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peter

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  1. Concordo pienamente con Fabio !!!!! Potrebbe comunque essere, date le dimensioni e il colore intenso, la Lepista o Tricholoma o Rhodocybe sordida Ciao Piero
  2. Carletto questo potrebbe essere un fungo appartenente al genere Entoloma. Ciao Piero
  3. Ciao carissimo Carletto complimenti per i ritrovamenti !!! Da noi c'è il deserto micologico. Per quanto riguarda il fungo a forma di clave con molta probabilità si tratta di Clavulina rugosa. Troverai foto della stessa in vari siti micologici. Un abbraccio a te e famiglia. Piero
  4. peter

    il pettirosso

    Bravissimi Angelo e Cinzia. Fotografie , le vostre, da archiviare !!!! Ciao e tantissimi auguri di uno straordinario anno nuovo. Piero
  5. Ciao Nico grazie per le foto di paesaggi incantevoli e incantati. Non potevano mancare nel tuo post funghi per me di rara bellezza come l'Hygrohorus speciosus (?) e l'Hygrophorus lucorum. Tanti auguri di felice e fruttuoso 2008. Un abbraccio. Piero
  6. Confermo il parere di Fabio. La Lumix è una macchinetta eccellente, a prezzo accettabile e fa fotografie a mano libera splendide. Aggiungo anche che il display ha le dimensioni ottimali per la messa a fuoco automatica, specie con la macro. Ciao a tutti. Piero
  7. Caro Luigi si spera che l'anno nuovo porti a te , a me e a tutti gli uomini di buona volontà (tutti i micofili): a) salute :biggrin: serenità c) saggezza d) soldi e) soddisfazioni. Buon Natale !!! Piero
  8. Caro Marco anche per un adulto "sano" o ritenuto sano l'eccesso nel consumo di funghi può portare a sindrome gastrointestinale. Come sai la cellula fungina presenta una parete esterna costituita da chitina, una sostanza (è un polisaccaride) che il nostro organismo fatica a metabolizzare; la sua trasformazione comporta un importante impegno del nostro apparato gastrointestinale e in alcuni individui si possono manifestare nausea, eruttazioni, vomito e diarrea. Per quanto riguarda il Boletus edulis vi sono segnalazioni di effetti tossici di natura gastrointestinale in individui dopo assunzione singola o ripetuta. Ed è stato inoltre dimostrato che il porcino ed altri contengono un particolare zucchero, il trealosio, che provoca a livello intestinale flatulenza, distensione addominale e diarrea in individui carenti della trealasi, l'enzima che a livello duodenale trasforma il trealosio in glucosio (zucchero quest'ultimo facilmente assorbito e utilizzato dalla mucosa intestinale). Potremmo considerare quindi la comparsa di diarrea o flatulenza, più che come un effetto tossico, una forma di intolleranza. Non mancano in letteratura casi di grave allergia al Boletus edulis tra cui ricordo 2 shock anafilattici da Boletus edulis registrati alcuni anni fa in Svizzera presso l'ospedale cantonale di Zurigo. Intolleranza, allergia, assunzione di fungo in avanzati stato di sviluppo o in decomposizione, indigestione da assunzione eccessiva: tutti questi fenomeni hanno in comune degli effetti a livello gastrointestinale, erroneamente definiti come effetti tossici da funghi. Un caro saluto con Auguri di Buon Natale a te e famiglia. Piero
  9. Caro Piccio sicuramente ogni anno numerosi fungaioli vanno incontro a intossicazioni dovute a superficialità e ignoranza. In ogni caso i casi mortali di intossicazione segnalati anche nel nostro paese sono molto limitati e rappresentano un problema minore se rapportato ai morti per incidenti stradali. Una curiosità: sulla base dei elementi di cui dispongo il numero di decessi da intossicazione fungina in Italia sono pari a quelli di cercatori di funghi deceduti per cadute e/o malori nel bosco. Per quanto riguarda lo studio sperimentale del dr. Niemenen ammetto che si tratta di una condizione estrema con dosaggi molto elevati ma nella maggior parte degli studi tossicologici, proprio perchè tali, si ricorre ad alte dosi per poter far emergere gli effetti tossici non evidenziabili con bassi dosaggi. Ciò vale anche per i farmaci in sviluppo da parte delle industria farmaceutica. Tuttavia lo studio del biologo finlandese ha permesso di evidenziare che non solo il Tricholoma equestre, che ha dato luogo a casi di intossicazione in Francia con tre decessi, ma anche altri funghi comunemente consumati, ivi compreso il Boletus edulis, se dovessero consumati in quantità eccessive, potrebbero avere un effetto tossico a livello muscolare o epatico. La morale della storia: non abusare nel consumo dei funghi commestibili + saper riconoscere i fungi tossici. Buon Natale a te e famiglia. Piero
