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Ennio

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  1. Ciao a tutti, mi scuso subito se ho messo questo post nella Sezione Le nostre uscite, ma dato che attualmente è la più gettonata, volevo "diffondere", al grande pubblico, i dati statistici relativi alle Rassegne Micologiche appena concluse (almeno per il momento). Come potete osservare dall'allegato prospetto riepilogativo, le puntatate sono state n. 53 in due anni; per sfortuna, le prime 15 dopo un certo periodo non sono state più visibili nel forum. Complessivamente ci sono stati 68 gli "abbonati", ossia i visitatori che hanno preso parte attivamente alle singole discussioni con 1 o più intereventi nello stesso post (il n.° totale delle risposte non tiene conto degli interventi plurimi) altrimenti il n.° delle risposte è da ritenersi almeno doppio. Il numero dei "soli visitatori" circa 47.000, potrebbe suonare alto, se i post fossero stati solo a carattere "prettamente porcinaro" forse sarebbe stato molto più alto, ma in questo caso abbiamo preferito la qualità anzichè la quantità; come non sappiamo se tutti i visitatori abbiamo letto i post fino alla fine oppure hanno interrotto dopo qualche videata. Lo scopo mio e del C.D. era quello di fornire un modesto aiuto all'ampliamento delle altrui conoscenze micologiche e nel contempo, stimolare i soci ad aprire i loro occhi, verso la totalità delle specie fungine. Ci saremo riusciti?; ci sarò riuscito?, non sò, ma spero e penso, che tutto questo lavoro qualche frutto lo abbia dato. Con amicizia, Ennio Carassai.
  2. Ciao a tutti, ritengo che l'ipotesi prospettata da Giacomo sia corretta, le lamelle molto rade e molto decorrenti, il loro colore su tonalità dal bianco-giallastro al giallo, il gambo concolore (al cappello) e più chiaro alla base, l'assenza di squamette sul cappello che scuriscono in età, tutto conduce a Hygrocybe cantharellus. La specie più prossima è H. reidii che ha lamelle non cosi decorrenti e meno rade,di cui vi allego una foto Ennio.
  3. caro Pè, comincia a mette da parte qualche decina di €: decina di migliaia però!!! io per le mie ricerche utilizzo 2 biblioteche micologiche: una, non mia di 12.000 € (prezzo di acquisto copertina) una seconda, mia, che non arriva ancora ai 1.500 € di copertina. eppure molte volte non sono sufficenti e devo ricorrere ad altri amici "più benestanti" che possono avvelersi di bibliografie più complete........ allora se voi, comincia a risparmià!!! Ennio.
  4. Ciao a tutti, certamente le chiavi dicotomiche o tricotomiche (ossia a 2 o 3 alternative ogni passo) specifiche per i singoli Generi fungini, sono utili per riuscire ad "inquadrare la specie, ma occorre imparare ad usarle bene, sapere bene cosa sono i caratteri morfologici (sorvoliamo su quelli microscopici) e come identificarli e valutarli correttamente, inoltre ci vuole, soprattutto le prime volte, tanta pazienza e costanza in quanto spesso si arriva ad un punto morto. E allora con la santa pazienza occorre riprendere il percorso sin dall'inizio, poi con il tempo, affinando l'osservazione dei singoli caratteri si può arrivare alla specie; ma non sempre, spesso saremo obbligati a scegliere tra 2 o 3 possibili ipotesi. Comunque ogni buona monografia ha sempre nella parte iniziale le relative chiavi di determinazione; alcune si basano più sui caratteri microscopici, altre come nel caso dei Boletus si basano di più sui caratteri macroscopici. Indubbiamente, imparare ad usarle o per lo meno provarci, comporta un utilissimo esercizio che giova molto nell'approccio didattico-scientifico dei funghi. un cordiale saluto, Ennio.
  5. ciao a tutti, e naturalmente complimenti al fotografo (c'è ne ha fatte vedere di tutti i colori)!!!, per passare ai funghi, osservando bene le varie foto, sempre col "beneficio d'inventario", sarei propenso (ma non mi prendete in assoluto) per Cantharellus tubaeformis var. lutescens, che si differenzia dalla specie tipo, per avere le pliche dell'imenoforo giallo vivo anzichè giallo-grigiastro, giallo-olivastro e per tutto il carpoforo che è su tonalità più gialle. a risentirci, Ennio.
  6. ciao Giacomo, per correttezza devo fare una correzione circa la paternità di queste note: Gruppo non Maceratese, bensì Recanatese: Gruppo con cui abbiamo ottimi rapporti di collaborazione e amicizia. Ennio.
