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Gibbo

Ex Consiglio Direttivo APB 2022
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  1. Ci troviamo a casa mia, andiamo su all’orto da dove partirà l’escursione. Io, Piero, il Capitano, Enrico e due coppie di suoi amici. Parcheggiamo e iniziamo a camminare. Facciamo conoscenza, si parla, la mattina è serena, tiepida, una leggera brezza. Dik, il cane della compagnia, scorrazza avanti e indietro tenendo sotto controllo il gruppo e non disdegna di rallentare se allunghi la mano per una carezza. Gli piace. Fiancheggiamo la Pieve dei santi Vito e Modesto e saliamo verso le case il Mancino prima e case dei Bianchi, diroccate, poi, qui mi fermo e faccio vedere in lontananza il Frassino stupendo che andremo a salutare. Abbiamo tutti una buona preparazione e si sale tranquilli chiacchierando del giro d’Italia e altri avvenimenti. Alle prata del Bianchi si rallenta godendoci il primo sole da dietro la Calvana che sta in fronte a noi. Dik si beve volentieri l’acqua fresca del fosso di Rimaggio. Iniziamo a salire nella macchia, le ginestre iniziano a fiorire e il primo tepore inizia a spandere il loro profumo dolciastro che tra qualche giorno arriverà quasi ad infastidire da quanto sarà penetrante. Ma ad un giallo così potente si scusa tutto, perché saranno le ginestre a caratterizzare e colorare la Calvana durante giugno. Le prime piante interessanti ed i primi biancospini fan comprendere ai nuovi amici che li stresserò per tutto il giorno, i racconti delle poche cose che so delle piante e quelli del come era la Calvana ad inizio secolo, si fondono in un mio chiacchierare che spero solo non sia stato troppo fastidioso. Il Frassino secolare prima, la Spina vagliacci poi, e siamo ai prati sommitali dove troviamo subito i turini maturi col loro odore di urina lasciano comprendere perché urinascens è stato uno dei loro nomi, adesso credo Agaricus crocodilinus, e raccogliamo degli esemplari giovani da gustare a casa. Essere il riferimento per l’escursione non nascondo che mi ha tenuto in tensione, ma soprattutto c’era l’orgoglio di vedere le persone estasiate in quei luoghi a me cari. I cavalli erano tutti assieme sulla cima del monte Maggiore, e vedere circa quaranta animali allo stato brado, camminando tra puledri dell’anno e stalloni è stato veramente bello, una sensazione di condivisione di tutta quella bellezza, non saprei come spiegarlo. Ci fermiamo un poco in mezzo a loro, prima di riprendere la strada di crinale in mezzo a una varietà assurda di piante, abeti, pini, frassini, olmi, aceri, uno spettacolo quel crinale. Torniamo indietro ma su un percorso diverso, e percorriamo il crinale per qualche chilometro, fino a fermarci all’ombra di alcuni frassini per pranzare come lo scorso anno. Oramai il gruppo è formato, si scherza, si ride, ci si racconta anche su cose molto personali. Bello. Mangiamo, e in un momento di silenzio sento dire “ma lo sentite questo silenzio, è bellissimo”, ecco, credo che questo dia il livello dell’escursione, parlare ma saper anche ascoltare il silenzio, quando è il momento, credo sia un gran bel segno. Scendiamo verso la fonte al Favo, e faccio conoscere al gruppo il Biancospino gigante che ho scoperto giorni fa. E’ bellissimo. Beviamo alla Fonte. Chiedo a tutti se, se la sentono di fare una discesa di pochi metri ripida ed un poco esposta, e li vedo tranquilli e decisi. Scendiamo con attenzione alla grotta del Tasso e facciamo pochi metri tanto per avere le sensazioni tipiche di una grotta, buio, umidità e fresco che però subito lascia il posto alla sensazione di aria pesante per l’umidità. La cerrosughera ci aspetta appena fuori dalla grotta, e racconto qualche cosa su questo bell’ibrido naturale, ma la sua bellezza non ha bisogno di parole e rimangono affascinati. Qualche aneddoto e si riparte oramai padroni dei luoghi, e giunti alla cascata del fosso di Rimaggio il richiamo è impossibile da rifiutare….. e giù a sciacquare le membra accaldate. (Baiocchi docet) Da li a poco siamo rientrati alle querce, alle macchine, con 16 chilometri percorsi sul gps e la fatica che anche nei più tosti si fa sentire sulla calura pomeridiana. Anche la seconda Calvanata è andata, tra chi ha potuto e chi purtroppo non ha potuto, sappiate comunque che niente fermerà in futuro questa manifestazione, non fosse altro per il fatto che io salirò comunque lassù. Alla prossima e un abbbraccione a tutti, chi c’era e chi avrebbe voluto.
