Vai al contenuto

Ennio

Soci APB - Andati Avanti
  • Numero contenuti

    8944
  • Iscritto

  • Ultima visita

  • Giorni Vinti

    94

Tutti i contenuti di Ennio

  1. ciao Alberto, è stat una bella esposizione di funghi vari nel loro habitat, ti chiedo una cortesia personale; è possibile postare le foto in formato 880 x 600, in modo che si possana apprezzare meglio ?, grazie e arrivederci, Ennio.
  2. ciao Carletto, da quello che si vede penso si tratti di Chamaeomyces fracidus (Fries) Donk = Lepiotella irrorata (Fries) Patouillard, caratterizzato dall'avere le lamelle che secernono delle goccioline incolori che diventano color ambra quando si seccano lungo il gambo, fungo di nessun valore alimentare.
  3. Ciao Fistolino e Giancarlo (Nik), l'Amanita caesarea (ma anche altre specie) è in costante diminuizione per diverse concause che si possono così sintetizzare: 1) fattori ambientali: ovvero un susseguirsi ultimamente, di stagioni estive sempre più calde e con pochissime o scarse precipitazioni piovose. 2) fattore antropologico: molti dei boschi ove crescevano abbondanti le Amanita Caesarea, sono soggetti negli ultimi anni ad un calpestio eccessivo dovuto alla massiccia presenza di cercatori, e quando si calpesta in tanti e per lunghi periodi uno stesso luogo, si finisce anche per distruggere i piccoli carpofori che stavano per spuntare dal terreno, si rovina il sottobosco il quale crea un delicato "effetto serra" protettivo per il micelio sottostante e per i giovani carpofori in formazione. 3) eccessiva e massiva raccolta: diversi anni fà, quando in un determinato bosco crescevano 1000 Amanita e c'erano solo 10 cercatori, questi in media ne raccoglievano 100 a testa e non avevano certamente di che lamentarsi. Ora nello stesso bosco (per i fattori sopra descritti) nascono solo 500 Amanita e i cercatori non son più 10 ma 500: capite bene che in media ne possono raccogliere al massimo UNA a testa. Insomma! non c'è Amanita (salvo rare eccezioni) che non venga raccolta e che possa finire il suo ciclo biologico disperdendo nel terreno circostante miliardi di spore, alcune delle quali serviranno poi a creare da qualche altra parte un nuovo micelio, che prenderà il posto di quelli ormai vecchi ed improduttivi. Se facciano 2+2 si può capire, anche in maniera semplice come mai questo fungo lo troviamo sempre più di rado. un caro saluto, Ennio.
  4. Agaricus pampeanus, se viene consumato a volte può provocare una leggera intossicazione (mal di pancia, diarrea, vomito, nausea) tutti malesseri passeggeri che svaniscono entro breve tempo senza lasciare strascici (purchè sia lui e non altri funghi).
  5. 12) Ultima immagine di Tagliacozzo. ...... peccato il palo della luce, ma non potevo fare diversamente, se volevo inquadrare anche la mia signora. Arrivederci alla prossima puntata (appena potrò !). un caro saluto a tutti, Ennio.
  6. 11) Entoloma sinuatum (Bull. : Fries) Kummer = E. lividum, raccolta proveniente dalla faggeta di Tagliacozzo (ma fotografata nel parco dell'albergo, per momentaneo guasto alla digitale). Specie fortemente velenosa, si riconosce per il cappello sericeo bianco-avorio-grigiastro, metallizzato, lamelle smarginate, prima gialle e poi a maturità rosa salmone, gambo robusto, carne soda con netto odore farinoso, habitat boschi di quercus, faggio e castagno.
  7. 10) Amanita franchetii (Boudier) Fayod, raccolta in castagneto in località Canistrello, m. 800 slm (AQ). Bella specie di Amanita dal cappello grigio-nocciola cosparso da verruche (resti del velo generale) giallastre, anello con fioccosità anch'esse gialle, volva aderente, giallastra e dissociata in residui fioccosi, commestibile. Da non confondre con la velenosa Amanita pantherina che ha verruche bianche, volva bianca dissociata in più cercini sul gambo.
