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Ennio

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  1. Arturo Arturooo!!!, non ti lasciar ditogliere da queste cose, devi studià!!! arrivederci a Vallombrosa, Parma, Castelnuovo, Colli Euganei, ecc. Ennio.
  2. 12) Verpa conica (Mull. : Fr.) Swartz, Ascocarpo composto di cappello (mitra) e gambo, sempre seminascosto nella lettiera di foglia cadute, mitra irregolarmente campanulata, liscia o rugoso-reticolata, gambo cindrico, ricurvo e alto fino a 15 cm, carne tenace ed elastica, sapore dolce, cresce a gruppetti in terreni molto umidi, presso ruscelli, sotto olmi e latifoglie varie, mediocre commestibile.
  3. 11) Sarcosphaera crassa (santi ex Steudel) Pouzar= S. eximia = S. coronaria. Il più grande fra gli Ascomiceti semipogei, raggiunge anche i 15 cm di diametro, inizialmente seminterrato, poi emerge dal terreno e si apre con ampi lobi, superfice interna fertile di colore violetto, esterna biancastra, carne ceracea e spessa, cresce nella lettiera di aghi caduti, senza valore alimentare.
  4. 10) Morchella hortensis Boudier = M. tridentina. Altro Ascomicete appartenente alla famiglia delle Morchellaceae, differisce dalla precedente per il cappello con costolature irregolari, e per il colore più chiaro, gambo bianco, forforaceo, cavo, carne ceracea, odore spermatico, ecologia: nei giardini, parchi, orti, frutteti e luoghi antropizzati, forse la meno frequente delle Morchelle.
  5. 9) Morchella elata Fries. Tipico rappresentante delle Morchelle o "spugnole", si presenta con una mitra cilindro-conica con nette costolature verticali e alveoli regolari, gambo ingrossato in basso, cavo come tutto il fungo, solcato, biancastro e ruvido, carne ceracea con odore spermatico (comune a tutte le Morchelle), buon commestibile dopo adeguata cottura. P.S. come tutte le Morchelle contiene l'acido elvellico, tossico ma termolabile, viene neutralizzato qualora sottoposto per un certo tempo (25'), a temperatura di ebollizione. Cresce in terreni sabbiosi e soffici in prevalenza in boschi di conifere.
  6. 8) Helvella spadicea Schaeffer = H. monachella. Ascomicete dal cappello (mitra) a forma di sella, nerastro, gambo bianco profondamente interrato, carne ceracea, crescita a gruppetti, in terreno sabbioso , boschi misti.
  7. 7) Helvella leucomelaena (Persoon) Nannfeldt. = Paxina leucomelas. Piccolo Ascomicete colonizzante la lettiera di aghifoglie, dalla forma di in piccolo calice con bordo ondulato, colore bruno-nerastro, gambo costoluto e più chiaro, carne biancastra e fragile, habitat, a gruppetti in boschi di conifere in terreno, non commestibile. sabbioso.
  8. 6) Gyromitra esculenta (Persoon) Fries, a dispetto del suo nome, non è fungo buono da mangiare in quanto tossico se poco cotto, forse mortale da crudo. Si riconosce per il cappello (mitra) che ricorda un cervello, di color bruno rossiccio, gambo biancastro, irregolare, lacunoso, carne ceracea cassante. Cresce in terreni sabbiosi umidi su boschi di conifera
  9. 5) Entoloma clypeatum (Linnè) Kummer, uno dei primi Entoloma primaverili assieme al saundersii e sepium, ha un cappello grigio-nocciola tendente a fessurarsi, lamelle rosa salmone, odore di farina cresce associato a rosaceae, buon commestibile.
  10. 4) Coprinus domesticus (Bolt. : Fr.) S. F. Gray. E' un Coprinus della Sezione Micacei, di piccole dimensioni, all'inizio ovoidale poi campanulato, colore bruno ricoperto da un velo generale biancastro, orlo fortemente striato, lamelle, come tutti i Coprinus, nere e deliquescenti a maturità, gambo emergente da un folto micelio color ruggine, ecologia: su tronchi morti in particolare pioppo, in boschi e periodi umidi, non commestibile.
  11. 3) Caloscypha fulgens (Per. : Fr.) Boudier, Ascomicete a forma di piccola coppa dalla forma irregolare e dall'orlo spesso ondulato-lobato e fessurato, 2-4 cm di diametro, colore giallo-arancio macchientesi di verde-azzurro se manipolato o a maturità, cresce molto gregario sul suolo ricco di detriti legnosi (lettiera di aghifoglia), non commestibile.
  12. 2) Calocybe gambosa (fr. :Fr.) Donk = Lyophyllum georgii, = ex Tricholoma georgii. Forse uno dei più conosciuti e ricercati funghi primaverili, volgarmente chiamato asseconda della Regione "spugnolo, prugnolo, fungo saetta, spinarolo, fungo di S. giorgio, ecc.). Si presenta quasi sempre in forma gregaria associato a rosaceae (prunus, biancospino, rosa canica), ma anche su fungaie erbose nei prati-pascoli montani, non disdegna anche altri habitat (come quello della foto allegata, sotto cedro), dal livello del mare fino ad alte quote. Fungo dai colori bianco-panna fino a crosta di pane (giallo nella varietà flavida), si riconosce per le lamelle fitte, bianche e smarginate, il forte e netto odore di farina fresca, sapore farinoso. Viene spesso confuso senza rischi dai principianti, con la Melanoleuca subalpina con cui condivide habitat prativo e periodo di crescita. In alcune Regioni, Marche comprese, ne è vietata la raccolta di esemplari più piccoli di 4 cm di diamatro pileico.
