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Fagus

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  1. Qui mi fermo ancora ad ammirare. La Maiella (2793 m) , le altrettanto lontane montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo, il Monte Sirente (2348 m) , il Monte Ocre (2204 m) e dietro la piramide del Monte Velino (2487 m). Mi dispiace per i 2500 ISO.
  2. A 1910 metri la salita finisce; sono in cresta su una depressione della Cresta di Rotigliano. Si apre uno spettacolare orizzonte.
  3. Mi sto scostando di tanto dalla traccia che avevo registrato sul Garmin. La fatica è tanta, mi faccio forza contando ogni volta 50 passi e fermandomi poi a riprender fiato per 30 secondi. L’altimetro supera i 1800 sto andando in un altro posto. Sarà un caso? Mi accorgo dalla mappa che sto risalendo la Valle del Paradiso. È inevitabile i pensieri agli ultimi accadimenti tornano a farsi strada nella mia mente in maniera dolce e mi accompagnano sulla salita.
  4. Fra me dico: volevo arrivare al Valico del Belvedere. Qui sono a 1700 devo solo arrivare a 1789. Mi incammino nella valle che sale.
  5. Montagne mozzafiato. Incontro gli sci-escursionisti che scendono dall’alto. Gli chiedo se vale la pena arrivare più su; la risposta è scontata.
  6. Mi giro e anche di qui non è certo da meno. Ora il cuore batte solo per l’emozione e non più per la fatica.
  7. Lo scenario è suggestivo da questo lato; laggiù il Lago di Campotosto ghiacciato parzialmente
  8. Qui mi fermo e la mente comincia a viaggiare tra mille pensieri.
  9. Mi alzo poco dietro al Rifugio e godo della bella visuale.
  10. Il posto merita senz’altro una sosta, anche per rifocillarmi e godere degli ultimi raggi di sole che pian piano va nascondendosi tra le nuvole. Ho una gran sete dovuta anche al sudore della salita.
  11. Esco finalmente dal bosco e vedo il Rifugio (non bello a dire il vero). Il muro alla base è completamente sommerso dalla neve ed emerge solo la parte alta della struttura
  12. Rientro nel bosco per l’ultimo strappo prima del rifugio. La neve sommerge gli alberi e anche a me sembra di nuotare nel mare con le onde che mi sovrastano; qui nel bosco è sicuramente alta qualche metro.
  13. Alzo lo sguardo e in alto spiccano le belle rocce del San Franco, con le cornici delle creste.
  14. Incontro un’altra bella radura con neve vergine interrotta solo dalla traccia lasciata da alcuni sci-escursionisti.
  15. Confesso che la fatica si fa un po’ sentire anche perché la neve fresca diventa sempre più alta e il sentiero più ripido.
  16. La salita è dura ed ogni occasione è buona per fermarmi a riprender fiato.
  17. La coltre bianca si fa sempre più alta e è ricca di tracce lasciate dagli animali. Ogni tanto si apre qualche bella radura.
  18. Continuo ancora per poche centinaia di metri sulla sterrata fin quando un cartello mi avverte di girare sulla ripida mulattiera a destra. Il bosco da qui è più fitto.
  19. Se decidessi di tornare in estate in questo posto, sicuramente vale una seconda escursione, credo che fin qui si possa arrivare con la macchina. Vicino c’è anche una piacevole area pic-nic
  20. Il primo tratto di quasi 4 km è su una sterrata a saliscendi che molto faticosamente guadagna quota. D’inverno è ovviamente chiusa al traffico dalla neve. All’improvviso dopo una curva, sopra il bosco appare la lontana e maestosa sagoma del Monte Corvo con i suoi 2623 metri di altezza. Sembra essere sospesa in cielo …
  21. Sento un timore reverenziale nello scrivere qui oggi, ma credo che sia giusto continuare a scrivere e a non fermarsi; credo che chi ha curato ed ha aiutato a crescere con tanto amore questa sezione vuole che questo spazio continui ad accogliere tanti racconti di montagna da parte di tutti noi. Non sono ipocrita nel dire che in questa uscita in solitaria più volte ho pensato a Giorgio che così tanto amava la montagna e … … anche a chi tanto amava la neve. In alcuni momenti giuro che non mi sono sentito affatto solo. La scelta è andata in un posto solitario ma di immensa bellezza, nella catena del Gran Sasso sotto le pendici del Monte San Franco, prima propaggine ovest del gruppo. La partenza è poco sotto il Passo delle Capannelle a circa 1280 m di altezza. La destinazione è il Valico del Belvedere a quasi 1800 metri di quota. Già dalla partenza la vista sui Monti della Laga è spettacolare. Purtroppo le foto non sono granché perche come uno sciocco non mi sono accorto che avevo lasciato le impostazioni ISO della macchina a 2500. E dire che ad ogni foto, che scatto sempre in manuale, sono stato costretto a settare valori di tempo e diaframmi decisamente inconsueti e ho ripetuto fra me e me: “quanta strana luminosità oggi”.
  22. Bellissima e spettacolare. Finalmente un inverno che torna a fare ... l'inverno. Ciao
  23. Fagus

    Serafino pane e vino......

    Bravo Andrea belle foto. Peccato solo per il Vettore che è venuto un "pò bruciato", ma con quelle condizioni di luce e neve non era facile. Ne ha fatta anche lì. Sabato migliora
  24. Grazie Stefano, sei da sprone :biggrin:
  25. Non preoccuparti non si scioglie prima e durerà a lungo quest'anno, almeno in alto.
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