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Illecippo™

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  1. Io partirei subito, forse più per le Cangure che per i funghi Il "king" è l'edulis, che si accoppia al "queen" bolete, che è il Boletus aereus americano, ossia il Boletus regineus D. Arora & Simonini è un discorso complesso perchè sono pressoche identici e considerati da alcuni sinonimi ma le differenze ci sono, proverò a chiarirtele! Un :hug2:
  2. Buu, inventane un altra per uscirne bene dal semicappotto potevi raccogliere le digitaliformis, quelle si che son buone :hug2: Scherzi a parte, bellissime le pozze ancora piene e quel pino... è veramente gigantesco
  3. Un lavandino di verpe non mi sembra una vera uscita nel bosco
  4. è una pianta parassita tossica per l'uomo, Viscum album, o vischio.. come ti ha detto alfonso; in questo periodo gli uccelli ne disperdono le bacche... che germoglieranno su altri "ignari" alberi l'anno successivo... generalmente non è nociva perché il suo è un parassitismo lieve, è in grado di produrre clorofilla attraverso la fotosintesi (infatti le foglie sono sempre verdeggianti) ma non di captare abbastanza sali minerali: così si "introduce" nella pianta parassitata con una radichettina nell'intercapedine del ramo. Nic
  5. Grande Matteo!! Sapevo della tua imminente raccolta, mi raccomando domani !!!
  6. ehehe, il bello è trovarli in ciabatte da mare (vedi foto!!!) Sono quelli che crescono a P.N. (Lurisia) sotto all'abetaia, che non abbiamo trovato lo scorso anno
  7. Nella seconda foto vedi una dominante rosata sul cappello dell'esemplare a destra? è la sporata, rosa=entoloma quale... non è facile dirlo, ci vogliono foto più dettagliate magari su un prato e non grigio su grigio
  8. Illecippo™

    Phlebopus marginatus

    Ci troviamo nell’est dell’Australia, agli antipodi dell’Italia. Dopo alcune giornate piovose, iniziamo a passeggiare nelle grandi foreste della regione merdionale. Eucalipti e alcune querce fanno da cornice ad alcuni tratti di bosco formati da una laurisilva o foresta tropicale più complessa. Ma proprio ai margini delle boscaglie formate da Eucaliptus, potremo imbatterci in un curiosissimo quanto gigante… Porcino! Tipico dell’Oceania Questo particolare fungo, molto somigliante a un Boletus reticulatus di grandi dimensioni, si chiama Phlebopus marginatus ed è stato individuato e segnalato già dal 1845, dallo studioso Berkeley, che lo aveva chiamato inizialmente Boletus marginatus. Successivi studi e monitoraggi, ne hanno accertato la presenza costante anche nelle vicine foreste dell’Indonesia, della Malaysia e anche in alcune zone costiere dello Sri Lanka. Anticamente, si narra che fossero un importante elemento che caratterizzava la dieta delle popolazioni aborigene di questo continente. Un vero gigante L’aspetto generale è quello di un boleto. Può raggiungere proporzioni davvero enormi: il cappello, dal colore ocra marroncino tendente al giallo scuro con rade sfumature più scure, da convesso a appianato-depresso, arriva a misurare anche 1 metro di diametro! Il gambo è di colore scuro, da grigiastro a bruno-marroncino, reticolato e allargato allo stipite e di forma generalmente regolare. La superficie imeniale, ovvero i pori, sono di colore giallo vivo anche a maturazione, quando tendono leggermente a scurire; la sporata è giallo-marroncina; la carne, soda da giovane ed elastica a maturazione; è bianca ed immutabile, con odore tenue e sapore dolce. In Australia è conosciuto come Salomon gum mushroom, a causa della colorazione particolare della cuticola. Si hanno notizie e documentazioni di esemplari del peso di 29 chili, trovate nella regione del Victoria! Un genere particolare Le specie appartenenti ai Phlebopus, sono considerate le maggiori fra i boleti; sono generalmente micorrizici, molli e dalla consistenza gommosa degli esemplari che superano i 40 cm di diametro del cappello. Il nome del genere deriva dal greco “phebo” e “pous”, col significato di piede espanso. Recentemente, in Australia sono stati trovati diversi boleti molto simili nell’aspetto, ma con la carne che vira al bluastro al taglio: questo ha fatto pensare alla presenza di nuovi Phlebopus nel territorio dell’Oceania. Altre specie affini sono segnalate nelle foreste delle Filippine e del Sud Africa. Infine, una nota sulla commestibilità: da giovane viene consumato, privato della base del gambo. Carta d’identità Nome scientifico: Phlebopus marginatus Sinonimi: Boletus marginatus Divisione:Basidiomycota Classe: Agaricomycetes Ordine: Boletales Famiglia: Boletinellaceae Genere: Phlebopus Specie: marginatus Cappello: 10-60 cm, carnoso, dal margine debordante, di colore marroncino tendente al giallo ocraceo. Imenio: pori colore giallo limone, tendenti al marrone solo a maturità. Gambo: carnoso, allargato alla base, di colore grigiastro o marrone scuro; reticolato. Carne: bianca, generalmente immutabile, soda da giovane, elastica da adulto; odore nullo, sapore dolciastro. Habitat: in foreste di eucalipto, nell’emisfero australe; diffuso solo nel sud-est dell’Oceania. Commestibilità: consumato da giovane, considerato di mediocre valore alimentare.
