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tyrnanog

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  1. Ma la mia meta è oltre. Percorro tutta la gola di Sottosassa e lascio la bici all'attacco del tratto in salita (non sarei esattamente un tipo da Cima Coppi!), proseguo a piedi fino al sentiero che ridiscende e attraversa il Travignolo poco più a monte del Ponte de la Scofa, ed eccomi sulla vecchia e dissestata strada che, costeggiando il torrente, dovrebbe portare alla diga. È la prima volta che mi avventuro su questo tratto. I flutti scorrono alcuni metri più in basso; il greto è letteralmente disseminato di lunghi tronchi d'abete schiantati dalle abbondanti nevicate di un paio d'anni fa. Ad un certo punto la gola del Travignolo si fa un po' più stretta e si allontana dalla strada; mi inoltro nel tratto di bosco che mi separa dalla scarpata e sbuco in vista del torrente proprio dove scende saltellando tra le rocce. Mica male, vero?
  2. Poco più avanti, su un prato umido, la piccola Primula farinosa, una delle specie a fiore rosa; diffusa ma poco conosciuta.
  3. tyrnanog

    Quassù il bosco ancora tace...

    Quassù il bosco tace, appunto! Mentre mi rode un po' l'invidia per i vostri ritrovamenti primaverili (qualcuno addirittura copioso), qua in Valle di Fiemme i funghi ancora dormono e perciò non mi rimane che continuare a dedicarmi alle passeggiate al di fuori dei “miei posti” di raccolta, magari alla scoperta di paesaggi che ancora non conoscevo pur avendoli praticamente fuori dall'uscio di casa; come il tratto del Travignolo compreso tra Sottosassa, dove mi fermavo di solito, e il Lago di Forte Buso, o di Paneveggio che dir si voglia. Dunque anche in questi giorni, approfittando delle previsioni che davano pioggia solamente in serata, ho inforcato la bici e ripercorso la solita strada (alla fine ci lascerò un solco su quella strada!). Appena attraversato il torrente, in direzione Boscampo, vedo fiorita la Cardamine pentaphyllos; scendo dal sellino e non me la lascio sfuggire, anche perché fiorisce con il cronometro: tutte le piante insieme e per pochi giorni. Forse è questa la ragione per cui nessuno tenta di coltivarla nonostante la sua indiscutibile bellezza. Oltre tutto, le poche stazioni dei dintorni sono “fuori zona”, dato che normalmente cresce sotto faggio.
  4. Caspita!!! Quasi come mettere a confronto un... ovolo... di gallina con uno di struzzo. Gran bel colpo (che a me non capiterà, se non altro per il fatto che purtroppo gli ovoli non sono roba da conifere). Daniele
  5. Perché acquistiamo le automobili? Perché non abbiamo il tempo di fare due passi per andarci a comprare le sigarette (adesso ho finalmente capito perché mi ostino a non guidare la macchina; perché non fumo!!!). Perché compriamo i telefonini? Perché non abbiamo il tempo di scrivere due righe o di fare una visita all'amico del cuore. Perché qui in montagna ci sono ormai più impianti di risalita che alberi? (per fortuna, almeno questa è ancora un'esagerazione) Perché non abbiamo il tempo di osservare le meraviglie che la natura ci propone durante la salita, siamo convinti che "il tutto" stia unicamente sulla cima; poi, quando l'abbiamo raggiunta, restiamo delusi e riprendiamo l'impianto per ridiscendere a valle, perché "non abbiamo tempo" di farlo a piedi, dobbiamo cercare la "cima" giusta. La mancanza di tempo è la più grande, la più terribile e la più falsa tra tutte le invenzioni del consumismo e delle sue nuove forme di schiavitù. Non si lavora più per vivere; si vive per il lavoro! Il denaro non serve più per acquistare beni; è diventato "l'unico bene"... e via di questo passo. Ridiamoci sopra per non piangere, pensando a quel contadino che diceva che: "con tutti 'sti concimici chimici, il letame non vale più una mer...! Daniele
  6. Di tutto rispetto come inizio di stagione... dalle vostre parti! Daniele
  7. Forse una Gymnadenia? Assomiglia parecchio alle forme più chiare di G. conopsea, anche se da una sola foto dell'intero scapo florale è difficile fare un confronto. Daniele
  8. Cosa dovrei dire io che non li ho nemmeno mai visti? Mi sento come quello che allungava continuamente un braccio nell'aria nel tentativo di acchiappare qualcosa; passa un amico e gli chiede: "cosa stai facendo?". E lui: "acchiappo i Plufi!"; al ché l'altro, incuriosito: "ma cosa sono?" Risposta: "Boh... ne devo ancora prendere uno!"
