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Ennio

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  1. questa è una parte di quello che era il sentiero principale, questi si snodava su un anello di 2 km ed era molto utilizzato per fare "una corsetta" in un sano ambiente.
  2. il bosco lato sud, visto dai campi coltivati.
  3. il viale che dalla villa patrizia, porta al bosco
  4. Ciao a tutti, permettetemi questo piccolo sfogo per una situazione "ecologica" che mi dispiace molto e che riguarda un piccolo boschetto di circa 20 ettari che sta lentamente avviandosi verso la sua fine. Si tratta di un parco di una villa settecentesca a pochi km dalla mia città, impiantato tra il 1750 e il 1860, con diverse essenze arboree anche pregiate e rare, ed ora dalla morte dei vecchi nobili proprietari, pressochè abbandonato a se stesso e destinato a perire causa l'incuria e le malattie fitopatologiche cui è soggetto. Mi dispiace molto perchè in questo mini-habitat, che frequento da 24 (ventiquatro) anni, ho passato tantissime ore nella ricerca e studio delle tipiche specie di questo ambiente di macchia mediterranea e dove molte cose ho imparato dalla natura circostante e tante soddisfazioni micologiche mi ha dato. Il parco, completamente recintato si trova a 15 km dal mare Adriatico, a 80 m. slm ed è composto da una zona realizzata a giardino all'italiana (questa è ancora curata) e un'altra (20 ha) confinante con i campi coltivati, ove tra l'altro vi trovano rifugio molte specie di uccelli e piccoli mammiferi. Fino a qualche anno fà, questo parco si poteva percorrere attraverso un dedalo di piccoli sentieri, ben tenuti, maestosi e secolari esemplari di lecci, roverelle, pini, cedri, pioppi, cipressi, con la loro ombra tenevano "controllata" la crescita del sottobosco, che era sempre ombroso e umido, anche nei periodi secchi, il bosco è attraversato da nord a sud, da un piccolo fosso in cui fino a 4-5 anni fà, scorreva sempre dell'acqua quasi potabile per quanto era limpida. Non vi dico le specie fungine reperite in tutti questi anni!, veramente un elenco grande ed interessantissimo, tra cui 2 nuove specie fungine mai conosciute prima! Ora tutto questo sta pian piano degragandosi e se non si interverrà, fra qualche tempo del bellissimo bosco non rimarrà che una selva in sfacelo. Se avrete la pazienza di seguire fino in fondo la carrellata di foto scattate oggi, vi renderete conto voi stessi della situazione. Scusate dello "sfogo" e a risentirci sulla prossima Rassegna, un cordiale saluto, Ennio.
  5. ...... intanto se non ci fossere questi "semetti", hai voglia a cercar marzuoli !!!???? ciao a tutti, Ennio. P.S. spore di Hygrophorus marzuolus x 1000, raccolta del febbraio 2007 Vallombrosa (escursione dei pistacoppi).
  6. Ciao Claudio, apprezzo molto il tuo intervento e le belle foto, ti ringrazio della tua gradita partecipazione, a risentirci alla prossima, un caro saluto, Ennio.
  7. ciao Peppe, mi sembra che Frer (Paolo) abbia capito che stavo scherzando; questa è una delle frasi che ripeto ogni tanto ai corsisti per alleggerire un pò il clima "didattico" durante le lezioni dei corsi di abilitazione alla raccolta funghi. Sempre in tema di scherzi, mi sono inventato una nuova specie di porcino quasi simile al Boletus aestivalis ma che è tossico e che solo gli esperti riescono a distinguere, in modo da "sequestrare" i porcini portati alla AUSL per il controllo sanitario. Chiaramente è uno scherzo che dura solo pochi minuti, ma ti dirò che a volte mi viene veramente la voglia di "sequestrarli" (se potessi), quando vedi cercatori completamente "ignoranti in materia" che portano a controllare (per fortuna loro) interi canestri di buoni porcini non sapendo minimamente cosa hanno raccolto. un caro saluto e a risentirci, Ennio.
