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Illecippo™

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Tutti i contenuti di Illecippo™

  1. Oltretutto tende a diventare verde dopo 15 ore Bello assai! Paolo, finche non salgo niente sacciu, lassù fanno sempre uccel di bosco e stanno in liquidazione Chissà magari sotto qualche rimboschimento particolare... o abetaie miste..
  2. Carino, ne? Secondo me è fra i funghi più belli all'estero Si Marci, ma le foto pubblicate non gli rendevano giustizia
  3. Siccome poi è curioso notare come il colore di questa Fabacea non sia l'indaco noto come quello del Lactarius, sveliamo come si ottiene in natura questo colore: le foglie vanno fatte fermentare e il liquido giallo-verde che si ottiene dalla fermentazione viene fatto ossidare all'aria; il colore della soluzione vira gradualmente fino a diventare un viola-bluastro caratteristico, il color indaco. Infatti nella Indigofera tinctoria si trova l'indacano, un composto ricco di glucosio che una volta fermentato si ossida e vira all'aria al colore bluastro. Una curiosità legata, infine, a questo colore, è che l'indaco, nelle regioni del Sahel della Mauritania, è considerato simbolo di nobiltà, infatti la tunica dei Tuareg è tutta indaco e i mauritani, nelle zone del corpo non coperte da indumenti, si spalmano una polvere color indaco che li protegge dai raggi solari e dà origine al soprannome di "uomini blu".
  4. Bellissimo, trovarlo in italia sarebbe spettacolare! eeee be, i nostrani sono i nostrani :biggrin: Indigo, significa appunto indaco; per gli americani però tecnicamente è un adattamento; nella spettrografia elettromagnetica corrisponde alla colorazione data da C16H10N2O2 e corrisponde a quello che loro chiamano "Indigo" (considerato il colore standard dei jeans). Poi, come si legge in questa citazione: "A variety of plants have provided indigo throughout history, but most natural indigo was obtained from those in the genus Indigofera, which are native to the tropics. The primary commercial indigo species in Asia was true indigo (Indigofera tinctoria, also known as Indigofera sumatrana). In Central and South America the two species Indigofera suffruticosa (Añil) and Indigofera arrecta (Natal indigo) were the most important. In temperate climates indigo can also be obtained from woad (Isatis tinctoria) and dyer's knotweed (Polygonum tinctorum), although the Indigofera species yield more dye" Esistono alcune piante, con il nome di specie molto vicino, Indigofera tinctoria, dalla quale estraevano questo particolare colorante. Da noi è diffusa localmente e conosciuta appunto col nome di "Indaco dei tintori".
  5. Lactarius indigo (Schweinitz) Fries Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 341 (1838)
  6. Lactarius indigo (Schweinitz) Fries Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 341 (1838)
  7. Lactarius indigo (Schweinitz) Fries Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 341 (1838)
  8. Illecippo™

