarlo ripenso a quella volta che mi trovai in mezzo con il temporale e la nebbia, senza nessuna possibilità di seguire una traccia in discesa, non segnate con i segnavia rossi, e costretta a percorrere la cresta per un lungo tratto fino al Passo del Lago dove si trova il sentiero che scende. In realtà ci sono diverse vie d'uscita ma nella nebbia sono molto sconsigliate perchè in mezzo a costoni ripidi e roccette. Certo che stare in cresta con il temporale il rischio del fulmine è importante
  18. Il percorso si è fatto più impegnativo, un esile sentiero, a tratti un po' scabroso, percorre a tratti il filo di una sottile cresta e a tratti tagia ripidi costoni, nelle forcelle di cresta guardando giù verso nord il Lago Erdemolo con l'omonimo rifugio, la mia meta ancora lontana
  19. Il cammino procede e slo sguardo cade sempr sulla coppia Cima delle Sette Selle-Sasso rotto che si allontana
  20. Mezzora dopo, già superato Passo la Conella uno sguardo indietro sulla strada percorsa con il Sasso Rosso, il Sasso Rotto e Cima delle Sette Selle
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