Vai al contenuto

Illecippo™

Members
  • Numero contenuti

    17106
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    2

Tutti i contenuti di Illecippo™

  1. Fabio, Morchella esculenta rotunda,vulgaris,crassipes,rigida.... non esistono :biggrin: Cmq deve essere un epidemia generalizzata, io ancora non ho controllato bene nel posto giusto causa stampelle, ma.... :wink:
  2. Paura eh..... :girl_devil: Iddu credo chessia così, dobbiamo chiedere a Don Salvo
  3. Molto bella aldo questa tavola Il motivo è esattamente questo. Le spore si trovano sul cappello, sottoforma di materiale mucillaginoso; l'odore cattivo attira gli insetti come le mosche e... li uccide. Una curiosità sul Phallus sta infatti nel fatto che gli insetti che ingeriscono le sue spore...non solo le trasportano con le zampe, ma dopo poche ore muoiono, esplodendo, letteralmente gonfiate da questo particolare composito. Tutto questo per diffondere ancora meglio la specie. Pensa te. Nic
  4. Molto bella e molto rara No, le foto sono di alcuni amici canadesi e americani con i quali ho intrapreso uno scambio di materiale fotografico Col pizzo in italia è davvero raro
  5. Che gran rientro Lore! :hug2: una bellissima passeggiata non solo panoramica ma anche degustativa. Tutto si fonde nel silenzio il profumo della pancetta abbrustolita, il frescore delle acque di sorgente, la bellezza delle montagne, le parole di un libro amato i ricordi dell'infanzia vissuta... e l'unico rumore che senti è quello dei tuoi passi che proseguono il cammino della vita.. Questo... è quello che mi hai trasmesso!
  6. Grande generale Baffo sempre in prima linea Morchella esculenta, quando sono giovani così e con quel colore plumbeo tendono a chiamarle varietà vulgaris.. ma ci credo poco un abbraccione Nico
  7. ma quella è una Mitrophora ne sono certo
  8. con quelle costolature sul gambo Helvella acetabulum sl. poi baglivo tirerà fuori qualche specie strana
  9. Mitrophora semilibera! Non Morchella conica! :hug2:
  10. APB Assolutamente Progressi Bellissimi Giuseppe, sono commosso :hug2: veramente magnifico come con poche ma giuste idee ed atrezzature si possa salvare e migliorare la vita di tantissime persone... Grazie per i tuoi aggiornamenti :hug2:
  11. Ce ne è piu di uno... è spettacolare come in poche ore si sviluppino i gasteromiceti :biggrin:
  12. Noooo mi spiace tantissimo!!! Un abbraccione enorme dany!!
  13. Ahahaahahahah ottima idea! anche questo poteva essere un bel sottotitolo
  14. Stupende Artù, una meraviglia
  15. Dictyophora indusiata (Ventenant) Desvaux Allo stadio maturo (a sinistra) e ovolo (a destra).
  16. Dictyophora indusiata (Ventenant) Desvaux
  17. Dictyophora indusiata (Ventenant) Desvaux
  18. Illecippo™