  9. Mi sa che Charles Perrault non le contava giuste le fiabe! Quelli che Pollicino lasciava cadere lungo la strada erano prugnoli, altro che briciole di pane! E c'era sempre qualcuno di voi che li raccoglieva tutti, ecco perchè Pollicino non riusciva a ritrovare la strada di casa. Ma insomma, lasciategli ritrovare questa benedetta strada!!! (ma soprattutto: lasciate un po' di bricio... prugnoli anche per gli altri) Daniele
  10. Vista così, anche a me pare proprio Fuligo cinerea; anche quella specie di "ragnatela" alla base è tipica. Al massimo, potrebbe essere una variante decolorata di Fuligo septica (di solito giallo limone, ma ho visto foto di esemplari classificati che potevano trarre in inganno). Daniele
  11. Non so quanti, effettivamente, mantengano vivo il privilegio di gustare certe leccornie come i fiori di Robinia in pastella (privilegio, si; è i....a pensare che non valessero nulla solo perché erano "cibo per poveri"), o persino quelli di Magnolia (questi erano la variante "per ricchi" perché crescevano solamente nei grandi parchi privati). Quassù purtroppo non crescono; per la Robinia dovrei ridiscendere la Valle di un paese o due, ma non ne ho voglia. Però c'è l'onnipresente Sambucus nigra, ai cui fiori faccio fare tuttora la stessa fine; anzi, i paesani meno pigri di me ci fanno anche un gustoso sciroppo dissetante. Per i funghi, però, pregiati o meno che siano mi toccherà attendere ancora parecchio e intanto rosicare a vedere i vostri... nnaggia!?! Daniele
  12. In effetti, ieri telefonando a mia madre (ovvero dalle tue parti: Montefiorino, Appennino tra i modenesi e voi "teste quadre" ) per farle gli auguri della festa della mamma, ho sentito che da voi l'escursione termica delle ultime 24 ore è stata tutt'altro che uno scherzo. Non ci si capisce più nulla! Quassù in Valle di Fiemme, dove avremmo dovuto aspettarci di peggio, si è semplicemente smorzata la calura di sabato, però funghi, neanche a parlarne! Ergo, anche a me non rimane che contemplare e fotografare i fiori di stagione. Ti saluto con un abbraccio e con questa Orchis militaris fotografata ieri, Daniele
  13. Non c'è che dire, gran bel posto; anche senza l'ultima foto, si vedeva da come l'hai presentato che ti è particolarmente caro. Ciao, Daniele
  14. Ennio, è una gran gioia leggere nuovamente i tuoi interventi; mi sa che da queste parti anche i fungacci non si facevano vedere aspettando te. Ho una mezza idea che adesso ricominceranno a saltar fuori tutti quelli più strani, che non conosco, così la smetto di presentarmi a mani vuote e potrò postare anch'io qualcosa in: "Fungacci per Ennio". Un grande :hug2: Daniele
  15. Eh, si!... Il primo fungo non si scorda mai... fino al primo dell'anno successivo Daniele
  16. Bella escursione (tra l'altro dalle mie parti, dove è parecchio tempo che non riesco più a tornare) e belli anche i funghi. Solo un appunto: al posto della fetta di torta avresti dovuto fotografare le classiche tigelle. Non per un fatto di folclore locale, ma perché è un pezzo che non le preparo (in famiglia hanno perso le speranze e hanno smesso persino di chiedermele) e magari rivederle mi dava l'ispirazione :biggrin: Daniele
  17. Perbacco, questo post di gran bei... posti me l'ero perso! Interessante la cosa del pozzo naturale. Daniele