  10. Caro Giuliano un abbraccio e un carissimo augurio di Buon Natale a te e alla tua famiglia. Piero
  11. Caro Ennio tanti auguri di buon Natale. Piero
  12. Luigi la nostra discussione mi ha fatto ricordare che recentemente (in novembre) sui nostri monti Lessini ho reperito un Suillus collinitus "classico". Ti allego la foto. Salutoni. Piero
  13. Caro Luigi concordo pienamente con le tue considerazioni. Con una bella sezione del fungo potremmo arrivare ad una determinazione quasi certa. Richiesta per Quartetto Toscano: Amico MAX, che aspetti? 1) Vai a cercare subito altri esemplari del Suillus 2) fai una sezione 3) fai alcuni scatti 4)inserisci le foto nel post. Un abbraccio da chi ti ricorda unitamente agli amici toscani APB per la cortesia e la disponibilità sempre mostrata nei confronti degli Alpini APB. Buon Natale a te, famiglia e al magnifico gruppo toscano APB. Piero P.S.: quanto sopra è soltanto uno scherzoso invito. Ciao
  14. Ciao Arturo. Ammiro sempre le foto che tu ed altri amici ci fate vedere nel sito. Colgo l'occasione per inviare a te e famiglia i miei più cari auguri di Buon Natale e di un fantastico (e fruttuoso sul piano micologico) Anno Nuovo. Piero
  15. peter

    Addio 2007

    Complimenti Daniele per la splendida rassegna di funghi frequenti e rari delle nostre Prealpi. Tanti auguri di Buon Natale a te e Lucia. Piero
  16. Parte quinta ed ultima Tossicità del Tricholoma equestre ed effetti simili indotti da altri funghi P. Nieminen (Finlandia) Una delle più interessanti relazioni al Convegno è stata quella del dr. Nieminen, biologo dell’Università di Joensuu (Finlandia ) che ha studiato la tossicità a livello muscolare e cardiaco di alcuni funghi tra cui anche il Tricholoma equestre, nell’animale di laboratorio (topi). I funghi studiati sono stati il Boletus edulis, il Cantharellus cibarius, l’ Albatrellus ovinus e il Leccinum versipelle e una mistura di Russule (xerampelina, decolorans, flava, vinosa). I funghi essiccati sono stati somministrati, in forma di polvere, a gruppi di topi per 5 giorni consecutivi a dosi di 3, 6 e 9 mg/kg al giorno che corrisponderebbero in un uomo adulto di 70 kg di peso rispettivamente a 210 g, 420 g e 630 g di fungo secco e a 1,5- 4, kg di fungo fresco. Negli animali così trattati si è osservato che specie alla dose massima impiegata e cioè 9 mg/kg al giorno, con tutti i funghi testati si ha un incremento sensibile dei livelli della creatinina chinasi, enzima presente all’interno delle cellule del muscolo striato e che in caso di lesione tossica del muscolo viene messo in circolo, raggiungendo alti livelli nel sangue. Lo studio pertanto ha permesso di evidenziare che non solo il Tricholoma equestre ma anche specie considerate commestibili potrebbero sviluppare effetti tossici a livello muscolare, se assunte ad dosi ripetute e nettamente superiori a quelle che potrebbero essere consumate da una persona adulta, Pertanto con lo studio sperimentale condotto dal dr. Nieminem si dimostra che l’effetto tossico a livello muscolare non è specifico del solo Tricoloma equestre ma è osservabile anche con altri funghi e si può ragionevolmente ipotizzare che l’effetto tossico sia dovuto ad una sostanza contenuta in tutti i fungi testati. Il dr. Niemenen ha evidenziato che anche alcuni funghi coltivati come il Lentinus edodes possono dar luogo a effetti tossici muscolari nel topo ad alti dosaggi mentre il Pleurotus ostreatus sempre ad alte dosi induce un aumento delle transaminasi e aumento della bilirubina plasmatici con l’Agaricus bisporus. Infine in un recente studio condotto sempre su topi il dr. Niemenen ha potuto evidenziare a seguito di una somministrazione di 12 mg/kg al giorno per 28 giorni di Tricholoma equestre fresco un effetto tossico a livello cardiaco e a livello epatico. In estrema sintesi questi sono gli elementi più significativi emersi