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Tutti i contenuti di pietragi
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Meno male che si vedono funghi belli, almeno qualcosa si muove da qualche parte. Giovanni
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Parliamo di lamelle?
pietragi ha risposto a Doni nella discussione Appunti di micologia ed aggiornamenti
Mannaggia al grilletto facile :biggrin: -
Parliamo di lamelle?
pietragi ha risposto a Doni nella discussione Appunti di micologia ed aggiornamenti
Doni mi raccomando non smettere perchè sto capnedo anche io e quindi va benissimo :biggrin: Mi impegnerò per cercare le foto, ma di solito non stacco i funghi per fotografarli -
Tapinella atrotomentosa..... ex Paxillus
pietragi ha risposto a Gibbo nella discussione Obiettivo funghi
In effetti da adulto credo di averlo visto, ma non fotografato -
Questo l'ho visto poco tempo fa , ma non avevo la digitale, gran bel fungo da vedere
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Tapinella atrotomentosa..... ex Paxillus
pietragi ha risposto a Gibbo nella discussione Obiettivo funghi
Gibbo non ce l'ho foto di questo, vabbè guarderò le vostre -
Apicoltura, un passo alla volta....
pietragi ha risposto a Gibbo nella discussione Il regno degli animali
Bella questa avventura, spero prosegua per me miele di castagno al raduno, se ti ricordi -
E’ giunta l’ora di calare il sipario, spero che il peggio sia superato e di poter godere per tanto tempo ancora di questi posti, anche assieme ad alcuni di voi, se e quando ci sarà l’occasione. Giovanni
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Ho letto in questo tramonto un segno che il bel tempo si sta avvicinando e voglio credere che sia così e che la mia vita prosegua con meno problemi.
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La mia speranza inconfessabile è che nei dintorni di questi monti ci facessero anche dei funghi, vedremo se il tempo mi darà ragione, so che qui ci arriva un sacco di gente, per cui bisogna scovare angoli fuori mano, ma questa sarà un’altra storia, sarà lunga e vedremo come andrà, per adesso ho seminato, da qui al raccolto ci vorranno molti anni. Questi mi hanno fatto rimanere a bocca aperta, Carletto conto prima o poi di portarti da queste parti e di farti godere di questi colori che apprezzi.
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In ambito fungino la vera protagonista è stata lei: la virescens che non avevo mai consumato. Ho convinto Ale a provarla e da allora non fa altro che chiedermi se gliene porto a casa da fare in padella o sottolio. E pensare che all’inizio solo vedere il colore storceva il naso, ma si sa che a volte l’apparenza inganna…
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Un contenitore di fragoline o di lamponi o di mirtilli in questo caso non ha un valore economico, avrei anche potuto comprarli, ma mettere al servizio di chi non può esserci questa fatica è secondo me un gesto importante. A chi era più lontano ho potuto portare le marmellate, raramente frutta fresca. Vedere le dimensioni di queste fragoline fa impressione, basta scendere di dislivello di 100-150 metri per trovare fragoline “non dopate”, quelle che conoscono tutti. Quante marmellate abbiamo fatto in questo periodo, un po’ per scherzo, ma è stato un momento di condivisione fondamentale.
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E per condividere tutto questo con chi non mi poteva seguire ho portato piccoli pezzi di “questo cuore” a casa per condividerli con la persona che amo. E ora cerco di portare un piccolo pezzo di Appennino a casa vostra, con un pensiero speciale a chi lì non ci può arrivare, per questioni fisiche o geografiche.
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Ma alla fine il cuore mi ha portato sempre, qui ad osservare i cambi di colore delle stagioni e i giochi di luce di sole e nuvole, a nascondermi alla vista delle persone per poter vedere con calma e con al dovuta attenzione questi luoghi
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Ho calcato altri sentieri, altri luoghi di questo Appennino, ma nessuno mi ha dato quella scossa che cercavo, isolo uno mi ha fatto sentire a casa mia. Ora sento di avere un mio luogo ed è come se fossi riuscito a mettere le radici in una terra che sento mia anche se non sempre mi sono sentito accettato.
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Siamo arrivati anche al Lago Scaffaiolo, obiettivo di Pasqua non raggiunto per poche centinaia di metri causa neve, ed anche in questo caso è stato un arrivederci, perché il posto merita una visita col bel tempo e con meno gente.
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Ho incontrato un uccello che non ho saputo riconoscere: spero che qualcuno sia in grado di dargli un nome
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Le sofferenze di un amico mi hanno portato a navigare in acque che di solito non frequento alla ricerca di un salvagente ideale da offrirgli. E visto che a volte i desideri si avverano il primo pensiero nel vedere questo fungo sul sentiero, in territorio non suo (quella è più zona da edulis) è stato che fosse un regalo per chi ama tanto questo fungo. Poi questo regalo ideale rimane qui, ma spero lo apprezzerà.
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Vista la situazione di Giugno in una giornata molto calda in cui il sole e le pendenze mi facevano soffrire, ho deciso di battere i boschi più assolati che conosco, tagliati male e sporchi in diversi punti, ma ci passo quasi sempre per vedere qualche capriolo. Questo ha atteso da 5-10 metri il cambio dell’obiettivo e che gi scattassi qualche foto, incuriosito più che impaurito. Penso che siamo stati 5 minuti a studiarci e guardarci, di solito sono molto più timidi e timorosi. Poi si è messo a giocare a nascondino con me, scappava per 5 metri e poi si fermava a guardarmi, io gli andavo dietro salendo piano e questo gioco mi ha fatto anche trovare un bel porcino.
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E questa una delle zone in cui amano di più fare le “sabbiature”, questo sarebbe anche un buon posto da estatini, in certe condizioni, ma ogni mese cambia forma.
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Ho fatto tanti incontri, forse l'unico essere umano in quei boschi in certi periodi rende gli animali meno attenti e timorosi. E come in ogni giallo che si rispetti ho visto i colpevoli degli scavi in alcune mie fungaie che ogni anno vengono stravolte da questi animali sgraziati, ma molto forti. Qui ho beccato solo l'ultimo vagone del treno in fuga dopo avermi sentito, uno dei piccoli, quello accerchiato.
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Mi sono accorto che spesso in questi boschi si guarda solo per terra e non ci si accorge delle forme strane che a volta sono attorno a te, di come il bosco cambia da un anno all’altro, vuoi per eventi naturali vuoi per colpa dell’uomo. Camminare in questi boschi è strano, li sento e li vedo abbandonati, si frequentano solo per i funghi, per la caccia, le castagne o la legna, ma forse in pochi li amano davvero.
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Ma questo è il finale del film, e il percorso per arrivare qui è stato lungo e graduale, in primavera ho dovuto riprendere confidenza col bosco che avevo abbandonato per 3 mesi ed ho potuto osservare tante cose che di solito non vedevo perché quando si va a funghi non si gusta lo spettacolo attorno, quasi mai.
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Mi sono chiesto osa mi ha attratto qui. Queste pendenze assomigliano alle difficoltà che ho scalato in questo periodo, per sentire miei questi posti li dovevo visitare in ogni angolo. L’attrazione di una natura così rigogliosa che a fine Giugno mostrava ancora i segni della neve solo da poco andata via è irresistibile. In realtà qui mi sento vicino ai miei cari che non ci sono più e sento un legame tra loro e quelli che hanno lasciato quaggiù sulla terra.