  18. Il punto è proprio questo: pur essendo ancora in buono stato di conservazione, non vengono più utilizzati da alcuni decenni. Si trovano cioè in quella fase in cui, se non se ne deciderà il recupero per altri scopi (attrazione turistica; conservazione storica ecc.), non dico di tutta la rete, ovviamente dei tratti più significativi ed accessibili, rischiano di essere dimenticati e scomparire. Ad esempio, la strada forestale di Cece è inserita in un circuito per cicloescursionisti lungo il quale si trova proprio lo scivolo che ho descritto, ma anche alcune antiche baite che conservano la tipologia originaria (non quei rifacimenti stile casetta dei 7 nani tipici del giorno d'oggi) e altre cose interessanti, ma non segnalate; si da per scontato semplicemente che "chi passa le veda comunque" e sappiamo benissimo che non è così. Daniele
  19. Fondamentalmente li si utilizzava quando c'era ancora neve, infatti ho l'impressione che li costruissero sui versanti o nelle vallette che prendevano meno sole; almeno è così per quelli che conosco io, sono tutti nei punti più ombrosi.
  20. … Ponte del Diavolo (oggi Ponte de la Lizata; preferivo il vecchio nome), che domina l'accesso a Sottosassa dal 1893. Ma ieri, per fare quest'immagine, mi sono preso una lavata colossale; non c'entra nulla il Travignolo, ma la pioggia. Me la sono presa tutta sulla strada del rientro, e visto che mi muovo in bici vi lascio immaginare che goduria!!! Quindi, per oggi mi fermo qui, prima di prenderne ancora. Alla prossima, Daniele P.S. : però sarei un po' stufo di postare passeggiate... SENZA NEMMENO UN FUNGO!!! Eppure, le radure intorno a questi scivoli sono promettenti
  21. … di sicuro c'è che queste opere sono state utilizzate fino a non molti decenni fa; tra le persone più anziane della Valle c'è ancora qualche ex boscaiolo che ricorda di averci lavorato, dopo oltre un secolo dalla loro realizzazione. Altro che le abitudini dell'usa e getta del giorno d'oggi!!! Mi domando quante delle moderne diavolerie tecnologiche, tra cent'anni potranno ancora dire: “guarda qui... un secolo di pioggia vento e grandine e sono ancora al mio posto e perfettamente funzionante!”, come il...
  22. … e qui lo vediamo da monte. Anche il sentiero utilizzava questi ponti e vi assicuro che il transito non era particolarmente facile, soprattutto quando erano bagnati dalla pioggia. Non so se ci siano ancora, perché non sono più tornato in Valsorda e so che anni fa ha subito diversi lavori...
  23. … ponti in legno sagomati come lo scivolo stesso, così da permettere ai tronchi di scavalcare i ruscelli un po' più grandi che non sarebbe stato possibile affrontare con la tecnica del “sottopasso” vista prima. Questo è visto da valle, salendo...
  24. … perciò devo inserire ancora alcune immagini scattate negli anni “80 in Valsorda. Riuscite a scorgere la cosa di cui vi sto per parlare? Ma si, in fondo allo scivolo... uno... anzi due...
  25. Ma eccoci nuovamente sopra Boscampo. La passeggiata di oggi termina qui; la strada che vedete sullo sfondo è quella per Cece ed è proprio dal quel ponte che avevo scattato la foto della volta scorsa. Tuttavia c'è ancora qualcosa che vorrei farvi vedere, ma che non compare su questo scivolo...
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