    Lactarius indigo

    Nelle foreste degli Stati Uniti si trova il Lactarius indigo una specie non solo bellissima da ammirare ma anche commestibile! In America e negli Stati Uniti è conosciuto con tanti nomi: indigo milk cap, indigo lactarius, o blue lactarius, tutti nomi che richiamano in qualche modo la sua caratteristica peculiare: il colore blu intenso delle sue carni e del suo latice. Appartenente alla famiglia delle Russulaceae come tutti i Lactarius, questo fungo risulta essere molto frequente nell’America del Nord Est e in quella centrale, mentre è stato segnalato più volte anche in Asia. La sua scoperta Originalmente fu descritto nel 1822 come Agaricus indigo dal micologo americano Lewis David de Schweinitz; solo nel 1838 il padre della micologia, Elias Magnus Fries, lo trasferì all’interno del nuovo genere Lactarius. Alcuni studiosi tedeschi lo ribattezzarono Lactifluus indigo ma non ebbero grande risalto in campo micologico. E fu così che nacque anche la sezione Caerulei all’interno del genere, che raccoglie un numero limitato di lattari caratterizzati dal lattice blu e dal cappello concolore, come il Lactarius hemicyaneus. Un fungo curioso Il nome della specie, Lactarius indigo, deriva dal latino e significa bluastro. In Messico viene addirittura chiamato fungo azzurro o Hongo azul; il cappello misura da 5 a 13 centimetri di diametro, inizialmente è convesso e poi si sviluppa con una piccola depressione al centro. Il margine è debordante verso il basso e tende ad aprirsi a maturità. Il colore è blu intenso, con evidenti zonature circolari chiaroscure. A maturità tende ad ingrigire e a schiarirsi. Le lamelle sono adnato-decorrenti, spesse e fitte, di colore blu violetto, e secernono un latice di colore blu inteso dal sapore dolce. Il gambo è solitamente concolore o lievemente più chiaro del cappello, dalla consistenza gessosa ma cavo, con alcuni scrobicolature più o meno evidenti. Il sapore della carne è gradevole, simile a quello dei sanguinelli: dove è conosciuto gode di una buona fama culinaria e viene raccolto con frequenza; come i sanguinelli in Italia, negli Stati Uniti questo fungo è considerato delizia da taluni, mediocrità da altri. I lattari simili Il Lactarius indigo cresce sia nei boschi di latifoglia sia di conifera, in particolare nella stagione piovosa autunnale; è abbastanza frequente e talvolta cresce a gruppi di più esemplari. Visti i suoi colori sgargianti, non si tratta di una specie difficile da riconoscere. Gli somiglia il Lactarius paradoxus, di colore blu ma dalle lamelle rosseggianti; il Lactarius quieticolor, blu nel cappello e aranciato su gambo e lamelle e il Lactarius cyanescens e Lactarius mirabilis, due specie molto simili, ma rare e localizzate solo in alcune zone della Malaysia. Carta d’identità Nome scientifico: Lactarius indigo Sinonimi: Agaricus indigo, Lactarius canadensis Classe: Basidiomycetes Ordine: Russulales Famiglia: Russulaceae Genere: Lactarius Specie: indigo Cappello: 5-13 cm, inizialmente convesso poi depresso; margine debordante verso il basso. Il colore è blu intenso con evidenti zonature circolari chiaroscure; a maturità tende ad ingrigire e a schiarirsi. Lamelle: adnate o decorrenti, fitte, fragili, di colore blu-violaceo secernenti un latice dolciastro, di colore blu. Gambo: gessoso, cavo, da 2 a 6 cm di altezza, di colore blu chiaro o grigio con scrobicoli colore blu intenso. Carne: soda e consistente; di colore azzurro o blu chiaro. Odore e sapore gradevoli, dolci Habitat: Sotto conifere e latifoglie in autunno. Molto diffuso in Messico, America del Nord e Asia. Commestibilità: Considerato un buon commestibile, alla stregua dei sanguinelli. Lactarius indigo (Schweinitz) Fries Epicr. syst. mycol. (Upsaliae): 341 (1838)
  9. Grazie Piero, come si chiama e dove ti sei procurato quel libro? Nic
  10. Per dove abiti tu stef... cerca un olmo e ti farà ricco! lungo i fiumi, terreno sabbioso... ci sono eccome li vicino a Monza! Nic
  11. Che meraviglia, che meraviglia
  12. Non esistono limiti il punto è in quale cesto lo metti un coso da 29 kg? ahahahahahaa, credo che alla Valera gli piacerebbe un botto sequenziarlo
  13. Cresce piuttosto interrato, già. Fra l'altro esclusivamente in primavera... è alquanto curioso fa paura eeeee :wink:
  14. Credo che sia frequente così, la crescita è sempre aggregata mmm dici le "ginestre" ? ahahhhah la firma è uno spettacolo per i boleti... no problem, arriveranno :wink:
  15. Prego, a mio parere è una delle più versatili in cucina, io ci faccio anche gli gnocchi tipo quelli "alle ortiche" con patate, uova, poca farina, un pizzico di sale e questi spinaci sbollentati e triturati.
  16. Boletus rex-veris D. Arora & Simonini
  17. La crescita cespitosa è una delle caratteristiche particolari Andre Boletus rex-veris D. Arora & Simonini
  18. Illecippo™

