bobtzen

Ragazzi son mirtilli, avrei cag.... per ore, io e almeno altre 20 persone, sono piante a quasi 2000 metri sul versante a rovescio delle Alpi, fidatevi del sottoscritto. Quelli che dite voi qua nemmeno crescono. La foglia ha probabilmente sofferto il clima, ma dubbi non c'è ne sono, ma proprio nemmeno mi sfiorano. È la pianta e' assolutamente la stessa , sia in primo piano che sullo sfondo , forse cambia la luce sulla foglia, ma la pianta e il frutto no. Mi tocca portarvi tutti e due l'anno prossimo, vi aspetto!

È a due passi da Varese e quella zona ci regala soddisfazioni in ogni stagione, per chi scia, per chi scala o per chi si vuole godere una semplice escursione ce n'è per tutti i gusti, ovviamente anche per chi si fa due funghetti. Mettici anche in una giornata grigia il relax alle Terme di Premia con annesso ristorantino ( La Fruetta, che prende il nome dalla splendida cascata del Toce, detta la Frua, che è pochi chilometri più a monte ), e le opportunità si allargano. Ciao Gabriele, prima o poi ci si piglia, e dal Pistolero di due anni fa che non ci si vede, e stiamo a 10 km.

Giovanni, son quelli buoni, mangiati a manciate, maturi e completamente viola, le piante dell'altro tipo ( che sono riconoscibilissime, si chiama Laurum ) nelle Alpi son poche e non di sicuro a 1900 metri ho 53 anni e vado a mirtilli da quasi altrettanti, non ditemi quale sono le piante buone o meno, forse è il caso che vi faccia un corso di aggiornamento, vedere mirtilli non commestibili in quelle piantine mi allarma sulle scarsa familiarità che si ha con gli arbusti , detto con ironia, ci mancherebbe!!!

Ognuno di noi coltiva dei sogni, sono il sale della vita. Mi sono fermato a pensare più volte a cosa potrei fare se fossi in possesso di una discreta somma ( gioco da anni la stessa schedina al Superenalotto ...non si sa mai, almeno coltivo il sogno è ingrasso l'erario ). Beh, uno dei chiodi fissi e' quello di prendere una delle baite all'alpe Cortina, non sto a spiegarvi di preciso dov'è , comunque nella valle di Arvogno, nella conca che scende dalla Piana di Vigezzo, ed adibirla a rifugio alpino APB, con un locale pranzo a pianterreno e camerone con servizio nel sottotetto per una decina di posti. Tifate per la mia fortuna e si potrebbe avverare

e infine un grande ringraziamento al mio amore, che ci ha evitato il postale da Spruga ad Intragna e poi la Vigezzina ( il treno che va da Domodossola a Locarno e viceversa) e ci è venuta a prendere a Spruga, il tutto insieme a i bimbi il giorno dopo il Vannino. Da Spruga ai Bagni sono 3,5 km per andare e altrettanti per tornare, aggiunti ai 12 del giorno prima, si sono fatti quasi 20 km a piedi in 2 giorni, se non è amore questo . Un grande ringraziamento a Gigi che si è dimostrato come sempre il grande amante della montagna, i funghi ci accomunano, ma queste scorribande ci danno molto di più e ci lasciano ricordi più indelebili. Alla prossima

un tributo all'amico dell'unica coppia incontrata per il sentiero ( che tristezza...), ci ha accompagnato con dignità e simpatia

ed ecco i bagni come erano prima che una frana li distruggesse nel 1954

Un selfie per immortalare il momento, vi faccio girare la testa, ma è presa dall'iphone

i bagni di Craveggia come appaiono dopo l'inaugurazione del primo di agosto di quest'anno

il greto dell'Onsernone che porta ai bagni. Ci abbiamo pensato un attimo, ma per rispetto alla loro privacy ci siamo astenuti da riprendere la comunità, ci è sembrata rispettoso nominarli ma lasciarli nel loro anonimato

uno scorcio che mi ha affascinato

stiamo per arrivare a Fonmonfracchio

Noi avremmo preferito questi, ma mancava qualche giorno

il bosco mostra qualche timido abitante

.....ma non siamo soli, sono meravigliosi questi cumuli

entriamo nella zona di oro grande

appena dopo l'alpe uno splendido mini laghetto

altro appuntamento

si scende

Di qua erano finiti, di là abbondano in alta quota

un po' di storia

la cappella della Madonna del Rosario, il tempo sta migliorando

scavalliamo

la foschia purtroppo non mi permette di mostrarvi il panorama che si gode da quassù

la natura fa il suo corso su un larice estirpato da un fulmine