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Aquila

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Tutti i contenuti di Aquila

  1. Avrai anche da imparare molto...ma a me queste foto piacciono moltissimo Complimenti
  2. una bella storia che secondo me è cominciata
  3. Gran belle immagini,congratulazioni Evandro
  4. che foto Andrè!!! quanta verità nelle parole che hai postato...vabbè ne parliamo presto
  5. Aquila

    Zigolo delle nevi

    buon anno Angelo anche a te
  6. Aquila

    Gufo comune

    grande Angelo...foto e soggetto splendidi
  7. Aquila

    Portando a spasso i miei occhi

    in ogni scatto che fai c'è qualcosa di te,e del tuo meraviglioso modo di intendere la vita ...non ti fermare Morè,continua così felice di averti conosciuto
  8. Aquila

    Il tempo che passa

    riflessioni che si prestano a molte interpretazioni...e che condivido in pieno comunque sublime tutto
  9. Aquila

    Dedicato a te....

    ti sono vicino Giacomo
  10. grazie di esistere Morè ...è tutto stupendo,una stilla di serenità in un periodo abbastanza "strano" per me
  11. Aquila

    Alla fine del silenzio....

    grande ritorno Doge complimenti per il bel post e per come vivi il bosco
  12. scusami tanto Graziano,è colpa mia,appena ci siamo incamminati ti ho pensato e l'ho detto agli altri il rincrescimento poi mi è aumentato quando sulla via del ritorno ho incontrato Gandalf ci aveva anche invitato a berci qualcosa,solo che già ci eravamo sparsi per andare a pranzo oggi volevo salire,ma da me è venuto giù il finimondo ...mi sa che pure una quindicina di giorni fà,ci siamo mancati di poco Ennio quando vuoi sono a tua disposizione per tornarci anche Cesarino è rimasto colpito dalla bellezza del luogo e ne sono immensamente felice ci siamo rifatti con un Montepulciano D'Abruzzo eravamo partiti per non "attripparci" troppo,si parlava di qualche arrosticino e un bicchiere di vino è finita a tavola con,antipasto locale,coppia di primi,pecora alla cottora,arrosticini e pecora alla brace patate al forno,insalata e assaggi misti di torte fatte in casa ...però questa volta io non centro per niente :-))) io avevo proposto di pranzare al rifugio,avvertendo il gestore che è un amico di farci solo un pò di carne alla brace ed alla fine,invece ci siamo ritrovati in un agriturismo di gente che conosco,davanti a quei piatti e con davanti un panorama mozzafiato ringrazio tutti i presenti per la bellissima giornata che mi hanno fatto trascorrere ringrazio la natura di questi posti magici presenti in Abruzzo che ci ha accolto con la sua straripante bellezza,posti che meriterebbero di essere conosciuti e visitati da molti ...non solo quando sono presenti i funghi che per qualcuno, troppo spesso,sono più importanti delle persone,e hanno il potere di far trasparire i loro lati peggiori, a volte sminuendo il vero significato della parola,amicizia,a scapito di altri sentimenti,quali l'ipocrisia o la falsità ...fortunatamente non in tutti:-)
  13. questa volta per accoglierci si sono presentate in quattro,non è facile vederne quattro insieme spettacolo superbo comunque è un posto che regala spesso emozioni simili una quindicina di giorni fà ero lì per i funghi,ho avuto una volpe ad una decina di metri che mi guardava il tempo di tirare fuori la digitale dalla tasca e se ne è andata in tutta tranquillità lo stesso giorno,più tardi,verso il tramonto,ho visto un cervo al limitare del bosco...anche in quel caso appena ho provato a tirare fuori la digitale,con due salti è rientrato tra i faggi hai ragionissima Geppo...poi in un posto simile quando ti fai sentire ci si può organizzare per tornarci...avverti due giorni prima però,che devo sentire le aquile se si fanno trovare
  14. questo è uno dei patriarchi che lo compongono
  15. metto qualche foto fatta in precedenti occasioni ero talmente felice di trovarmi in quel posto con tale compagnia,che la macchinetta fotografica è rimasta nello zaino non volevo perdermi nessuno di quegli attimi ...in compenso ho tirato fuori il binocolo per osservare le aquile questa è una veduta del lago di Campotosto dal Chiarino
