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Ennio

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  1. Ciao Salvo, Scoiattolo e Nico, mi aggiungo nelle vostra discussione con alcune riflessioni: 1) anche a me è capitato più volte di trovare esemplari di Xanthoderma sp. con la cuticola pileica rosa, dopo che nel bosco era piovuto molto a lungo e con forte intensità, la stessa cosa capita spesso con gli Agaricus di prato tipo campestris e simili. 2) per quanto concerne l'Agaricus moelleri Wasser, personalmente ritengo che a questa specie siano riconducibili A. praeclaresquamosus Freeman, compresa la var. terricolor (prendetela con le pinzette!). 3) osservando le varie raccolte effettuate nel corso degli anni, ho potuto costatare come i caratteri morfologici fossero alquanto variabili asseconda dell'habitat e delle condizioni meteo del momento, in sostanza esemplari crescenti nella stessa fungaia, si presentano sempre un pò differenti dalla raccolta precedente, per es. la cuticola poteva variare dal bruno-nerastro fino a grigio-nero, con squame a volte tanto fitte da non lasciare intravedere la sottostante cuticola, a volte invece erano molto più dissociate e anche più chiare. 4) tutto ciò mi fa ribadire ancora una volta che "sembra facile determinare un Agaricus", ma .............. un carissimo saluto, Ennio. unisco un Agaricus delle mie parti, raccolto in bosco litoraneo misto, in ottobre 2005
  2. Tricholosporum goniospermum, spore x 1000. Scusate per la qualità delle immagini, non sono proprio da manuale, ma meglio di così non mi sono venute, ciao da Ennio.
  3. Tricolosporum goniospermum, spore e cellule imeniali x 1000
  4. Tricholosporum goniospermum 1:
  5. Ciao a tutti gli intervenuti. adesso che voi avete detto la vostra, io dico la mia, non ho esperienza di raccolte dirette del Tricholosporum tetragonosporum; so che differisce dal T. goniospermum per avere le spore e i basidi più piccoli. 1) T. goniospermum spore 8-10 x 5-7 micron, cruciformi, basidi 35-40 x 8-10 2) T. tetragonosporum spore 5-7 x 5-6 micron, praticamente isodiametriche, basidi 30-40 x 7-9. La specie che trovo abitualmente nei monti Sibillini è Tricholosporum goniospermum Bresadola, cresce tra 1000 - 1900 m. slm, in pendii erbosi molto scoscesi, fruttifica in maniera irregolare nel corso delle annate, da metà giugno a fine luglio e a volte si ripresenta anche a settembre, formando grandi semi-cerchi in cui si "nasconde" profondamente tra la fitta erba, carne soda e biancastra con forte odore farinoso-acerbo, lamelle inizialmente biancastre, divengono rosa-lilla a maturità per poi divenire ocra-giallastre, personalmente lo ritengo uno dei migliori funghi commestibili. Allego alcune foto relative a raccolte effettuate nei Sibillini e relativa microscopia.
  6. Ciao Lolindir, è stata questa tua frase "Purtroppo già cucinato" che ha preoccupato gli amici del forum (me compreso), sembrava che tu avessi mangiato dei funghi senza conoscerli esattamente, Spero che le prossime volte vorrai essere più chiaro e prudente, anche per non creare "falsi allarmi". Per quanto riguarda il fungo da te citato, ma non visto: Pholiota populnea (Pers. : Fr.) Kuyper & Tjallingii, ex Pholiota destruens (Brond.) Gillet, è una specie che raggiunge grandi dimensioni, carne amara ma non tossica. Un cordiale saluto, Ennio.
  7. aspettiamo ancora un pò di tempo affinchè anche altri amici possano tentare di dire la loro; le conclusioni a dopo. un cordiale saluto a tutti, Ennio.