dal Convegno Internazionale di Micotossicologia di Trento: a) nuovi dati tossicologici ed epidemiologici tendono a sostanziare quanto empiricamente riportato in molte guide micologiche ovvero che il consumo dei funghi deve essere sempre moderato in quanto anche i funghi commestibili contengono, seppure in quantità limitata, sostanze non ancora identificate, dotate di una tossicità intrinseca; anche il nostro amato porcino, così come il finferlo, a dosi molto elevate non è immune da effetti tossici evidenziabili nell’animale; c) i dati epidemiologici italiani ed esteri dimostrano che il fenomeno delle intossicazioni fungine è ancora diffuso, dovuto in genere a consumo di funghi tossici da parte di incauti ma anche, in limitati casi, a funghi commestibili per probabili intolleranze individuali, per cattiva conservazione dei funghi, per ingestione di quantità eccessive o per virus/ batteri presenti negli alimenti ingeriti. d) negli ultimi 5 anni sono state individuate nuove forme di intossicazione fungina, tra cui la rabdomiolisi da Tricholoma equestre, l'encefalopatia da Pleurocybella porrigens e l'eritromelalgia da Clitocybe amoenolens ed è probabile che nei prossimi anni, altre e nuove potranno essere identificate. Un caro saluto con i miei migliori auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti gli amici di APB. Piero
  17. Parte quarta Una sessione del Convegno è stata dedicata alle novità di micotossicologia tra cui le “nuove” sindromi ovvero a forme di intossicazione fungina dovute a funghi considerati in precedenza privi di effetto tossico Sindrome di Szechwan (Sechuan) dr. E. Brunelli (Trento) Il dr. Brunelli , medico micotossicologo dell’AMB di Trento, ha trattato il tema della Sindrome di Szechwan. Si tratta di una nuova forma di intossicazione inizialmente attribuita all’ Auricularia auricula judae ovvero l’orecchio di Giuda. Il nome della sindrome proviene da una regione della Cina (Szechwan) in cui viene coltivata e ampiamente consumata una specie erroneamente identificata come Auricularia auricula judae. In realtà si ritiene che a dar luogo alla sindrome è l’Auricularia polytrichia che si diversifica dalla auricula judae per dimensioni mediamente maggiori e una colorazione più scura, tendente al nero, sulla faccia superiore del carpoforo. La sindrome si manifesta con emorragie di piccole dimensioni a livello cutaneo e gengivale e epistassi (sanguinamento della mucosa nasale) in individui che hanno consumato frequentemente e quantità consistenti del fungo incriminato. Il rischio di sanguinamento aumenta sensibilmente nel caso in cui oltre alle assunzioni del fungo si ricorra all’impiego di aspirina o di farmaci anticoagulanti. Rabdomiolisi da Russula subnigricans dr. A. Valli Il tema è stato trattato dal dr. Valli, Primario di Medicina dell’Ospedale San Camillo di Trento. Sono stati illustrati gli effetti tossici della Russula subnigricans, fungo recentemente identificato in Giappone che cresce esclusivamente nell’Estremo Oriente e ha il medesimo habitat della Russula nigricans. Il fungo ha un cappello di 5-12 cm di diametro di colore bruno scuro; il gambo è robusto e con colore con il cappello; la carne è bianca virante al rosso al taglio; habitat: latifoglia (quercia). L’intossicazione da Russula subnigricans si manifesta dopo sole 1-2 ore dall’assunzione con astenia, malessere e affaticamento, dolori muscolari,e nei casi più gravi con danno renale e insufficienza renale temporanea, insufficienza respiratoria acuta e gravi alterazioni elettrolitiche, , edema polmonare, aritmia o arresto cardiaco . Sul piano istologico l’intossicazione è caratterizzata da distruzione o lesione delle fibre muscolari striate (cuore e muscoli scheletrici) con aumento sensibile dei livelli sierici della creatinina chinasi . La terapia prevede il ricorso alla lavanda gastrica, alla idratazione con infusioni venose di soluzioni fisiologiche e in caso di insufficienza renale grave al trattamento emodialitico. Encefalopatia associata a Pleurocybella porrigens dr. Pietro Franchina Su questa relazione ha fatto un ampio resoconto Didò (Fabio) e pertanto rimando il lettore a quanto riportato nel post aperto da Didò nella sezione Aggiornamento Scientifico del Forum.