  9. Aahah, ma tu avevi qualche dubbio sulla mia normalità? per ora sto anche evitando il Toradol, non vorrei mai diventare un dipendente stile Vicodin/Gregory House
  10. Invece della salsiccia ho usato il guanciale. Per me le verpe son l'unico fungo che tengono bene un cucchiaio di pomodoro. Ottime!! Ah, ma Peppe credi davvero che non saltino fuori fra poco, anche nei miei confronti? A presto Eh Alberto, la voglia è sempre tanta... la gamba un pò meno ma ieri già mi districavo bene. La nota lieta è stata rientrare a casa, levare il tutore e osservare con gioia che non c'è già più alcun versamento, e i punti stanno già riassorbendosi.
  11. Si, così pare! Unica specie insieme a qualche malridotta Sarcoschypha, ma c'era ancora la neve!!! Grande Madino, mi raccomando domani fammi sapere in diretta se salta fuori Ci vediamo presto! EhEh guarda sono un Cuneese acquisito, è la zona nei dintorni di Piana Crixia a Millesimo, dietro Savona
  12. grazie Lucio, le foto fanno schifo, ma di meglio non si poteva. Mai telefonarmi prima di andare a funghi è un complimentone! ne vado fiero Alberto :hug2:
  13. Ci ho pensato Ciao Re Artù! Vincè, se avessi il GPS ti darei le coordinate... ma arrivare laddove non arrivano le grinfie di cuneesi e francesi, non è facile :hug2: (ci puoi arrivare, si capisce più o meno la zona )
  14. Spinaci di montagna dal sapore deciso, ottimi per frittate e per zuppe di legumi e cereali. I farinelli del buon-enrico sono una delizia del apprezzata in tutta la Penisola. Il botanico svedese Linneo assegnò il nome specifico di questa pianta per onorare Enrico IV di Navarra, chiamato appunto dai francesi “Le bon Henry”, che tra l’atro fu un protettore dei botanici. Diffusa in tutta la penisola italiana, il Chenopodium bonus-henricus è una pianta erbacea perenne ed edule della famiglia delle Chenopodiaceae, oggi assegnata in una più corretta posizione, secondo il moderno sistema di classificazione APG basato su dati molecolari, alla famiglia delle Amaranthaceae. Il nome comune è Farinello buon-enrico, mentre volgarmente prende il nome di Spinacio di montagna e, in particolare, nell’Appennino centrale è chiamato Orapo. E’ un’erba che cresce abbondante in montagna fino ai 2100 m. su terreno molto azotato, di frequente presso le malghe, nei luoghi incolti concimati di montagna e dove stazionano i pascoli. Gli orapi sono conosciutissimi come specie mangereccia, per il loro gusto affine agli spinaci, ma con in più una vena di sapore selvatico. Da giovane si colgono i germogli che vengono consumati cotti o fritti. Per non sbagliare pianta basta toccare la pagina inferiore delle foglie che al tatto sembra coperta di sabbia fine. Piede d’oca! E’ una pianta perenne di tipo erbaceo, ma a volte quasi arbustivo con portamento eretto-ascendente a forma vagamente piramidale. Ha un fusto ascendente, cilindrico e striato che le permette di crescere fino a 60 cm. di altezza. Le foglie verdi, con una forma simile al piede dell’oca (dal greco chen ossia oca e podion che significa piede), sono triangolari-astate, lunghe 5-10 cm, con due lobi acuti divergenti alla base, picciolate, con la pagina inferiore chiara e farinosa. L’infiorescenza si sviluppa in un racemo di spighe, con brevi rami all'ascella delle foglie superiori, con fiori rossiccio-bruni, ermafroditi, con perianzio con 5 segmenti sepaloidi, stami opposti ai segmenti e ovario supero. Il frutto è una capsula che alla maturità diventa carnosa e succosa. Ogni frutto contiene un solo seme bruno-lucente, punteggiato molto minutamente a forma ovoide o più semplicemente rotonda. Ferro e acido ossalico Gli orapi sono conosciuti sin dall'antichità e apprezzati per il loro valore nutritivo, spesso raccolti, lessati e consumati in varie forme nell'Italia centrale. Si cucinano come una comune verdura, lessa o soffritta in padella. Si preferiscono i germogli o le cime immature delle giovani piante. Per l'alto contenuto di ferro e altri sali e vitamine, questo spinacio di montagna è un ottimo demineralizzante ed è quindi un buon ricostituente, antianemico, lassativo e depurativo, però per il suo contenuto di acido ossalico ne è sconsigliato il consumo ai sofferenti di