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E finalmente sono nel letto del rio! Nonostante l'abbondanza di alberi caduti ne riduca un po' il fascino, devo dire che “lo spettacolo vale i soldi del biglietto” (ovvero tre mattinate di scarpinata per cercarlo e una vescica che mi si sta formando su un piede!). Non so se il rio sia raggiungibile anche in altri punti, tra qui e la sommità del salto; ho visto rocce nel bosco più in alto che mi piacciono solo perché lo rendono “pittoresco”! Dovrò studiare con calma la situazione prima di provarci. Ad ogni modo, qualche metro oltre la sommità di questo stupendo gioco d'acqua, una moderna strada forestale attraversa il corso del rio e intercetta il sentiero che sale dal Ponte de la Scofa...
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Da qui inizia il sentiero che, salendo con una pendenza non troppo faticosa, ritorna verso il Rio de le Laste. Giunto al primo tornante sento il fragore delle acque, ma non vedo ancora il ruscello; in questo punto il bosco sembra percorribile e provo ad avvicinarmi. Mi trovo su una di quelle “rive” che richiedono un minimo di prudenza ma, per un fungaiolo abituato ai boschi di questi monti, non mostrano pericoli particolari; c'è solamente la scocciatura di trovarla ingombra di vecchi alberi schiantati (non dev'essere agevole venire a “far legna” da queste parti). Sono in gran parte tronchi di piante “pioniere” (soprattutto betulle) soffocate dalla successiva ricrescita delle più alte conifere. Gli abeti sono tutti abbastanza giovani e il legname a terra è caduto negli ultimi anni: probabilmente tutta questa fascia è stata vittima, tempo fa, di un grande schianto da sovraccarico di neve (non ci sono segni di tagli da sega) e si sta lentamente riprendendo.
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… così da rendere necessaria la realizzazione di una (robusta, ad onor del vero) passerella in legno. Una curiosità: i parapetti del ponte furono realizzati recuperando vecchi binari per carrelli da miniera.
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Ed eccoci al Ponte de la Scofa, un'opera di “quando c'era lui!” (c'è ancora un fascio littorio scolpito su uno dei conci). Visto da valle sembra in perfette condizioni, ma quello sfasciume di rocce poco oltre è ciò che rimane di una parete il cui crollo, alcuni anni fa, ha danneggiato il ponte...
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Le cartine turistiche indicano la presenza di un sentiero che dovrebbe risalire zigzagando lungo il corso del Rio de le Laste, ma prima bisogna trovare il “Ponte de la Scofa” da cui inizia il percorso; qui in zona le indicazioni sono alquanto lacunose (anche se non sono molti i punti in cui i sentieri ridiscendono al livello del torrente) e si rischia di proseguire fino ad una semplice passerella che si trova più a monte e che non fa al caso nostro. Prima di raggiungere il guado, comunque, si passa di fronte al punto dove il Rio de le Laste si getta nel Travignolo e, per fortuna, nel frattempo il cielo si è velato di nubi addolcendo le ombre; è la situazione che preferisco per scattare foto nel bosco. Scendo di qualche passo dal sentiero per cercare un varco tra piante e arbusti che disturbano la visuale. Sono quasi sul bordo delle rocce, ma riesco a trovare un buon punto d'osservazione senza andare in cerca di pericoli: come inizio non c'è male!
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Terminato il tratto di Sottosassa la strada si impenna bruscamente per una cinquantina di metri, fino al Maso Andreola, per poi mantenersi ad una certa altezza. Da qui non ci sono molti punti d'osservazione che mostrino il corso del Travignolo; occorre scendere di qualche metro, lungo un camminamento debolmente tracciato che costeggia il ciglio della scarpata.
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Ma questa volta la mia meta è più avanti, quindi non mi soffermo oltre. Imbucata com'è lungo il corso di un torrente alpino, tutta quest'area si mantiene fresca a lungo, così, anche se il caldo barbino di sabato si sentiva fin qui, non è raro incontrare certi “ritardatari” a primavera già inoltrata.
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Fotografare a Sottosassa in una giornata di sole non è mai un'impresa facile: la direzione della gola (grosso modo Est-Ovest) e le alte pareti creano dei chiaroscuri micidiali. Solamente in determinati orari si riesce a combinare qualcosa.
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Approfittando del ponte del 1° Maggio ho provato a modificare un poco il mio solito itinerario; così, anziché inerpicarmi da Boscampo, ho proseguito per Sottosassa e per la zona ancora più a monte che non avevo mai raggiunto. Tre mattinate di seguito per esplorare una parte del Travignolo che non conoscevo; ma c'era anche un'altra meta: vedere se riuscivo a seguire il corso di un suo affluente, il Rio de le Laste, che scende dal laghetto di Cece e che, da quanto visto l'estate scorsa lungo il suo tratto più alto, dovrebbe presentare non poche sorprese. Comunque, come non iniziare sostando un istante in contemplazione della cascata del Travignolo che chiude la gola di Sottosassa al Ponte de la Lizata; ci passi cento volte, ma rimane sempre uno spettacolo!