  18. segue Parte terza Epidemiologia delle intossicazioni da funghi nella regione Toscana nel periodo 2004-6C. Pierozzi, G. Tardone, F.Rastelli et al. Lo studio, realizzato per conto della regione Toscana, si proponeva di ottenere dati quantitativi per valutare l’entità del fenomeno nella Regione. Sono stati assemblati i dati provenienti dal Centro Antiveleni dell’Ospedale Careggi e da 12 Ispettorati Micologici delle ASL che hanno effettuato interventi a seguito di chiamata da parte dei Pronto Soccorso Ospedalieri. Nel periodo 2004-6 complessivamente sono stati segnalati 735 intossicazioni, per lo più dovute a funghi raccolti da privati: 290 nel 2004, 227 nel 2005 e 218 nel 2006. Lo 0,5% delle intossicazione era riconducibile a consumo di funghi regalati, il 2,4% a funghi acquistati al supermercato o consumati al ristorante. I funghi responsabili delle intossicazioni sono qui di seguito riportati: funghi non commestibili/tossici num. casi Omphalotus olearius 80 Entoloma lividum 73 Amanita phalloides 12 Clitocybe nebularis 10 Boletus sez luridi 9 Agaricus xanthoderma 5 Russula emetica 5 Funghi commestibili Boletus edulis 31 Armillaria mellea 5 Amanita caearea 4 Agrocybe aegerita 3 Da segnalare che anche in Toscana il 19% delle intossicazioni è dovuta a specie commestibili e che la maggior parte delle intossicazioni hanno origine da funghi provenienti da raccolte di privati. Gli autori dello studio ritengono che le intossicazioni da specie commestibili siano dovute non al fungo in sé ma a probabili intolleranze individuali, stati di cattiva conservazione dei funghi (ad esempio scongelamenti ripetuti), quantità eccessive ingerite ed anche a stati psicologici ansiosi. Inoltre la sindrome potrebbe essere dovuta a virus o batteri con relative tossine presenti negli alimenti ingeriti.In una parte significativa degli episodi (più del 50%) non è stato possibile trarre conclusioni esaustive sui funghi responsabili delle intossicazioni.
  19. Parte terza Le intossicazioni da funghi e attività degli Ispettorati Micol. in Emilia Romagna dal 2001 al 2006 M. Presi-L.Vicinelli Sono stati riportati i dati relativi alle intossicazioni fungine nella regione Emilia Romagna nel periodo 2001-2006 per complessivi 494 casi (in media 82 all’anno) con 4 decessi. La casistica comprende solo i casi di intossicazione per i quali era stato richiesto l’intervento di un micologo per l’identificazione del fungo responsabile. In sintesi questi sono i dati presentati: genere/specie n° casi % sul totale intoss. fungi tossici Agaricus spp. 23 4,6 Amanita phalloides 13 2,6 Entoloma sinuatum 46 9,3 Lepiota piccola taglia 28 5,6 Omphalotus olearius 29 5,8 Funghi psicoattivi 10 2,2 funghi commestibili Agrocybe aegerita 28 5,6 Armillaria mellea 67 13,5 Boletus gr. edulis 57 11,5Russula olivacea 26 5,2 Anche in questa casistica così come quella presentata dal Centro Antiveleni di Milano, si può rilevare che un certo numero di intossicazioni fungine è causata da funghi commestibili e tra questi il noto porcino.
