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Ennio

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  1. ....... annoiarci ?, è stato interessantissimo, bravo Paolo ! un abbraccio, Ennio.
  2. Bravo Giorgio, condivido in pieno quanto dici, un caro saluto, Ennio.
  3. Cari amici, anch'io sono uno dei "danneggiati" da questo inconveniente, tante ore davanti al pc per preparere i miei post, andate in fumo in un attimo, ma ormai è successo e non possiamo farci niente. Non dimentichiamoci che chi ha incolpevolmente causato il "danno" stava lavorando per APB, cercando di creare un sottoforum apposito per la "rassegna micologica"; le intenzioni dunque erano lodevoli. Ora direi che bisogna smettere di "piangere sul latte versato" guardiamo al futuro con positività e rinnovato impegno, cercando anche di elevare il livello tecnico-scientifico (pur sempre amatoriale) della presentazione delle nostre uscite; magari rinunciando a postare 10 volte lo stesso porcino a favore di altre immagini di funghi che abbiamo incontrato nelle nostre escursioni (anche se non li conosciamo). Così facendo possiamo fare cosa utile e gradita ad altri amici e fornire l'occasione per ampliare le conoscenze di tutti noi, nessuno si dovrà sentire "sminuito" o di serie B, per il solo fatto che posta dei funghi di cui non conosce il nome: in questo campo abbiamo tutti e sempre da imparare e ognuno di noi può aiutare gli altri in questo. Un affettuoso e cordiale saluto a tutti voi, Ennio Carassai.
  4. Carissimi amici che avete seguito e/o risposto a questa 30^puntata, il vostro appasionato interessamento è di ulteriore stimolo e mi compensa ampiamente dell'impegno profuso nel realizzare queste "puntatine", un grande ed affettuoso grazie ! Ennio. P.S. vi meritate un piccolo regalo; questi sono i piani di Castelluccio di Norcia, m. 1300 slm (monti Sibillini), sommersi dalla nebbia, quando ancora d'estate pioveva, fotografati dalle pendici del m. Vettore da quota 1770 m. slm.
  5. oltre agli altri particolari morfologici, mi sembra che il gambo sia privo di reticolo o altre decorazioni (come dovrebbe essere in B. fragans), perciò anch'io concordo con voi, ciao Ennio.
  6. ciao Carletto e Nico, non conosco il Clitopilus orcella, vedendo le foto avevo pensato ad una Rhodocybe fallax, ma in questo caso oltre all'odore farinoso, la carne è abbastanza amara (qualcuno l'ha assaggiata ?). Carletto facci sapere, Ennio.
  7. ciao Gaspy, ad ognuno il suo settore, non sono molto esperto in Cortinarius, ma se di C. cumatilis si tratta, io ho questa raccolta (ancora da confermare) effettuata a Gambarie di Aspromonte (RC) in ottobre 2003 in bosco misto di abete e faggio, sarà lui ?. un caro saluto, Ennio. P.S. dalla foto non si vede bene, ma il bordo del cappello era ornato da resti di velo violetti.
  8. ciao Giancarlo, grazie per il tuo intervento e le relative immagini; per i funghi postati, visto il forte ingiallimento e la base del gambo a "zampa di elefante" penserei di più ad Agaricus macrocarpus, se poi il viraggio da giallo è divenuto giallo-arancio carico, allora è sicuramente lui. Fammi sapere come è evoluto il colore, mi serve anche per ampliare le mie esperienze personali, un caro saluto, Ennio.
  9. Carissimi Rossano e Paolo, certo che sono d'accordo con voi circa il divieto di consumare la Clitocybe nebularis, ma purtroppo la tradizione mangereggia di questa specie è profondamente radicata (anche questi giorni in Amiata, la vendevano nei posti ove la gente va a comprare i porcini). Allora se proprio la si vuol mangiare, almeno bisogna attenersi strettamente a queste regole: 1) solo esemplari giovani e sani 2) nessuan traccia di micelio bianco sul capello 3) sottoporre i funghi a bianchitura, che consiste nell'immergere i funghi in acqua bollente per qualche minuto e poi scolarli; con questo procedimento molte delle sostanze tossiche passano dal fungo all'acqua bollente, poi cucinarli trifolati. N.B: questa procedura vale solo per la C. nebularis e l'Armillaria mellea, non serve nel caso di funghi velenosi ne tantomeno per i mortali. un caro saluto, Ennio.
  10. ciao Giacomo, per me è sempre un piacere leggerti e vedere le tue bellissime immagini, un caro saluto da Ennio.
  11. Amiata 16. ecco l'altra specie: Lactarius controversus, dalle lamelle rosa a maturità e dal margine del cappello a lungo involuto, tossico come tutti i Lactarius a latice bianco.
  12. Amiata 15. una delle due sole specie trovate in questo castagneto: Tricholoma sulphureum, dal colore giallo zolfo e odore analogo, non commestibile.
  13. Amiata 14. un gruppetto di amici nel castagneto, invero mooolto avaro di funghi.
  14. Amiata 13. sempre nei tratti di bosco misto faggio-abete, questa specie curiosa: Cyathus striatus, dalle spore contenute dentro piccoli ovetti lenticolari che vengono esplulsi dalle goccie di pioggia.
  15. Amiata 12. la domenica andando alla Messa, nel marciapiede di fronte all'Abbazia, questo Coprinus, forse C. romagnesianus o semplicemente C. atramentarius. Certo che alcuni funghi crescono proprio in posti strani!, forse volevano ascolare la Messa anche loro.
  16. Amiata 11. Mi sembra doveroso mettere almeno un'immagine del paese che ci ha ospitato, questa è la facciata dell'abbazia di San Salvatore.
  17. Amiata 10. è questo è uno dei vari elementi per cui diviene tossico; quando i carpofori sono invasi dal micelio di Volvariella surrecta (fungo tossico) che rende tossica a sua volta la nebularis. Attenzione dunque, non raccogliete per uso alimentare la C. nebularis quando presenta questa "muffetta" bianca nel cappello.
  18. Amiata 9. Altro fungo molto frequente, dall'odore forte e inconfondibile: Clitocybe nebularis (ordinale, nebbioso, speciale, grigiotto, fungo della nebbia, spugnolo d'autunno, ecc. ecc.), da consumare con moderazione previa "bianchitura", non in pasti ravvicinati ed esemplari giovani e sanissini. Vi ricordo comunque che è stato inserito nell'elenco nazionale delle specie tossiche.
  19. Amiata 8. nei tratti con pino nero non poteva mancare il Chroogomphus rutilus, dalla carne arancio mattone, lamelle decorrenti e sporata scura, commestibile scadente.
  20. Amiata 7. anche questa calocera viscosa soffre per la poca acqua; più si secca e più diviene giallo arancio vivo.
  21. Amiata 6. un'altro Boleto molto più comune dell'edulis: Boletus erythropus, dal violento viraggio blù, cappello vellutato e gambo punteggiato di rosso.
  22. Amiata 5: e c'èra anche la sua raccoglitrice, Ivana
  23. Amiata 4: qualche porcino comunque c'era, Boletus edulis sotto abete bianco.
  24. Amiata 3: tra le tante Amanita muscaria, anche la sua varietà aureola, più esile e quasi sempre senza le caratteristiche verruche bianche (resti del velo generale) e con la volva meno consistente.
  25. Amiata 2: Agaricus sylvicola, dal netto e buon odore di anice e ingiallimento esterno, ottimo commestibile; c'è n'erano più a giugno che ora!.
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