  8. Patrizio, in effetti il quadrato di terreno ove ho fatto la foto sembra in piano, ma faceva parte di un intero versante molto ripido, che tra l'altro, avrebbe fatto la gioia di molti nostri "amici porcinari" per quanti ce n'erano. a risentirci, Ennio.
  9. Caro Pat, nella mia limitata esperienza teorico-pratica di Agaricus e nella (abbastanza molta) bibliografia che ho consultato in questi anni in relazione allo studio degli Agaricus, non ricordo niente che spiegasse scientificamente questo portamente del gambo. Posso solo ipotizzare che essendo specie che crescono di preferenza in pendii poco acclivi, i carpofori si comportino come molti arbusti che nascono lateralmente al pendio, ma poi, man mano che crescono, tendono ad assumere una posizione verticale verso l'alto, vedi Armillaria e altri funghi lignicoli +/- cespitosi. Il tutto perchè in natura si propende sempre a "perpetuare" la specie, quindi anche una posizione più eretta, più elevata, facilita meglio la dispersione delle spore o dei semi nell'ambiente circostante.
  10. 8) Agaricus urinascens (Moller et J. Schaeffer) Singer, = A. alberti, = A. macrosporus, raccolta del pian Perduto di Castelluccio, Comune di Castelsantangelo sul Nera (MC), m. 1250, pascolo montano, agosto 1988. Si tratta del più tipico dei "turini" tra i quali raggiune le dimensioni maggiori (anche 40 cm di diametro), il vecchio nome "macrosporus" deriva dal fatto che tra tutti gli Agaricus di questa Sezione, è quello che ha le spore più grandi (anche fino a 15 µ) contro una media di 6-9 µ, Cappello per molto tempo globoso e solo alla fine emisferico, cuticola molto variabile (bianco-avorio, giallo-crema, giallo-nocciola), asseconda delle condizioni climatiche si può presentare liscia, squamosa oppure scepolata areolata, gambo cilindrico, ornato da evidenti fioccosità, massiccio, con la base tipicamente fusiforme spesso molto interrata. Carne soda e spessa, con odore mandorlato fichè giovane poi urinoso (inde nomen), cresce esclusivamente nei prati pascoli montani, anche a notevole altezza e solo nelle "fungare" in forma gregaria. Ottimo fungo commestibile; da riservare la raccolta solo per finalità di studio (ai soli studiosi di questo Genere). A risentirci alla prossima (quando ?') ; sicuramente spero di ritrovarvi di persona a Vallombrosa, un cordiale saluto, Ennio.
  11. 7) Agaricus sylvicola (Vittadini) Saccardo, ritrovamento San Lucio, Comune di Clusone (BG), m. 1200 slm, abetaia mista, agosto 2002. Conosciuto anche come "turino di bosco" o "prataiolo di bosco", in effetti si può ben dire che non esista tipo di bosco che non ospiti questa bella specie. Cuticola sericea, bianca avorio ingiallente al minimo tocco, carne dal buon profumo di anice. gambo in genere abbastanza lungo, cilindrico, rosa sopra l'anello e bianco nel resto, base bulbosa, e fornita di abbondanti ife rizomorfe, anello tipicamente sfrangiato-lacerato, spesso ridotto a piccoli lembi dispoti radialmente. Specie nettamente saprofita: nei castagneti non è raro vederla crescere sui mucchi di foglie secche che i montanari ammassano durante la pulizia del terreno, o nelle abetaie dove la base del gambo congloba con se consistenti ammassi di aghi e altri residui vegetali.
  12. 6) Agaricus porphyrizon P. D. Orton, = A. purpurascens, fotografato a Sabaudia (LT), m. 20 slm, Parco Nazionale del Circeo, in bosco di macchia mediterranea con cerro, roverella, leccio, pino, ecc. dicembre 2002. E' una delle 2 specie che pue essendo inserite nella Sezione Arvenses, non ha colori biancastri o meglio, il cappello è ricoperto da una fitta trama di squame appressate di color bruno-porpora, bruno-violaceo che a stento lasciano intravedere la sottocuticola biancastra. Fungo di medio-piccole dimensioni, con lamelle rosate e con il filo seghettato, gambo cilindrico, bianco ma giallo-arancio alla base, ove sono presenti fini rizomorfe, anello in genere basso sul gambo, si lacera facilmente e si tinge di giallo, carne bianca con odore molto pronunciato di mandorle amare, anche se io ci sento sempre più odore di anice (ma ognuno ha il suo naso).