  20. Interessante diapositiva presentata dalla dr.ssa Moro del CAV del Niguarda di Milano che evidenzia come il fenomeno delle intossicazioni fungine sia sottostimato. Molti dei casi di intossicazione non vengono notificati o comunicati alle autorità sanitarie.
  21. Interessante diapositiva presentata dalla dr.ssa Moro del CAV del Niguarda di Milano che evidenzia come il fenomeno delle intossicazioni fungine sia sottostimato. Molti dei casi di intossicazione non vengono notificati o comunicati alle autorità sanitarie.
  22. Riporto qui di seguito il numero di casi segnalati dal CAV nel periodo considerato (1 settembre -15 dicembre 2006): 8 casi di intossicazione da Amanita phalloides, 5 casi di da Amanita muscaria, 4 casi da Amanita pantherina, 18 casi da funghi a commestibilità non conosciuta, 2 casi da Paxillus spp.,,2 casi da Tricholoma spp.,17 casi da Omphalotus spp., 8 casi da Lactarius spp., 18 casi da Entoloma spp., 3 da Marasmius spp., 5 casi da Cantharellus spp., 5 casi da Xerocomus spp., 10 casi da Agaricus spp., 6 casi da Leccinum spp., 8 casi da Russula spp., 10 casi da Macrolepiota spp., 17 casi da Armillariella spp., 28 casi da Boletus spp.. Per quanto riguarda le intossicazioni a breve latenza (a sintomatologia prevalente gastrointestinale). nel 48% dei casi il responsabile dell’intossicazione è stata individuato in una specie di fungo di riconosciuta commestibilità tra cui funghi appartenenti al genere Boletus . Nell’ambito poi delle intossicazioni da Boletus , il 28% era correlato all’assunzione di Boletus edulis, il 12% al Boletus satanas, il 4% al Boletus radicans, il 4% al Boletus pulchrotinctus, il 4% al Boletus (Suillus) luteus , il 4% al Boletus luridus e il 44% a boleti non identificati. Di tutte le intossicazioni seguite nel periodo 1 settembre -15 dicembre 2006, 284 si sono risolte clinicamente in 24-48 ore; in 26 pazienti con sindrome falloidea si sono avuti 4 decessi e sono stati effettuati 2 trapianti di fegato con ricupero completo della funzione epatica nei rimanenti 20. In 4 pazienti si è dovuti ricorrere al trattamento emodialitico per insufficienza renale cronica.
