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Doni

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Tutti i contenuti di Doni

  1. Doni

    Carrellata di ascomiceti

    Foto di Helvella pithyophyla
  2. Doni

    Carrellata di ascomiceti

    Ecoo Helvella lacunosa
  3. Doni

    Carrellata di ascomiceti

    Ecco una foto di Helvella crispa , specie consumata nel Salento. Va ricordato che tutte le helvelle contengono sostanze tossiche termolabili per cui vanno sbollentate prima di essere preparate.
  4. Doni

    Carrellata di ascomiceti

    Continuiamo con Gyromitra infula un tempo Helvella infula, infatti la forma della sella ricorda più quella delle helvelle. Questa specie è da molti erroneamente ritenuta responsabile della sindrome giromitrica, ma ancora non vi sono dati che possano avvalorare questa tesi.
  5. Doni

    Carrellata di ascomiceti

    Inizio con una foto di Gyromtra esculenta, che a dispetto del nome non si mangia poichè responsabile di una sindrome potenzialmente mortale: la sindrome giromitrica.
  6. Doni

    Carrellata di Mycene

    Giorgio, sei diventato davvero un campione Donatella
  7. Penso che dovrete aspettare domani perchè ora è a una festa per i 18 anni di un nipotino...... intanto studiare....... Aiuto 1: trattasi di basidiomicete
  8. Non mi destreggio bene nelle specie, il genere si si riconosce molto bene, perchè il primordio non lascia dubbi per la sua consistenza elastica, la sezione poi toglie ogni possibbile dubbio. Donatella
  9. 1) Conferma alla cena del Venerdì 1 Aprile al Villino Medici SI (2 adulti e 3 bambini) 2) Conferma al pranzo al sacco di Domenica 3 Aprile , a base di " schiacciata " e salumi Ni ancora non sappiamo se portiamo ala piccolissima 3) Conferme al pranzo ufficiale di Sabato 2 Aprile. (2 adulti + 2 bambini da 0-6 + 1 bambino 6-12) E' stato fatto un menù per bambini per il pranzo ufficiale di sabato? Donatella
  10. Agaricus porphyrizon P.D.Orton Trans. Br. mycol. Soc. 43:174 (1960) Sinonimi Agaricus arvensis var. purpurascens Cooke, Illustrations of British Fungi (Hymenomycetes) (London) 4: 541 (584) (1885) Agaricus purpurascens (Cooke) Pilát, Sb. nár. Mus. Praze 7B(1): 10 (1951) Etimologia Dal latino ''porphyreus'', purpureo; per il suo colore. Habitat/Periodo Di Comparsa Nei boschi temperati di latifoglie, sotto Quercus o Castanea. Tarda primavera-autunno. Descrizione Cappello 5-7 cm, da emisferico a piano convesso nell’adulto; bianco-rosato decorato da fibrille e grosse squame porporacee; bordo appendicolato, in genere è biancastro tendente a macchiarsi di giallo cromo; cuticola asportabile per 2/3 del raggio. Lamelle fitte frammiste a lamellule tronche dal profilo lievemente sinuato e con filo eroso. Negli esemplari giovani avana pallide poi rosate ed infine bruno scure con filo biancastro. Gambo 0,7-1,5 x 3-6 cm, cilindrico fibroso, al di sopra dell’anello bianco striato, al di sotto tendente ad ingiallire e poi ad imbrunire; base bulbosa che tende ad ingiallire. Anello semplice, membranoso, supero discendente, molto evidente negli esemplari giovani, bianco su ambo le facce; tendente ad ingiallire. Carne bianca virante al giallo rossastro, poi imbrunente; odore forte di anice, sapore dolce. Commestibilità Buon Commestibile. Foto ©2005 Donatella De Giorgi Descrizioni ©2005 Donatella De Giorgi
  11. Va bene la scheda la faccio io.. Doni
  12. x Salvo, hai vinto anche il nome è scitto correttamente. Donatella hai vinto l'onore di fare la scheda tanto la foto ce l'hai di sicuro.
  13. X Giorgio, da noi di Agaricu augustus si trova solo questo che ti posto X Enzo, carissimo amico se ti piacciono i dolci saranno il tuo meritato premio , non solo per la foto...... Donatella
  14. Doni

