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Tutti i contenuti di tyrnanog
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Acci e poi anche picchia.. che esperienza! Se penso che mi sto affezionando quasi di più ai funghi da fotografare che a quelli da mangiare (che eresia per un emiliano, sia pure trapiantato!) e se, per sopramercato, penso quanto è vicino il tuo bosco da favola alla mia valle da... sci... ... mi viene una rabbia, ma una rabbia, che quasi quasi ti auguro Buon Anno e un sacco di altre favole (però, poi ce le racconti!) Daniele
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Non ho mai fotografato pettirossi, però, anni fa, ne convinsi uno a venire a prendere il cibo sulla mia mano, larve di maggiolino che trovavo scalzando le radici di alcuni rosai morti in giardino. Vi assicuro che, quando vedeva che ne avevo trovata una, sgranava letteralmente gli occhi. Le briciole di biscotto, però, pretendeva che le mettessi in un sottovaso in un punto particolare del giardino, perché è lì che le aveva trovate la prima volta; se le tenevo in mano, strepitava come un ossesso finché non le mettevo esattamente in quel punto. Animaletti incredibilmente abitudinari i pettirossi! Buone Feste anche a loro, a chi li fotografa... e perché no... a chi li usa come avatar. Daniele
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Però non avrebbe le spine e anche la foglia diversa. Daniele
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tyrnanog ha risposto a 'l bulaier nella discussione Natura da amare e proteggere
... o ancora: "non buttare cicche nei boschi, che poi prendono fuoco... PIRLOMANE !!!" -
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tyrnanog ha risposto a 'l bulaier nella discussione Natura da amare e proteggere
O anche: "L'avesse fatto prima, non sarei qui a raccogliere la tua spazzatura!" -
In effetti ho iniziato già l'anno scorso, un'immagine alla volta, quando mi capitava un soggetto interessante; poi la cosa si è formata pian piano. Auguri, Daniele
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Allora falle gli auguri anche da parte mia, perché è proprio ai piccoli come lei che questa cosa è dedicata. (intanto, però, auguri anche a te!) Daniele
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Parecchie di queste immagini le avevo già utilizzate l'estate scorsa per una serata, destinata ai bambini, organizzata assieme ad un'amica fungaiola, per parlare dell'importanza di rispettare il bosco. Quassù è zona turistica e vale sempre la pena pungolare la gente in tal senso. Naturalmente era una cosa di prova, alla buona, e il racconto non era ancora ben delineato, però era piaciuto. Magari queste cose e tante altre simili (ne ho già viste anche qui sul forum), mettendo insieme un po' di pazienza e di lavoro di tanti, si potrebbero utilizzare e diffondere anche tramite "A passeggio nel bosco" (penso a scuole, gruppi parrocchiali ecc.). Intanto, ancora auguri di buon Natale, Daniele
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Fu in quel momento che lo sguardo gli cadde sul piccolo oggetto appoggiato sul muschio accanto a sé; allora capì che non si era trattato di un sogno… e decise che, nei mesi che lo separavano dal Natale, si sarebbe adoperato in ogni modo per far comprendere ai propri simili l’importanza di salvaguardare il bosco, ma soprattutto decise che avrebbe accettato l’invito a tornare alla radura incantata la sera della Vigilia, perché – ed è questo il vero dono - …
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… l’uomo si risvegliò, si guardò intorno un po’ frastornato – il sole di luglio ammiccava alto tra le cime degli alberi e le formiche erano ancora indaffarate sul Cirsio giallo – guardò l’orologio e si rese conto di aver dormito solo alcuni minuti. “Che strano sogno - pensò – così tante avventure in così pochi istanti!”; perciò, rassicurato e convinto che l’immaginazione gli avesse giocato un tiro birbone, si alzò per avviarsi verso casa.
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Il giorno del Solstizio, però, non si fece attendere a lungo e, dal suo castello d’inverno, la sovrana decretò che per l’ospite fosse giunto finalmente il momento di fare ritorno nel proprio mondo. I folletti riaccompagnarono Tyrnanog nel medesimo punto dove l’avevano trovato tanti giorni prima, addormentato sotto il Cirsio, e dove lo salutarono, ma non prima di avergli rinnovato l’invito, se avesse portato a termine la propria missione, a tornare in quel medesimo luogo... dopo cinque mesi esatti, la sera della Vigilia di Natale. “Ma come tra cinque mesi… non è possibile che la Vigilia… siamo già… alla fine di dicembre…” Tyrnanog non capiva, avrebbe voluto replicare, ma quello strano torpore si impadronì nuovamente di lui; chiuse gli occhi e…
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… di come gli animali del bosco si apprestavano a trascorrere quella stessa notte. Avrebbero avuto freddo, o fame? … Non importava a nessuno!