  23. segue parte seconda Convegno Internazionale di Micotossicologia Trento 6-7 dicembre Le intossicazioni da funghi in Italia : problematiche diagnostiche e terapeutiche Relatori: dr.sse P. Moro e F. Assisi (Milano) Le due dottoresse operano presso il Centro Antiveleni (CAV) dell’Ospedale Niguarda di Milano, Centro di riferimento italiano nel settore. Da molti anni i due sanitari seguono l’andamento delle intossicazioni fungine nel nostro paese e forniscono consulenze tossicologiche per intossicazioni da funghi o sospette tali per tutto il territorio nazionale. Le richieste di consulenza al Centro sono state dal 1996 al 2006 ben 9.586 e di queste 7.766 riguardavano casi di intossicazione da consumo di funghi. Nell’ambito dei 7.766 casi 2.318 riguardavano pazienti con intossicazioni con latenza superiore a 6 ore, 4.549 pazienti con intossicazione a breve latenza (inferiore a 6 ore). Sono stati poi registrati nel periodo considerato 22 decessi e in 9 casi si è reso necessario un trapianto di fegato o di rene. La terapia attuata presso il CAV in caso di intossicazione falloidea è la seguente: lavanda gastrica (gastrolusi),somministrazione di carbone vegetale (per assorbire le tossine a livello gastrointestinale),somministrazione di solfato di magnesio (ad effetto lassativo),iperidratazione (infusione endovenosa di alto volume di soluzione fisiologica per combattere la disidratazione), infusione di sostituti plasmatici (per contrastare il rischio di emorragie gravi a livello di organi e apparati). Per la diagnosi di una eventuale intossicazione falloidea vengono controllate la funzione epatica e renale, gli elettroliti plasmatici, l’emoglobina , l’ematocrito e la glicemia e si determina poi l’eventuale presenza di amanitina nelle urine. Ove possibile si effettua un controllo micologico sui residui di cibo o su materiale fecale o su vomito del paziente con sospetto di intossicazione, eseguito da un perito micologo. Nel periodo compreso tra il 15 settembre a 15 dicembre 2006 il CAV ha ricevuto un alto numero di chiamate telefoniche (ben 492), per consulenze micotossicologiche a ospedali o a privati di numerose regioni italiane con complessivi 343 casi accertati di intossicazione. In un gran numero di casi (n=284, 83% dei casi) ) erano presenti sintomi gastrointestinali vomito, diarrea e dolori addominali, in 26 casi (pari all’8% del totale) epatite acuta, in 4 casi una insufficienza renale (1%) e in 29 ( 8%) una sintomatologia neurologica (sopore, allucinazioni, termori) o cutanea (eruzioni cutanee e febbre).
  24. Convegno Internazionale di Micotossicologia Trento 6-7 dicembre 2007 Parte seconda Intossicazioni da funghi: la situazione in Francia Relatore: dr. F. De Haro (Marsiglia, Francia) Il dr. De Haro, medico del Centro Antiveleni di Marsiglia, ha riferito in merito alle intossicazioni fungine in Francia, paese in cui si è osservato un aumento del numero degli intossicati a partire dagli anni ’80. Ogni anno in Francia si verificano circa 1000 intossicazioni con 1-4 decessi per lo più dovuti a Amanita phalloides o Amanita verna. Circa il 50% delle intossicazioni erano conseguenza di un consumo di funghi senza che gli stessi fossero stati identificati da esperti come commestibili. Il clinico ha illustrato alcune nuove sindromi descritte in Francia fin dai primi anni ’90. Tra queste : 1) la sindrome norleucinica E’ dovuta al consumo di Amanita proxima, un fungo raro reperito nel sud della Francia; la sindrome si manifesta inizialmente con disturbi gastrointestinale a comparsa tardiva , seguita poi da una tubulopatia renale acuta che, diversamente dalla nefropatia indotta dal Cortinarius orellanus, risulta reversibile. In alcuni pazienti si è notato anche un leggero effetto tossico a livello epatico. L’intossicazione è stata osservata inizialmente nel 1992 in Francia e successivamente in Spagna (3 casi) e in Italia (3 casi). Una intossicazione dalle caratteristiche similari è stata descritta sempre negli anni ’90 in USA e Canada e di recente 2 casi in Taiwan, a seguito di consumo di Amanita smithiana. In Giappone il consumo di Amanita pseudoporphyria ha dato luogo a intossicazione molto simile a quella da Amanita proxima(2 casi). La tossicità sarebbe dovuta alla norleucina, un aminoacido contenuto nel fungo. 