calcoli, artrite e reumatismi. Anticamente considerato un alimento povero, è oggi una spezia molto ricercata e pertanto è spesso oggetto di raccolte indiscriminate. Il Voccarusc m’panicc’ Ecco una curiosa ricetta abruzzese tipica della zona di Capracotta (IS). Ingredienti: 1 chilo e 200 grammi di orapi; 600 grammi di pane casereccio raffermo; 250 grammi di miscischia (o 350 grammi di pancetta di pecora o maiale); peperoncino piccante (se si usa la pancetta); aglio; olio extravergine di oliva; sale. La ricetta vede l'uso della miscischia, carne di pecora essiccata, messa in ammollo per 24 ore, cambiando l'acqua per dissalarla e ammorbidirla. Questa carne secca purtroppo, ormai, quasi introvabile quindi viene sostituita con pancetta di pecora o maiale, fresca o semistagionata. Dobbiamo cuocere gli orapi in acqua bollente, salare e scolarli ma non troppo, tenendo da parte l'acqua di cottura. Aggiungere alla verdura il pane raffermo, tagliato a pezzi, girando e lavorando bene con il cucchiaio di legno finché non diventerà un impasto morbido ed omogeneo; se necessario aggiungere un po' dell'acqua messa da parte. In una padella soffriggere l'aglio sminuzzato, la miscischia tagliata a pezzetti (o la pancetta con peperoncino e sale), versarla facendola incorporare bene al composto di pancotto e verdura. Carta d’identità Nome scientifico: Chenopodium bonus-henricus Sinonimi: Chenopodium spinaciifolium Divisione: Magnoliophyta Classe: Magnoliopsida Sottoclasse: Caryophyllidae Ordine: Caryophyllales Famiglia: Chenopodiaceae Genere: Chenopodium Specie: bonus-henricus Descrizione generale: Pianta erbacea perenne alta da 30 a 80 cm dall'aspetto farinoso, villoso. Foglie: dotate di un lungo picciolo, cuneiformi con margine ondulato; di colore verde brillante nella pagina superiore e chiaro in quella inferiore. Fiori: piccole spighe senza foglie, formate da piccoli fiori bruno-verdastri a 5 sepali e stami. Semi: neri, lucidi. Habitat: Pianta diffusa in tutta l’ Europa; dalla collina all'alta montagna; fiorisce da fine aprile ad agosto. Commestibilità: le foglie sono utilizzate in cucina alla stregua delle migliori verdure.
  15. Caro Giuliano, questo pre-intervento lo ho patito davvero tanto, di nuovo tutto da rifare e da recuperare... Però adesso mi sento finalmente davvero felice e a posto, facciamo li scongiuri ahahahha dany in quella foto sembro davvero robocop!!! ma dovevi vedere mentre mi infilavo fra i rovi e pandino da fuori che storceva il naso e la testa
  16. Sono le prime, sono belle e soprattutto non hanno quel nauseabondo odore spermatico tipico della verpa matura :hug2: Un abbraccione a tutti voi da Nico, e da l'oramai rassegnato pandino (ci ha rinunciato, anche con i punti ancora freschi non ho resistito ) ps. Mado alla fine sono andato là, c'erano solo nel II punto dai rovi (salendo); in basso e dalla catapecchia ce persino la neve nel fosso, ma 4-5 giorni e esplode tutto
  17. A gruppi di numerosi esemplari, ne ho contate oltre un migliaio, chissà che botto la prossima settimana
  18. Alcune sono davvero in splendida forma, fresche e grassoccie
  19. Inchinarmi non è molto facile, fotografarmi a fuoco ancora meno, ma vabbè, ci si prova
  20. La pioggia di ieri, ne ha fatte cadere diverse a terra
  21. Sono freschissime, ce ne sono tantissime che stanno crescendo, raccogliamo le più grandi per un primo assaggio di primavera. Io ero felicissimo solo per la prima ma poco avanti si estendeva un mare di verpette! Una coppia
  22. Pochi passi, le fungaie primaticcie sono in posti "accessibili"... e Bingo!!!
  23. Ahinoi, son passati 8 giorni dall'operazione ai legamenti ma tant'è che mi premeva andare a controllare diversi posti, qui inizia a fare caldo, i marzuoli se ne stanno in posti troppo ripidi... non mi resta che fare il pensionato e andare a raccogliere qualche ascomicete :hug2: Faccio pochi passi, e già intravedo il segno di passaggio di un nostro carissimo Socio, privato di una B (ahò, ma nominare le fungaie così ti si scopre presto Giacomino )
  24. non ce la faccio, non resisto! le verpe sono in piano, i marzuoli dove dico io ora ci sono... ma la pendenza è 75%
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