  13. 5) Agaricus osecanus Pilàt = A. nivescens, reperito nel pian Grande di Castelluccio (PG), m. 1300 slm, in pascolo montano, ottobre 1990. Bellissima specie a lungo tutta bianco candida, per poi ingiallire debolmente in età o per manipolazione, cuticola liscia e con margine fioccoso, gambo (a maturità) più corto del diametro pileico, anello doppio a ruota dentata, lamelle per molto tempo carnicino chiaro, poi passano velocemente verso il marrone molto scuro. Fin'ora nella mia personale esperienza di ricerca (che non fà testo), l'ho trovato solamente a inizio autunno.
  14. Scusate l'interruzione, ma avevo a cena una delle mie due nuore e mia moglie Ivana aveva anche preparato i calamari ripieni (che mi piacciono tanto), percui ho dovuto interrompere momentaneamente l'inserimento di questa puntata. Ora che la nuora è ripartita, proseguo il discorso sugli Agaricus, con una specie molto somigliante alla precedente: 4) Agaricus macrocarpus. Moller) Moller, raccolta di Bellamonte (TN), m. 1400 slm, bosco puro di abete rosso, settembre 2007. Dicevo "somigliante" alla precedente, da cui differisce per la maggiore e più massiccia taglia, il forte ingiallimento specialmente dopo raccolto (a volte diviene tutto arancio-ocraceo), gambo terminante con un netto bulbo molto spesso marginato, crescita legata soprattutto alle peccete di montagna, specie abbastanza rara e localizzata.
  15. 3) Agaricus essettei Bon, = A. abruptibulbus, raccolta di Forni di Sopra (UD), m. 1400 slm, abetaia mista, agosto 2006. Specie dal gambo liscio e tipicamente ritorto in basso, base con bulbo a volte molto evidente a "zampa d'elefante", cuticola bianca, ingiallente e finemente fioccosa,
  16. 2) Agaricus augustus Fries, = A. agustus var. perrarus, Molveno (TN), m. 1200 slm, in bosco di abete rosso, agosto 1998. Specie facilmente riconoscibile per l'habitat boschivo, la grande taglia e l'inconfondibile ornamentazione a squame bruno-fulvastre del cappello disposte concentricamente, carne con odore mandorlato a volte anche anisato, gambo cilindrico, ornato da evidenti fioccosità da sotto l'anello fino alla base, anello con squame fioccose e giallastre nella pagina inferiore. habitat: dai boschi e parchi di pianura fino alla montagna, estate-autunno, fino a tutto dicembre nelle isole.
  17. 1) Agaricus arvensis Schaeffer: Fries, = A. fissuratus, raccolta effettuata nel monte Vermenone, Comune di Sefro (MC), m. 1000 slm, pascolo montano ricco di escrementi bovini, ottobre 2003. E' uno dei diversi "turini" maggiormente ricercati nei Sibillini, si presenta con una cuticola bianca con disco leggermente ocraceo, nettamente sericea, gambo cilindrico con base sempre ingrossata, anello doppio a ruota dentata, carne bianca con forte odore di anice e sapore dolciastro, cresce dalla pianura fino alla montagna, sia in prati che nei boschi, da aprile a novembre asseconda della latitudine.
