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La grande sfida: salvezza e rilancio per le Aree Protette italiane
badius ha risposto a Gibbo nella discussione Natura da amare e proteggere
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Quella dei bambini che giocano Tutte comunque ben composte ed eseguite Bravo! ps: Anche da noi i cormorani stanno diventando invasivi, avrai sicuramente già visto qualche documentario su come li "usano" in oriente,anello e via
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Potrebbe essere Leucojum Vernum ma dalla foto non si riesce a vedere bene, dovrebbe avere una macchia verde sulla punta dei sepali all'esterno.
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Parliamo di fotografia?
badius ha risposto a badius nella discussione Fotografia digitale e tradizionale: arte e tecnica
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...è soltanto un rimandare.
badius ha risposto a gava nella discussione Vivere la Montagna ed i suoi Paesaggi
Parlo con Rafaniello,oggi abbiamo tempo,non viene la mancanza del paese vostro,chiedo. Il suo paese non c'è più,non ci sono rimasti i vivi e neppure i morti,li hanno fatti sparire tutti insieme:”Non sento la mancanza,dice,sento la presenza.Nei pensieri o quando canto, quando aggiusto una scarpa,sento la presenza del mio paese.Mi viene a trovare spesso,ora che non ha più un posto suo.Dentro la chiamata dell'acquaiolo che sale col carretto sopra Montedidio a vendere l'acqua zurfegna,solforosa nelle terracotte,pure dalla sua voce mi arriva qualche sillaba del paese mio”. Se ne sta zitto per un poco coi chiodini in bocca e la testa china sopra una suola. Vede che sono rimasto vicino e continua:”Quando ti viene una nostalgia,non è mancanza,è presenza, è una visita,arrivano persone,paesi,da lontano e ti vengono un poco di compagnia”. Allora don Rafaniè,le volte che mi viene il pensiero di una mancanza la devo chiamare presenza?”Giusto,così ad ogni mancanza dai il benvenuto,le fai un accoglienza.” Così quando sarete volato io non devo sentire la mancanza vostra?”No,dice,quando ti viene di pensare a me io sarò presente.” Scrivo sul rotolo le parole di Rafaniello che hanno rivoltato la mancanza sottosopra e ora sta meglio così.Lui fa coi pensieri come con le scarpe,le mette capovolte sul bancariello e le aggiusta. ...Il vento ci porta via il nostro caldo noi lo rimettiamo camminando svelti... Erri De Luca Montedidio Feltrinelli 2001 -
Abiti in un posto magico e le tue foto me l'hanno ricordato
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mmm...fraxinus excelsior...frassino maggiore Se ne trovi una vecchia ceppaia che ha pollonato ci puoi fare un bel bastone per funghi...taglialo in luna calante e lascialo maturare qualche tempo in un angolo a nord...diventerà leggero ma indistruttibile...non per niente ci ammazzavano i vampiri ...del fatto che le morchelle lo amano te ne sei già accorta ... da noi questi giorni son detti "della merla" una leggenda li vuole i più freddi dell'inverno Sempre bello passeggiare con te
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Parliamo di fotografia?
