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piccio

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  1. Invece dei porcini mettece du trote che'è meio.!!!!!!!!!
  2. Speriamo che tornino a mangiare molliche sui nostri balconi.
  3. credo che il topic che hai aperto non era per le foto ma la inserisco uguale. Bella russola vesca.
  4. Forse è difficile allo stato giovane.Ma nella R.Olivacea c'è un segno particolarissimo,le sfumature rosa sul gambo. Non ci si puo' sbagliare.Almeno io non mi sono mai sbagliato.Cioe' spiego. Un paio di anni fa' mi trovavo in bella faggeta,e mi trovai ad un'immensa distesa di R.Cyanoxantha. Raccolsi la quantita' che ritenevo opportuno per farci un risottino.Quando tornai a casa trovai in mezzo alle R.Cyanoxantha una olivacea . Capii subito quale era la differenza. Ripeto pero' che allo stato giovane ci si puo' confondere tranquillamenete.
  5. Caro Romagnus ,anche io avevo questo problema . Assaggio non assaggio,spezzi il gambo e il rumore deve essere quello simile ad un gesso. Poi un giorno grazie ad un amico ho imparato a raccolgiere un tipo di russola la Cyanoxantha. Poi con il tempo sono passato alla Russola Vesca.Russola Virescens-(il mio fungo preferito),poi piu' in la' alla Russola heterophylla,poi sono passato al riconoscimento della Aurea.Negli anni ho fatto esperienza sul campo con chi ne sapeva piu' di me ed oggi mi ritrovo certe volte nei boschi a raccogliere solo russole.Per quanto mi riguarda ,ma non sono un micologo, quelle rosse non sono un gran che' e tra queste ci sono quelle come dici tu pepate. Secondo il mio parere ,l'unico modo per riconoscerle adeguatamente e andare sul campo con un appassionato di russole. A presto ciao.
  6. Bellissima giornata con i tuoi cari. Il posto è stupendo lo conosco abbastanza bene,ci vado ogni tanto,per i prugnoli non credo che se ne trovino più tanti. Complimenti anche per le foto,chiare e semplici. Un salutone.
  7. piccio

    SPERIAMO BENE

    E dove nascono i prugnoli.?
  8. Queste che ho fotografato sono proprio quelle di Poggio d'Api. A presto e con la speranza che qualcuno come te ci racconti cose nuove.
  9. E si,mi sembra poi lui caninus.
  10. Sono andato avedere sul link ma il libro che dici te non l'ho trovato. Mi piacerebbe molto leggerlo. Per deformazione professionale sono attaccato e affascinato,ma anche un po' sedotto da tutto quello che oggi non c'è piu' o in qualche modo sta svanendo. Ce ne sarebbero di cose da raccontare ,mestieri affascinanti che vengono sostituiti da altri piu' reddittizi. Vorrei piu' in la' aprire un topic sui Pecorari di Amatrice ho parecchio materiale da postare. Pero' un pochino piu' in la' E si',"Er pecoraro" non è proprio un lavoro completamente estinto ma quasi. Oltrettutto credo che una buona percentuale di Pecorari sia di nazionalita' extraterritoriale. A presto.
  11. Foto molto interessante. Sono andato molte volte a vedere i carbonari ,ma non mi è mai capitato di trovarli nel bel mezzo della preparazione. Ho visto come preparano le cataste,non è detto che un giorno non riesca a seguire dalla a alla z tutta la procedura L'unico modo è prenderci un'appuntamento. :biggrin:
  12. Grazie a tutti, cerchero' di spiegarvi come si faceva il carbone. E' un procedimento molto lungo,quidi non inseriro' le misure caratteristiche per fare una carbonaia. Oltrettutto le carbonaie potevano essere di varie misure ,dipendava dall'esigenze locali. Il carbone gia' nella meta' del XIX secolo si produceva addirittura solo per usi domestici. Altri tempi ed altri ritmi di vita.---MAGARI SI POTESSE TORNARE INDIETRO--- Veniamo a noi.(cerchero' di essere piu' breve possibile) Parte tutto da un bastone posizionato verticalmente al centro.Si fa girare la legna intorno,sino a formare una catasta circolare con l'estremita' verso l'alto. La classica forma della carbonaia e' proprio la forma di un vulcano con il cratere appena appiattito.Una volta formata la catasta si leva il bastone dal quale foro vengono inseriti carboni ardenti per l'accensione.Sotto lateralmente vengono praticati dei fori che serviranno come prese di areazione,affinche' la combustione avvenga lentamente.Tutto intorno alla catasta si ricopre con una poltiglia di foglie e altro materiale organico.Quelle che usava il carbonaro erano delle zolle di terra sempre composte da materiale organico.Credo che il tempo per fare il carbone puo' varirare da 3 giorni a 15 dipende la sua grandezza. Ci sarebbe da raccontare ancora parecchio ,spero che sia stato sufficente. Vi inserisco una foto che riguarda prorpio il materiale che viene usato come copertura. La foto non è molto nitida ,pero' si capisce.
  13. Grazie mille Ennio li assoggiero' sicuramente.
  14. Scusate la mia ignoranza ,perche'calocybe gamosum è uguale a Lyophyllum gambosum. Mi veniva da pensare che sono due funghi diversi,invece il nome è diverso ma il fungo è lo stesso. credo che per me sia una piccola lezione di micologia. Grazie ancora a tutti.
  15. Ed infine lui il protagonista "IL FAGGIO"
  16. E si' un lavoro duro e pieno di fumo. Si brucia solo legno di faggio e cerro,almeno è quello che mi ha detto er Carbonaro. Mi diceva pure che è un lavoro che economicamente non frutta piu' come una volta ,perche' c'è legna che arriva dai famosi paesi dell'est che costa molto di meno. Pero' questa legna dell'est non è di qualita' superfina come quella che vi mostrerò. Un metodo antico e probabilmente saranno gli ultimi a farla. Un metodo lento che garantisce alle nostre carni un cottura suprema.Lo diceva sempre er Carbonaro. e non credo che ci sia da contraddirlo. Buon fumo a tutti.
  17. Grazie per il consiglio,molto gentile. Non riesco a trovare quest Lyophyllum gambosum. Di gambosum ho trovato solo calocybe ,che corrisponderebbe al Prugnolo. puoi darmi una mano a trovare questo lyophyllum?
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