  2. bellissimo Giorgio..... a breve il mio resoconto in gran parte scritto della giornata. Foto non moltissime perchè ero molto preso dal fare la guida 😇
  3. Le vaginate sono un gruppo con dentro molte amanite, in effetti quella che ho trovato non è la più classica.
  4. A. crocea io la trovo diversa con volva più regolare e compatta e cappello ad ogiva che mantiene la punta anche a maturazione
  5. Se guardi in giro non è fuori standard. E ti dirò che la volva a sacco che lascia la punta del gambo scoperta mi fa proprio pensare a lei e anche il bordo del cappello dove il margine va a formare un dente in concomitanza con la lamella.
  6. Stasera consulto i sacri libri. Dal cappello così segnato a raggera invece sarei proprio per una Amanita del gruppo delle vaginate 🤔 boh
  7. Tenete conto che il Biancospino di Vallonica in Abruzzo è considerato il più grande di cui si ha riferimenti. E quello sopra ha un tronco unico e non vari... metto il link https://www.oicosriflessioni.it/2018/10/29/biancospino-di-vallonica/
  8. Una “spina” che non è la Vagliucci ma è veramente imponente per il tipo di pianta. Crataegus monogyna Jacq., 1775
  9. Credo non servano parole. La pianta con la mia faccia accanto è una di un boschetto di cornioli.
  10. Domenica scorsa sotto la pioggia salii in auto finché potevo e poi feci un giro nella zona dove vi volevo portare. E mi sa che anche questo fine settimana saremo pochi ma non posso non salire perché poi col caldo e gli insetti diventa proibitivo. Alcune immagini della Calvana di domenica….
  11. Iniziamo il 2023 con la mia prima amanita da determinare.
  12. Ok ok io comunque lo farò, un bel giretto in solitaria aspettandovi.
  13. Domenica 28 maggio si ripropone l’uscita. Stesse modalità
  14. Col sentiero che scende dalle case di San Leonardo verso Rio a Buti, passavo correndo poco sopra quel cespuglione che faceva un terrazzo su un costone apparentemente ripido. Allora correvo ogni domenica e in settimana d’estate era un allenamento classico lo strappo in salita di San Leonardo
  15. I gusti del nutrirsene sono altra cosa. Sai bene che noi ci nutriamo prima con tutti gli altri sensi. Affascinante (nella sua criticità )vedere i funghi seguire a loro modo le variazioni estreme del tempo. Molto affascinante
  16. Mi riaggancio alle tue note iniziali per una considerazione personale. Mi sono accorto che capita di dare cose per scontate e archiviarle con un appunto mentale limitato. Questo mi è successo con la Calvana per esempio dove scavallavo correndo da ragazzo, a piedi per correre o per camminate con gli amici, e in mountain bike quando diventò di moda. Per i funghi è sempre stata patria di prugnoli Pratesi e frequentata da migliaia di persone, così che finchè non conobbi T-Storm e il su babbo, il Drago, non riuscii a trovare l'ombra di uno di questi pregiati funghi. Poi il bum della mia carriera prugnolesca in Calvana, dopodichè passata la frenesia il luogo inospitale mi allontanò. Se non era per il covid e le passeggiate in zone vicine non l'avrei rifrequentata. Ho scoperto, guardando altro che non fossero sentieri e funghi, un mondo stupendo, vario, semisconosciuto alla faccia di chi vede quei luoghi come frequentatissimi e conosciutissimi.... ma quandomai!!!!! Tutti fanno i soliti sentieri, soprattutto i fungaioli, le stesse zone, e manco sanno che ci sono miracoli della natura custoditi in mille grovigli di rovi. E torno in tema. Si cambia, e a volte pure migliorando, perché in questi casi sia così. Si nota cose che con uno sguardo limitato non vedevamo, perché la differenza sta sempre li, cosa vogliamo vedere, cosa cerchiamo, il motivo, insomma, per cui si fa qualcosa in un luogo. ....non ho finito....
  17. Ieri sera cucinata la parte sana e messa via la pulitura come sempre da seminare all’orto. Inutile dire che il loro odore in casa è per me come un calendario stagionale ❤️🌈
  18. Stesso luogo in pausa pranzo. Una brevissima passeggiata a controllare i piccoli lasciati giorni fa….. W APB
  19. Ho problemi col forum questa discussione non me la dava mai tra le nuove o non lette… stasera la leggo ufff 😫
  20. Sembra proprio lei o una delle sue sorelle che alcuni autori credono lo stesso fungo con qualche caratteristica appena diversa. Il periodo ci sta visto che inizia presto e dura per mesi. Il luogo pure, i prati in quota. Puo essere lui. La certezza non l’ho ma grazie per avermelo fatto approfondire 👍🔝
  21. Mi son venute in testa un sacco di cose e mi riservo di scriverle qui di seguito appena avrò tempo. Intanto grazie
  22. Un mixomicete, forse Trichia sp (decipiens?)
  23. Hai visto che pressione abbiamo sul capo? Basta un grado in più e sono fulmini. Non si può organizzare una camminata su un crinale appunto “calvo” dove serve un ora per venire via.
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