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cinzia

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  1. Primula auricula L. pianta in ambiente foto di Neno
  2. Primula auricula L. piante in ambiente foto di Cinzia
  3. cinzia

    Primula auricula

    Primula auricula L. Famiglia: Primulacee Nome comune: Primula orecchie d’orso Etimologia: dal latino primus, per la fioritura precoce, il nome specifico auricula per la forma delle foglie. Descrizione: Pianta perenne rizomatosa alta fino a 25 cm. Foglie: grassette, riunite in una rosetta basale, hanno colore verde glauco e sono farinose, lunghe 3-12 cm hanno un breve picciolo o sono sessili. La lamina fogliare ha una forma ovato spatolata e possono essere irregolarmente dentate al margine della parte distale. Nella ssp. P. a. ciliata (Moretti) ludi le lamine non sono farinose e il margine ha ciglia più lunghe della larghezza dell’orlo scurioso della lamina stessa, mentre nella ssp. P. a. baulini (Beck) Ludi le lamine sono più o meno farinose e le ciglia più corte della larghezza del margine. Fiori: Lo scapo fiorale, lungo più delle foglie porta un’ombrella fiorale generalmente multiflora. I fiori hanno peduncoli di circa 2 cm, il calice è lungo circa mezzo cm, farinoso e di forma campanulata. La corolla di circa 2,5 cm di diametro è di un colore giallo acceso e ha forma imbutiforme, il lembo è formato da cinque lobi, che possono essere cuoriformi o interi, la fauce può essere biancastra.. Fiorisce da Aprile a luglio. Habitat: in luoghi rocciosi e rupi, preferibilmente su substrato calcareo da 400 a 2600 metri di altitudine. Distribuzione: Distribuita nelle zone montane dell’Europa meridionale, in Italia è più frequente nelle Alpi Orientali mentre si fa più rara nelle Alpi Occidentali e nell’Appennino . Curiosità: Tradizione vuole che eviti le vertigini ai camosci. Da questa pianta e da suoi ibridi con altre specie di primula sono derivate molte varietà di primule coltivate. In particolare la varietà Primua hortensis, coltivata come ornamentale, deriva da un ibrido di P. auricula L. con Primula hirsuta All. Specie protetta
  4. Primula spectabilis Tratt. dettaglio della foglia con margine cartilagineo e punteggiatura traslucida foto di Cinzia
  5. Primula spectabilis Tratt. fiori, in evidenza la morfologia del calice foto di Cinzia
  6. Primula spectabilis Tratt. fiore, dettaglio foto di Cinzia
  7. Primula spectabilis Tratt. fiori foto di Cinzia
  8. Primula spectabilis Tratt. fiori foto di Neno
  9. Primula spectabilis Tratt. pianta foto di Cinzia
  10. Primula spectabilis Tratt. piante in ambiente foto di Neno
  11. Primula spectabilis Tratt. piante in ambiente foto di Cinzia
  12. Primula spectabilis Tratt. piante in ambiente foto di Neno
  13. Primula spectabilis Tratt. Famiglia: Primulacee Nome comune: Primula mirabile, primula meravigliosa Etimologia: dal latino primus, per la fioritura precoce, il nome specifico spectabilis dal latino meravigliosa, mirabile Descrizione: Pianta perenne alta fino a 15 cm con breve fusto legnoso, spesso avvolto alla base dalle foglie appassite della stagione precedente. Foglie: riunite in una rosetta basale, sono ovato bislunghe caratterizzate da un margine cartilagineo chiaro, la lamina fogliare è glabra e viscosa e caratterizzata da una punteggiatura traslucida. Fiori: i fiori, in numero da uno a sette si sviluppano da uno scapo fiorale lungo più delle foglie e hanno peduncoli lunghi uno o due cm. Il calice è tubuloso campanulato con lobi ovali lanceolati. La corolla è imbutiforme con tubo corollino lungo 15 -20 mm e lembo formato da cinque lobi profondamente divisi, il colore è roseo violaceo con la fauce bianca. Fiorisce da Aprile a luglio. Habitat: in prati, macereti erbosi e luoghi rupestri, preferibilmente su substrato calcareo da 700 a 2500 metri di altitudine. Distribuzione: Pianta endemica delle Allpi Orientali distribuita dalle Prealpi Bergamasche, alle Giudicarie e le Prealpi Venete spingendosi a est fino alla Valsugana e al Monte Grappa. Curiosità: legata per affinità morfologiche e genetiche al gruppo che comprende la Primula glaucescens Moretti, la Primula longobarda Porta, distribuite dal Lago di Como alle Prealpi Lombarde orientali, la Primula Wulfeniana Schott presente in Slovenia e in alcune zone delle Alpi Carniche e la Primula clusiana Tausch presente nelle montagne orientali dall’Austria alla Transilvania. Specie protetta in tutto il suo areale, inserita nell'elenco delle piante di importanza europea
  14. Pulsatilla alpina apiifolia (Scop.) Nyman pianta foto di cinzia
  15. Pulsatilla alpina apiifolia (Scop.) Nyman fiore e bocciolo foto di cinzia
  16. Pulsatilla alpina apiifolia (Scop.) Nyman fiore foto di cinzia
  17. Pulsatilla alpina apiifolia (Scop.) Nyman fiore foto di cinzia
  18. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre frutto foto di cinzia
  19. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre i numerosi stami e i lunghi stili persistenti nel frutto foto di cinzia
  20. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre fiore foto di cinzia
  21. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre fiore foto di cinzia
  22. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre bocciolo foto di cinzia
  23. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre foto di cinzia
  24. Pulsatilla alpina (L.) Delarbre foto di cinzia
  25. cinzia

