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Ennio

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  1. Fungo dalle dimensioni notevoli, può arrivare anche a 15 cm di diametro pileico, cuticola con grossolane squame grigie, lamelle bianche all'inizio poi +/- grigiastre secernenti da giovani delle goccioline incolori, gambo centrale, tozzo a volte claviforme o anche obeso, carne spessa, soda, e bianca, con netto odore di farina, sapore dolciastro. habitat, latifoglie (in particolare querce e castagni) e aghifoglie, estate-primo autunno, per fortuna non molto frequente. Chiaramente tossico-velenoso (non mortale), il consumo di questo fungo provoca una sindrome gastrointestinale, con forte irritatazione delle mucose intestinali con conseguenti forti dolori allo stomaco e intestino, vomito, diarrea, ecc. I primi sintomi compaiono abbastanza presto (anche dopo mezz'ora) dall'ingestione, percui è possibile intervenire prontamente con le cure dl caso (lavanda gastrica, flebo, carboni attivi, ecc.). NB: da qualche anno, è sempre più frequente incontrare, specialmente nei castagneti, il Tricholoma Pardinum var. filamentosum, molto simile al Pardinum, ma con tonalità più chiare, meno squamoso e di taglia leggermente inferiore (da alcuni autori sinonimo del precedente), ma velenoso al pari di questi. Occorre diffidare (a scopo precauzionale) se non si è più che certi, dalla raccolta di esemplari di "morette" di dimensione oltre i 10 cm, che possiedono una carne soda compatta e odore di farina
  2. Tricholoma pardinum (Persoon) Quèlet = Tricholoma tigrinum (Schaeff.) Saccardo
  3. Questo è uno dei diversi Tricholomi del "Gruppo dei grigi", più comunemente conosciuti e raccolti in tutta Italia con il nome volgare di "morette" I caratteri morfologici comuni di questo gruppo sono: dimensioni medio-piccole, cappello +/- squamosetto-lanoso, colore sulle varie tonalità del grigio fino al grigio-bruno, lamelle smarginate, bianche da giovane tendenti a divenire grigiastre in età, gambo centrale, da bianco a concolore con il cappello, carne fragile (stringendo il gambo tra due dita, questi si fessura longitudinalmente), odore nullo, farinoso, erbaceo o come in questa specie, di pepe. Habitat: latifoglie e aghifoglie, tarda estate-autunno. Tutti questi funghi non hanno mai un portamento massiccio, ne carne soda e compatta e non superano mai (di norma) gli 8 cm di diametro pileico. Però, se non si tiene conto di quanto detto fin'ora, si possono confondere con la seguente specie ........
  4. Cari amici, in attesa di salutarci (purtroppo solo il sabato) a Vallombrosa (salvo contrattempi dell'ultimo momento), ecco delle altre somiglianze pericolose. Tricholoma atrosquasomum (Chevalier) Saccardo.
  5. Ciao Salvo, esatto !, questa dia mi serve durante le serate di micologia, proprio per far comprendere ai neofiti, come sia pericoloso raccogliere i carpofori tagliandoli alla base del gambo (cosa vietata anche dalla legge), e per stimolare i cercatori ad osservare bene tutti i differenti caratteri morfologici dei funghi raccolti. un caro saluto, Ennio.
  6. Ciao Pasquale, anche se ti sei aggiunto solo adesso tra gli "abbonati" alla rubrica, sei stato il primo a farmi gli auguri per i miei 60 anni. Grazie e benvenuto tra gli "alunni", Ennio.
  7. raccolta effettuata in bosco misto, Selva dell'Abbadia di Fiastra, (MC), novembre 1998, in uno spazio di pochi metri quadrati crescevano vicini numerosi esemplari delle due specie sopra illustrate. Da sinistra a destra dello schermo: 1) Amanita phalloides - (si nota il gambo marezzato e si intravede la volva alla base) 2) Tricholoma sejunctum - (solo cappello) ma le decorazioni sono pressochè identiche alla A. phalloides di sinistra 3) Amanita phalloides - (si vedono bene la volva e i resti dell'anello) 4) Tricholoma sejunctum - (lamelle smarginate, gambo giallino, senza anello ne volva) 5) questo lo lascio determinare a voi ......
  8. Amanita phalloides 2, in questa foto si può osservare la variabilità del colore pileico e delle decorazione del gambo, e la presenza della volva e dell'anello.
