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muflone

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  1. Grazie Ennio per la pronta risposta e la consueta precisione chirurgica, e auguri per una pronta guarigione, gli agarici di Luciano (che saluto e ringrazio per l'intervento) potrebbero in tal senso essere un vero toccasana... Ringrazio e saluto anche Vincenzo per la precisazione Aggiungo solo che per quanto riguarda il boleto era sicuramente un badius, viraggio al blu dei pori presente Per quanto riguarda il Gymnosporangium tremelloides poteva essere sicuramente ginepro, come anche la foto pare dimostrare. Per l'indecifrabile 21 oltre a concordare con te che la foto non è abbastanza chiara posso solo aggiungere qualcosa sull'habitat, prato in pieno sole a circa 1650 m slm., foto scattata il 6 maggio Aggiungo, tanto per alimentare la discussione ed evidenziare le varie forme in cui funghi dalla stessa specie possono presentarsi, la foto di un'Amanita che a prima vista potrebbe sembrare anch'essa eliae (o presunta tale) a causa del colore, ma che io ho battezzato come rubescens a causa dell'assenza di striature e per macchie rossastre abbastanza evidenti sul gambo ciao
  2. Come al solito quei due balordi aspettano che mi allontani un attimo... (...quei 3-4 mesi e 3-400 chilometri...) e vanno afar man bassa dei miei funghi prediletti (in questo caso morchelle) che peraltro son decisamente rare in appennino toscano... Ho visto in ritardo ma ho visto, e non sfuggirete la mia ira!!! :club: :biggrin: mi mancano da morire le nostre scorribande infinite in appennino, per fortuna qua ho trovato altri degnissimi compari, con i quali stiamo meditando ben presto un'incursione in terra natìa... tremate fratelli briganti! vi abbraccio stefano
  3. 15) e giusto per rifarsi la bocca questa gustosa famigliola di Cantharellus cibarius di agarici ci ho provato ma neanche l'ombra, prometto che mi impegnerò di più.... un abbraccio! stefano
  4. 13) per questi potrei azzardare Inocybe sp.
  5. 11) così come di fronte a questo grazioso piccolo funghetto...
  6. 10) di fronte a questa massa gelatinosa appesa ad un ramo di abete (se non sbaglio douglasia) alzo miseramente bandiera bianca
  7. 9) qua credo che si tratti di Pluteus cervinus, fungo lignicolo molto comune
  8. 8) Altra Amanita, colore simile alla junquillea ma forma molto più slanciata e dimensioni notevoli, (altezza circa12-15 cm) medesimo habitat in luogo fresco e umido
  9. Non sono certo la persona più indicata e preparata per fare lezioni sui funghi, ma ho voluto mettere le note di cui sopra anche se banali perchè ripetere una banalità a volte può risultare utile a chi, anche se non credo siano molti, magari ha meno confidenza di me con il mondo della micologia prego i veri esperti di correggere eventuali castronerie dette ciò premesso arriviamo a funghi a me meno noti 7) sicuramente Amanita, a primo acchito avrei detto franchetii se non fosse per l'evidente striatura del bordo, habitat sempre bosco di cerro sui 200 m slm, help me!!
  10. ancora lei, per le mie zone di raccolta consuete in toscana abbastanza rara ma che qua mi dicono essere comune in questo periodo nei boschi di latifoglie
  11. 6) altra Amanita, stavolta MORTALE la temibile Amanita verna pericolosissimo fungo tipicamente primaverile, a volte confusa con agarici dai quali si differenzia, fra le altre cose, per il colore delle lamelle sempre bianche fino a completa maturazione, a differenza che nei commestibili "prataioli" ove le lamelle assumono ben presto toni da rosati fino a rosso violaceo molto scuro
  12. ancora lei tipica di questo gruppo di Amanite l'assenza di anello e la striatura marcata sul margine del cappello
  13. 5) altra Amanita, sicuramente del gruppo vaginarie (o amanitopsis) per la specie azzardo crocea molto poco convinto, non avendo con me testi da consultare diciamo che la figuraccia è assicurata... per quanto riguarda la commestibilità stesso discorso della A. rubescens
  14. Adesso qualche Amanita 4) la onnipresente Amanita rubescens, discreto commestibile SOLO PREVIA ADEGUATA COTTURA, altrimenti tossica. moltissimi avvelenamenti sono dovuti a funghi commestibili solo dopo cottura non opportunamente cucinati, ad esempio impanati o alla griglia e quindi cucinati brevemente e non sminuzzati. Per neutralizzare le tossine termolabili di questi funghi occorre che ogni parte del corpo fruttifero raggiunga una temperatura di almeno 70° e la mantenga per almeno 20-30 minuti!
  15. altro fungo per me fino ad oggi solo autunnale (anche se i miei nuovi compagni di merende mi dicono che qua nel lazio è abbastanza normale trovarlo in questo periodo) 3) Xerocomus badius, buon commestibile e bellissimo fungo, trovato numeroso in cerreta pura e misto cerro castagno e betulla
  16. altro fungo che normalmente trovo in autunno 2) Hipholoma fasciculare (son loro vero?? )
  17. sempre loro, forse nel breve periodo non significa niente, ma ho notato sia lo scorso anno in autunno sia quest'anno in primavera una presenza massiccia di questo fungo che in anni precedenti non avevo riscontrato
  18. Buongiorno a tutti approfitto della latitanza dei nostri beneamati porcini per provare a far bella figura con i micologi seri e darmi un tono disinteressato e scientifico... :biggrin: Metto un po' di funghi che mi è capitato di incontrare nelle uscite fatte nelle ultime settimane, molti assai comuni ma che comunque vale la pena ogni tanto far godere anche loro delle nostre attenzioni inizio con una serie di funghi che normalmente trovo in periodo autunnale, probabilmente per me insoliti in primavera perchè non molto pratico di questi habitat per me nuovi 1) Paxillus involutus, fungo MORTALE dalla tossicità tanto pericolosa quanto bizzarra, fino a pochi anni fa ritenuto edibile; rinvenuti parecchi esemplari in bosco di quercia a circa 200 m. slm già da metà aprile, in passato mi era capitato di trovarne solo in autunno in habitat molto vari, dalle peccete in quota (fino a 1600m.) in Carinzia, fino in appennino toscano associato a diverse latifoglie
  19. Chissà fra un paio di giorni... :biggrin: carissimo Ennio, secondo il tuo parere è davvero necessario questo continuo riaggiornamento di generi? posso capire i nuovi metodi di analisi (microscopia ma soprattutto DNA), ma in alcuni casi trovo la creazione ex-novo di altri generi ed il frenetico rimescolamento di specie un po' eccessivo e in alcuni casi più mirato all'autocompiacimento di qualche "innovatore" che non a fini puramente scientifici e tantomeno per rendere più accessibile lo studio della micologia a qualche nuovo micofago curioso grazie del tuo costante impegno a rendere un po' meno ignoranti i capoccioni come me!! stefano
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