  16. salve a tutti,comincio con qualche cenno storico su questo paradiso naturale,note prese da internet e curate da Giustino Parisse per un articolo su "Il Centro",sono i fatti che vi stavo spiegando,mentre salivamo " C’è una valle incantata a nord dell’Aquila dove la statale 80 si inerpica verso il passo delle Capannelle per approdare nell’area del lago di Campotosto. È la Valle del Chiarino che oggi è ricompresa nel Parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga ed è meta di quello che solitamente viene definito turismo di qualità. In quello spazio che sembra fuori dal tempo - una sorta di paradiso terrestre dove si incontrano solo il silenzio e i colori multiformi dipinti dalle stagioni - la presenza dell’uomo è stata sempre discreta, quasi timorosa di non rovinare un tale spettacolo della natura. Si incontrano piccole costruzioni, rifugi che sembrano sorti per completare una scena composta da alberi secolari, rocce che si innalzano all’improvviso, boschi che degradano dolcemente verso conche verdi. Eppure la Valle del Chiarino racchiude in sé una storia in cui gli uomini hanno avuto un ruolo importante ma questa volta non per dilaniare e distruggere ma per conservare e prendere dal bosco solo il legno necessario per gli usi domestici e per le creazioni degli abili artigiani locali (visibili in un museo del legno). E questo lo si deve agli abitanti di un paese dalla storia orgogliosa e dalle forti tradizioni: Arischia. Sono stati loro - gli abitanti di un borgo che da sempre si sono confrontati con una natura amica e a volte matrigna - a tutelare quell’angolo degno di una favola d’altri tempi. Per Arischia la valle del Chiarino è stata per secoli fonte di sopravvivenza: per i pascoli, per la legna da ardere, per i frutti dei boschi. La storia del rapporto fra Chiarino e Arischia affonda nel XIII secolo quando, come dice una leggenda che si è fatta storia, l’imperatore Federico II decise di fondare L’Aquila, con il contributo dei castelli (i borghi di oggi) che circondavano la futura città. E fra quei castelli c’era anche Chiarino che fu gradualmente abbandonato e finì per sparire tanto che oggi se ne rintracciano solo pochi resti. Ma il legame con quella valle incantata non finì, anzi. Una parte degli abitanti di Chiarino si trasferì all’Aquila, una parte più piccola ad Arischia il castello che decise di non rispondere alle sirene della grande città e rimase a presidio di quelle terre “scavate” fra i monti. Per gli arischiesi fu “normale” continuare per secoli a utilizzare le risorse del Chiarino per sopravvivere in un ambiente che nei mesi invernali era freddo e ostile. Poi all’inizio del 1800, con le leggi napoleoniche che riformarono la gestione dei demani attribuendola agli «attuali godenti», il quadro mutò e di fatto la montagna del Chiarino diventò di proprietà privata e finì in mano alle potenti famiglie aquilane che nel XIX secolo dominavano la vita economica e politica del capoluogo. Dopo le prime controversie fra chi voleva attribuirsi la proprietà, ci furono sentenze che disposero che il Chiarino era della famiglia dei marchesi Cappelli. Ma Arischia non si arrese: prima chiese di poter continuare a “godere” dell’uso civico poi quando prevalsero le pretese dei nuovi padroni decise di rispondere con fermezza. La storia è raccontata in un documentatissimo libro di Abramo Colageo e Giovanna Mastrangelo (Arischia, storia dell’amministrazione dei beni separati demaniali dei Naturali di Chiarino, One Group edizioni) che è stato voluto dai vertici dell’amministrazione separata oggi guidata da Elia Serpetti. Nel volume si raccontano i fatti del 1901 (quando gli abitanti di Arischia occuparono il Chiarino e per sostenere le loro ragioni subirono un processo e le relative condanne) che portarono a una ordinanza del prefetto il quale dispose che il Comune di Arischia fosse reintegrato «nel possesso degli usi di seminare, legnare e pascere». Ma questa decisione fu successivamente annullata e allora riprese la battaglia degli arischiesi che si concluse nel 1922 quando i marchesi Cappelli si convinsero che non era più il caso di “schermeggiare” con la popolazione locale e si decisero a vendere tutta la valle al Comune di Arischia per 650.000 lire, soldi che furono raccolti fra i cittadini. Nel 1927 il regime fascista creò la “Grande Aquila”, il Comune di Arischia fu soppresso e la gestione del Chiarino passò al Comune dell’Aquila ma, subito dopo la seconda guerra mondiale gli arischiesi ottennero l’istituzione dell’Amministrazione dei beni separati per, come scrive Domenico Serpetti nella presentazione al libro «conservare un angolo di mondo regalato all’uomo per poter vivere un sogno»." il libro che invece posseggo io è quest'altro
  17. grazie Pat per queste bellissime immagini quando vuoi continuare,noi siamo qui
  18. bellissimo tutto gran bella esperienza quella di gestire il rifugio
  19. ripropongo le nuove leggi per la Raccolta in Abruzzo DOC.pdf
  20. bellissime,se ci riesco la prossima settimana ci faccio un salto
  21. Aquila

    sott'acqua

    belle foto,congratulazioni confermo i branchi sono salpe e in una foto sono presenti i saraghi l'ultima potrebbe essere una tracina
  22. molto bello,sarebbero utili i sottotitoli per apprezzarlo meglio
  23. Aquila

    l'ultima "trovata"

    ci devi tornare a dargli una seconda mano
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