badius ha pubblicato una discussione in Fotografia digitale e tradizionale: arte e tecnica
Allora...c'ho preso l'influenza...febbre...ossa rotte...tosse e tutto il resto...cosa c'entra?direte voi...niente...solo che ho avuto un sacco di tempo libero e mi sono divertito a cercare qualche spunto di riflessione sui temi che più mi interessano, ho letto qualche libro , preso appunti(che strano quando andavo a scuola non lo facevo mai),googolato a destra e manca e alla fine mi ritrovo un pò di materiale che vorrei condividere con voi. Uno degli argomenti era la fotografia. Ho iniziato tanti anni fa con una reflex di quelle a pellicola, c'avevo la fidanzata , niente figli e mutui da pagare, solo tanto tempo per girare e sognare (bei tempi!) e mi prese la voglia di far fotografie...le vacanze...i tramonti...lei era bella...penso che tanti hanno iniziato così. Poi la compattina digitale...mi ricordo all'inizio quelli che dicevano che il digitale no...non è fotografare...troppo comodo...sai la camera oscura... gli acidi...le emulsioni...vabbè. Poi la reflex digitale...perchè sai vuoi mettere la profondità di campo... Adesso faccio sempre meno foto... mi sono reso conto che più che il come (grandangolo o macro,panorami o street, bianco e nero o colore,regola dei terzi o non regola)dovrei chiedermi...il perchè. Allora perchè fotografiamo?questa è la domanda da cui sono ripartito dopo tanti anni di foto... senza perchè... ...questa una delle prime cose che ho trovato...mi dispiace non aver segnato la fonte...che sarebbe doveroso segnalare anche solo per gratitudine...ma nel copia incolla frettoloso l'ho persa... Perché mi serve una macchina fotografica? Mi sono venuti in mente questi 3 aspetti psicologici: Ricordare – Dipingere – Raccontare Ricordare – Quando pensiamo ad una qualsiasi immagine impressa nella nostra memoria, questa ci sfugge. Sul subito appare chiara, ma più ci soffermiamo e più sbiadisce. Ricordare un volto è un attimo. Lo vediamo, ma se lo analizziamo sembra come dissolversi. La fotografia offre la possibilità di fermare quel attimo. Per quanto sia in un monitor, in una stampa coadiuva la nostra memoria che può così concentrarsi meglio ed offrire l’emozione, la nostalgia, la simpatia di quel momento. Dipingere – Le fotografie possono essere di varie forme geometriche. Le immaginiamo quadrate, rettangolari. Tutte inscrivibili in una cornice, come un quadro. Come un quadro possono esprimere il reale o la fantasia. Come nella pittura, nella fotografia si usa la luce per dipingere qualcosa o qualcuno. Un volto, un fiore, un paesaggio, un animale, un luogo. A differenza della categoria “ricordare” dove il meccanismo è legato al non “perdere” il passato; la categoria “dipingere” è diversamente proiettata al “cercare” nel futuro. Raccontare – Quando le parole non servono, quando è chiaro il messaggio. Le immagini, tutte indistintamente, comunicano qualcosa a qualcuno. Ma hanno anche la possibilità di sostituire le parole con un’efficacia unica. In un istante, il tempo di mettere a fuoco, possiamo assimilare un concetto, un pensiero. Un uomo ferito con una tuta militare che digrigna i denti, ci dice istantaneamente che si può trattare di un soldato ferito, probabilmente da arma nemica, che sta soffrendo, che forse ha una famiglia, che qualcuno soffrirà per lui... Guardando meglio potremmo anche renderci conto se la ferita potrà essere medicata oppure è spacciato. Tutto questo racconto può essere racchiuso, comunicato, recepito con una foto. In questa categoria le foto “parlano” all’osservatore di qualcosa che avviene nel mondo che ci circonda. Come partenza non è male...dunque io faccio parte del primo tipo,non c'è dubbio, anche se mi piacerebbe qualche volta esser capace di usare le altre due maniere... li forse c'è più il perchè...per questo è più difficile. Poi ancora questa frase di F.Scianna Ogni ritratto è un autoritratto: tanto del fotografo quanto del soggetto. mi ha portato qui... “Sparare” fotografie. Quello del fotografare è un atto nel tempo,nel quale qualcosa viene strappato al suo momento e trasferito in una diversa forma di continuità. Si pensa sempre che ciò che viene strappato al tempo si trovi davanti alla macchina fotografica. Ma non è del tutto vero. Fotografare è infatti