2) la sindrome eritromelalgica Si manifesta con edema, rossore e dolori urenti e persistenti alle estremità (piedi e mani) 24 ore dopo il consumo di una Clitocybe amoenolens, fungo che morfologicamente si avvicina molto alla Clitocybe inversa. La tossina responsabile della sindrome è l’acido acromelico. Complessivamente sono stati registrati circa casi, tutti verificatisi al sud della Francia. Il fungo in questione è stato reperito anche in alcune regioni italiane tra cui l’Abruzzo. 3) atassia e confusione mentale da Morchella E’ una sindrome legata a consumo di Morchella cruda o non adeguatamente cotta 4) rabdomiolisi da Tricholoma equestre E’ una nuova forma di intossicazione comunicata alla comunità scientifica internazionale attraverso una pubblicazione nel settembre 2001 sul New England Journal of Medicine, il più qualificato giornale di medicina al mondo. Dal 1993 al 1998 sono stati osservati 13 casi di rabdomiolisi con 3 decessi; l’insorgenza delle sintomatologia era strettamente correlata ad assunzioni frequenti (da 3 a 6 pasti consecutivi) e abbondanti del fungo . La sindrome si manifesta con dolori muscolari diffusi, impotenza funzionale, forte astenia, respiro alta frequenza di atti inspiratori, sudorazione abbondante , nausea, eritema facciale, urine scure. Negli intossicati sul piano laboratoristico si erano evidenziati un massiccio incremento delle creatinina chinasi (enzima indicativo di effetti tossici sulla muscolatura striata) e uno leggero stato di sofferenza epatica con aumento sensibile delle transaminasi. I 3 decessi sono stati attribuiti a insufficienza cardiaca causata da miocardite tossica. Anche in Polonia nel 2003 sono stati registrati 3 casi di rabdomiolisi da Tricholoma equestre, fungo che il nostro Ministero della Salute ha escluso con apposito decreto dall’elenco dei funghi commestibili e commercializzabili. 5) intossicazione di tipo falloidinico dovuta all’Amanita dunensis Il dr. De Haro ha inoltre segnalato una grave intossicazione avvenuta in Francia nel 2005 a seguito di consumo di una amanita molto rara, l’Amanita dunensis, sinonimizzata con Amanita phalloides varietà dunensis, reperita sulla costa atlantica della Francia. Il fungo, consumato da 2 bambini di 2 e 4 anni, ha determinato una sindrome falloidea e in uno di essi si è reso necessario il trapianto di fegato. Ecco qui di seguito una breve descrizione del fungo: Amanita dunensis(Heim) ex Bon & Andary (Amanita delle dune) Divisione - Classe - Ordine - Famiglia Basidiomiceti/ Homobasidiomycetes / Amanitales / Amanitaceae Cappello: colore verde chiaro biancastro, crema, ocra; superficie liscia o con squame, striato al margine Lamelle: colore bianco Gambo: colore bianco, crema; superficie liscia, con un bulbo molto ridotto o assente, Anello: presente, a gonnellina, leggermente striato nella parte superiore Volva: presente, molto sottile e fragile Habitat: sotto conifere o latifoglia in ambiente dunale Commestibilità: tossico, potenzialmente mortale Fotografia : non disponibile Nell'allegato una delle diapositive presentate da dr. De Haro
  25. Cari amici APB ho avuto occasione di presenziare al 4°Convegno Internazionale di Micotossicologia organizzato dall'Associazione Micologica Bresadola a Trento , il 6 e 7 dicembre. Al Convegno è stato fatto il punto sulle intossicazioni fungine in Italia, Francia, Finlandia e Germania. Si è parlato inoltre delle “nuove” forme di intossicazione ,di recente identificate e definite nella letteratura specializzata, e sono state presentate casistiche aggiornate delle intossicazioni fungine iregistrate n alcune regioni italiane. Hanno partecipato al Convegno 250 micologi, per lo più funzionari di ASL o di aziende del settore industriale e alcuni medici e biologi italiani ed esteri, da numerosi anni impegnati nello studio e nel trattamento delle diverse forme di intossicazione fungina. Riporto qui di seguito le principali risultanze emerse con i titoli delle relazioni e nomi dei relativi relatori. Parte prima Le intossicazioni da funghi nella Provincia di Trento Relatore: dr. M. Donini (Trento) Il dr. Donini, responsabile di un gruppo micologico trentino, ha riferito in merito alle