  7. Caspita!!! questa nuova iniziativa sì che mi piace!! bravo Giacomo, sei sempre una fucina di buone idee. Io dico B....... a.............. = B...... S.... ... forse; perchè non riesco a vedere bene il gambo, anche il particolare dell'habitat ci è di aiuto. Ma il bello sta proprio nell'aguzzare la vista e cercare di vedere tutti i vari particolari morfologici. a risentirci a tutti, Ennio.
  8. Ciao Mado, sto seguendo, se pur a tratti, questa tua dissertazione sulle differenze tra Marasmius oreades e M. collinus, tu hai chiare queste differenze, ma purtroppo ti posso dire che tra i diversi "quintali" di funghi che mi passano sotto mano durante tutto l'anno, vuoi per mostre, sagre, rassegne varie, corsi, ecc, molto spesso cercatori pseudo esperti arrivano (anche alla ASL) con canestri pieni di M. collinus, sicuri che si trattasse dell'oreades. Per fortuna, in questo caso lo scambio non è particolarmente pericoloso in quanto la tossicità di M. collinus è incerta o leggera. Mi fà sempre piacere leggere il nostro più giovane micologo in erba, Ennio.
  9. .... ed anche nelle lamelle che nel M. collinus sono fitte e nella crescita che spesso è fascicolata; considerando che la determinazione migliore è quella che si fà con il fungo sotto mano e alla luce di tutti gli elementi fin qui emersi, penso che la tua ipotesi sia quella giusta, un salutone, Ennio.
  10. Termino qui, questo mio impegno nell'ambito della Rassegna Micologica iniziata nel gennaio 2007, a breve postero anche una "relazione finale" riguardante i dati numerici delle visite e delle risposte. Saranno state tante? non saprei!, spero sinceramente che chi ha visionato queste pagine vi abbia trovato qualcosa di utile per ampliare le proprie conoscenze su questi nostri amici funghi e che avendo compreso quanto questi siano utili per la vita dei boschi, adottino un comportamento ecologicamente rispettoso dell'ambiente naturale. Un affettuoso e cordiale saluto e un ringraziamento a quanti hanno partecipato con i loro interventi, Ennio Carassai.
  11. 24 e ultima) Mycena galopus )Pers. : Fr.) Kummer. Anche questa Mycena di piccole dimensioni 1-2 cm, è molto frequente in autunno nei boschi della zona mediterranea, cappello bianco-grigiastro con zona discale più scura, nettamente striato per trasparenza, lamelle spaziate, gambo esile molto slanciato, con base radicante e ricoperta da lanosità bianca, carne quasi inconsistente, tutto il fungo alla rottura secerne un liquido latiginoso bianco, cresce a gruppi numerosi su legno in decomposizione.
  12. 23) Gymnopilus hybridus (Bull.) Maire, fungo di grande utilità per l'ecologia dei boschi di conifere in quanto il suo micelio attacca e decompone velocemente i tronchi morti caduti a terra e le ceppaie di pino. Tutto il fungo è di un bel colore giallo-aranciato, cappello fino a 8 cm di diametro, lamelle adnate, giallastre poi ocracee per le spore, gambo con resti di anello cortiniforme, carne gialla ed amara, non commestibile.
  13. 23) Entoloma rhodopolium (Fr. :Fr.) Kummer fo. nidorosum. Fungo di medie dimensioni, cappello da convesso-umbonato fino a leggermente depresso, color beige +/- scuro asseconda del grado di umidità, margine striato, lamelle bianche poi rosa salmone per la maturazione delle spore, carne acquosa con odore clorato, gambo cilindrico a volte flessuoso, concolore al cappello, cresce a piccoli gruppi, non commestibile.
  14. 23) Lepista flaccida (Sowerby) Pat. = L. inversa, altro fungo molto comune nel periodo autunnale, si trova spesso in grandi famiglie su lettiera di aghi o anche di latifoglia, si riconosce per il cappello arancio-rossastro, presto imbutiforme, cuticola lucida e untuosa, lamelle molto fitte e lungamente decorrenti crema-arancio, gambo con la base feltrata bianca, inglobante molti residui vegetali del substrato di crescita, commestibile scadente.
  15. 22) Lepista tomentosa M. Moser, molto confondibile con la più comune Lepista panaeola, si distingue da quest'ultima per il cappello più "peloso" e squamoso e le spore di minor dimensioni, predilige solo i boschi termofili, mentre L. panaeola è specie più montana.
