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Ma ormai anche questa carrellata è giunta al termine e rientro in casa sfiorando questo Ussaro impettito e armato di tutto punto, di guardia alla vecchia fontana appena fuori della porta (oggi ti tocca sorbirti tutta la neve, muto e rassegnato, vero? Guerrafondaio da quattro soldi!!!) Arrivederci alla prossima, ma non prima di un'ultima considerazione: chissà quante di queste piccole stranezze non giungeranno mai ai nostri occhi perchè, nella migliore delle ipotesi, passano inosservate, oppure chi è passato prima di noi le ha pestate, o le ha VOLUTAMENTE distrutte? (e in quest'ultimo e diffusissimo caso continuo da anni a chiedermi quale sia la ragione) Daniele
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… cosi, ora, Han Solo si ritrova racchiuso nella grafit... scusate, nella resina! Inutile aggiungere che quest'ultimo ritrovamento è finito dritto dritto a disposizione della collega che si occupa della didattica in Museo; non capita così di frequente di trovare la prova attuale di come abbiano fatto tanti animaletti a rimanere inglobati nell'ambra.
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Per questo le truppe ribelli hanno rinforzato il presidio di soldati a guardia del loro covo segreto, ma ciò non è bastato a proteggere tutti...
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L'universo della fantasia è sconfinato, ma quanto è grande il suo “spazio fisico”? Per dimostrarlo terminiamo questa carrellata di stranezze con un breve racconto in 4 immagini e 2 metri (lo spazio in cui le foto sono state scattate). Esplorando nuovi mondi: "c'è nessuno?"
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E fate bene, perché le ho fotografate lungo il sentiero del Bosco Fontana, ma se ne formano ai bordi di tutte le strade forestali, o dove ci sia qualche rivetta terrosa esposta. Il principio è il medesimo che a Segonzano, però qui il “masso” è un sassolino da... pochi spiccioli!
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… sono torrioni naturali di materiale friabile, ma ricoperti da un masso e perciò protetti dall'erosione meteorica. Come dite... non credete che queste siano quelle di Segonzano?
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Qualcuno di voi conoscerà certamente le famose Piramidi di terra di Segonzano, in Val di Cembra, o quelle analoghe del Renon, sopra Bolzano...
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Qualcuno sa dirmi cosa sono questi “filini” trasparenti che terminano con quella che sembra una piccola teca aperta in quattro (forse sporangi)? Crescono nel muschio, ma non credo che siano legati ad esso; infatti li ho visti una sola volta e, comunque, gli sporangi dei muschi sono differenti. Boh!!!
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E quest'altro, una volta spiegate le ali riuscirà a volare o inciamperà continuamente nelle antenne?
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Ricordate il “perscionaggio molto scimpatico” (si, proprio con la sci)? Doveva essere un Cow Boy; infatti ecco la sua sella, e se non è una stranezza questo tipo di deformazione...!?!
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Cambiamo itinerario e incontriamo tante minuscole piantine con un unico fiore “a testa in giù” (per fotografarlo in questa posa bisogna fare delle vere e proprie acrobazie), la Moneses uniflora, una Pyrolacea (già il nome della famiglia è tutto un programma) che a Sottosassa è tra le primizie primaverili, perché richiede che il terreno sia ancora freddo... ma non troppo; ecco perché sul bordo del vecchio pozzo a cielo aperto della Miniera Bedovina fiorisce addirittura a luglio quando, allungando una mano, si sente ancora il soffio freddo che risale dal “camino” (tecnicamente si chiamerebbe “fornello”, ma è troppo lungo da spiegare ora) di collegamento con una delle gallerie sottostanti. Non è esattamente una stranezza? D'accordo, e allora...
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… ecco, lo sapevo! Sono solo le “cellette” in cui si sono schiuse le uova di un insettino, Adelges abietis credo si chiami; questo punge l'apice di una gemma (autentica) di peccio, costringendo il povero albero a costruirgli una vera e propria ooteca rinforzata e a prova di predatore. È la stessa cosa che accade con le galle della quercia.
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Allora le osserviamo anche i giorni seguenti e, dopo un po', notiamo che si sono ingrossate e hanno cambiato colore; adesso si che potrebbero trarre in inganno!
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Ma ecco che, inoltrandoci nel Bosco Fontana a metà maggio, notiamo quelle che a prima vista sembrerebbero gemme di qualche strano fiore; ma il peccio non produce fiori e i suoi germogli non hanno questo colore.
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Ma per incontrare la prima stranezza non occorre uscire dal paese, basta alzare gli occhi. Chi ha visto il film Labyrinth, quello con David Bowie, non può non aver capito di trovarsi di fronte alla “Città di Goblin”; chissà che, una volta o l'altra, da queste “casette” non sciami una folla di gnomi e orchetti dispettosi (vabbé, se poi li si scambia per vespe che hanno colonizzato i comignoli di qualche vecchia casa disabitata, poco male).
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Ecco come si presentava il Bosco Fontana ieri sera; chissà se il funghetto con la graziosa cuffietta della volta scorsa si è rimboccato per bene la sua coperta di muschio? In ogni caso non è questo il momento di andare a controllare: come minimo si rischierebbe di fare la figura del pupazzo di neve... sgrondata di colpo dagli alberi, o magari di ricevere sulla testa un bel ramo schiantato! Così, anziché raccontarvi l'ennesima passeggiata autunnale, cambio campo di discussione e vi mostro un po' di stranezze e curiosità raccolte nel corso dell'anno lungo i sentieri boschivi dei dintorni; perché amare la natura è anche rimanere stupiti per le tante cose inaspettate che ci offre.
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Per fortuna avevo già ricoverato per l'inverno la maggior parte dei vasi fioriti; comunque la nevicata copiosa e pesante di ieri ha colto di sorpresa molti alberi che non avevano ancora abbandonato le foglie, provocando parecchi schianti (e i conseguenti, inevitabili ritardi lungo la statale)