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russula

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  1. Ragazzi mi dispiace, ma se non mancasse quel pezzo di gambo nelle prime foto sareste tutti concordi su una normale Collybia fusipes. Le lamelle, in particolare, parlano da sole! Ciao ciao, russula
  2. Il caso è da indagare... i dati citati sia dall'Index Fungorum che dal CBS Aphyllophorales database tra l'altro sono in aperto conflitto con la scelta nomenclaturale operata. Polyporus pes-caprae Pers., Traité champ. comest.: 241, t. 3. 1818. è citato come nome legittimo e addirittura sanzionato da Fries in Syst. Mycol. 1: 354 (1821). Sembrano legittime anche le combinazioni sia in Albatrellus che in Scutiger (rispettivamente del 1966 e del 1941), quindi non si capisce come possa essere preferito il nome di Murrill, che è del 1912, quindi posteriore di quasi un secolo e non sanzionato! Saranno molto gradite delucidazioni... Ciao, russula
  3. Esattamente... per maggiori informazioni su questa specie (o varietà se preferite) potete consultare gli articoli seguenti: Kalamees, K. (2001) – Taxonomy and ecology of the species of the Tricholoma equestre group in the Nordic and Baltic countries. Folia Cryptog. Estonica 38: 13-24. Christensen, M. & Noordeloos, M.E. (1999) – Notulae ad Floram agaricinam neerlandicam - XXXVI. Tricholoma. Persoonia 17 (2): 295-317, 323-331. Nel primo trovate la descrizione di T. frondosae, nel secondo quella di T. equestre var. populinum, probabile sinonimo. Nel conto delle specie citate da Alfredo manca Tricholoma auratum, generalmente identificato come "l'equestre delle pinete costiere" e principale indagato per i casi di rabdomiolisi. 1, 2, 3, 4 specie... ci mettiamo pure prasinochrysum/chrysophyllum e arriviamo a 5? Sarebbe molto interessante avere delle risposte. Ciao, russula
  4. Viste queste foto e considerato l'habitat sotto pioppi è evidente che si tratta di Tricholoma frondosae. Certo che le prime foto erano ingannevoli, in particolare l'esemplare fatto a pezzi nella terza immagine. Caso chiuso? Immagino di no... Ciao, russula
  5. La tua foto mostra un aspetto del cappello simile a quello del fungo in discussione. Certo anche quello dell'odore definito farinoso è un bel problema. Nessuna delle altre ipotesi proposte mi è sembrata però particolarmente convincente. Come dicevo all'inizio... brutta bestia! Ciao, russula
  6. Brutta bestia... tutto sommato non escludo che Alfy ci abbia preso ancora una volta, ha molto del saponaceum, salvo forse le lamelle un po' più fitte e gialle del normale, però se vedete l'esemplare fatto a pezzi a sinistra nella terza foto è difficile trovare un'alternativa (e lì anche il colore delle lamelle tornerebbe bene). Invece, perché l'ultimo Tricholoma lo chiamate chrysophyllum e non prasinochrysum? Credo che lo stesso Hermosilla si sia ricreduto in proposito e propenda per una sinonimia. In questo caso il nome prioritario è ovviamente T. prasinochrysum. Ciao, russula
  7. Russula ferreri ss. Galli = Russula grisea, come giustamente puntualizzato da Sarnari qualche anno fa. Penso che questo spieghi il dubbio di Salentino. Ciao, russula
  8. Ciao Scleroderma, sì, Boletus luridiformis è sinonimo di Boletus erythropus, quantomeno nel senso prevalente che viene dato a quest'ultimo nome. Chi utilizza il nome luridiformis - prevalentemente la scuola tedesca - lo fa proprio perché pare che il nome Boletus erythropus venisse in origine applicato ad un'altra specie, ovvero a quello che viene oggi chiamato Boletus queletii. Personalmente preferisco utilizzare il nome Boletus erythropus nel senso tradizionale, sperando che qualcuno si prenda presto la briga di chiederne la conservazione nel senso ormai consolidato. Ciao, russula
  9. Appunto, non la chiamano "tignosa bigia"? Ciao, russula
