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Mi sa che alla fine saremo costretti a tornare a questo tipo di energia, ma in fondo non sarà affatto una brutta cosa, soprattutto se il pane e l'olio torneranno ad essere quelli di un tempo (e se per farci una bruschetta non dovremo ricorrere a quella ciofeca di aglio cinese che ci rifilano adesso) Teniamoci da conto questo genere di ricordi e, soprattutto, facciamo vedere ai nostri figli e nipoti che queste macchine funzionano ancora e che non dobbiamo buttarle solo perchè la ditta X ha cambiato modello di batteria Y ritirando dal commercio quello precedente. Hai voglia a cambiare il modello del fiume!!! Daniele
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… oh per Bach... e per Mozart... e questo? Ha un bel coraggio a spuntare col terreno ancora gelato! Che sia di buon augurio per la prossima stagione (non la “mezza”... quella “buona”)? Daniele
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Ok, è ora di rientrare, anche perchè oggi fa veramente un freddo barbino; un'ultimo scatto a questo “riflesso nel bosco” e poi via verso...
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… ed ecco un altro soggetto carino: una vecchia radice di un albero abbattuto dal vento e dalla neve.
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Infine, questa mattina sono tornato verso Boscampo per provare a risalire il corso del Rio di Valmaggiore nel suo tratto più stretto. In effetti un sentierino c'è, anche se corre un po' più alto dei flutti; ma in questo periodo, senza erba alta e vegetazione di tutti i tipi, è possibile e abbastanza agevole abbandonarlo per insinuarsi tra i massi e raggiungere il bordo del rio. In altri momenti dell'anno sarebbe improponibile, senza rischiare quanto meno di slogarsi una caviglia, per l'impossibilità di vedere dove si appoggiano i piedi. ECCO A COSA SERVONO LE MEZZE STAGIONI!!! Questa prima volta ho provato solamente un breve tratto, ma già ne è valsa la pena.
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Altro non c'è, e di questi tempi me l'aspettavo (ripeto: a cosa servono le mezze stagioni?), ma sulla via del ritorno trovo comunque una piccola sorpresa: la prima violetta dell'anno, però niente “focus stacking”, uno scatto unico, ho già fatto la mia dose di contorsioni quotidiana.
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Finalmente trovo uno dei miei soggetti da macro, uno di quei funghetti microscopici, incuranti del volgere delle stagioni, che attaccano i rami morti del nocciolo e di poche altre latifoglie. Credo si tratti di un Hypoxylon di qualche tipo. Una buona occasione per iniziare a provare la tecnica del “focus stacking” in esterni. Faccio tre o quattro scatti con focheggiatura leggermente distanziata (ovviamente su cavalletto) e a casa li monto col programmino apposito. Ci sarebbe qualche ritocco ancora da apportare (avrei dovuto chiudere maggiormente il diaframma o eseguire qualche scatto in più, a focheggiatura più ravvicinata), ma il risultato è incoraggiante. Nel riquadro c'è una porzione di uno degli scatti utilizzati: la differenza di profondità è notevole! Devo solo prenderci la mano (anche perché una cosa è lavorare in casa, comodamente seduti dietro al cavalletto, col soggetto inquadrato appoggiato sul tavolo, ma certe posizioni yoga per scattare macro in campagna sono tutt'altra cosa. Con queste tecniche laboriose, poi, sono uno spasso!!!)
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Lungo il corso del fiume, qui in valle, ce n'è una discreta colonia. Non sono attrezzato per la caccia fotografica, almeno non da questa distanza: loro su una riva ed io su quella opposta. Anzi, devo persino ringraziare l'Avisio che mi ha concesso di spingermi nel suo letto per un buon terzo della larghezza senza bagnarmi i piedi. È un ringraziamento di cui tra qualche mese potrei pentirmi, se nel frattempo non piove un po'!
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La fascia bianca alla base dei sassi la dice lunga sulla scarsa portata dell'Avisio e... oh, già... ci sono anche loro!
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Ieri ho provato verso valle, nelle residue macchie alberate lungo il corso dell'Avisio, ma anche qui c'è ancora ben poco: il solito “legnoso” che non si schioda nemmeno con neve e gelo...
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Gironzolo un po' e alla fine rientro in fretta, anche perché c'è previsione di pioggia; qualche goccia mi becca mentre sono in bici, ma non è nulla di serio, infatti mi volto e il presunto temporale si presenta così. Non smonto nemmeno dal sellino, prendo la macchina fotografica e ritraggo la cima della Malgola col sole che gioca a nascondino; poi via verso casa.