    Boletus rex-veris

    Pochi anni fa veniva chiamato Boletus pinicola, come il nostro porcino; ma in America si trova un altra specie: il Boletus rex-veris. Tanti di noi si saranno chiesti sicuramente se in altri continenti esistono gli stessi funghi che troviamo nei nostri boschi. Ebbene, la risposta è ni, ovvero che alcune specie hanno le stesse identiche caratteristiche anche genetiche dei nostri miceti, altre non sono mai state segnalate in Europa e altre ancora… sono parenti strettissime dei nostri funghi che si differenziano però per alcune caratteristiche, sia macroscopiche sia microscopiche. Il “rosso” americano In California, e nei boschi di conifere di tutta l’America del Nord si può infatti trovare un particolare quanto affascinante porcino rosso. Somiglia molto al nostro Boletus pinophilus o pinicola, nome con il quale era fino a qualche anno fa conosciuto. Fino alla pubblicazione del libro California porcini, dove gli studiosi Arora e Simonini hanno dimostrato come vi siano differenze fra le entità scovate in America e i rossi trovati in Europa. Sia a livello ambientale che a livello microscopico e filogenetico. Alla fine delle “morel” Negli Stati Uniti è conosciuto con il nome di Spring King, o re della Primavera, perché compare quasi alla fine della stagione delle spugnole nere: questa particolarità esclusiva ne ha suggerito il nome scientifico, dal latino rex-veris ovvero re della stagione primaverile (in autunno non si trova!). Cresce sotto conifere, in gruppi di più esemplari quasi sempre cespitosi, caratteristica tipica di questa specie. Il colore del cappello varia dal rosato intenso al marrone beige, ma non mancano esemplari particolari il cui colore si avvicina molto a quello del Boletus edulis adulto. Il gambo è biancastro, tendente a diventare rosa a maturità, e presenta un reticolo concolore nella sua metà superiore. Bianco, sodo e buono I pori e i tubuli sono di colore bianco candido e a maturità diventano giallo crema, verdastri solo nei periodi molto piovosi. La carne è soda, bianca, immutabile, con odore fungino e sapore gradevole, dolciastro. Ottimo commestibile, alla stregua degli altri porcini “americani” o “europei”; tradizionalmente viene essiccato e successivamente utilizzato nelle varie pietanze. Se escludiamo forme decolorate particolari degli altri porcini conosciuti nelle Americhe, come il Boletus edulis, il Boletus aereus e il Boletus regius, non è confondibile con altre specie, sia per le caratteristiche peculiari sia per il periodo di crescita. Carta d’identità Nome scientifico: Boletus rex-veris Nome comune: Spring King (re della primavera) Divisione: Basidiomycota Classe: Agaricomycetes Ordine: Boletales Famiglia: Boletaceae Genere: Boletus Specie: rex-veris Cappello: da 9 a 20 centimetri, arrotondato, da emisferico a convesso; margine debordante e incurvato; viscido con tempo umido; dal colore rosato scuro o grigiastro tendente a diventare rossastro-marrone o addirittura olivaceo a maturita. Imenoforo: pori bianchi negli esemplari giovani, diventano giallo crema chiaro a maturazione, raggiungendo raramente tinte olivacee. Se pressati non cambiano colore; tubuli depressi adiacenti al gambo, concolori ai pori. Gambo: lungo da 5 a 10 cm e largo fra 2 e 7 cm, ha la base dalla forma leggermente clavata; robusto, di colore bianco tendente al crema-brunastro a maturazione; presente un reticolo concolore nella metà più prossima all’apice. Carne: soda e consistente da giovane, molla negli esemplari adulti. Bianca, dall’odore fungino e dal sapore gradevole, dolciastro. Habitat: cresce tipicamente in piccoli gruppi o esemplari cespitosi, sotto conifere in particolare del genere Pinus; fruttifica in tarda primavera, abbondante in alcune annate; spesso nascosto dagli aghi. Commestibilità: ottimo commestibile, adatto a tutti gli usi. Foto di Michael Wood
  19. Si, sono Boletus edulis di conifera, noi generalmente li troviamo con quell'aspetto. Arora e Simonini hanno fatto i soldi inventando nomi nuovi per i boleti californiani io non credo nemmeno a uno di quelli, ma chissà
  20. aahahah guarda che dobbiamo andare a Marzuoli lassù Grazie Maurizio!!!
  21. Pioppo bianco, l'è meglio Ossola... is going to be printed today. E spero di non aver fatto casino con le foto stavolta domani ti mando pdf! La rieducazione è gia dura e dolorosa, ho iniziato fisioterapia già venerdi, a 8 giorni
  22. Guarirò giusto in tempo per venire a tutti i tuoi rossi Impossibile giò, non mi voglio fermare! Se la montagna non va da maometto, maometto va dalla montagna. Se i marzuoli non vanno da ille, ille va dai marzuoli. Ergo: ille va dai marzuoli in montagna (con buona pace di maometto).
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