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Là, nella terra vichinga.....
tyrnanog ha risposto a patrizio nella discussione Le Nostre Uscite - ANNO 2012
Ma... e quel bel cesto di funghi... se l'è tenuto tutto la fatina? Ecco perchè frequento sempre boschi dove vivono più folletti che fatine; sono talmente intenti a begarsela fra di loro che non fanno caso se riesco a sfilargli qualche bel cappellaccio da sotto il naso (ci pensa poi quella che mi aspetta a casa a mangiarseli tutti!) Daniele -
Piacerebbe anche a me; oltre tutto mia madre abita a Montefiorino, e da lì a Sassuolo... due passi. Il fatto è che da alcuni anni non riesco a schiodarmi da Predazzo nemmeno quando ho qualche giorno di ferie. P.S. Ci avrei giurato che con la foto delle impronte avrei stuzzicato il tuo interesse per gli animali (a proposito: oggi ho liberato un piccione che si era infilato nel cavedio del sottotetto del Museo dove lavoro; se lo viene a sapere il mio gatto mi toglie il saluto)
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La tradizione si ripete....
tyrnanog ha risposto a ANACLETO60' nella discussione Le Nostre Uscite - ANNO 2012
Un babbo col fisico d'acciaio! Vabbè, qualche giuntura di lamiera, a 90 anni, è pure comprensibile; pensa che io me le sento così già adesso (e per raggiungerlo, di anni me ne mancano quasi 40!!!). La tua è una fortuna da assaporare fino in fondo; e auguri di cuore al superbabbo -
Si va a rossi ed invece ......
tyrnanog ha risposto a Quartetto Toscano nella discussione Le Nostre Uscite - ANNO 2012
Certo che, con i Tre Moschettieri più D'Artagnan in mano, fate un pochino invidia... ma proprio... giusto un'unghia (porc..., miser..., accidentacc... ecc. ecc.) -
In effetti, anche se non ricordo l'anno, ho ancora in mente l'urlo del cronista: "...è Adorni!!!" lanciato quando riuscì a scorgere il primo (e solitario) ciclista, ormai in prossimità del traguardo dello Stelvio. In altri anni l'avrebbe riconosciuto in lontananza mentre svoltava all'ultimo tornante, ma quella volta la tormenta di neve impediva di scorgere qualsiasi cosa che si trovasse anche solo a metà strada. EPICO!!!
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Poffarbacco! Vedo che avete rispolverato il Racconto di Natale... bisogna che mi inventi qualcosa di nuovo. Devo vedere cosa riesco a combinare con i programmi che ho su questo PC. Avevo iniziato un racconto di "fantascienza", ma ovviamente sempre con valore di allarme naturalistico, e pensavo di corredarlo solamente con foto (una cosa per un pubblico un tantino più anziano, anche se poi i folletti piacciono a tutti); però non riesco più a trovare un paio di vecchie dias che sono essenziali. Cercherò ancora e più a fondo! Daniele
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Per fortuna, più a valle sono già spuntati questi, a ricordarci che tutto sommato il gelo, quello vero, è passato. Chissà che il 25 Aprile, oltre che dal giogo nazista, per quest'anno non segni anche la definitiva liberazione dal letargo invernale. Daniele
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Pochi metri più a monte, sempre domenica scorsa, tentavo di fotografare il rio nonostante la pioggia battente (alla fine me la sono presa tutta) e lasciando quel brutto ciocco di legno in mezzo all'inquadratura, non fidandomi di arrampicarmi sulla roccia bagnata per spostarlo...
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Appena domenica scorsa ho percorso questo medesimo sentiero; era la giornata ideale per fotografare nel bosco: cielo coperto, luce morbida e cavalletto. Questo bell'angoletto del Rio di Valmaggiore si presentava così...
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Per gli appassionati del genere ci sarebbe stato da divertirsi non poco nel cercare di riconoscere tutte le impronte lasciate sul candido manto. Impressionante, sembrava un'autostrada! Ma questa volta non c'entravano i turisti o i fungaioli, erano tutte degli animali del bosco; tutti già svegli e pimpanti in attesa di una primavera che si fa desiderare più del solito. Orme piccole, grandi, tonde, lunghe, di cervi, caprioli e... queste. Per non essere un esperto mi sembrano di qualche mustelide; un po' grandi forse per la faina e un po' piccole per un tasso adulto: martora? Ne ho incontrata una l'anno scorso, sbucata dalla riva del torrente a pochi passi dal sottoscritto, ma non ho fatto in tempo a chiederle che misura di scarpe portasse. La foto non è un gran che, ma le uniche impronte ancora leggibili erano tutte in ombra piena.