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Ma nel resto della valle la neve era già caduta abbondante; chiusi nelle case riscaldate, gli uomini affrettavano i preparativi per la Notte di Natale, incuranti…
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… un angolo di natura ancora immerso nel calore e nei profumi dell’estate. Il Borgomastro gli spiegò che ogni bosco fatato nasconde e protegge una minuscola radura, impossibile da trovare per i comuni mortali, in cui non cade mai la neve e che il gelo non può racchiudere nella sua morsa; è qui che il Piccolo Popolo trascorre la notte di Natale ed attende la nascita del Nuovo Anno, ed è sempre qui che fate e folletti lo invitavano a tornare per unirsi a loro, la sera della Vigilia, se avesse accettato di compiere la missione che la Regina gli aveva assegnato. Pareva che fosse questo il dono promesso: vivere ancora un breve momento d’estate nel cuore dell’inverno.
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A dire il vero, non a tutti dispiace l’inverno; le Anguane, infatti, approfittano della stagione fredda, quando il bosco non è invaso da turisti e cercatori di funghi, per nuotare spensierate nelle pozze d’acqua impreziosite da effimeri gioielli che il ghiaccio disegna lungo la riva. E proprio in quei giorni, con sua grande meraviglia, mentre il gelo sembrava attanagliare tutte le cose, a Tyrnanog venne mostrato quello che gli parve un miracolo:…
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… e anche per i folletti sarebbe giunto il momento di indossare gli abiti invernali, quelli intessuti col “sottopelo” di ermellino. Sapete, in primavera aiutano questi graziosi animaletti a liberarsene, spazzolandoli ben bene; in compenso, durante l’estate, con la soffice lanugine confezionano le calde e mimetiche tute da neve. Ma quando la stagione li obbliga ad indossarle è il segnale che le frenetiche attività estive sono definitivamente cessate e non rimane che trovare il modo di passare il tempo senza annoiarsi, in attesa della primavera.
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Ma per fortuna tra queste montagne la nebbia si dissolve presto, portando con sé i malumori e ogni sorta di maleficio. Tyrnanog tuttavia era sempre più in apprensione per la missione che l’attendeva, mentre il tempo svaniva troppo in fretta, proprio come la nebbia. Le prime nevi già facevano capolino sulle cime del Lagorai, a breve il gelo avrebbe addormentato il bosco…
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… persino le fate, con la nebbia, cambiano umore senza nemmeno rendersene conto; solitamente allegre e ben disposte, diventano taciturne ed ombrose. Mai accettare l’invito a seguire una fata in un giorno di nebbia, potreste perdervi per sempre nel suo mondo senza più la possibilità di fare ritorno!
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Ma con l’autunno giunge anche la nebbia che avvolge ogni cosa confondendone i contorni e creando illusioni. Con le brume autunnali si risveglia infatti il terribile Basilisco, e gli oggetti più comuni…
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… più a sud, sui monti dell’Appennino, il tempo di raccogliere le castagne e, naturalmente, di adeguare i vestiti ai colori della nuova stagione… come dite? Non capite come mai, visto che le odiano tanto, questi folletti indossino le scarpe persino in un normale giorno di lavoro? Avete mai provato a camminare a piedi nudi sui ricci delle castagne!?! A proposito: avrete notato anche voi che i cappelli portati con tanta fierezza da questi strani ometti, a qualunque latitudine e nonostante le diverse fogge e colori, terminano sempre con un’alta punta; sembrano oggetti altrettanto scomodi delle scarpe, eppure ne vanno tutti incredibilmente orgogliosi. Il fatto è che la forma a cono si è mantenuta in ricordo dei tempi antichi, quando i folletti si vestivano ancora con erbe e cortecce, e i cappelli venivano confezionati arrotolando una foglia di nocciolo, fermandola poi con un ago di pino. Provate voi a farvi un cappello in questo modo; non è affatto semplice!
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Nell’apparente serenità del piccolo villaggio fatato i giorni fuggivano veloci, mentre Tyrnanog si convinceva sempre di più che, se lo avessero trattenuto ancora a lungo, non sarebbe riuscito a portare a termine la propria missione prima che spuntasse l’alba della Vigilia di Natale. Quasi che gli avesse letto nel pensiero, l’autunno si presentò infatti senza alcun preavviso, e con lui giunse…
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