  9. Di questo fungo ci si può sbagliare "una volta sola": Amanita phalloides (Fries) Link Fungo velenosissimo per eccellenza, 20 - 30 gr. di fungo fresco, possono essere già considerarsi una dose mortale per un adulto, ma bastano pochi gr. per avvelenare un bambino. È un fungo doppiamente pericoloso in quanto asseconda delle stagioni, si può presentare in grandi quantità in ogni ambiente, dalla tarda estate fino all’autunno inoltrato, ed essendo bello nell’aspetto, molte volte viene raccolto da incompetenti ed incoscienti che associano assurdamente “bello = buono”. I principali caratteri morfologici per una sicura determinazione sono : cappello dai 5 ai 12 cm, da emisferico ad appianato, colore verde-giallastro-olivastro, ornato da fibrille radiali innate più scure delle tonalità del cappello, lamelle libere (fungo eterogeneo), bianche, gambo cilindrico ingrossato alla base, ornato da evidenti zebrature concolori al cappello o biancastre, anello bianco a gonnellina, volva bianca, membranacea, spessa, tipicamente sacciforme. Carne bianca, sapore dolciastro, odore delicato da giovane poi di pesce avariato in vecchiaia. Il consumo di questa specie causa la sindrome falloidea, che produce una necrosi delle cellule del fegato e dei reni con conseguente insufficienza renale acuta, che spesso porta al decesso. I primi sintomi possono manifestarsi anche dopo 8 - 24 ore dall’ingestione, nel frattempo le tossine responsabili dell’avvelenamento (amanitine, fallosiline, falloidine, ecc.) hanno già iniziato a danneggiare il fegato e i reni. Dicevo ”doppiamente pericoloso” in quanto ad una prima fase di malessere, fa seguito un ingannevole e temporaneo miglioramento, e proprio quando uno pensa che il peggio sia passato che arriva invece la fase finale, caratterizzata da insufficienza epatica e renale acuta, ittero, fortissimi dolori, coma e purtroppo, a volte la morte. Fortuna che la medicina odierna ha fatto molti progressi nel trattamento di questi avvelenamenti, ma sempre troppo alto è il numero di persone che perdono la vita per comportamenti imprudenti ed irresponsabili.
  10. Prima somiglianza: Tricholoma sejunctum (Sow.:Fr.) Quelet Comunemente chiamato "moretta gialla", presenta un cappello dal colore verde-giallastro ornato da fibrille brunastro scure, lamelle smarginate, bianche, gambo +/- cilindrico, bianco o soffuso di giallo-verdino, senza anello ne volva, carne bianca, odore lieve di farina, sapore amarognolo, commestibile scadente anche se localmente è apprezzato e conservato cotto sott'aceto. Cresce gregario in estate sopratutto nei boschi di latifoglie, più raro sotto aghifoglie. Si può confondere, sopratutto per i colori e le decorazioni del cappello con ......... con cui condivide habitat e periodo di crescita. Intanto vediamo come si presenta il Tricholoma sejunctum, tenendo presente che in natura i colori pileici assumono diverse tonalità non sempre uguali.
  11. Un cordiale saluto a tutti gli "abbonati", mi scuso per la discontinuità con cui inserisco queste puntate; lo faccio solo quando trovo il tempo necessario. Grazie comunque a tutti voi per i numerosi apprezzamenti e la stima che mi avete manifestato, spero di soddisfare le vostre aspettative, ma se fossi in voi ......... non ci scommetterei più di tanto. Con questa 15^ puntata, introduco l'argomento delle somiglianze pericolose che si possono incontrare andando a funghi; molte sono le specie tossico-velenose e commestibili confondibili tra loro, ne illustrerò solo alcune tra le più pericolose o più frequenti, senza la pretesa di essere esaustivo, ma solamente con l'intento di suscitare un pò più di attenzione al fine di adottare (sopratutto per i principianti) un comportamento improntato alla massima prudenza e cautela. Aggiungo alcune cose basilari per non incorrere in fatali errori: 1) non c'è nessun metodo empirico per sapere se un fungo è buono o cattivo, solo la perfetta conoscenza e il riconoscimento dei caratteri morfologici propri della specie, ne permette un corretto riconoscimento. 2) non fidatevi mai della prima persona che incontrate nel bosco per chiedere se i funghi raccolti sono buoni o no, per questo ci sono appositamente gli Ispettorati Micologici delle AUSL. 3) diffidate dei "fungaroli" che asseriscono di conoscere tutti i funghi, molti casi di avvelenamento sono spesso cusati proprio dalla loro presunzione. 4) in caso di dubbio, astenetevi assolutamnte dal consumo. Come di consueto, chi vuole intervenire è sempre bene accetto, Ennio.
  12. Ciao Nico, di ritorno da un mio giretto in "costiera" vedo con piacere che sei sempre il principale "instancabile animatore" del nostro forum, grazie per tutto quanto ci hai fatto vedere, un caro saluto, Ennio.