un atto bidirezionale:in avanti e all’indietro. Certo, si procede anche “all’indietro”.Il paragone non è poi tanto stravagante. Come il cacciatore appoggia il suo fucile,mira alla selvaggina davanti a lui,preme il grilletto,e quando parte il proiettile viene spinto indietro dal contraccolpo,così anche il fotografo viene risospinto verso se stesso premendo il dispositivo dello scatto. Una fotografia è sempre un’immagine duplice:mostra il suo oggetto e – più o meno visibile –dietro”, il “controscatto”:l’immagine di colui che fotografa al momento della ripresa. Questa controimmagine, presente in ogni fotografia, non viene fissata dall’obiettivo,così come il cacciatore non viene colpito dal suo proiettile,ma ne avverte soltanto il contraccolpo. Cos’è dunque il “contraccolpo” del fotografo?Come viene percepito,come si riproduce nell’immagine fotografata?Che cosa lo rende, per così dire, evidente nella fotografia?In tedesco c’è una parola molto significativa per indicare questo concetto,una parola che conosciamo da contesti del tutto diversi:disposizione. (In tedesco: Einstellung, n.d.t.) In senso psicologico o morale s’intende con essa sottolineare l’atteggiamento col quale qualcuno “si dispone a qualcosa”,ovvero si prepara a qualcosa per poi ri-prenderla. La “disposizione”è però anche un concetto nella fotografia o nel film,e definisce l’immagine e il suo taglio,ma anche il modo in cui si dispone la macchina fotografica rispetto ai valori della luce e dei tempi,con i quali l’operatore poi si dispone alla “ripresa”.Naturalmente non è un caso che la stessa parola definisca tanto l’atteggiamento quanto l’immagine prodotta mediante lo stesso. Ogni “disposizione” (e quindi ogni immagine)riflette la “disposizione” di colui che ha “ripreso” questa immagine. Al contraccolpo del cacciatore corrisponde nella fotografia il ritratto, più o meno visibile,di colui che fotografa. Non vengono fissati i tratti del volto,bensì il suo atteggiamento, la sua disposizione verso ciò che gli stava davanti. La macchina fotografica è dunque un occhio che può guardare nel contempo davanti e dietro di sé. Davanti scatta una fotografia,dietro traccia una silhouette dell’animo del fotografo:ovvero coglie attraverso il suo occhio ciò che lo motiva. Una macchina fotografica vede perciò davanti il suo oggetto,e dietro il motivo per cui questo oggetto doveva essere fissato. Mostra le cose e il desiderio di esse. Verso ciò che è davanti assume un atteggiamento,e altrettanto verso ciò che sta dietro. Ecco. Ogni secondo in qualche parte del mondo qualcuno fa uno scatto e fissa qualcosa perché lui, o lei, sono affascinati da una certa luce,da un volto,da un gesto,da un panorama,o da un’atmosfera,o semplicemente perché una situazione doveva essere fissata. Gli oggetti della fotografia,questo è evidente, sono innumerevoli. Ogni secondo li moltiplica di nuovo all’infinito. Ogni istante del fotografare,in qualche parte del mondo, è però unico e incomparabile. Il tempo,il tempo inarrestabile, ne è un garante. Perfino le migliaia e migliaia di istantanee dei turisti,le “photo opportunities” appositamente segnalate,sono, prese in sé, incomparabili e uniche. Il tempo,perfino nei suoi momenti più banali e lapidari,come nello”scatto” dei turisti, è unico e irripetibile. Ciò che è straordinario in ogni fotografia non è tanto il fatto che là,secondo l’opinione corrente,sarebbe stato “fissato il tempo”,bensì il contrario che proprio in ogni foto esso torna a dar prova di quanto sia in-arrestabile e continuo. Ogni foto è una rievocazione della nostra mortalità. Ogni foto tratta della vita e della morte. Ogni foto ha un’aura di sacralità. Ogni foto è più dello sguardo di un uomo,è superiore alle capacità del suo fotografo. Ogni foto è anche un aspetto della creazione al di fuori del tempo, da una visuale divina. Di fatto il fotografare (o meglio il poter fotografare)è “troppo bello, per essere vero”.Ma è anche altrettanto troppo vero per essere bello. Perciò fotografare è sempre anche un atto di presunzione e di ribellione. Fotografare insegna l’intemperanza o l’umiltà.