tyrnanog

… un ultimo consulto per definire i particolari dell'ascensione, poi tutti a nanna: tra poche ore si arrampica!

Si montano le tende del Campo Base...

… ma quando ci si affaccia su quell'ultima vallecola in quota, con le spoglie pareti già in vista, l'eccitazione prende il sopravvento.

La marcia d'avvicinamento è lunga e un po' noiosa...

Una riunione un po' concitata (ciascuno vorrebbe far prevalere la propria idea) per decidere la meta, poi via, verso l'avventura!

Ma un gruppetto di amici, tutti appassionati di arrampicate, è sempre allerta. Qualche uscita d'allenamento è sufficiente per appurare che ora il legno dei ceppi è inumidito al punto giusto; anche il muschio che ne ricopre larghi tratti è robusto e resistente, non secco e friabile come nel pieno dell'estate. Il momento è ideale per mettere in cantiere qualche spedizione di tutto rispetto.

Naturalmente stiamo parlando di funghi, che per quanto gagliardi e risoluti, non hanno le ambizioni di un Reinhold Messner e, anziché su dure pareti di roccia, preferiscono arrampicare sul legno dei tanti ceppi tagliati e sparsi nel bosco; anzi, c'è chi si accontenta persino di una tranquilla passeggiata in collina, inoltrandosi sui soffici pendii di qualche formicaio.

Purtroppo, l'altro ieri, mentre stavo preparando quest'ultima carrellata di immagini, ho appreso la notizia della tragica scomparsa dell'alpinista Walter Nones. Lì per lì, per rispetto e visto l'argomento del racconto, pensavo di lasciar perdere e cestinare il tutto, o riciclare le foto su una trama diversa, ma poi mi sono reso conto che la passione e la gioia che lo riempivano quando arrampicava sulle “sue” pareti di roccia sono simili a quelle che noi proviamo entrando nei “nostri” amati boschi. Non lo conoscevo e, per mia goffaggine, non sono mai stato uno scalatore, ma le montagne su cui si era costruita quella passione sono le medesime che vedo tutti i giorni e fotografo da anni, perciò questa piccola storia che nasce guardando il bosco, appunto, con un occhio diverso dal solito, vuole essere anche un piccolo omaggio a chi queste montagne le vedeva con occhi sicuramente diversi da quelli del comune turista. E se qualche passaggio del racconto risulterà un po' scherzoso, sono sicuro che lo spirito di Walter, ovunque ora si trovi, capirà e si aprirà in un sorriso.

Non c'è che dire, gli scenari dolomitici invogliano ad arrampicare fin sulle più alte vette, ma non temete, non ho cambiato argomento; il fatto è che l'autunno, quando ormai i porcini sembrano aver abbandonato la Valle di Fiemme per lidi più caldi e soleggiati, si rivela essere la stagione propizia per i funghi... “scalatori”.

In effetti il problema esiste. Ho citato la var. ferulae solamente per il fatto che così viene presentato il fungo in questione dalle poche pubblicazioni che ne citano il ritrovamento in queste zone. A conti fatti, mi pareva più improbabile ancora utilizzare il nome Pleurotus nebrodensis, che pure si incontra a proposito degli stessi ritrovamenti, ma che lascia supporre un endemismo altrettanto marcato se non di più. Daniele

… “porcone”. No, non il tizio in secondo piano con la faccia da p..la e i capelli ancora spettinati dai rami del bosco, quello sono io! Parlavo del fungastro ritrovato la domenica precedente e che non ho potuto postare per via del portatile... portato altrove. Non è da record, ma con i suoi 680 g è il mio secondo ritrovamento di sempre; insomma, una chiusura di stagione col botto. (Chiusura? Forse; staremo a vedere. Finché c'è fungo c'è speranza!) Alla prossima, Daniele

… anche la morte si aggira nei paraggi! OK, non è un bello spettacolo; allora rifacciamoci la bocca col...

Il tutto con l'accompagnamento di altri minuscoli e strani tipi, tutti appressati su quel che rimane di un tronco abbattuto, ormai così marcio che non sembra neppure più fatto di legno. Ma, nonostante questa tardiva esplosione di vita nel bosco, non sono solamente i vecchi ceppi o la neve sulle cime a ricordarci che...

… mentre nella fascia di bosco al margine dei prati spunta qualche personaggio altezzoso, più impettito del solito e gonfio... d'orgoglio? No, di pioggia!

Gironzolando tra l'erba si incontra qualche colorato tipetto...

I giudici di campo, sempre impassibili come lord inglesi!

… tra le risa e gli scherni del pubblico (nella fattispecie un gruppetto di Pholiota squarrosa).

… scoppiano...

… giocarci a tennis! Che strane palle da gioco; comunque, qui è così ripido che alla fine anche loro si sfiancano e...

Il fungo, giusto quello; cresce in aree circoscritte, ma collegate tra loro in modo tale da formare quasi una grande e irregolare “C”, come se il tutto fosse partito, secoli or sono, da un unico micelio che poi si sia allargato e frammentato. I prati in questione sono posti su un pendio piuttosto ripido, tanto che non vedo come si riesca a...

… dove il Laserpitium latifolium (l'erba “mongaiola”) cresce abbondante, ma non sempre legato al fungo, che a volte si presenta in esemplari veramente “mostruosi”.

Dove? Sempre sui prati del M. Malgola, lungo la strada per Valmaggiore...

Domenica scorsa ho scoperto finalmente i posti esatti dove crescono le “mongaiole” (Pleurotus eryngii var. ferulae), naturalmente accompagnato da chi già c'era stato, perché altrimenti in quei prati si potrebbe camminare per ore senza trovare nulla.

Non mi sono fatto vivo per un po', ma mia figlia è stata un'intera settimana a Trento portandosi il... portatile (sennò perché si chiamerebbe così?) e lasciandomi senza mezzi di comunicazione; il tempo (brutto anziché no) ha fatto il resto. Comunque, qualcosa da raccontare ce l'ho ancora, nonostante la comparsa della prima neve sulle cime. Non lasciatevi ingannare dalla foto: non sono innevate solamente quelle in lontananza verso il Gruppo di Brenta!

Secondo me, il gambo grande è Frankenstein, quello piccolo...Junior (alla faccia di Mel Brooks) Daniele