  13. mi associo a Nico, anche se la microscopia aiuterebbe la corretta determinazione, ma l'habitus e il periodo sembrano loro, ciao Ennio.
  14. Ciao a Marco e agli altri intervenuti nella discussione, sono stato via 2 giorni per un velocissimo giro nella penisola Sorrentina, Capri compreso, "toccata e fuga", certo quei posti bellissimi (e carissimi) avrebbero bisogno di essere visitati con più calma, ma il tempo ..... Vedo solo ora la richiesta di Marco, ringrazio chi ha detto di aspettare Ennio, ma ci sono dei limiti oltre i quali non è possibile fare serie ipotesi, ma fornire solo vaghe indicazioni, a meno che non si sia indovini. Visto l'habitat, il periodo di crescita, la cuticola che tende a fessurarsi ed a ingiallire, potrei pensare ad un Agaricus fissuratus, o Arvensis (secondo alcuni autori). Domanda: c'era anche il leccio nei pressi ?. A risentirci, Ennio.
  15. oh Luciano, ma che tu scherzi ?, chi meglio dei tre marchigiani (F. P. & G.) che tu conosci bene, può darti una risposta precisa (forse anche senza la microscopia); meglio di questi 3, non conosco nessun altro che sia esperto in questo Genere a così alto livello: per carità, senza offendere nessuno.
  16. probabile Phellinus sp. ciao Ennio
  17. Ciao Mefi, vabbè che con queste ultime stagioni non ci si capisce più niente, ma Entoloma lividum = E. sinuatum, cresce di norma in estate-autunno, ha il cappello provvisto di fine fibrille innate, colore grigio-biancastro-avorio, apetto satinato e sericeo, sopratutto ha lamelle libere e di colore giallo da giovane, via via sempre più rosa salmone per la maturazione delle spore: fungo MOLTO VELENOSO !. inserisco una foto di Entoloma lividum, raccolta a luglio in cerreta mista.
  18. Ciao Roberto, come asserito da Salvo anch'io penso a Entoloma clypeatum, il quale però assomiglia molto a E. sepium; le due specie entrambe commestibili, hanno odore farinoso, condividono habitat (sovente presso le siepi di rosaceae), e stesso periodo primaverile di crescita. Cari saluti ed auguri per una serena Pasqua, Ennio.
  19. anche a me, io cercherei forse nel Genere Lepista (mi sembra di vedere delle guttule sul cappello) ...., ma odore, sapore, non ci dici niente su questi caratteri ?, di nuovo ciao, Ennio.
  20. Ciao Sardus, per la prima foto direi senz'altro Stereum hirsutum, la seconda vista solo sopra sembrerebbe un'altra cosa (forse Trametes versicolor). Se possibile, fai sempre la foto sia al cappello che all'imenoforo, in modo che si possa fare qualche ipotesi su basi più concrete, ciao, Ennio.
  21. Calocybe gambosa 2, fruttificazione dell'aprile 2006.
  22. .......... non dite che li raccogliete piccoli perchè più di 2 cm non crescono, questi esemplari di Calocybe gambosa, oltre che a crescere in luogo forse insolito per i più, misuravano tutti più di 10-12 cm di diametro. Inoltre, cosa questa, veramente rara, la prima foto si riferisce a una fruttificazione del 3 novembre 2005, in un giardino abbandonato, sotto cedro e cipresso a 300 m. slm. La seconda foto è sempre riferita allo stesso luogo di crescita, ma in primavera. Faccio presente che nelle Marche, la L.R. 17/2001, vieta la raccolta della Calocybe gambosa con un diametro pileico inferiore ai 4 cm. Ennio.
  23. direi di si, ...... ma il cedro dove ?, Ennio.
  24. ...... e adesso a sti "pistacoppi" glia preso la foga de li spugnoli, chi li ferma più; avoglia io a convincelli a studia! Traduzione dal dialetto maceratese: adesso ai "pistacoppi" è venuta la voglia sfrenata della Calocybe gambosa, e nessuno li fermerà più, inutile che il sottoscritto cerchi di orientare le loro ricerche verso finalità scientifico-amatoriali !, sarà fatica sprecata. Comunque, dato che sono "buono e paziente", gli auguri di Pasqua, li faccio ugualmente, BUONA PASQUA AMICI, a risentirci per la partenza verso quel di Vallombrosa, Ennio.
  25. concordo pienamente con Nico, senza un particolare delle volva inutile azzardare ipotesi; in futuro fai anche qualche scatto ravvicinato della volva. Posso solo dirti che l'habitat mediterraneo è consono alla crescita di questa specie. Ciao Ennio.
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