Mi sveglio, è ancora buio, sono agitato, poi appena riprendo un po’ di lucidità, un sospiro di sollievo, oggi non vado al lavoro. No, è vero vado “a passeggio nel bosco” , spengo la sveglia prima che mandi il suo canto mattutino, ho l’anima leggera.
Mi vesto, mi lavo, giù un caffè di corsa, la testa sta già correndo, sogno a occhi aperti, accidenti sbatto nel buio, quella dannata sedia, non sento nemmeno il dolore, via giù a prendere scarponi e zaino, arrivano gli amici a prendermi.
In macchina, sembriamo tutti bambini eccitati, lo spirito è quello giusto, la goliardia è sovrana, si ride si scherza si fanno previsioni, si ricorda, si scommette, sembriamo in gita scolastica, l’odore di libertà ci pervade.
Le prime luci del giorno prendono forma, i colori del cielo liberano ancor di più il senso di tutta questa eccitazione, ma quando si arriva, il tempo rallenta, noi no.
Arriviamo, ancora è buio, ci si infila gli scarponi, lo zaino in spalla, sembra calato uno strano silenzio tra noi, si è fatta luce, l’alba e i suoi profumi si liberano nella loro bellezza.
Lui, il bosco, sembra abbracciarti con i suoi rami, lo scricchiolio delle foglie sotto i miei passi, sono musica. Musica per chi sa ascoltare, l’acuto canto degli uccelli, come melodie soprane di una mirabile composizione, di divina espressione.
Il passo leggero, leggiadro di chi appoggia il piede rispettoso, voglioso di essere parte senza ferire, lo sguardo scruta ogni foglia, l’immagine si forma tra la rugiada, il filo d’erba, la foglia, lo vedo sarà lui?
Mi avvicino, a ogni passo il cuore si muove, dallo stomaco, la viscerale eccitazione si espande, come sei bello, amato prezioso regalo, lo guardo, lo scruto e poi, con voce lieve all’amico vicino,<< vieni a vedere>>.
I suoi occhi si illuminano, i miei brillano, condividi con me questo speciale momento amico mio, fugace e furtivo, senso di questa irrazionale emozione, che tanto mi sa dare, tondo dipinto del bosco.
Se momenti, o pezzetti di vita vale la pena di vivere, seppur altre e ben più importanti son le vere emozioni che danno il senso, questa a me, riesce a far volare.
Improvvisamente torno bambino, il sorriso e il sollievo che la semplicità solo può far provare, mi coinvolge mi trasporta.
Lo stacco gentilmente, come se non volessi ferirlo, e il suono cupo del gesto si diffonde rimbalzando tra il mio cuore e sua madre, che mi sta davanti, silente come tutte le madri, regala senza chiedere pegno.
Riprendo il passo, ora è l’ago, il morbido tappeto pungente, che rende al il mio passo anche un tenue profumo, e poi ancora vedo una strana forma, che spinge come a voler per forza prendere luce, con cura sposto quel poco di terra, un altro tuffo al cuore,è bianco candido, limpida fuggente emozione.
Alzo gli occhi come a ringraziarti, oggi non ho provato dolore, nemmeno nelle membra affaticate, mi inginocchio sincero, riverente, tocco la terra con le nude mani, rimembro un arcaico passato mai dimenticato.
Il contatto esprime riconoscenza, ti tocco ti guardo, le tue forme disegnano sogni fugaci, è ora di andare, grazie di avermi fatto passeggiare, grazie di tutto, spero di non averti turbato, perché anche se un poco, sento di aver rubato.