  8. 9) una veduta della parte alta del paese di Tagliacozzo con la "montagna tagliata" che lo sovrasta, da cui il nome.
  9. 8) tra le varie specie da studio, anche qualcuna banale: Amanita caesarea (Scop. : Fries) Persoon. Questa l'ho postata perchè mi sembra significativamente "didattica" in quanto si possono evidenziare tutti i caratteri morfologici tipici di questa specie; cappello arancio con margine nettamente striato, lamelle anello e gambo gialli, volva bianca ed inguainante, ottimo commestibile, anche da crudo e giovane (specie sempre più rara).
  10. 7) un momento della revisione comune delle specie raccolte e studiate, illustrate di volta in volta da chi l'ha raccolte ho determinate.
  11. 6) Ultimo Agaricus: Agaricus pampeanus Spegazzini, raccolta sempre nei Prati Palentini (ricchissimi di varie specie e grandi quantità di Agaricus) Questa specie descritta originariamente in Argentina dal Micologo italiano Carlo Spegazzini nei 1880, era dichiarata molto rara in Italia, ma sembra invece che sia più comune di quanto si pensi, essendo scambiata spesso per un A. campestris, da cui si differenzia per il cappello con il margine nettamente appendicolata, l'anello fioccoso, gambo ornato da fioccosità al di sotto dell'anello, carne dolciastra, habitat campi incolti stepposi, anche sotto cipresso, in ambienti termofili, commestibilità incerta.
  12. 5) Agaricus litoralis (Wak. & Pears.) Pilàt = A. maskae, raccolta anche questa nei Prati Palentini, in campo incolto. Specie piuttosto robusta, dal cappello presto squamato-areolato, da bianco a nocciola chiaro, gambo tipicamente ingrossato nella parte mediana, anello membranoso ma presto dilacerato, carne compatta leggermente arrossante con odore dall'anisato al fungino, ottimo commestibile.
  13. 4) Agaricus langei (Moller) Moller, raccolta in località ?, in mezzo ad un sentiero in bosco misto latifoglia e aghifoglia. Anche questa specie fa parte della Sezione Sanguinolenti, a differenza della precedente ha un aspetto più tozzo, cappello con squame più grossolane e arrossanti, carne rosa vivo in ogni parte e di buona consistenza, buon commestibile. Anche se in letteratura viene dato con crescita sotto conifere, non è raro reperirlo in altri ambienti (anche in praterie montane), crescita a volte cespitosa.
  14. 3) Agaricus fuscofibrillosus (Moller) Pilàt, raccolta in località Piccola Svizzera, sopra Tagliacozzo, m. 850 slm, in radura erbosa in bosco misto di latifoglia con prevalenza di cerro. Questa è una rara e bella specie della Sezione Sanguinolenti (caratterizzata dalla carne +/- fortemente arrossante), cappello ricoperto da fitte fibrille rosa-brunastre che gli conferiscono un'aspetto quasi sericeo, lamelle di un bel rosa-grigio uniforme, carne rosa-rosso con buon odore e sapore, gambo cilindrico e slanciato, specie commestibile. Habitat preferenziale, boschi di quercie in ambienti termofili.
  15. 2) un Agaricus "facilissimo": A. campestris Linneo: Fries, raccolta dei Prati Palentini, villa San Sebastiano (AQ), m. 800 slm in campo erboso incolto. E' il noto e comunissimo prataiolo, cappello di medie dimensioni, biancastro, leggermente squamoso-fibrilloso, lamelle subito rosa vivo poi marroni a maturità, carne leggermente rosata poi imbrunente, odore fungino, sapore grato, anello supero e fragile, gambo cilindrico, pieno, non ingiallente, ottimo fungo commestibile.