    Pulsatilla alpina

    Pulsatilla alpina (L.) Delarbre Sinonini: Anemone alpina L. Famiglia: Ranuncolacee Nome comune: anemone delle alpi, anemone alpino Etimologia: Il nome fa riferimento alla peluria che riveste la pianta e all'insieme dei frutti che sotto l’azione del vento sembrano pulsare, muoversi in modo ritmico, anche il fiore pendulo vibra al minimo soffio di vento. Anemone dal termine greco che significa vento, per la facilità con la quale si staccano i petali Descrizione: Pianta erbacea perenne con rizoma legnoso e fusti eretti lanosi, alta fino a 40 cm. Foglie: Le basali lungamente picciolate tomentose, sono due volte ternatosette, divise in almeno tre segmenti a loro volta tripartiti e incisi, le cauline sono simili alle basali ma più piccole e formano un verticillo sotto il fiore. Fiore: Del diametro di 4 -8 cm, i fiori sono solitari in cima allo scapo fiorale, inizialmente penduli poi eretti. Il perianzio è formato da 5-7 sepali petaloidi (tepali) bianchi nella faccia interna e bianchi più o meno soffusi di violetto in quella esterna. Il perigonio è formato da moltissimi stami di colore giallo acceso e da numerosi ovari con lo stilo avvolto in lunghi peli sericei che persistono nel frutto. Fiorisce da maggio a luglio. Frutto: Da ogni ovario deriva un achenio provvisto di una coda piumosa che ne facilita la disseminazione ad opera del vento. Distribuzione: Diffusa in gran parte delle regioni montane di Europa e Nordamerica. In Italia e comune nelle Alpi mentre diventa più rara scendendo lungo l'Appennino è assente nelle regioni più meridionali e nelle Isole. Habitat: nei pascoli anche sassosi, nei boschi radi di larice e persino su substrato roccioso, da 1200 a 2500 m di altitudine. Sottospecie: in Italia esistono almeno tre sottospecie: Pulsatilla alpina alpina dai grandi fiori bianchi tipica dei substrati calcarei, P. alpina apiifolia (Scop.) Nyman (sinonimo P. a. sulfurea Asch. et Gr.) più tipica dei terreni silicei con i petali di colore giallo intenso e la rara P. a. alba Rchb. con fiori bianchi più piccoli e presente nelle Api Giulie e Carniche. Tutto il genere Pulsatilla (Anemoni caratterizzati da stimma peloso) è sottoposto a rigido regime di protezione in gran parte del territorio nazionale, ovvero la raccolta è interdetta tutti, anche al proprietario del fondo. Applicazioni fitoterapiche: Come quasi tutte le ranuncolacee la P. alpina è pianta velenosa, contiene protoanemonina che nell’organismo si scinde in anemonina e ranuncolina, può causare nausea, problemi respiratori e diarrea, il contatto con la pianta causa irritazioni cutanee. Utilizzata in passato per curare varie affezioni principalmente respiratorie, il suo impiego attuale è legato soprattutto a preparazioni omeopatiche. Curiosità: Come molte altre piante dell'orizzonte alpina la Pulsatilla è ricoperta di peli, in quanto questi formano uno strato isolante termico intorno alle sue diverse parti. Narra una leggenda valdostana che un tempo, i boschi della Valle d'Aosta erano infestati dai lupi. Durante un anno in cui l'inverno fu particolarmente rigido ed il bel tempo non arrivava mai, i lupi si spinsero sempre più vicino ai villaggi in cerca di cibo ed incominciarono i primi problemi. Infatti i lupi facevano razzia di animali ed alcuni bambini che si erano allontanati dalle case, non fecero più ritorno. La gente, non sapendo più cosa fare per risolvere la situazione, si rivolse ad una vecchia maga. La vecchietta preparò una pozione con alcune erbe e sale, che poi sparse sui prati intorno ai villaggi. Alla fine di quell'inverno, quando la neve si sciolse, spuntarono dei fiori particolari, taluni bianchi, altri viola e tutti erano ricoperti dal pelo, proprio come i lupi! Quando i lupi videro questi strani fiori ne furono spaventati e fuggirono. Da allora quei fiori che la gente valdostana chiama "Lo fiour dou lu" rispuntano ogni anno nei prati.
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