  10. Caro Gaspy, proprio perché siamo tutti maggiorenni non si può far finta di non capire. Le tue frasi che ho sopra riportato, e che qui riprendo concentrandomi sulle parti essenziali: > (queste sciocchezze le pubblicano solo grandi micologi quali Consiglio). [...] > [...] quello italiano pizzica qua e là senza alcuna spina dorsale. [...] > Cortinari d'Italia ha due soli meriti: belle foto e testo in italiano (per quelli che male masticano le lingue) > per il resto è di una povertà abissale e zeppo di errori. Si tratta ancora di testi divulgativi che poco hanno > a che fare con la micologia vera. vanno ben al di là di una semplice critica o della provocazione e sfiorano l'insulto, con l'aggravante di non essere assolutamente veritiere. Di certo Consiglio non ha bisogno della mia difesa e scrivo queste righe solo perché non mi risulta che legga il forum e quindi chi ti considera un 'guru' per lo studio dei cortinari potrebbe anche credere a quanto scrivi, se le tue parole passassero come al solito sotto silenzio. Aggiungo solo che se qualcuno si prendesse la briga di fare una disamina dei tuoi lavori sull'argomento farebbe molta meno fatica a trovare argomenti di critica che non parlando delle opere da te citate. Allora forse prima di sparare a zero (perché questo stai facendo, o almeno così i tuoi sfoghi vengono percepiti da più di una persona) sarebbe bene fare un po' di autocritica e cercare di mettere un po' più di equità e magari di signorilità nei giudizi delle opere altrui. Ciao, russula (Marco)
  11. Discussione molto interessante... credo di averne lette un po' troppe questa volta per stare zitto o limitarmi a correggere le determinazioni. > Caro Giorgio, > > Premetto che a giudicare da foto si possono sempre prendere granchi. Ed è per quello che dico che è necessaria > una piena descrizione macro e microscopica. Sulla necessità di una piena descrizione macro- e microscopica nulla da eccepire, ma converrai che per determinare Amanita muscaria può bastare anche una fotografia. I granchi si possono prendere giudicando da una foto come osservando il fungo fresco, come studiandone la microscopia, le reazioni chimiche e anche il DNA (non nascondiamoci sempre dietro alla scusa del monitor calibrato male o della foto ingannevole). Nessun metodo è infallibile, e a seconda delle specie più o meno complicate può essere necessario utilizzare strumenti più o meno evoluti per riconoscerle. Nel caso in oggetto, il fatto che Alfredo e brisa a distanza di pochi secondi abbiano entrambi ipotizzato C. cinnabarinus dovrebbe forse fare riflettere: l'igrofaneità, il tipo di cuticola, i colori, ecc. che sono visibili nella prima foto fanno puntare tutti a C. cinnabarinus. C. phoeniceus è ben diverso, senza bisogno di tante elucubrazioni. Per sostenere poi che la foto di Ennio ritragga C. sanguineus di vuole proprio fantasia: visto che sui colori pare non ci sia molto feeling, parliamo di forme, e ditemi se avete mai visto sanguineus con gambo così grosso e addirittura claviforme come si vede nei due esemplari in basso a sinistra. Che poi la carne "apparentemente gialla" sia solo "un effetto luminoso" lo sostieni tu, non so sulla base di quali elementi. Quella è una carne gialla, quello è un Cortinarius cinnabarinus molto tipico e ben determinato da Ennio, credo in occasione di un Comitato Scientifico. Non credere di essere il solo a studiare i funghi con un minimo di serietà e impegno. Ma veniamo a un altro punto, quello che in questo contesto più mi preme. Cito alcuni stralci dei messaggi di Gaspy: > Non perché una Telamonia è tale perché igrofana ed una Dermocybe no, perché Dermocybe (queste sciocchezze > le pubblicano solo grandi micologi quali Consiglio). [...] > Nessuno dei tre testi citati (Cortinarius - Flora Photografica; Atlas des Cortinaires; Il genere Cortinarius > in Italia) è serio dal punto di vista tassonomico, tant'è che i due stranieri hanno gerarchie diverse e spesso > contrastanti e quello italiano pizzica qua e là senza alcuna spina dorsale. [...] > Cortinari d'Italia ha due soli meriti: belle foto e testo in italiano (per quelli che male masticano le lingue) > per il resto è di una povertà abissale e zeppo di errori. Si tratta ancora di testi divulgativi che poco hanno > a che fare con la micologia vera. Complimenti per la