    Le farfalle

    Anche le larve possono compiere delle migrazioni in gruppo, è il caso delle armyworms ( army = esercito worms= bruchi) cioè le larve della nottua delle graminacee (Mythimna unipuncta Hw.) comparsa in Italia dal 1950. Le larve di questa specie, che sverna nel terreno, hanno la caratteristica di spostarsi in primavera in orde arrecando considerevoli danni alle colture che incontrano. Ma il caso più frequente di gregarismo coordinato è quello che si realizza tra le larve di processionaria, quali ad esempio quelle della Thaumatopea pityocampa (Den. Et Schif.) processionaria del pino. Particolare è il ciclo di questa specie le cui uova sono deposte in ovature grigie a manicotto alla base di due aghi di pino. Ogni femmina depone circa 300 uova ad un’altezza compresa tra i 4 –6 m. Le larve appena schiuse si muovono anche di giorno e con un tessuto sericeo rossastro avvolgono gli aghi nei punti in cui sono nate (pre-nidi), con ripetuti spostamenti abbandonano questi nidi per raggiungere i punti più soleggiati della chioma adatti alla costruzione dei nidi d’inverno. In questa fase pare che vengano emesse delle sostanze aggreganti. Nel frattempo le larve hanno raggiunto il III stadio e sono divenute urticanti. In questo stadio sono comparsi al centro degli uriti in delle cavità dette specchi cosparse di microscopici peli urticanti muniti di microbarbule. In uno specchio sono impiantati più di 100.000 peli urticanti che con il movimento degli specchi vengono liberati nell’aria. Contenendo sostanze proteiche liberatrici di istamina possono causare alle mucose della pelle umana delle infiammazioni di tipo allergico anche molto gravi. In questa stadio di larve III evidenziano anche il tipico modo di procedere in fila indiana , da cui il nome di processionaria. Durante gli spostamenti, ora solo notturni, vengono secreti dei fili sericei guida che servono anche per l’orientamento delle larve. Durante la nutrizione il filo costituisce una sorte di segnale territoriale. Il nido definitivo ha forma di pera con la parte ristretta rivolta verso il basso. Nel periodo invernale se le temperature si mantengono al di sopra di 0° continuano a nutrirsi spostandosi sulla chioma, per rientrare nel nido la notte. Ogni nido costituito da camere divise da tramezzi può ospitare sino a un migliaio di larve. In primavera le larve abbandonano il nido in processione per andare verso la fase successiva di incrisalidamento. L’uscita della processione dal nido è preceduta da fasi preparatorie , prima tutte le larve formano un gomitolo, poi una spirale ed in fine si dispongono in fila indiana, tale preparazione serve per eccitare l’istinto di contatto reciproco. Tutte le larve formeranno una colonna lunga anche vari metri e se anche l’ultima larva si arresta perdendo il contatto con la precedente tutta la colonna si ferma, se si allontana la capofila, in genere una larva femmina, si ha il disorientamento della seconda larva che porta al formarsi di una spirale e poi di una nuova colonna. La colonna termina il suo cammino quando viene raggiunto un punto del terreno in cui la temperatura è minore di 20°, lì le larve si interrano sino ad una profondità massima di 50 centimetri e danno origine ad una pupa.
  15. Doni

    Le farfalle

    Le larve delle farfalle più note come bruchi sono polipode (eruciformi), cioè munite di zampe toraciche e pseudozampe addominali; hanno antenne brevi, 6 ocelli e un apparato boccale masticatore, da cui la capacità di danneggiare il substrato di crescita cosa che gli adulti muniti di apparato boccale succhiatore non possono fare. Le larve sono per lo più fitofaghe, poche sono in grado di nutrirsi di funghi, muschi, alghe terrestri e licheni, moltissime sono invece quelle in grado di nutrirsi di piante superiori (=fanerogame). Vi sono infatti larve antofaghe, mangiatrici di fiori, rizofaghe, che si nutrono di radici, xilofaghe, che mangiano il legno, fillofaghe , che mangiano le foglie alcune scelgono solo una parte della foglia all’interno della qual scavano delle gallerie, spermofaghe, che si nutrono di semi. Tra quelle che attaccano i semi ve ne sono alcune in grado di attaccare i semi ancora nel frutto e altre che li attaccano anche se conservati nei magazzini. Solo poche specie hanno larve carnivore, poche larve sono predatrici ad esempio alcune specie del genere Coccidiphaga attaccano le cocciniglie, molte si nutrono di parti o residui di prodotti animali ad esempio le tignole della lana , altre specie sono coprofaghe nutrendosi di escrementi di mammiferi o di uccelli o di melata di altri insetti, talvolta possono verificarsi fenomeni di cannibalismo anche tra larve fitofaghe.
  16. Doni