  18. Cari abbonati, anche se a singhiozzo (sperando sempre di aver più tempo), termino la trattazione del Genere Agaricus con l'illustrazione di alcune specie caratteristiche della Sezione Arvenses, collocata all'interno del Gruppo delle FLAVESCENTES. A questa Sezione appartengono funghi di media-grande taglia, colore generale bianco-avorio, bianco-giallastro (ad eccezione di A. augustus e A. porphyrizon), con tendenza ad ingiallire esternamente allo sfregamento o per età, carne bianca, soda , odore anisato o di mandorla amara, anello ben sviluppato, discendente, doppio a ruota dentata. Tutte le specie presentano una reazione di Schaeffer positiva +/- evidente, consistente nel tracciare due linee perpendicolari tra loro con l'acido nitrico e l'anilina; nel punto d'incrocio la cuticola diviene giallo-arancio. Le lamelle sono inizialmente grigio-rosa carnicino per poi divenire +/- lentamente marroni scure in vecchiaia. Specie crescenti sia nei prati di montagna o collinari, che nei boschi, specialmente conifere, in estate-primo autunno; nei prati e pascoli si rinvengono tra l'erba entro i famosi "cerchi delle streghe" ove l'azione biochimica del micelio, rende l'erba sovrastante più rigogliosa e più verde di quella circostante (forse per una possibile o presunta azione micorizza o rilascio di sostanze nutrienti da parte del micelio ???). Tutte specie ottime commestibili cotte, si possono utilizzare crudi, solo i giovani e sani carpofori in piccole quantità, come semplice antipasto, conditi con olio extra vergine di oliva, qualche goccia di limone, sale e scaglie di parmigiano. Nelle Marche è vietata (giustamente) la raccolta di esemplari al di sotto dei 4 cm di diametro pileico. P.S. recenti studi e ricerche di tossicologia fungina, hanno appurato la proprietà del micelio di questi Agaricus, di captare e concentrare diversi metalli pesanti, perciò anche in questo caso, mai fare "scorpacciate" e preferibilmente cuocerli.
  19. Ciao Cinzia, questo è anche il mio modo di intendere lo sci; ti permette di assaporare appieno delle bellezze della montagna invernale, dove puoi spaziare tranquillamente, senza il rischio di venire travolto da altri sciatori o di dover dare la precedenza per "troppo traffico", un carissimo saluto, Ennio.
  20. Hygrocybe reidii Kühner Bull. trimest. Soc. mycol. Fr. 92: 463 (1976) Sinonimi Nessuno. Etimologia Da ''Reidii'', nome proprio. Habitat/Periodo Di Comparsa Sotto abete rosso o ontano (Alnus) in estate ed autunno. Descrizione Cappello 1-3 cm; arancione sbiadito o rosso scarlatto; campanulato da giovane, indi piano; fibrillato; margine increspato Lamelle decorrenti, rade, inframezzate da più lamellule; giallo-aranciate. Gambo giallo-arancione; più scuro all'apice; cilindrico, sottile, talvolta cavo. Carne giallo-aranciata; esile; con caratteristico e penetrante odore di miele. Commestibilità Commestibile. Foto ©2008 Ennio Carassai Descrizioni ©2008 Nicolò Oppicelli
  21. Caro Marco, grazie per la risposta, non mi convinceva il colore del cappello (sul monitor sembra blù-grigio) anzichè bruno-marrone e il gambetto bianco quasi vitreo in alto, ma si tratta probabilmente di esemplare molto giovane, mentre il colore giallo arancio alla base è regolare. Poi le differenze tra Strobilurus tenacellus e Strobilurus stephanocystis che condividono habitat e periodo di crescita, sono molto minime, il sapore certamente aiuta: la carne del primo è dolce, mentre quella del secondo è amarognola, entambi commestibili, un caro saluto, Ennio. allego una foto di tipici e maturi esemplari di S. tenacellus, scattata lo scorso marzo a Vallombrosa, durante l'escursione con i pistacoppi marchigiani.
  22. bella "scarpinata" molto panoramica, peccato che come neve siamo scarsi anche lì, ma godiamoci quello che la natura ci offre gratuitamente e a piene mani, sicuramente ci ripaga ampiamente delle fatiche fisiche, un caro saluto, Ennio.
  23. Cari amici, la "bella barista" non c'era più (mai fidarsi degli amici!!!) ma in compenso di bello avete fatto una escursione quasi primaverile, fatta con molta tranquillità e con la consueta allegria che vi confà, un affettuoso saluto, Ennio.
  24. Ciao Pasquale, che bei posti, davvero! sembra che l'inverno non sia mai passato dalle tue parti, speriamo solo che il tempo non c'è la faccia scontare in ritardo, un caro saluto a te e signora, Ennio.
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