sfrontatezza! Credo che chiunque tra noi possa individuare in ogni libro pecche piccole e grandi, ma liquidare in questo modo un'opera quale la Flora Photographica di Brandrud, Melot e soci (tra le tre personalmente quella che preferisco, con un grande rimpianto per la lentezza con la quale procede e quindi per il suo carattere di eterna incompiuta) mi sembra assolutamente inaccettabile. Poca serietà tassonomica? Le descrizioni sono sicuramente sintetiche e così i disegni di microscopia, limitati alle sole spore, ma questo per dichiarata scelta editoriale. La Flora Photographica nasce come supporto iconografico (anche il titolo è abbastanza parlante, se non vogliamo andare a leggerci la prefazione) ad altre pubblicazioni sull'argomento stilate dagli stessi autori o da altri. Gli studi tassonomici più approfonditi di Brandrud sono ad esempio quelli pubblicati in Nordic Journal of Botany, che tu conosci molto meglio di me. Gli aspetti fondamentali di quest'opera sono quello iconografico - a mio parere difficilmente superabile - e quello nomenclaturale, sicuramente criticabile in alcune scelte ma che non può certo essere tacciato di frettolosità o imprecisione. Sull'Atlas des Cortinaires la critica può essere forse più condivisibile, per lo meno rispetto ad alcune parti e con riguardo alla proliferazione dei taxa, ma anche qui la mole di materiale magnificamente illustrato e ben descritto è talmente imponente che oggi quest'opera, pur col suo concetto ultra-stretto di specie, è uno strumento di confronto essenziale per tutti i cortinariologi. Per quanto riguarda il lavoro di Consiglio e dei fratelli Antonini, non entro nemmeno nel merito della discussione; i tuoi sferzanti commenti tradiscono un'acrimonia nei confronti degli autori che nuoce gravemente alla tua obiettività. Ritengo che tra l'altro se gli stessi leggessero su questo forum quanto hai scritto sopra avrebbero il sacrosanto diritto di incavolarsi un po' e magari di risponderti per le rime (e non penso che avrebbero difficoltà a trovare argomenti per contraddirti o attaccarti). Vado a concludere perché di certo abbiamo di meglio da fare che spendere così il nostro tempo. Prima però vorrei riflettere su uno dei leitmotiv delle tue discussioni, ovvero che la micologia non dovrebbe essere limitata alla 'raccolta di figurine', alla piccola tassonomia basata solo sulle specie europee fatta attraverso il 'banale' studio della morfologia. Bisogna espandere i nostri orizzonti, approfondire lo studio della chimica, della genetica, includere nei nostri studi anche le specie extraeuropee, ecc. ecc.; tutto verissimo, è in questa direzione che vanno i moderni studi che provengono dai migliori specialisti. Credo però che ciascuno debba riconoscere i limiti propri e delle proprie risorse. Forse è più apprezzabile una pubblicazione che descriva bene poche specie di casa nostra (magari Cortinarius cinnabarinus, phoeniceus, sanguineus, sul quale evidentemente qualcuno di noi non ha ancora le idee ben chiare, nonostante si tratti di cortinari considerati fra i più banali) piuttosto che una serie di elucubrazioni sistematiche di altissimo livello, ma che potrebbero essere fondate su collezioni mal determinate, facendo crollare miseramente tutto il castello. Scusate la lunghezza e soprattutto scusatemi se con questo messaggio mi renderò un po' più antipatico, ma credo siamo giunti a un punto in cui certe cose andavano dette. Un saluto a tutti, russula (Marco)
  12. Perché non semplicemente Russula sanguinea? Ciao, russula
  13. Insieme a uno di Venezia, se non sbaglio, ma credo che l'intuizione (notevole) fosse proprio di quello di Roma. Bravo Enzaccio! russula
  14. Non ho controllato la corrispondenza dei caratteri microscopici, ma a giudicare solo dalle foto io avrei detto Clitocybe sinopica. Ciao, russula
  15. P.S.: quella delle prime due foto mi sembra invece una Russula acre (queletii o giù di lì). Considerato l'ambiente dove le hai raccolte sono comunque tutte specie intriganti! Ciao di nuovo, russula
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