    Le farfalle

    La larva Al momento della schiusura l’insetto che fuoriesce dall’uovo non somiglia all’adulto la differenza più vistosa è l’assenza delle ali. Quando insetti dotati di ali (pterigoti) presentano degli stadi giovanili privi di ali si dice che hanno una metamorfosi completa (olometabolia) con stadi giovanili di tipo larva e una fase intermedia poco mobile detta pupa. Gli insetti olometabolici, tra cui i Lepidotteri, giungono allo stadio adulto attraverso questo schema. uovo -larva I-larvaII-larvaIII-larvaIV -pupa –adulto Nei lepidotteri l'accressimento ponderale e lineare degli stadi larvali può essere notevole ma non comporta alcun cambiamento di forma. Le larve di Cossus cossus ad esempio dalla nascita alla maturità (cioè dal primo all'ultimo stadio) aumentano in peso di circa 72.000 volte. Per consentire la separazione dalla vecchia cuticola le larve sono dotate di ghiandole della muta unicellulari disposte lungo tutto il corpo che secernono un liquido oleoso che si interpone tra la vecchia e la nuova cuticola consentendone lo scivolamento.
  17. Doni

    Le farfalle

    L’uovo Dopo l'accoppiamento si ha nella femmina la fecondazione delle uova e la loro deposizione. Le uova sono deposte o isolate o in gruppi detti ovature, solitamente vengono incollate al substarto grazie al secreto delle ghiandole colleteriche, annesse all’apparato genitale. Tale secreto talvolta è usato per incollare squame o peli al di sopra delle uova stesse come ulteriore protezione. Le uova possono avere forma lenticolare, tipica di tutte le famiglie più primitive, o essere simili a tanti piccoli barilotti si dicono allora erette , sono tipiche delle famiglie più evolute (ad esempio Papilionoidea e Noctuidea). Le uova sono dotate di un guscio molto resistente e di varie membrane che proteggono l’embrione consentendogli di superare condizioni climatiche avverse anche attaccato ad esempio al retro di una foglia. I lepidotteri sono generalmente ovipari e a sessi distinti, tutti i lepidotteri presentano maschi omogametici (2a + ZZ) e femmine eterogametiche (2° + ZO), ma oltre a questa differenza di corredo genetico frequenti sono i casi di dimorfismo sessuale, dove il maschio è diverso d’aspetto dalla femmina. Al momento della schiusura l’insetto che fuoriesce dall’uovo non somiglia all’adulto la differenza più vistosa è l’assenza delle ali.
  18. Doni

    Le farfalle

    Cosa sono i feromoni? Feromoni o ferormoni (dal greco phero=porto e hormao= stimolo) che portano lo stimolo, sono delle sostanze chimiche emesse dalle ghiandole esocrine. Lo stimolo a sua volta viene recepito dai sensilli, chemiorecettori localizzati sulla bocca e sulle antenne, un insetto privo di antenne non è in grado di recepire i richiami sessuali. Per avere un'idea della potenza di questi richiami basti sapere che un milione di femmine vergini di Baco da seta (Bombix mori L.) producono solo 20 milligrammi di un feromone detto bombicolo; ma basta che una femmina vergine emetta i suoi feromoni per attrarre a sè migliaia di maschi entro un raggio di alcuni chilometri. L'uomo oggi sfrutta la conoscenza di questi meccanismi di richiamo per creare delle trappole a feromoni per impedire l'accoppiamento degli insetti dannosi all'agricoltura.
  19. Doni

    Sopportatemi...se potete!!