  13. Cari amici, mi scuso per le "rade" puntate, ma come sapete il tempo è quello che è ..... Una breve carrellata di alcune specie tipicamente primaverili (da metà marzo fino a fine maggio) che potrete incontrare nel corso delle vostre escursioni in questi periodi; chiaramente il periodo di crescita è indicativo, in quanto fortemente influenzato (condizionato) dalle situazioni meteo-ambientali del periodo e dalla diversa latitudine. 1) Amanita junquillea Quèlet = A. gemmata. e' una delle prime Amanita a comparire, si riconosce facilmente, oltre ad essere quasi unica in questi periodi, per avere una cuticola di un bel giallo vivo, ornata da placche e verruche bianche e detersili, resti del velo generale, margine striato a maturità, gambo cilindrico terminante in un bulbo ornato da una volva abbastanza fragile, bianca con un collare nella parte alta. Habitat, boschi misti sia di aghifoglie che di latifoglie, molto comune a Vallombrosa, pur esendo specie tipicamente precoce e primaverile può fruttificare anche in tardo autunno in area mediterranea. P.S. secondo i vari autori, se ne possono identificare diverse forme o varietà.
  14. Castelluccio; che questa immagine dell'abetina dell'Italia in veste estiva, sia di buon augurio per la prossima stagione micologica ricca di porc.... ???; ma che mi fate dire!: ricca soprattutto di nuove conoscenze naturalistiche.
  15. Castelluccio 1991-4, Ennio e Ivana, davanti all'ingresso della casa di due nostri vecchi amici (ora defunti)
  16. Castelluccio 1991-3, uno dei vicoli che portano alla parte alta del paese.
  17. Castelluccio 1991-2, questo arco è lo stesso di una delle foto di Fluoff.
  18. Castelluccio 1991-1 (mio figlio maggiore a 15 anni, era già alto 1,82 m).
  19. Cari amici Giacomo e Fluoff, come non essere contento di queste immagini !, mi avete fatto rivivere tempi lontani quando 2-3 metri di neve erano una cosa "quasi normale" per Castelluccio. Il paese rimaneva isolato per giorni interi, ma senza grossi problemi, i "castellucciani" erano preparati a quel tipo di inverno, avevano provviste (vino, latte, formaggi, la "pista" di maiale, foraggio, legna, facevano il pane da soli, ecc,). A rotazione scaricavano i tetti dalla troppa neve, le donne incinte per precauzione, andavano a passare l'inverno a Norcia e dintorni, chi rimaneva, tirava avanti alla "belle-meglio". Mi ricordo la fine anno del 1963, ero con gli scout in campo invernale al rifugio della forestale della Cona, in due giorni di bufera ininterrotti, caddero 2 (due) metri di neve, (già c'è n'era 1 metro), i giornali e le radio ci avevano dati per dispersi, mentre noi invece avventuristicamente (si fa per dire) impegnavano il tempo in percorsi (con gli sci) tra il rifugio e il paese, dove tra l'altro sotto questa infinita nevicata, stavano tranquillamente ammazzando il maiale all'aria aperta. A quei tempi il paese in inverno era molto più popolato di adesso, ancora non c'era il telefono pubblico e la strada non era asfaltata, ma si viveva come una piccola comunità. Per ringraziare Gibbo e Fluoff, del pensiero che hanno avuto per tutti noi, riesumo dall'archivio delle vecchie foto scannerizzate, alcune immagini di Castelluccio del gennaio 1991. Come potrete vedere, alcuni scorci sono gli stessi di questi giorni, salvo qualche azione di restauro, le foto sono state fatte dopo 15 giorni dall'ultima nevicata ed era tornato il caldo (anche qui si vedono i tetti scarichi di neve).
  20. Nico, un aiutino possiamo darlo però !!! Questo fungo ha qualcosa a che vedere con la carne simmenthal, che proveniva da mucche argentine della p......... Ennio. P.S. la nota sulla microscopia forse era un pò troppo "specifica"
  21. Leccinum holopus (Rostkovius) Walting Foto ©2008 Ennio Carassai
  22. Chalciporus piperatus (Bulliard) Bataille Bull. Soc. Hist. nat. Doubs 15: 39 (1908) Sinonimi Boletus piperatus Bulliard, Herbier de la France 10: tab. 451, fig. 2 (1790) Suillus piperatus (Bulliard) Kuntze, Revis. gen. pl. (Leipzig) 3(2): 535 (1898) Etimologia Dal latino ''piperatus'', pepato; per il suo sapore pepato. Habitat/Periodo Di Comparsa Sotto conifere e latifoglie, a piccoli gruppi, a volte associato ad Amanita muscaria e Boletus edulis; estate-autunno. Descrizione Cappello 2-6 cm, convesso indi piano, glabro, viscoso con umidità; di colore ocraceo. Imenoforo tubuli lunghi, adnati o subdecorrenti, color ruggine; pori ampi, immutabili, di colore bruno-ruggine. Gambo sottile, pieno, cilindrico, liscio, di colore fulvo-giallastro; base giallastra con micelio giallo. Carne consistente ma tenera, giallo citrino sul gambo, giallo-rosata nel cappello; immutabile, inodore; sapore fortemente pepato. Commestibilità Non Commestibile. Foto ©2008 Ennio Carassai Descrizioni ©2008 Nicolò Oppicelli
  23. ... ossia: Amanita echinocephala (Vittadini) Quelèt 1872
  24. Ennio

    Sgambata di Pasquetta!

    bravo Paolo, allora a Vallombrosa, ciao, Ennio.
  25. grazie Nik, sono immagini che ti colmano di serenità, un caro saluto, Ennio.
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