  8. Caro Ennio, Il fatto che tu l'abbia riconosciuto al primo colpo significa che il fungo era riconoscibile. Non esistono molti tricholomi arboricoli e penso sia stimolante il ricercarne l'identificazione. Sempre inteso che, se nessuno ci arriva, ne spiegherei i tratti. Al contrario se viene presentato subito con il nome difficilmente qualcuno ne indagherà i tratti significativi. Importante sarebbe ora che se qualcuno non ne capisce la descrizione, lo chieda e tu o io gliela dia. Gaspy ciao Gaspy, concordo con te per quanto riguarda il nome, io intendevo qualche informazione in più riguardante i caratteri morfologici (compresi odore e sapore) e l'habitat di crescita, ti saluto di nuovo, Ennio
  9. Ciao Gaspy, apprezzo il tuo positivo intento di "stimolare" l'interesse dei visitatori del forum verso altre specie fungine che non siano solo porcini, a mio avviso dovresti essere "più prodigo" di informazioni, per facilitare la partecipazione da parte loro, altrimenti penso che potrebbero "scoraggiarsi" già in partenza. Anch'io vedendo questa sola immagine, non saprei cosa azzardare: forse Tricholomopsis decora ?, boh!, un caro saluto, Ennio.
  10. Agaricus subfloccosus, raccolta a Folgarida (TN), m. 1400 slm, settembre 2007, ai margini dell'abetaia, anche questi vicino al bordo stradale (gli piaceranno le auto che transitano?). Con questo vi saluto dandovi appuntamento alla prossima, ciao a tutti, Ennio.
  11. Agaricus subfloccosus (Lange) Pilàt, specie quasi esclusiva delle abetaie a quote relativamente alte, cappello con squame fibrillose e nettamente appendicolato per i resti del velo generale, da giovane sono presenti fiocchi bianchi disposti nella zona marginale, carne soda e arrossante, anello doppio, infero , membranoso e persistente. a) raccolta di Bellamonte m. 1450 slm, Comune di Predazzo (TN), in abetaia ai margini della strada, agosto 2007.
  12. Agaricus lanipes (Moller et J. Schaeffer) Singer, specie abbastanza tozza, cappello con grossolane squame bruno scuro, gambo tozzo e allargato alla base, ornato in basso da squame brune, spesso fornito di un robusto cordone miceliare, carne arrossante poi imbrunente, specie ubiquitaria, tardo estiva-autunnale. Commestibilità: sembra che a volte abbia causato lievi disturbi intestinali. Raccolta sotto abete di douglas (Pseudotsuga menziesii) alla Cipriana, monte Amiata (GR), m. 950 slm, ottobre 2004.
  13. Agaricus silvaticus, ultima raccolta in ordine di tempo, effettuata a Folgarida di Dimaro (TN) nel corso del 60° Comitato Scientifico Nazionale dell'AMB, in pecceta mista a m. 1400 slm, settembre 2007, nella carne sezionata si può vedere ancora qualche residua tonalità arancio.
  14. Agaricus silvaticus Schaeffer: Fries, specie molto vicina alla precedente con la quale condivide l'habitat di pecceta, si presenta con squame meno fitte che lasciano intravedere la sottostante cuticola biancastra, la carne arrossa velocemente ma prima passa per tonalità aranciate, gambo nettamente bulboso. a) raccolta in bosco di peccio e larice, località Predaia, val di Non (TN), m. 1500 slm, agosto 2005.
  15. Agaricus langei (Moller) Moller, specie tipicamnte alpina sopratutto dei boschi di peccio, pino silvestre e larice, ha il cappello densamente ricoperto da squame fibrillose bruno-scuro che non lasciano intravedere la sottostante cuticola più chiara, carne velocemente rosa-rosso al taglio, gambo cilindrico, normalmente senza base bulbosa
  16. Agaricus impudicus (Rea) Pilàt , questa specie predilige i boschi misti termofili di macchia mediterranea (pini, lecci), ha un arrossamento lieve e si riconosce per la carne che odora come la Lepiota cristata (odore di gomma per pneumatici). Raccolta del bosco dell'Abbadia di Fiastra, Comune di Tolentino (MC), m. 220 slm, novembre 2000, sotto leccio, roverella e pino marittimo.
  17. Agaricus benesii, raccolta nel Pian Grande di Castelluccio, m. 1300 slm, su pendio erboso, agosto 2004, si nota benissimo il caratteristico anello a ruota dentata nella faccia inferiore con le squame (sembrano denti di un ingranaggio) di color nocciola.