    Solo noi andiamo per campagne e boschi e non troviamo mai un apesaggio degno di foto.... devi prorpio venire giù per fotografare anche le nostre campagne Donatella
  20. Doni

    Le farfalle

    Ecco una bella foto di Romanus. due farfalle diurne dei Pieridi in fase di accoppiamento. Notate che una delle due farfalle non ha nessun appoggio ed ha anche le ali immobili.
  21. Doni

    Le farfalle

    ......Ciclo dei lepidotteri. Come quasi tutti gli insetti anche i lepidotteri sono ovipari cioè si riproducono producendo uova. La riproduzione Le femmine vergini, specialmente quelle delle specie notturne, emettono attraverso delle ghiandole poste sull’addome dei potenti feromoni sessuali, sostanze chimiche volatili, per richiamare i maschi. I maschi attirati inducono le femmine all’accoppiamento emettendo sostanze afrodisiache liberate da squame poste sulle ali o da peli delle zampe o ancora da vistosi ciuffi di peli disposti a raggiera sull’addome detti coremata. Pare che tali sostanze afrodisiache funzionino quali inibitori dell’attività sessuale di altri maschi concorrenti. Nella Phlogophora meticolosa (L.) la femmina (1) per richiamare il maschio espone le ghiandole sessuali e diffonde il feromone di richiamo nell’aria. Questo raggiunge un maschio in riposo (2) che reagisce agitando le antenne, vibrando le ali ed estroflettendo i genitali (3); poi vola contro vento verso la femmina invitandola ad accoppiarsi esponendo i coremata (4) da cui fuoriesce l’afrodisiaco. La femmina accetta così di accoppiarsi (5) Nel disegno è riportato lo schema di ricerca dei sessi nella Phlogophora meticulosa(L.)
  22. Belle foto Roberto, anche sul mio balcone per qualche briciolina vengono un sacco di passrotti intirizziti. Forse prima o poi riuscirò a fotografarne uno. Donatella
  23. Doni

    Fiori del 2004

    Bellissime foto da noi crescono delle orchidee selvatiche al più presto el posto Donatella
  24. Confronto tra tre Xerocomus che condividono lo stesso habitat : crescono tutti sotto aghifoglie 1° esemplare X. dryophilus Cappello: 2,5 cm diametro, cappello feltrato rosso mattone, carne nelle rosure rosso vinoso, cuticola eccedente forma sferica, margine regolare intero Imenio: pori labirintiformi giallo ,tubuli adnati al gambo corti non viranti . Gambo: lungo affusolato, (o,7x 7,5 cm)superficie dello stipite fibrillosa in alto gialla poi imbrunente e alla base pigmentata di bruno rossastro.La subpellis appare come una sottile linea rossa tra la suprapellis e la trama pileica Carne: gialla alla base del gambo color bruno-rossastro, carne virante lentamente al blu ma solo nel gambo, odore gradevole Carrattere differenziale Xerocomus persicolor non ha mai al taglio la base del gambo rossa. 2° esemplare X. persicolor Cappello: 3 cm, feltrato color albicocca macchiantesi di bruno al tocco, margine irregolare involuto e giallo,superficie pileica minutamente fessurata on cellule che si aggregano a ciuffetti Imenio pori regolari giallo, tubuli adnati rapidamente viranti al blu Gambo: lungo affusolato, superficie dello stipite gialla in alto verso il basso lievemente fibrillosa albicocca, tendente a macchiarsi di bruno, stipite per buona parte interrato Carne gialla virante immediatamente al blu nel cappello poi ingrigente, odore gradevole Carattere differenziale. Colorazione albicocca (mai gambo al taglio con base rosssastra) 3° esemplare X. pruinatus Cappello, bruno feltrato con aspetto irregolare La subpellis appare come una sottile linea rossa tra la suprapellis e la trama pileica Imenio pori labirintiformi adnati lievemente imbluenti al taglio Gambo affusolato ma non troppo,superficie dello stipite verso il cappello punteggiata rossastra nel resto gialla punteggiata Carne gialla virante lentamente al blu nel cappello odore gradevole Carattere differenziale : microscopico
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