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No, non la Primavera o l'Autunno; con le loro esplosioni di colore e le sensazioni che suscitano, quelle sono stagioni a tutti gli effetti. Ma allora cosa sono le mezze stagioni? Avete presente quei giorni in cui la fioritura è già finita, ma ancora non si vedono crescere i frutti; oppure quando la morsa gelida dell'inverno è ormai esausta, ma i primi germogli sono ancora restii a “mettere il naso” fuori dai tegumenti cerosi che li hanno protetti così a lungo? Ecco, quassù siamo in mezza stagione; esci per una passeggiata e ti sembra che non ci sia nulla per cui valga la pena di deviare con lo sguardo dal sentiero tracciato. Ho tre giorni liberi, c'è il sole, quindi in casa non ci sto! Ma dove vado; che ci può essere da vedere, ma soprattutto, A COSA SERVIRANNO LE MEZZE STAGIONI!?! Sabato provo nei soliti posti, a Sottosassa, ma il magnifico manto di neve che pareva una regale stola di ermellino è ormai ridotto a brandelli.
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Certo che fate un'invidia, tutti quanti che già trovate "commestibili"!!! Quassù ce ne sarà ancora da aspettare... Daniele
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Anni fa anch'io ci ho fatto un paio di capatine, ma adesso è un posto troppo battuto; appena si sparge la voce che sono uscite le mongaiole sembra di essere allo stadio e temo che presto farà la stessa fine anche la Malgola. Non è tanto per la gente in sè, in fondo come ci vado io devono poterlo fare anche gli altri, ma certi personaggi... Daniele
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... e, se la stagione viaggia nel modo giusto, da agosto a novembre regala pure le "mongaiole"... certi fungacci che... Daniele
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Regalo inaspettato
tyrnanog ha risposto a AA74 nella discussione Fotografia digitale e tradizionale: arte e tecnica
La "mitica" (senza mezzi termini) F1 è stata l'ammiraglia Canon per parecchi anni, mentre la FTb era quella che oggi si chiamerebbe "entry level" del marchio, con la differenza che ci facevi foto tali e quali quelle dell'ammiraglia; oggi le differenze sono decisamente più marcate. Ho ancora una F1 e la sostituta della FTb, una AT1, e ci ho fatto parecchio BN (la camera oscura era la mia passione) e un sacco di dias. Rispetto alle macchine di oggi sono di una semplicità a dir poco disarmante, ma solo nei comandi: esposimetro interno a "lancetta", ghiera per i tempi, quella per i diaframmi, impostazione degli ISO (all'epoca si chiamavano solamente ASA anche se non eravamo americani) e poco altro. La difficoltà, ma anche il divertimento, stava nel fatto che "scene preimpostate", automatismi e "programmi" di scatto più o meno personalizzati te li dovevi creare e "salvare" nella testa, perché in macchina sarebbe stato impossibile. Insomma erano macchine che invogliavano (e obbligavano) a smanettare e pensare contemporaneamente! Di sicuro erano anche più robuste della maggior parte di quelle attuali. Ciao, Daniele -
Diciamo che dopo qualche anno di compattina (di cui comunque non rinnego nulla), l'occasione di tornare a lavorare con una reflex, per di più con le possibilità che offre il digitale, è stata più che ghiotta. Adesso aspetto con ansia qualche fungo, non importa quale, per provare il "focus stacking" sul campo... pardon... bosco! Daniele
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… e una prima, timida Hepatica fa capolino da sotto il muschio. ...mmhh... questo mi ricorda che fra poco rispunteranno anche... no, non nominiamoli, non si sa mai. Fingiamo disinteresse e lasciamo che si sveglino da soli... tanto avete già capito di chi sto parlando, vero!?! Daniele
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Ma questo è forse il momento migliore dell'anno per fotografare il rio che attraversa Boscampo, quando la vita del bosco si sta finalmente risvegliando e l'acqua della vita fa riemergere dal lungo torpore...
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Semmai, quello che preoccupa è il fatto che, nonostante siamo in pieno disgelo, i ruscelli che solcano il bosco hanno la stessa portata di quando, ormai esausti a fine estate, attendono le piogge autunnali per rinvigorirsi. In altre annate questo punto del Rio di Valmaggiore vedrebbe scorrere ben altro che tre zampilli!