  16. Carissimi amici ben ritrovati, come accennato a suo tempo sono stato dal 25 al 28 ottobre in Abruzzo per partecipare ad un Convegno organizzato dal Gruppo GEMA di Avezzano in colaborazione con l'Università dell'Aquila; putroppo, nonostante fosse stato posdatato di 30 giorni per mancanza di funghi, la situazione non è stata ancora delle migliori, però qualche Agaricus si è potuto trovare. Ecco a voi dunque una breve carrellata di questo incontro. Come al solito inserisco una breve descrizione allegata alle specie postate, augurandovi una buona visione. 1) il paese che ci ha ospitato: Tagliacozzo (AQ) m. 750 slm, che qui vedete con lo sfondo del m. Velino circa 2500 m.
  17. Cari Presidente, past-president & C. Ho visto solo oggi per intero le foto della vostra uscita, veramente una bella cronistoria, dove si può assaporare l'allegra e spensierata compagnia; talmente spensierata che si siete dimenticati di fotografare qualcosa che non fosse "solo porcino". Meritereste una punizione per questa "grave" mancanza (voi che dovete dare il buon esempio), sarebbe da farvi restare a casa fino a fine anno!. Ma siccome siamo "buoni e misericordiosi" vi perdoniamo, a patto che la prossima uscita ci facciate vedere qualcosa di veramente interessante (OT porcino) per intenderci. un affettuoso saluto a tutti voi, Ennio.
  18. bravo Carletto, andrà meglio la prossima volta (Russula permettendo), ciao, Ennio.
  19. Ciao Prestigioso, questo è il tipo di post che gradisco di più in APB, spero che il tuo esempio venga seguito dagli altri amici, un caro saluto a te e figlioletti, Ennio.
  20. ciao Daniele, bellissima carrellata di specie interessanti, sicuramente serviranno ai nostri amici per ampliare la "visuale" strettamente porcinara, un caro saluto e a risentirci per gli Agaricus, Ennio.
  21. sono completamente d'accordo con Artù, per la 3^ specie chiedo a Prestigioso: era di struttura gelatinosa o ceracea? perchè se fosse stata gelatinosa sembrerebbe un residuo di Tremella foliacea, ciao a tutti, Ennio.
  22. Ciao Salvo, contribuisco anch'io velocemente essendo appena ritornato dall'Abruzzo "bello e gentile" ma avaro di funghi; certo se si fosse veduta la base del gambo (se c'erano delle di ife rizomorfe fitte e fini) e visto l'habitat, avrei detto Agaricus fissuratus, che alcuni autori tendono a sinonimizzare con A arvensis. un caro saluto, Ennio. allego una foto di una mia raccolta sotto leccio, esemplari cresciuti in periodo secco e ventoso P.S. spero a giorni, di avere un pò di tempo per mostrarvi quanche fungo "marsicano".
  23. caro Luciano, anche se non ho potuto visitare la vostra mostra per concomitanti impegni della mia Associazione, devo farti i miei complimenti per la bella esposizione (mi sà che l'idea dei tre livelli te la copierò), so quanto impegno comporta organizzare una mostra così ben messa (mi ricordo che qualche volta sono venuto anche a darvi una mano). Di nuovo complimenti a tutti, anche al carissimo amico e "collega di docenza" Claudio Modesti, un caloroso saluto a tutti gi amici matelicesi, Ennio.
  24. ciao Giancarlo e grazie per il tuo pensiero, un caro saluto Ennio.
  25. Ciao Salvo, +/- , questo è il Genere Hyphomyces comprendente diverse specie, tutte procurano una modificazione (deformazione) o un blocco dello sviluppo dell'imenoforo, nella tua foto l'Hypomyces aureum probabilmente ha attaccato uno Xerocomus (cosa molto frequente). In particolare mi riferivo a deformazione e blocco dell'imenoforo come succede nei Lactarius a causa di Peckiella deformans (vedi foto allegata). i carpofori attaccati da questi non divengono tossici ma non sono più appetibili, se non altro per il loro "repellente" aspetto. A risentirci, un caro saluto, Ennio.
×
×
  • Crea Nuovo...

Informazioni importanti

By using this site, you agree to our Terms of Use (privacy).