  18. Un cordiale saluto a tutti gli amici, sempre a singhiozzo, per carenza di tempo e per diverse assenze da casa, eccoci arrivati alla 29^ puntata, dedicata ancora al Genere Agaricus e precisamente alla sezione Sanguinolentes del Gruppo delle Rubescentes, con alcune delle specie più comuni. Sono tutte specie commestibili da cotte, con carne +/- arrossante, cappello da bianco a bruno-marrone, ricoperto spesso da squamule brunastre, crescenti sia nei boschi di latifoglia che di conifera. 1) Agaricus benesii (Pilat) Singer = A. squamulifer = A. Caroli, ecc. specie di medie dimensioni, si può presentare con la cuticola pileica da bianca a bruno chiara ricoperta da squame fibrillose, carna bianca ma presto rosso vivo, sopratutto a l'inserzione tra gambo e cappello, anello doppio con caratteristica ruota dentata di colore nocciola. habitat: pascoli montani ma anche boschi misti, fino a livello pedemontano, abbastanza frequente al centro, più raro al nord. a) raccolta di val di Canatra, Castelluccio di Norcia (PG) m. 1400 slm, settembre 2006, su pascolo montano; come si vede. l'arrossamento della carne alla sezione, è concentrato solo in una zona ben delimitata.
  19. quando, come spesso succede, l'Armillaria mellea crescendo cespitosa ed a individui sovrapposti, sul cappello degli esemplari che stanno sotto agli altri, si deposita una copiosa sporata BIANCA, se la sporata è bruna (o almeno ti sembra) non si tratta di Armillaria mellea, perciò ATTENZIONE ! L'A. mellea ha anche un anello evidente e con il bordo inferiore giallo e la cuticola del cappello di colore variabile (asseconda della pianta ospite) dal giallo miele (inde nomen) al marrone scuro o anche olivastro con piccole squamette erette e brunastre che con l'età possiono cadere. ti allego una immagine di Armillaria mellea tipica, un caro saluto, Ennio.
  20. Ennio

    Funghi interessanti

    Ciao Peter, allora, hai avuto modo di consultare l'articolo monografico di Consiglio & Contu sul Genere Lyophyllum in Italia ? Ennio.
  21. Ciao Gaspy, visti così sembrerebbero dei vecchi e collassati esemplari di Limacella sp., certo che la foto non è proprio delle migliori per cercare di formulare qualche ipotesi, un caro saluto, Ennio.
  22. che dire Roberto, senzaltro un bellissimo ritorno ricco di piacevoli sorprese, da me ancora siamo in Africa e le tanto annunciate pioggie sono state solo una parentesi effimera e per di più associate a un drastico calo di temperatura. A risentirci sempre con piacere, Ennio.
  23. ciao a tutti, se abbiamo terminato di scherzare intorno a questo fungo, sarà il caso di dire alcune cose seriamente. Paxillus involutus (Batsch) Fr., fungo molto comune con crescita ubiquitaria e gregaria in estate-autunno, (sotto Alnus si trova la specie rubicunduls = filamentosus), è una specie ritenuta per molti anni commestibile, invece è tossica e a volte, consumata da cruda e in pasti ravvicinati, ha causato avvelenamenti mortali. Una delle vittime più illustri è stato il famoso micologo tedesco Julius Schaeffer (1882-1944) il quale morì dopo 17 giorni dall'ultimo pasto ripetuto di questo fungo. I primi sintomi compaiono 2-3 ore dopo il pasto, le conseguenze sono: gastroenterite acuta, forti dolori all'addome e ai reni, ittero, e nei casi gravi, collasso e morte a seguito gravi danni al fegato e ai reni. Tutto è comunque proporzionato alla quantità di funghi mangiati, alla reazione individuale dei vari soggetti e alla tempestività delle oppurtune terapie. Questa specie si riconosce per il margine del cappello sempre involuto e costolato e di colore bruno-ocra, lamelle leggermente decorrenti, giallo-ocracee si macchaino di ruggine al tocco o con l'età, come pure dicasi della carne. Tutto il fungo tende in vecchiaia o per manipolazione a macchiarsi di bruno-ruggine.
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