  16. 21) Paxillus ammoniovirescens Contu & Dessì, molto simile al P. involutus e al pari potenzialmente mortale da crudo, si riconosce per la reazione della cuticolapileica che diviene verdastra con l'ammaniaca, per il resto ha lo stesso cappello con il margine lungamente e nettamente involuto verso le lamelle, carne giallastra che diviene rugginosa alla sezione o con l'età. Raccolto in un tratto di bosco di leccio puro.
  17. 20) altro giorno, altro bosco: Bosco di Santa Giustina nei pressi di Codigoro. Lactarius atlanticus Bon, piccolo Lactarius dai colori fulvastro-arancioni, lamelle concolori, carne +/- amara, odore di cimice di bosco, latice scarso e opalescente, gambo tipicamente ricoperto nella parte basale da fitti ciuffi di peli color ruggine, non commestibile. E' il più comune Lactaruis dei boschi di leccio della macchia mediterranea, la sua fruttificazione si può protrarre per tutto l'inverno (trovato anche oggi pomeriggio).
  18. 19) dopo che ognuno aveva "studiato" e determinato le proprie raccolte, oltre alle varie relazioni tecnico-scientifiche, c'era anche il momento della revisione comunitaria, qui il Dottor Alberto Cappelli mentre illustra e discute le caratteristiche di alcuni Agaricus raccolti.
  19. 18) nei prati intorno alla monumentale Abbazia di Pomposa (FE), altro Agaricus: questa volta siamo in presenza di Agaricus iodosmus Heinemann, anche in questo caso si trattava di giovani esemplari con la cuticola che ancora non aveva assunto la colorazione bruno-scuro e non si erano formate le gransi squame tipiche di questa specie. La carne bianca ingiallisce fortemente sia esternamente che alla sezione ed ha un fortissimo odore di iodio. Non commestibile, è uno degli Agaricus più tossici.
  20. 17) una delle tantissime specie e varietà botaniche presenti nel bosco: Evonymus europaeus = berretta da prete, arbusto cespuglioso che produce questi semi rosa e gialli molto variopinti.
  21. 16) sempre girando nel bosco di Mesola, altro Agaricus tipico di questi habitat: Agaricus impudicus (Rea) Pìlat. cappello inizialmente ricoperto da uno strato di dense e fitte squame che poi si diradano sempre più e di color bruno, lamelle da rosa a rosso-vinoso ove ammaccate, gambo cilindrico, slanciato a maturità, con ife rizomorfe alla base, carne bianca o leggermente rosata, odore simile a Lepiota cristata (in particolare alla base del gambo). Anche se spesso viene raccolto e consumato, secondo alcuni autori è da ritenersi non commestibile .
  22. 15) su un tronco di cerro a terra, una Polyporacea molto rara e caratteristica: Scenidium nitidum (Durieu & Mont.), fungo facilmente riconoscibile per il suo imenoforo a pori esagonali (donde il suo sinonimo Hexagonia nitida), carpoforo sessile a sezione triangolare e reniforme, fino a 10 cm di lunghezza per 5-6 di raggio e uno spessore di alcuni cm. carne suberosa e non commestibile.
  23. 14) ai bordi di una delle tante stradine all'interno di questo boscone, una cospicua fruttificazione di giovani esemplari di Agaricus bitorquis (Quèlet) Saccardo, fungo conosciuto per la proprietà di "sfondare" anche i margini asfaltati delle strade e dei parchi cittadini, la sua caratteristica, oltre alla notevole compattezza della sua carne, è il doppio anello di origine infera che a maturità forma un doppio collare intorno al gambo, fungo ottimo commestibile (da non raccogliere in luoghi antropizzati).
  24. 13) bosco che vai, Agaricus che trovi!!!, subito appena entrati ho pestato una fungaia di Agaricus porphyrizon Orton, bellissimo funghetto dalla cuticolo ornata da fibrille viola-porpora-brunastre, ingiallente allo sfregamento, lamelle da grigio-pallido a grigio-rossastre, gambo cilindrico con base un pò ingrossata, anello supero bianco e anch'sesso ingiallente al tocco o con l'età, carne bianca con netto odore mandorlato-anisato. Buon commestibile, cresce nei boschi termofili soprattutto sotto quercus sp.
  25. 12) e questo è uno scorcio del "Boscone della Mesola" che tra l'altro annovera tra la sua fauna cervi e caprioli e ...... molte zecche; in compenso il bosco sotto l'aspetto botanico, è veramente eccezionale!.
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