(Dietro alle foto veramente “buone” però si scorge sempre l’occhio umile). Se una macchina fotografica riprende dunque in ambedue le direzioni,in avanti e all’indietro, fondendo le due immagini tra loro,in modo che il “dietro” si dissolva nel “davanti”,allora essa permette al fotografo già nell’istante della ripresa di essere davanti, dentro alle cose, e non separato da loro. Attraverso il mirino colui che fotografa può uscire da sé ed essere dall’“altra parte”, nel mondo,può meglio comprendere, vedere meglio, sentire meglio, amare di più.(E certo, purtroppo, anche disprezzare di più. C’è anche quello infatti, lo “sguardo cattivo”.) Ogni fotografia, ogni “Una volta” nel tempo,è anche l’inizio di una storia che comincia con “C’era una volta…”.Ogni foto è anche la prima chiave di un film. Spesso poi il momento successivo, i piccoli progressi,il nuovo scatto, l’immagine che segue sono già uno scovare le tracce del procedere di questa storia nel suo proprio spazio e nel suo proprio tempo. Per me in ogni caso il fotografare era diventato “nel corso del tempo”sempre più uno “scovare le tracce di storie”. Perciò in questo libro ci sono più serie di immagini che non immagini singole. In ogni seconda immagine ha inizio il montaggio,si muove la storia che si era annunciata nella prima immagine,il suo senso dello spazio si svolge nella direzione che le è propria,lasciando presagire il suo senso del tempo. Talvolta il presunto protagonista si presenta in un ruolo del tutto secondario. E talvolta non c’è un personaggio di primo piano ma un paesaggio. Credo fermamente nella forza creativa dei paesaggi nell’ambito di una storia. Ci sono paesaggi,siano essi città, luoghi deserti,paesaggi montani, o tratti costieri,che addirittura reclamano a gran voce una storia. Essi evocano le “loro storie”, sì, se le creano. I paesaggi possono essere veramente personaggi e le persone che vi compaiono semplici comparse. E poi credo altrettanto fermamente agli accessori. Cosa non può raccontare il giornale apparentemente dimenticato per caso in una foto!Oppure il cartello pubblicitario sullo sfondo!O la macchina parcheggiata al margine della strada!Una sedia!Come se ne sta lì!Come se proprio ora qualcuno si fosse alzato!Un libro aperto su un tavolo!Il mozzicone di sigaretta sul marciapiede! Nelle foto le cose possono essere tragiche,terribilmente buffe, divertenti o tristi. Per non parlare dei capi di vestiario!Nulla può apparire più eccitante nelle foto. La calza che scende sulla gamba di un bambino!Il bavero rivoltato di un uomo che si vede solo da dietro!Macchie di sudore! Pieghe!Bottoni che mancano! Cose appena stirate!La storia della vita di una donna riepilogata nel suo vestito!Il dramma di un uomo espresso nel suo cappotto!Il vestiario indica la temperatura di un’immagine,la data, l’ora,periodi di guerra e di pace,periodi intermedi. E tutto appare sempre e soltanto una volta,e di quell’una volta, la foto fa poi un sempre. Soltanto attraverso la fotografia il tempo diventa visibile,e nel tempo, tra la prima fotografia e la seconda appare la storia,che senza queste due foto sarebbe caduta nell’oblio di un altro sempre. Così come io mentre fotografavo volevo perdermi fuori, nel mondo e dentro alle cose,allo stesso modo ora il mondo e le cose scaturiscono dalla fotografia per entrare in me (o in ogni altro osservatore)e là vogliono continuare ad agire. Soltanto “là” nascono le storie,là nell’occhio di colui che osserva. “TO SHOOT PICTURES…” di Wim Wenders (Una volta, ed. Socrates) Infine sulla mania di comprare zummini e zummetti per avere sempre l'ultimo grido della tecnologia (io per primo) e sulla mania dell'iper contrastato,saturato,,patinato... "Mi diverte sempre l'idea che molte persone hanno della tecnica fotografica, e che si traduce nel gusto smodato per la nitidezza dell'immagine: è per la passione del minuzioso, dell'accuratezza, o forse sperano con questa illusione ottica di catturare la realtà più da vicino?" Henri Cartier Bresson Poi ancora un interrogativo...e i grandi fotografi...serve conoscerli...qualcuno dice no...secondo me si...come se volessi dipingere senza studiarmi i grandi pittori Eccone tre che mi piacciono molto Elliot Erwitt Robert Doisneau Francesca Woodman E voi...che fotografi siete? perchè sparate fotografie? -
Monte Soglio
badius ha risposto a 'l bulaier nella discussione Vivere la Montagna ed i suoi Paesaggi