intossicazioni fungine registrate dal 1998 al 2007 nella città e nella provincia di Trento. Nel periodo complessivamente sono stati registrati 58 casi di intossicazione gastrointestinale, per lo più concentrati nell’anno 2005, 1 intossicazione panterinica, 1 intossicazione orellanica, 1 intossicazione psilocibinica e 8 intossicazioni di tipo falloidinico. Le specie responsabili delle intossicazioni gastrointestinali sono state alcuni boleti a pori rossi, lattari a lattice bianco, Entoloma lividum e rhodopolium, Ramarla pallida, Calocera viscosa, Amanita citrina, Leucoagaricus bresadolae, Macrolepiota rhacodes var. venenata e Tricholoma pardinum. Responsabile dell’unico caso di intossicazione orellanica, caratterizzata da insufficienza renale acuta, è stato il Cortinarius speciosissimus o orellanoides. Nelle intossicazioni più gravi ovvero nelle intossicazioni falloidiniche (n=8) i funghi responsabili sono stati l’Amanita phalloides, l’Amanita virosa e le Lepiote di piccola taglia; nelle intossicazioni di tipo muscarinico, che si manifestano con sudorazione profusa, lacrimazione e salivazione abbondante, i funghi in causa erano le Clitocybae bianche di piccola taglia. L’unico caso registrato di intossicazione da Amanita muscaria si è manifestato con segni di ebbrezza, allucinazioni visive, senso di angoscia oltre che nausea e vomito mentre la Psilocybe semilanceata ha causato la classica sindrome allucinogena, con alterazione della percezione spazio-temporale, visioni distorte della realtà e degli oggetti circostanti. Il dr. Donini nella sua casistica ha inoltre riportato 36 casi di intossicazioni da funghi commestibili; presumibilmente si trattava di consumo di funghi non adeguatamente cotti o raccolti in avanzato stato di maturazione. Intossicazioni falloidee in Germania: casistica e terapia Relatore: dr. P. Zylker Il dr. P. Zylker del Dipartimento di Tossicologia Clinica dell’Università di Monaco di Baviera, ha presentato una relazione sulle intossicazioni fungine degli ultimi 25 anni in Germania. Il centro di Monaco registra la maggior parte delle intossicazioni fungine che si manifestano in Germania. Riporto qui di seguito l’elenco dei funghi e il numero di casi di intossicazione: Amanita phalloides: 62 casi; Amanita virosa : 51 casi[/color]; Inocybe erubescens: 17 casi Amanita non specificata: 45 casi; Amanita pantherina: 16 casi; Russula emetica: 9 casi Paxillus involutus: 8 casi; Morchella esculenta : 6 casi (non adeguatamente cotta? n.d.r.) Amanita muscaria: 5 casi; Galerina marginata: 5 casi; Coprinus non specificato: 5 casi Cortinarius speciosissimus : 3 casi; Gyromitra esculenta: 2 casi; Inocybe haemacta : 1 caso In 177 casi non è stato possibile identificare il fungo responsabile. Ha realmente impressionato l’auditorio il dato riguardante il numero di intossicazioni da assunzione di funghi dichiarati commestibili con prevalente sindrome gastrointestinale: si tratta di ben 625 casi, probabilmente dovuti al consumo di funghi in avanzato stato di maturazione o a fenomeni di intolleranza individuale o al consumo di quantità eccessive . Sono state poi riportate ben 415 sindromi gastrointestinali a seguito di consumo di funghi acquistati in negozi o supermercati (!!!!!!). Il farmacologo clinico tedesco ha poi fatto il punto sulla sindrome falloidea distinguendo 4 gradi o livelli di gravità : 1° grado: comparsa di gastroenterite con tempo di latenza lunga (>6 ore) senza indici ematologici di tossicità epatica o renale 2° grado: aumento dei enzimi epatici nel sangue (transaminasi) senza disturbi della coagulazione 3° grado: aumento delle trnsaminasi con disturbi della coagulazione e aumento della bilirubina nel sangue 4° grado: decesso. Nei casi più gravi ovvero in alcuni pazienti appartenenti all’intossicazione di 3° grado in Germania così come in altri paesi si ricorre al trapianto di fegato. La terapia attuata per le intossicazioni falloidee è l’idratazione con infusioni di soluzione isotonica, la somministrazione per bocca del carbone vegetale e la somministrazione di silibilina sostanza che bloccherebbe l’accesso della tossina (alfa-amanitina) alla cellula epatica, limitandone così l’effetto tossico.
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