    Dictyophora indusiata

    Passeggiando nei boschi avremo sicuramente incontrato qualche volta il fratello italiano di questo fungo, il Phallus impudicus. Ma pochissimi conoscono l’eleganza e il fascino della Dictyophora indusiata, tipica delle foreste tropicali. Se decidiamo di partire per un viaggio alla scoperta di continenti tropicali, come America del Sud, Asia Orientale o Indonesia, quasi sicuramente incontreremo una lunga serie di curiosi funghi, dall’aspetto molto particolare e dal curioso utilizzo in campo micologico. Nelle foreste più prossime alla fascia equatoriale, dove le temperature sono costanti e l’umidità è spesso molto elevata, si sviluppano molti funghi, in particolare lignicoli e saprofiti, dalle forme e dai colori davvero bizzarri. Curiosità da... Bamboo! In prossimità di grandi foreste di bamboo, sulla lettiera e sui detriti legnosi depositati a terra, spesso tendono a svilupparsi numerose specie appartenenti alle Phallaceae, un gruppo che racchiude gasteromiceti dalla forma fallica e dall’odore sgradevole. In Italia, il più comune e conosciuto è il Phallus impudicus, insieme al suo fratello Phallus hadrianii: sono due funghi non commestibili, che tuttavia paiono essere stati consumati crudi in insalata allo stato di uovo in alcune regioni del Nord! Ebbene, questi due “maschietti” hanno una sorta di sorellina tropicale! Si chiama Dichtyopora indusiata. Asia e America Si tratta di un gasteromicete comune nelle zone subtropicali e umide, in particolare Cina, Giappone, Vietnam, India, Stati Uniti centro-meridionali e isole tropicali (Hawaii). È un fungo dal corpo gelatinoso, sferico, che si apre a maturità per liberare un ricettacolo a forma fallica portante una gleba pastosa e maleodorante. Il ricettacolo cilindrico non è diviso e la testa è sovente conica, gelatinosa verdastra, con indusio pendente. L’indusio è la caratteristica principale della Dictyophora indusiata e si tratta di un velo reticolato biancastro che come il velo di una sposa contorna il gambo partendo dall’orlo del cappello. In Cina è conosciuto come zhu sheng ed è utilizzato nell’alta cucina delle regioni del Canton e dello Yunnan. Viene intensamente coltivato su truciolame di bambù, sul quale si sviluppa in numerosi esemplari: negli Stati Uniti lo hanno così ribattezzato Bamboo fungus. Studi affermano che il suo aroma (giudicato maleodorante dagli uomini testati) abbia causato spontaneamente orgasmi in individui di sesso femminile. Carta d'identità Nome scientifico: Dictyophora indusiata Sinonimi: Phallus indusiatus, Phallus impudicus var.indusiatus Nomi comuni: Veil Stinkhorn, Bamboo fungus, Lady Stinkhorn, Basket Stinkhorn Classe: Agaricomycetes Ordine: Phallales Famiglia: Phallaceae Genere: Dicthyophora Specie: indusiata Descrizione dell’aspetto: forma fallica, con un velo che circonda il gambo bianco Carne: elastica, gommosa, con odore persistente e maleodorante di rifuti Habitat: nella fascia subtropicale, ai margini di boscaglie di lecci e bamboo; cresce anche in ambienti cittadini. Commestibilità: in teoria, per il suo odore non gradevole e la consistenza mucillaginosa non sarebbe commestibile, ma in Cina e Giappone viene coltivato e raccolto proprio con lo scopo di impreziosire piatti dell’alta cucina locale. In Italia, il suo simile Phallus impudicus, viene consumato allo stadio di uovo non ancora schiuso, crudo in insalata, da pochi... mitomani più che micologi.
  19. Ciao Bellissimo, in bocca al lupo per il campionato Didò, hai ragione.... titolo azzeccato Ciao Alberto e Alessandro
  20. Oltretutto tende a diventare verde dopo 15 ore Bello assai! Paolo, finche non salgo niente sacciu, lassù fanno sempre uccel di bosco e stanno in liquidazione Chissà magari sotto qualche rimboschimento particolare... o abetaie miste..
  21. Carino, ne? Secondo me è fra i funghi più belli all'estero Si Marci, ma le foto pubblicate non gli rendevano giustizia
  22. Siccome poi è curioso notare come il colore di questa Fabacea non sia l'indaco noto come quello del Lactarius, sveliamo come si ottiene in natura questo colore: le foglie vanno fatte fermentare e il liquido giallo-verde che si ottiene dalla fermentazione viene fatto ossidare all'aria; il colore della soluzione vira gradualmente fino a diventare un viola-bluastro caratteristico, il color indaco. Infatti nella Indigofera tinctoria si trova l'indacano, un composto ricco di glucosio che una volta fermentato si ossida e vira all'aria al colore bluastro. Una curiosità legata, infine, a questo colore, è che l'indaco, nelle regioni del Sahel della Mauritania, è considerato simbolo di nobiltà, infatti la tunica dei Tuareg è tutta indaco e i mauritani, nelle zone del corpo non coperte da indumenti, si spalmano una polvere color indaco che li protegge dai raggi solari e dà origine al soprannome di "uomini blu".
  23. Bellissimo, trovarlo in italia sarebbe spettacolare! eeee be, i nostrani sono i nostrani :biggrin: Indigo, significa appunto indaco; per gli americani però tecnicamente è un adattamento; nella spettrografia elettromagnetica corrisponde alla colorazione data da C16H10N2O2 e corrisponde a quello che loro chiamano "Indigo" (considerato il colore standard dei jeans). Poi, come si legge in questa citazione: "A variety of plants have provided indigo throughout history, but most natural indigo was obtained from those in the genus Indigofera, which are native to the tropics. The primary commercial indigo species in Asia was true indigo (Indigofera tinctoria, also known as Indigofera sumatrana). In Central and South America the two species Indigofera suffruticosa (Añil) and Indigofera arrecta (Natal indigo) were the most important. In temperate climates indigo can also be obtained from woad (Isatis tinctoria) and dyer's knotweed (Polygonum tinctorum), although the Indigofera species yield more dye" Esistono alcune piante, con il nome di specie molto vicino, Indigofera tinctoria, dalla quale estraevano questo particolare colorante. Da noi è diffusa localmente e conosciuta appunto col nome di "Indaco dei tintori".
  24. Lactarius indigo (Schweinitz) Fries Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 341 (1838)
  25. Lactarius indigo (Schweinitz) Fries Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 341 (1838)
×
×
  • Crea Nuovo...

Informazioni importanti

By using this site, you agree to our Terms of Use (privacy).