un gennaio tutto sole e cieli azzurri che invoglia a salire ... speriamo continui così...soprattutto per le spese del riscaldamento -
monitor , gioia e delizia ...se tarato
badius ha risposto a bibbo nella discussione Fotografia digitale e tradizionale: arte e tecnica
:biggrin: ...io invece sto impazzendo a tarare i miei occhi con foto di questo tipo... si fa per scherzare ... sempre belle le tue foto! -
Questa mi è stata appena mandata da amici che hanno passato l'ultimo dell'anno al rif.Brioschi sulla cima della Grigna sett. (Grignone) dove erano state scattate anche alcune foto del topic L'ultimo tramonto del 2010 (sulla sinistra dell'orizzonte la cima del Monviso) ...Sposini pazzi! ps. mi hanno detto che sotto l'ultima neve farinosa c'è la vecchia "trasformata" dallo scirocco dell'altra settimana quindi...prudenza! un :hug2:
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http://www.youtube.com/watch?v=ubGxLP22VCs Il peso della farfalla Laghetto Capanna All'alba,fuori dalla tenda,verso nord Volando sopra il mare (di nuvole) ...una diga confusa... crinali...nuvole...crinali...nuvole ancora A prayer for ... Buon 2011
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L'ho appena rivista su 4U insieme alle altre tue e fanno tutte schifo da quanto sono belle! Per quanto riguarda i filtri digradanti...si usano solo nei paesaggi oppure possono avere anche altri utilizzi? Sempre su 4U sez.paesaggi segnalo uno che,come te, c'ha manico e cuore, si chiama Pio Baistrocchi,la sua gallery è impressionante. Lui usa qualche volta la doppia esposizione,cosa ne pensi di questa tecnica? Ciao e buona luce!
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Prima del pranzo APB.....
badius ha risposto a Gibbo nella discussione 7° Pranzo di Natale 12 dicembre 2010
...tra l'altro ci fanno una mostra mercato di fiori e piante che è tra le più famose in italia (verdemura se non ricordo male) Tutti gli anni mi riprometto di andarci ma poi... Dopo queste immagini devo dire che il desiderio è aumentato! ps: Certo che il 10-20 è proprio una ciofeca storce tutti i palazzi e m'ha deformato pure quel bel ragazzo con le basette! -
mi son pulito occhi e cuore ...se manchi in quantità recuperi alla grande in qualità tante foto veramente belle belle ciao
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Un bellissimo week end estivo
badius ha risposto a Peppe nella discussione Archivio Incontri e Mini-Raduni
Sbaglio o è la lente delle prime foto del tuo penultimo topic? ... anch'io speravo di rivederti al pranzo... se avrai ancora tempo di frugare nel tuo hard-disk e farci vedere ancora qualcosa... -
...bello sognare...peccato che al risveglio ...ieri mattina un ora e mezza per arrivare al lavoro ma hai completamente ragione...non è sbagliata la neve...è sbagliato andare a lavorare
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Sai come si dice...ogni lasciata è persa... Belle foto Fante
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...le cime son già bianche anche da voi...qui sopra duemila ce n'è già più d'un metro...peccato son ormai otto week-end che piove e non si bello il tuo blog
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belle foto luminose e appassionate ... a Vallombrosa parlavi di "neri de corbezzolo" e ti si illuminavano gli occhi, be dopo queste potremmo dire...non sottovalutate il pungitopo ciao bello
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Il tempo è soltanto il Bosco dove vado cercando....
badius ha risposto a Gibbo nella discussione Le Nostre Uscite - ANNO 2010
te tu dovevi controllar se c'era qualche nero pel raduno...non cavarli tutti! Bisogna durar fatica a guardar le tu foto (quanto son pesanti) ... ma ne vale la pena Ciao peperone ps. a proposito... m'è ricapitato giorni fa quel video su iutub ... la pista ... mi vien da ridere anche adesso...ma quanti ce n'è... c'è pieno di funghi...trooooppo mitico -
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mi sveglio di colpo fuori soffia un forte vento ma non tutto è andato perduto cerco le foto,frugo nella memoria e posso regalarvi qualcuno dei miei sogni
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memoria spina di rovo cespuglio di agrifoglio riccio di castagna sotto le ginocchia attimo presente che fugge veloce ma poi torna per sempre